31. Missioni importanti - Important missions

Sara e Lionel convinsero Roxen ad andare a scuola, e lasciare così riposare Milacre e le due streghe. Nel tornare a casa sarebbero passati dalla Congrega a chiedere se sapevano qualcosa sulla Profezia, nella speranza di essere aiutati o avere almeno qualche indizio.

- Forse dovremmo invocare la Sacerdotessa, lei sicuramente ne avrà sentito parlare, visto che ci ha interpellati personalmente! - aveva detto Roxen entrando in aula.

Non pensava che un giorno lo avrebbe detto, ma quell'edificio le era mancato e il suo sguardo corse subito al banco di Alexander, vuoto. Quante volte si erano ignorati e scontrati tra quelle mura? E pensare che avevano un passato così simile. Scosse la testa e si concentrò su quella mora che le stava venendo incontro. "Oh no, ci risiamo!".

Selina le si avvicinò e sbirciò oltre le sue spalle, poi scosse la testa delusa - Alex non è con voi? Ho come l'impressione di non vederlo da tanto, anche se... ieri era a scuola con noi, giusto? - si portò l'indice al mento, mentre Sara lanciò un'occhiata preoccupata in direzione di Lionel.

- Sì sì! C'era eccome! Sarà in ritardo, avevi bisogno di lui? - investigò la vampira, scrutando la sua interlocutrice.

- Cose tra me e lui. Non sono affari che vi riguardano! - aveva risposto piccata la ragazza, scivolando poi tra i banchi e dirigendosi verso il proprio.

Quella Selina sembrava sempre così viscida e schiva, Sara stava per dirle qualcosa di poco carino, ma Roxen le afferrò il braccio e le disse di lasciar perdere.

Selina era sempre stata un tipo strano, senza amici, ma con una certa morbosità verso Alexander. Che interesse avesse nei suoi confronti era un bel mistero.

                                                                                  ***

Durante la lezione Roxen si sentì attratta da qualcosa alla finestra, con una scusa cambiò di posto con una compagna e in quel momento la vide: la linea scura all'orizzonte. Immediatamente cercò lo sguardo di Lionel e Sara che contraccambiarono scuri in volto. Come sospettava lo squarcio nel velo si era fatto profondo.

- Quindi sta diventando grave la situazione. In questi mesi, abbiamo trascurato lo squarcio perché presi dalle nostre questioni personali, ma la cosa rischia di essere più pericolosa di quanto pensiamo - sulla terrazza Roxen osservò meglio la linea scura.

Il tempo non presagiva nulla di buono: tirava un forte vento e nubi grigie ricoprivano il cielo colme d'acqua.

- Mentre eravate via l'ho tenuto sotto osservazione tutti i giorni, man mano si è fatto sempre più lungo. La cosa che più mi preoccupa è che non ci sono stati avvistamenti di mostri o sovraumani in giro, temo che questo silenzio preannunci un attacco di massa - disse Sara sfregandosi le braccia attorno al busto.

Lionel l'abbracciò da dietro, mettendole le mani attorno alla vita - Dobbiamo muoverci in più direzioni. L'arrivo di Milacre e le due streghe è stato provvidenziale, ci daranno una mano anche loro! Dobbiamo solo mettere in ordine di priorità tutte queste missioni e dividerci i compiti - concluse poi guardando a sua volta l'orizzonte.

Uno squarcio così grande avrebbe fatto arrivare frotte di demoni e mostri, quella calma era troppo strana e Mediana era un bel punto magico sulla cartina geografica del mondo sovraumano. Dovevano assolutamente mettersi all'opera, prima che fosse troppo tardi.

Come prima cosa, al ritorno da scuola passarono alla Congrega. Algidea non gli diede neanche il tempo di bussare che aprì loro la porta. Quello voleva dire solo una cosa:

- Fammi indovinare? Soriana ha avuto una visione e ci aspettavate, giusto? - ironizzò Roxen entrando nella sala con la tavola rotonda.

- Certo che le lezioni non ti bastano mai eh? - la strega anziana le lanciò un'occhiataccia, mentre li accompagnava da Soriana.

La veggente era seduta accanto alla tavola con un libro aperto in grembo. Vi passava sopra le dita, le scritte erano in rilievo e attraverso il tatto leggeva.

Quando sentì che Roxen, Lionel e Sara erano nella stanza, alzò il capo e chiuse il libro sorridendo.

