34. Squarcio - Gash

Alexander non era affatto convinto che portare con sé Samuel a Mediana fosse una buona idea. Non gli aveva detto di Sara e Lionel e non era sicuro della reazione dell'amico, né tanto meno degli altri due. In realtà non aveva mai capito sul serio quali fossero i sentimenti che legavano i suoi amici vampiri tra di loro. Aveva sempre pensato che ci fosse una forte amicizia e un sincero affetto, ma da quando il ragazzo dagli occhi di ghiaccio aveva saputo che Sara aveva fatto ritorno a Bran sotto altre spoglie, si era interessato eccessivamente alla vita della biondina in questione.

Samuel, inoltre, aveva fatto molto per lui in quelle settimane: aveva tentato di allenarlo nella concentrazione e nel controllo mentale; aveva fatto di tutto perché lo Spirito del Principe delle Tenebre uscisse allo scoperto e infine aveva fatto ricerche su ricerche sulla Profezia e le pietre magiche insieme a lui, quindi non poteva di certo dirgli di no. Ma sperava con tutto sè stesso che il loro arrivo non interrompesse l'idillio di coppia di Lionel e Sara.

- Vlacu, verrai anche tu con noi! Sai molte cose e potresti esserci davvero utile! - aveva affermato Alexander posandogli le mani sulle spalle e guardandolo benevolmente. L'anziano sembrava imbarazzato per la richiesta, ma decise di obbedire e partire con loro.

                                                                                       ***

- Chi si occuperà di mio nonno se partiamo tutti e tre? - aveva domandato Samuel mentre si dirigevano all'aeroporto. 

Alexander sorrise serafico – Oh Antoniu è stato ben contento di prendere il nostro posto – 

L'amico scoppiò a ridere – Cavoli, vorrei mettere una telecamera nelle prigioni per godermi lo spettacolo! -

Il povero Vlacu era terrorizzato all'idea di un mezzo così pesante che si alzava in aria e percorreva tanti chilometri senza mai toccare terra se non quando giungeva a destinazione e per quel motivo non riusciva a godere dell'atmosfera goliardica data dai due giovani vampiri. 

- Coraggio Vlacu, durerà meno di quanto tu creda! E poi è divertente, puoi andare molto in alto senza affaticare le tue ali! È rilassante! - aveva cercato di confortarlo Alexander con scarso successo.

Per tutto il viaggio l'anziano si tenne con le mani ben incollate ai braccioli del sedile, senza mai guardare fuori dal finestrino. Ad ogni turbolenza sussultava e stringeva gli occhi, mentre Alexander e Samuel cercavano di trattenersi nel ridere per demoralizzarlo ancora di più, fin quando il povero Vlacu non singhiozzò emettendo un suono strozzato, nel sentire l'aereo che si inclinava pericolosamente verso destra e andava troppo velocemente in basso. A quel punto il prescelto gli passò un piccolo flaconcino di vetro contente gocce di valeriana per calmarlo. 

Vlacu si addormentò sul sedile, lamentandosi di tanto in tanto in un sonno agitato.

Alexander sospirò e si rilassò contro il poggiatesta, lasciando vagare lo sguardo sulle candide nuvole che avvolgevano il mezzo. Quanti giorni erano passati da quando l'aveva vista? Venti? Venticinque? No, erano esattamente ventitré giorni e diciotto ore. Perché ne tenesse il conto non lo sapeva nemmeno lui. Una cosa però era certa: non faceva altro che immaginarsi la sua reazione quando si sarebbero visti. Prese il cellulare dalla tasca e rilesse tutti i messaggi che Roxen gli aveva mandato, tutti senza risposta. Non sapeva cosa dirle, non era fatto per la tecnologia. Era più facile parlarle faccia a faccia, scontrarsi con lei, rischiare di essere incenerito da una delle sue sfere infuocate. Sì, si sentiva più a suo agio nello scontro diretto che in un freddo scambio di messaggi o telefonate, in cui il solo suono della sua voce gli smuoveva l'insano istinto di morderla. Perfino a distanza la sete non si placava. Se quel bracciale fosse stato davvero in grado di frenare i suoi istinti sarebbe stata una vera liberazione per lui.

