27. Risvegli, porte e partenze - Awakening, doors and departures
Sara e Lionel avevano ormai già preparato tutto il necessario per tornare a Mediana. Stavano solo attendendo che Roxen si svegliasse.
Alexander invece si era rintanato nella sua camera e non aveva voluto vedere nessuno. Aveva chiesto solo che gli venisse detto quando Roxen si sarebbe ripresa.
Dopo che il vampiro era ritornato in sé e aveva preso in braccio la strega, era apparsa loro la Sacerdotessa Milene.
Lo aveva guardato con disprezzo, per essersi lasciato sopraffare dallo spirito del Principe delle Tenebre e aver fatto non solo perdere tempo, ma anche rischiare la vita a tutti.
- Lei dormirà per diversi giorni. Il suo corpo sta assorbendo il potere del rubino. Vi consiglio di tornare al Castello e riposarvi –
Alexander non aveva più proferito parola, si era tenuto Roxen stretta al petto e aveva chinato lo sguardo.
Flin aveva provato ad avvicinarsi, ma aveva capito che non c'era verso di parlare con lui.
Sara e Lionel si erano scambiati diverse occhiate, ma alla fine avevano optato anche loro per il silenzio e avevano deciso di seguire Alexander verso l'uscita dalla foresta.
- Non parla da giorni! - aveva sbottato Lionel camminando avanti e indietro per la stanza.
Sara era seduta sul letto e lo guardava muoversi irrequieto. - Dobbiamo capirlo. Credo si vergogni profondamente per come ci ha trattati e per non essere stato in grado di controllare la sua mente! -
Il ricciolino le lanciò un'occhiataccia – Tu lo difendi sempre, non è vero? -
A quel punto Sara aveva ricambiato alla stessa maniera lo sguardo – Oh per favore! Non metterti a fare il geloso! Non con una che ha centododici anni più di te! -
Lo stregone aveva smesso di camminare e su due piedi decise che era il momento di andare a controllare Roxen lasciando velocemente la stanza. Entrando in camera della strega trovò Alexander intento a fissarla, con un'espressione colpevole dipinta sul viso.
- Non è colpa tua... -
Il vampiro si girò in direzione della voce, ma subito tornò a posarsi su Roxen. Lionel gli si avvicinò dandogli una pacca sulla spalla. Forse aveva ragione Sara: il suo amico si sentiva responsabile di quello che era successo e non aveva il coraggio di affrontarli.
- Xander, dico sul serio. Non preoccuparti. -
Il vampiro scostò la mano di Lionel e fece per andarsene, ma l'amico lo fermò.
- Se fai così ci allontanerai tutti! -
Alexander lo guardò da sopra le spalle, voltandosi appena – Forse è meglio così, sono troppo pericoloso per tutti voi... soprattutto per lei -
Al suono di quelle parole Roxen mugugnò qualcosa, Lionel le si avvicinò subito, mentre Alexander uscì chiudendo la porta.
La ragazza iniziò lentamente a muovere le palpebre, poi le dita delle mani e dei piedi. L'aura rossa era svanita e aveva aperto gli occhi, trovandosi davanti la faccia di Lionel che la osservava con trepidazione. Lo stregone corse in corridoio chiamando a gran voce Sara, che si precipitò nella camera trafelata.
– Che è successo? -
Il ragazzo si fece da parte e le mostrò la strega – Si è svegliata! -
- Oh finalmente! - si gettò su di lei abbracciandola, mentre Roxen ancora stava cercando di capire dove fosse in quel momento.
- Piano, mi soffochi! - si lamentò ridendo e allontanando appena l'amica, per riprendere fiato e guardarsi attorno.
- Siamo a Bran! - esclamò la vampira scendendo dal letto.
Roxen indossava ancora la tunica romana ricavata dal mantello.
Nella stanza notò che c'erano solo Sara e Lionel – Dov'è Alex? - l'ansia nella sua voce era facilmente percepibile.
La vampira le si avvicinò mettendole le mani sulle spalle. Nonostante il suo aspetto fosse quello di Madline, Roxen l'aveva riconosciuta. Alcune streghe hanno il potere di vedere oltre gli incantesimi e Roxen era una di quelle. Alexander invece aveva capito tutto non appena aveva visto Lionel in compagnia di una giovane donna, con gli atteggiamenti e il carattere della sua amica d'infanzia.
- Alex non è di buon umore in questi giorni. Ci evita e ci ha chiesto di tornare a Mediana il più presto possibile... -
- Oh, ancora con questa storia! Io non me ne vado da qua. Ho ritrovato casa mia, intendo quella vera, quella in cui sono nata e in cui ho vissuto fino ai tre anni! - sprizzava entusiasmo da tutti i pori, ma i suoi amici avevano sguardi tutt'altro che allegri.
- Roxy, ce lo hanno chiesto anche la Sacerdotessa e Algidea. Ci hanno detto di riportarti a Mediana – spiegò costernato Lionel.
