32. Non staremo immobili - We won't stand still
Le settimane passavano e lo squarcio nel velo sembrava diventare sempre più profondo e scuro. Roxen non era ancora riuscita a trovare una soluzione per far ritorno al monastero e cercare l'altro pezzo di Profezia. Alexander non rispondeva né ai messaggi né alle telefonate e la situazione, oltre che infastidirla, la preoccupava non poco.
L'unica cosa che riusciva a fare per sentirsi utile era quella di allenarsi con la magia e gli incantesimi del libro preso alla fortezza, uscire di notte a fare le ronde, alla ricerca di qualche mostro o sovraumano, a cui poter strappare qualche informazione e subito dopo eliminare.
Doveva raccogliere più dettagli utili possibili e rafforzare i suoi poteri per provare a chiudere lo squarcio. Anche Lionel l'affiancava nell'allenamento e nelle uscite notturne, spesso andavano insieme a caccia di mostri, seguiti da Sara che li aiutava solo in casi di estrema difficoltà.
Tricia e Lucy si recavano tutti i giorni in biblioteca per cercare altri punti magici in cui avrebbero potuto ritrovare i resti della pergamena. Milacre dal suo canto era partito per il monastero nel tentativo di convincere i monaci, ma doveva ancora dare notizie.
In una delle perlustrazioni notturne Roxen, Lionel e Sara, andarono nel quartiere malfamato di Mediana: da quando lo squarcio si era aperto la criminalità era aumentata esponenzialmente e spesso i criminali provenivano da quel perimetro.
Le case lì erano condomini fatiscenti, con la vernice incrostata, le porte piene di fori di proiettile e ammaccature. I cassonetti dell'immondizia traboccanti di cibi in decomposizione e chissà cos'altro. Sparsi per il quartiere due club segreti, a cui potevi accedere solo con parola d'ordine e un tipo di bussata in codice morse.
Per le strade non un'anima viva, tutti serrati in casa o nei club. Persino i gatti randagi se ne stavano buoni, buoni addormentati nei cartoni vicino la spazzatura.
- Mi spiegate che ci facciamo qui? - domandò sottovoce Sara osservandosi attorno circospetta.
- Secondo le mie ricerche degli ultimi giorni, è probabile che tra questi vicoli bui ci sia un clan di sovraumani che può portarmi allo squarcio - rispose la rossa continuando a marciare spedita in avanti, senza soffermarsi un solo istante su quell'ombra sinistra che aveva scostato appena la tenda del secondo piano del palazzo alla sua destra.
Lionel e Sara si lanciarono un'occhiata allarmata - E perché non l'hai detto subito? Pensavo fosse il nostro solito giro - proseguì la biondina.
Roxen come risposta diede un'alzata di spalle e proseguì senza aspettarli. Credeva che i suoi amici avessero capito che il suo scopo era quello. L'ultimo mostro con cui si era battuta era alto il doppio di lei, con squame e branchie su braccia e gambe, su tutte le sei braccia e su tutte le quattro gambe per l'esattezza. Era di un azzurro-grigio cangiante e la faccia rassomigliava a quella di un pesce-gatto. Di certo non le aveva fatto paura, ma un po' di disgusto lo aveva provato, specie per il suo odore di mare inquinato. Lo aveva affrontato a suon di frustate di fuoco, mentre lui aveva tentato più volte di stritolarla con le sue tante mani. Era stato faticoso doverle schivare tutte ogni volta. Poi stanca di combattere e di essere eticamente corretta, lo aveva mutilato privandolo di tutti gli arti superiori e lo aveva inchiodato a un muro, questo non letteralmente, ma quasi. Il mostro infine aveva ceduto e le aveva confessato da quale mondo demoniaco provenisse e come aveva fatto ad arrivare fino a Mediana.
- Stanno organizzando uno squadrone, non so perché Origine... - così i mostri e sovraumani chiamavano la Minaccia Primordiale - abbia aperto lo squarcio proprio qua, in fondo non è neanche tanto grande come città! Anche se ammetto che di potere magico ce n'è un bel po' -
Roxen gli aveva stretto la mano al collo per invitarlo a proseguire senza perdersi in digressioni varie.
- Ok, ok! Beh insomma, pare che lo squarcio sia nel quartiere nord, io non ricordo niente, sono stato catapultato qua senza che me ne rendessi conto. Quando sono arrivato era tutto troppo luminoso perché i miei occhi riuscissero a distinguere qualcosa! Comunque là, nel quartiere nord c'è un gruppo di sovraumani, una specie di clan d'élite, sono loro che tengono sotto controllo lo squarcio e decidono dove mandare i mostri e i sovrumani inferiori. Trova loro e troverai lo squarcio - gli aveva detto infine il mostro pesce-gatto.
Roxen lo aveva lasciato andare, facendogli ricrescere solo due braccia e due mani, con la promessa che se avesse fatto del male a persone innocenti, lo avrebbe cercato, lo avrebbe trovato e lo avrebbe privato nuovamente e definitivamente delle sue uniche due braccia.
Ora si trovavano nel quartiere nord, appunto, ma di mostri e sovrumani neanche l'ombra. Tutto quel silenzio l'aveva messa in allarme. Non era normale che un quartiere malfamato come quello fosse così taciturno e addormentato a quell'ora della sera. Erano solo le ventidue e quarantatré, i cattivi non avrebbero dovuto essere in giro a fare danni?
- Sai come trovarli? - domandò ancora Sara.