L'ultima Sterminatrice si era data parecchio da fare per domare il Principe delle Tenebre. Erano decenni, forse secoli, che non ne nasceva una. O forse era nata, ma non era stato necessario risvegliare il suo potere. D'altronde il Principe delle Tenebre attuale era lui, ed era deciso a non far commettere più scempi sull'umanità, quindi il potere della Sterminatrice poteva restare sopito, almeno per qualche altro centinaio d'anni, si augurava.

                                                                                      ***

Quando atterrarono alcuni passeggeri si sciolsero in un applauso liberatorio verso i piloti e Vlacu fu tra quelli più entusiasti. - Bravi, bravi! Questa si che è destrezza! - gli scese addirittura una lacrima dall'occhio sinistro, che asciugò immediatamente ricomponendosi.

Samuel e Alexander si lanciarono un'occhiata divertita – Dai, al ritorno posto vicino al finestrino, eh? - 

L'anziano spalancò la bocca mettendosi le mani nei capelli – Signor Samuel voi non capite come si possa sentire un vampiro anziano che non vola da secoli neanche con le proprie ali, nell'alzarsi a così alta quota su di un mostro metallico! - i due ragazzi scoppiarono a ridere afferrando poi subito le valigie del povero Vlacu e dirigendosi verso l'uscita dell'aereporto.

Algidea era lì ad aspettarli e i suoi capelli corvini ondeggiavano minacciosi come serpenti al vento gelido che imperversava su Mediana – Ce ne avete messo di tempo! Soriana ha avuto la visione almeno tre giorni fa! - si lamentò salutandoli. 

Samuel la guardò interrogativo – Lei sarebbe? - 

Algidea sbuffò facendogli segno di seguirla alla sua macchina, mentre Alexander faceva le presentazioni  – Lei è una delle streghe anziane della Congrega a cui siamo diretti...  - poi abbassando la voce proseguì - e inizio a credere che il carattere di Roxen sia in parte dovuto alla vicinanza con questa donna. –

                                                                                   ***

Lionel si avvicinò a Roxen, che era rimasta impietrita – Roxy, sono troppi per noi, conviene andarcene prima che sia troppo tardi – le aveva afferrato un braccio con l'intento di trascinarla via.

-  Lio ha ragione! Siamo in tre, contro migliaia! - gli diede man forte Sara, ma la strega strattonò il braccio e si liberò dalla presa. 

– Voi andate, io resto qua! Devo chiudere lo squarcio! Ho già rallentato la missione con la devastazione del monastero... - 

- Se morirai pensi che la missione potrà proseguire? Non fare l'eroina stupida e vieni via con noi! - insistette la vampira.

Roxen come risposta si tolse il cappotto e si apprestò a pronunciare la formula per trasformarsi in drago. 

- Dio quant'è testarda! - Lionel impugnò saldamente la spada d'argento e concentrandosi creò uno scudo protettivo attorno a lui e Sara – Non possiamo lasciarla qua, ma neanche rischiare la vita per lei! -

- Il fuoco mi fece schiava e mi rese libera dalla terra! - una vampa di fuoco si abbarbicò attorno a Roxen. La forza del rubino splendeva nelle fiamme rossa come non mai.

Il drago di fuoco era molto più grande e robusto, aveva anche ali e coda enormi, il potere della pietra magica lo aveva rinvigorito parecchio e il fuoco schioccava rapido e selvaggio lungo tutto il corpo dell'animale.

I sovrumani davanti a Roxen, non ebbero nemmeno il tempo di accorgersi di quello che gli stava per accadere che furono inceneriti.

Tutti gli esseri vicino allo squarcio e al di là di esso guardarono paralizzati il drago che volava sulle loro teste.

- È solo uno, noi siamo in tanti, possiamo abbatterlo! - un demone aizzò la folla e arrampicandosi contro una parete, raggiungendone la sommità, senza temere di bruciarsi con le fiamme incandescenti si lanciò addosso a Roxen afferrandole il collo.