- Roxy, ciao tesoro! Lo so, avrei potuto dirvi tutto ieri, ma le visioni non erano chiare fino a stamattina, quindi non potevo darvi informazioni certe - si scusò dispiaciuta.

Roxen si chinò ai suoi piedi e le strinse le mani rugose - Non preoccuparti, Sori. Ora siamo qui e potrai aiutarci. Cosa sai della Pergamena della Profezia? -

Soriana descrisse loro le ultime visioni che aveva avuto a tal proposito.-  L'antica pergamena, scritta dall'oracolo di Delfi, fu divisa in otto parti e sparsa nei quattro continenti. I frammenti furono nascosti in luoghi dove confluisce una carica magica predominante, rispetto ad altre zone. Alcuni sono protetti da incantesimi di maghi potenti, altri invece da trappole costruite da uomini intelligenti. -

L'oracolo predisse che solo quando sarebbe arrivato il tempo, la pergamena avrebbe dovuto essere ricomposta, e solo i prescelti avrebbero potuto ricostruirla.

- Ma il primo pezzo l'ha trovato Milacre, e ha detto anche che non era protetto da incantesimi o altro! Era a Stonehenge! - fu contraria Roxen.

- Sì, hai ragione. Ma lui è un Druido, loro hanno poteri spirituali molto grandi e sono protetti da Camelot. La magia di Merlino è la più grande che esista e la più pacifica. Vi sarà di grande aiuto, ma tenetelo lontano dal vampiro - spiegò Soriana.

Roxen guardò Sara - Alex? - domandò la biondina sorpresa.

Soriana sorrise - Sì, Alexander. O meglio il Principe delle Tenebre -

- Ora è in Transilvania, non penso sarà un problema - rispose seccata Roxen.

Soriana riprese le fila del discorso e riaprì il libro che teneva in mano poco prima. Indicò un punto su una mappa - Purtroppo qui a Mediana non vi è nulla, nonostante il punto in cui sorge la Congrega sia il più ricco di magia in città, non lo è abbastanza per proteggere un frammento di Profezia. Però qui vicino potrebbe esserci un altro luogo, ma non è più accessibile - il silenzio calò come un machete sulle loro teste.

- Il monastero? - domandò flebilmente Roxen, sentendosi tremendamente in colpa per aver agito in modo così poco prudente in quell'occasione.

Algidea si portò le mani al viso scuotendo la testa sconsolata - Ti sei fregata con le tue stesse mani, mia cara. -

Roxen alzò gli occhi al cielo ripensando allo scenario disastroso che aveva lasciato alla fortezza e sospirò ingoiando un groppo alla gola - Come diamine facciamo adesso? -

Sara le posò una mano sulla spalla per confortarla - Troveremo una soluzione, magari mandiamo Milacre? -

Lionel tossicchiò attirando l'attenzione, poi scostò le tendine dalla finestra ed indicò la linea nera - Di questa, cosa potete dirci? -

Soriana contrasse il viso in una smorfia: nulla di positivo.

Lo squarcio era diventato ancora più scuro e sembrava allargarsi di tanto in tanto.

- Posso solo confermarvi i vostri timori, ragazzi - si espresse infine l'anziana veggente.

- Non possiamo fare nulla per chiuderlo? - Roxen aveva bisogno di un minimo di speranza, doveva fare qualcosa di utile per la missione, altrimenti sarebbe stata l'unica prescelta a fare più danni che risolverli.

- Oh sì, tu e Alexander siete gli unici che possono chiuderlo, ma c'è bisogno delle pietre magiche. -

- Io ce l'ho! Ho il rubino a forma di fiamma! -

Soriana sorrise stancamente - Puoi provare, ma da sola non credo riuscirai -

La strega annuì sicura. Aveva deciso che avrebbe tentato e ci avrebbe messo tutta sé stessa. Si sentiva in dovere di rimediare in un qualche modo al disastro del monastero. Pensava così di espiare la sua colpa.

                                                                                               ***

Alexander aveva letto e riletto quel libro almeno sette volte da quando Vlacu gliel'aveva dato. Non poteva credere ai suoi occhi, ma esistevano ben quattro versioni di una stessa profezia. Tutte e quattro parlavano di prescelti, tutte indicavano pietre magiche da ritrovare per sconfiggere un'entità malvagia e tutte dicevano che i prescelti avrebbero dovuto dominare un elemento della natura. Roxen era chiaramente il fuoco, ma lui? Immaginava fosse l'acqua, ma non ne era certo.