Il rumore di una lattina calciata li fece voltare tutti e tre di scatto - No, ma credo che loro abbiano trovato noi - Roxen preparò una sfera di fuoco tra le mani, in attesa di iniziare uno scontro.
Cinque individui uscirono dall'ombra e si posero sotto la luce di un lampione. - Due vampiri, un licantropo e due semidei esiliati? Voi siete il clan che controlla le entrate dello squarcio, seriamente? - li sbeffeggiò trattenendo a stento una risatina di scherno.
Lionel la fissò incuriosito, o meglio sbalordito per la sua conoscenza così approfondita in materia.
- Oh andiamo, quei due hanno i canini, si vedono anche da qui! Lui è troppo peloso per essere un umano, e troppo poco peloso per essere un mostro, e loro... beh loro hanno il marchio dell'esilio inciso a fuoco sull'avambraccio, sono semidei perché gli dei si riguardano bene dal mescolarsi alla "melma" sulla faccia della terra - spiegò la strega, puntando la sfera verso i cinque, come monito per qualsiasi passo falso.
- Sei diventata una vera esperta in queste settimane. Non so se ammirarti o avere paura. - lo stregone sorrise preparandosi con una freccia stregata, mentre Sara si trasformò pronta a scontrarsi con i due vampiri.
Una delle semidivinità si fece avanti, tenendo dietro di sé gli altri con un braccio - Tu devi essere la strega della Profezia -
Roxen tentennò un attimo - Come fai a saperlo? -
Il semidio rise beffardo - Tutti gli dei e i semidei conoscono la Profezia, è stata predetta dall'oracolo di Delfi -
- Giusto - la voce non era più tanto sicura, anche se la sua doveva essere una semplice affermazione dalle sue labbra trasparì la tensione che provava in quel momento. Le pelle della schiena divenne lievemente umida e il battito cardiaco accelerò un po', pompando adrenalina in tutto il corpo.
- Beh, adesso la Profezia non mi interessa! Voglio che mi conduciate allo squarcio! - ordinò riprendendo coraggio. I cinque scoppiarono a ridere e senza esitare minimamente li attaccarono.
- Sarebbe stato troppo facile! - la strega scartò il licantropo e gli diede un calcio nel sedere seguito dalla sfera di fuoco.
I vampiri non erano purosangue, quindi erano aggressivi senza il benchè minimo controllo. Accerchiarono Sara puntandole i fianchi, ma lei li spinse via con le sue enormi ali.
Lionel invece si ritrovò a fronteggiare le due semidivinità - Ehi! Io mi sono beccato i più forti, non vale! - protestò scoccando la freccia ed evitando una sfera di energia pura.
- Beh, grazie per il complimento - fece uno dei due.
Roxen pensò in fretta, "L'argento! Serve dell'argento e con quello metteremo k.o tre nemici su cinque!" si guardò attorno alla ricerca di qualcosa di utile, poi lo vide: il bracciale di Lionel era in argento.
- Lio, dammi il tuo bracciale! - gli urlò mentre tentava di tenere a bada il licantropo che non faceva altro che cercare di spingerla a terra.
- Non sono sicuro che sia questo il momento di ammirare le gioielleria altrui! -
Roxen creò un lazzo di fuoco e con quello riuscì a catturare il licantropo e a tenerlo a bada. Corse veloce da Lionel e lanciò contro un muro la semidivinità che stava tormentando il suo amico. Afferrò il braccio dello stregone e gli slacciò più rapidamente che poté il braccialetto.
- Ma cosa devi fare? - le sussurrò a denti stretti Lionel.
- L'argento può uccidere sia i vampiri che i licantropi! - rispose allo stesso modo Roxen, tornando al gingillo in questione.
Concentrandosi lo fuse e con l'incantesimo della mutazione della materia ne fece una spada. Corse da Sara e le urlò di spostarsi. La biondina si allontanò appena di qualche centimetro e Roxen, con un taglio netto, mozzò la testa dei due vampiri, che si polverizzarono all'istante, poi puntò la lama contro la gola del licantropo.
- Lio, blocca quei maledetti semidei! - gridò Roxen attirando la loro attenzione.
Il licantropo si era rannicchiato contro al muro ed emetteva versi simili a guaiti.
Lionel decise di fare un incantesimo di congelamento e immobilizzò le due semidivinità, lasciando solo la testa libera di muoversi.
- Allora signori! Come avete capito questa spada è d'argento, quindi potete scegliere: o ammazzo il licantropo e voi, pur essendo semidei, dovrete confrontarvi non con uno stregone, ma con due stregoni e una vampira molto arrabbiata, oppure vi lascio vivi tutti e tre e ci conducete allo squarcio! A voi la scelta - Roxen roteò la spada tra le mani e attese la risposta dei suoi nemici.
I due semidei si fissarono pensando bene al da farsi, poi annuirono - Anche se vi porteremo là, non sarete in grado di chiuderlo. L'energia demoniaca di quel portale è troppo per chiunque, persino per la strega più potente degli ultimi quattro secoli. -
Roxen socchiuse gli occhi a due fessure e ripuntò la spada verso il licantropo - Quindi? - il poveretto si strinse ancora di più contro il muro e uggiolò.
- Nick, sei proprio inutile! Dai lascialo andare, vi porteremo allo squarcio. -
Il licantropo scappò con la coda tra le gambe, senza neanche guardarsi indietro. Roxen sorrise vittoriosa guardando Sara e Lionel, che non dimostrarono affatto il suo stesso entusiasmo, anzi, per un momento desiderarono scappare assieme al lupastro.
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