Il drago si dimenò finché non lo fece cadere a terra, ma ormai anche altri si erano lanciati contro di lei, qualcuno anche usando doti magiche come incantesimi di aria e acqua, nel vano tentativo di spegnerla.

Lionel strinse i pugni e guardò Sara alla ricerca di una sua conferma. – Certo che l'aiutiamo! - fu la risposta affermativa della vampira. Si lasciarono alle spalle lo scudo protettivo e si gettarono nella mischia.

- Minus!- Lionel fece uso di un incantesimo di rimpicciolimento su una decina di mostri – Schiacciali Roxen! - il drago eseguì veloce, prima che l'effetto svanisse. 

Sara invece era cosparsa di sangue verde, giallo e blu: passava tra i sovraumani sferrando artigliate con le sue unghie affilate, sbrindellava, calciava e divorava tutti gli esseri che le si paravano davanti.

Il problema era che più ne sterminavano più ne venivano fuori dallo squarcio.

- Roxen! Avvicinati il più possibile allo squarcio e fa tutto ciò che puoi per chiuderlo! - Lionel invocò la magia del ghiaccio e congelò quanti più mostri poté, per poi finirli riducendoli in mille frammenti.

Il drago sputò fuoco su un altro migliaio di esseri demoniaci, raggiungendo il punto più vicino alla linea scura. Lì tornò ad avere le sue sembianze umane.

Sara la raggiunse rapida, ormai imbrattata di frattaglie di qualsiasi tipo, e le lanciò il cappotto – Agisci in fretta, siamo stremati. – la scongiurò, cadendo poi in ginocchio esausta.

Roxen maledì sè stessa e la sua testardaggine. Ormai era tardi per avere ripensamenti, ma non poté fare a meno di dare ragione ai suoi amici: avrebbe dovuto aspettare Alexander, o almeno andare preparati, con un piano d'attacco. Se i suoi amici fossero morti a causa sua non se lo sarebbe mai perdonato.

Scrollò la testa per liberarla dai pensieri negativi e impose le mani sulla voragine che si allargava sempre di più dinanzi ai suoi occhi.

Lo squarcio era un buco nero, delle dimensioni di un paio di metri, che si era man mano allargato ed allungato fino a diventare una linea lunga quasi tutto l'orizzonte di Mediana. Sembrava essere contornato da nubi nere e minacciose, ma in realtà il grigiore che lo circondava era dato dall'aura intrisa di potere demoniaco che sprigionava.

Roxen non aveva mai imposto un sigillo, rotti sì, ma mai creati. Inspirò a fondo e pregò con tutta sè stessa che l'incantesimo funzionasse.

- Che la porta resti chiusa, che l'ombra si dissolva e che la tenebra indietreggi. Roxen Mildred di Bran ordina un SIGILLO SACRO sullo squarcio di Mediana! SIGILLUM! - dalle sue mani scaturì una fortissima luce bianca che venne inghiottita dal buio oltre lo squarcio, poi una sottile linea rossa data dal rubino iniziò a volteggiare sopra e sotto lo squarcio come a ricucirlo lungo tutto il suo perimetro, come fosse ago e filo.

Sembrava esserci ormai riuscita, quando una mano nera piena di cicatrici e artigli, sbucò dallo squarcio e sbatté Roxen a terra, urlò sentendo le sue mani bruciare terribilmente.

Tutte le creature si ritrassero spaventate, il filo rosso si ruppe e Lionel corse veloce da Roxen sollevandola in braccio – Andiamocene prima che sia troppo tardi! - afferrò la mano di Sara e le teletrasportò  con sè alla villa.

Spazio autrice

Come richiesto da alcuni lettori cerco di pubblicare un po' più spesso, purtroppo non riesco sempre perché tra lavoro e famiglia a volte non sempre ho il tempo di scrivere.

Posso provare ad impormi un giorno fisso di pubblicazione una volta a settimana, che potrebbe essere il martedì e se poi riesco faccio anche altri aggiornamenti negli altri giorni. Non lo so, potrebbe essere un esperimento! Vediamo come procede.

Intanto ditemi che pensate della storia e lasciate le stelline! A presto!

Anna

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