Le versioni discordavano tra di loro per le epoche: la prima che aveva trovato era ambientata nell'epoca di Atene e Sparta, la seconda nel diciassette d.C, la terza durante l'ascesa di Carlo Magno e infine l'ultima nella prima rivoluzione industriale. Ciò voleva dire che c'erano stati altri prescelti prima di loro e che in un qualche modo erano stati in grado di salvare i mondi e rispedire la Minaccia Primordiale nella sua dimensione demoniaca.

Doveva assolutamente dirlo a Roxen, quella era una buona notizia, le avrebbe risollevato un po' il morale. Stava correndo in camera a prendere il cellulare, quando Samuel lo fermò nel corridoio.

- Devi scegliere, Alex. O dai la priorità al Principe delle Tenebre e alla Centesima prova, o alla tua missione con la strega. -

Il ragazzo lo oltrepassò infastidito - Posso fare entrambe le cose! -

Samuel incrociò le braccia sul petto e lo osservò scettico - Ah sì? Allora perché non sei a Mediana in questo momento? -

Alexander si fermò sulla soglia di camera sua tentennante. Voleva e doveva aiutare Roxen, in fondo era in debito con lei: gli aveva salvato la vita. Era anche vero, però, che il modo migliore per aiutarla era essere in grado di controllare il Principe delle Tenebre e non metterla ulteriormente in pericolo.

- Va bene, andiamo ad allenarci! Ma quando torneremo, le telefonerò. È un'informazione troppo preziosa perché lei non la sappia -

Samuel sorrise e con una mano sulle spalle lo invitò a proseguire verso l'esterno del Castello, conducendolo nel parco della fortezza: un enorme e ben curato prato verde, delimitato da diversi alberi, tra cui meli, ciliegi e pioppi. Lungo le mura che circondavano il parco si alternavano panchine di pietra e statue raffiguranti i vecchi proprietari del Castello di Bran.

- Visto che vuoi aiutare la tua alleata, sarà il caso di velocizzare e intensificare il tuo allenamento, caro Xander - Il ragazzo si alzò le maniche della camicia e si posizionò come se dovesse lottare.

- Ti farò molto male, devi essere in grado di resistere al dolore e tenere a bada il Principe delle tenebre. - affermò deciso quasi rassicurandolo con lo sguardo.

- Se non dovessi riuscirci? -

L'amico tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un sigillo - Questo lo fermerà. È un pezzo di lancia della Sterminatrice. -

- Allora forza, mettiti all'opera! - lo invitò Alexander.

Samuel si trasformò, spiegando le enormi ali da pipistrello e sguainando gli artigli. Lo attaccò subito graffiandogli il volto.

Alexander accusò il colpo coprendosi, poi veloce sfoderò a sua volta le unghie affilate e i canini. Con una spinta saltò addosso a Samuel e lo ferì, ma questi lo scaraventò a terra rotolando sulla schiena. Gli sferrò un pugno in pieno petto facendogli mancare l'aria. Tossicchiò, e una volta riavutosi si liberò della presa di Samuel con un calcio nello stomaco.

Il vampiro dagli occhi di ghiaccio si rialzò, si allontanò dall'amico per prendere la rincorsa e con le corna lo puntò come fosse un toro. Lo sbattè contro un albero, infilzandolo in un fianco. Alexander sentì dolore, molto dolore, ma non abbastanza da far emergere il Principe delle Tenebre.

Andarono avanti così per un altro paio d'ore, finché entrambi stremati e feriti non si accasciarono al suolo, spalla a spalla.

- Non lo stavi dominando, vero? Non percepivi proprio la sua forza - concluse Samuel pensieroso.

Alexander abbandonò la testa all'indietro inspirando - Nulla di nulla. -

L'amico lo aiutò ad alzarsi, infilandogli il braccio attorno le spalle e sorreggendolo.

- Meglio che tu vada alla cascata di Hider a far chiudere la ferita, domani continueremo. -

Alexander trattenne un'imprecazione, avrebbe voluto che la faccenda si risolvesse nel più breve tempo possibile. Ma a quanto pareva quel dannato Principe delle Tenebre si faceva desiderare.

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