– Alla Congrega non interessa un bel niente della sottoscritta! E ora fatemi andare da Alex – li scansò ed uscì di corsa dalla stanza.
Arrivò davanti la porta di Alexander. Bussò con delicatezza e schiarendosi la voce lo chiamò – Alex? Sono io, Roxy. Possiamo parlare? -
Dall'altra parte della porta il vampiro era sdraiato sul letto con lo sguardo fisso al soffitto. Certo che voleva parlare con lei, voleva scusarsi, voleva chiarire e sapere come stava, ma non poteva. Se l'avesse affrontata in quel momento era sicuro che avrebbe ceduto alla sua richiesta di restare in Transilvania. Rimase in silenzio: se non le avesse risposto probabilmente lei si sarebbe stancata e se ne sarebbe andata senza fare molte storie. "Ma a chi la racconto? Quella, ora, farà una bella confusione. Metterà letteralmente a fuoco l'intero Castello pur di restare... uff!"
- Alex! Rispondimi! So che sei lì! - tirò un paio di pugni contro la porta. La rabbia stava iniziando a montarle dentro.
Mentre batteva le mani sulla superficie liscia del legno, Roxen si imbestialiva ripensando alle richieste di Algidea e Milene: "Ma perché diamine devono decidere per me? Posso portare avanti la mia missione anche dalla Transilvania! Anzi, qui probabilmente troverei un sacco di informatori riguardo la Minaccia Primordiale! A Mediana non mi aspetta più nessuno e poi... ho appena ricordato di essere anche io di Bran!"
- Alexander! Ti ho detto di rispondere! SUBITO! Cosa speri di ottenere restando in silenzio? - lo sentì sbuffare all'interno della camera e si accigliò ancor di più.
"Lui sbuffa? Lui? Adesso gliela faccio vedere io!" la pazienza ormai era agli sgoccioli.
- Ti avverto! Se non mi apri butterò giù la porta, e sta certo che lo farò sul serio! Uno... -
Alexander sapeva che sarebbe finita così, ma non poteva dargliela vinta. Come poteva minacciarlo? Non si era ancora resa conto con chi aveva a che fare?
- due... - indietreggiò di qualche passo, poi caricò e - TRE! - con forza e magia abbatté la porta, fracassandola in mille schegge di legno, irrompendo nella stanza.
Il vampiro si alzò veloce dal letto e la guardò con occhi sgranati:
– Ma tu sei pazza! -
Nel frattempo anche Sara e Lionel si erano precipitati in corridoio sentendo il gran boato.
- Che è successo? - fecero capolino dallo stipite, di quel che restava, della porta.
- Che questa pazza è "entrata" in camera mia, con una certa eleganza. - Alexander indicò Roxen che restava al centro della stanza guardandolo in cagnesco.
– Solo perché non ti degnavi neanche di rispondere! -
Alexander si guardò attorno pur di evitare di incrociare i loro occhi, i suoi occhi. Si era sentito un inutile e debole vampiro, che non era stato neanche in grado di fermare un drago cieco e aveva lasciato sacrificare la sua alleata. Era stato in quel momento che il Principe delle Tenebre aveva fatto la sua comparsa. Era rimasto sopito per così tanto tempo e non appena Alexander si era sentito inadeguato e Roxen aveva quasi perso la vita, eccolo che era tornato allo scoperto. Col cane demoniaco, quella volta, era andata esattamente così. Si era sentito in netto svantaggio e il Principe delle Tenebre aveva fatto la sua comparsa.
Era essenzialmente un codardo che si faceva proteggere dal suo alter ego, aveva ben poco da girarci attorno.
Tra l'altro l'oblio lo aveva accolto per non sapeva quanto tempo, e i ricordi di quei momenti nella foresta erano veramente sfocati. Sapeva però di aver aggredito Sara e Lionel, lo aveva intuito anche da come lo avevano guardato una volta tornato in sé. Solo quando aveva visto Roxen rischiare nuovamente la vita si era destato. Non poteva permettere che accadesse di nuovo sotto ai suoi occhi. Così era tornato con prepotenza, cacciando via il Principe delle tenebre dalla sua mente, ed era corso da Roxen.
Ora se la ritrovava infuriata davanti a sé, con i suoi amici al seguito. Doveva fare in modo che tornassero tutti a Mediana, così lui si sarebbe concentrato sul superamento della centesima prova e avrebbe dominato lo spirito del Principe delle Tenebre una volta per tutte.
- Non potrai ignorarmi per sempre! Anzi! Mi stabilirò qui, che tu lo voglia o no! - dichiarò Roxen mettendosi una mano su un fianco e puntando l'altro indice a terra.
Alexander sbuffò ancora, grattandosi la nuca – Qui non sei la benvenuta! Se continui così dovrai ripagarmi l'intero Castello! - le aveva indicato le schegge della porta sparse sul pavimento.
- Io sono nata qua. Ora lo ricordo. Dietro il Vulcano c'erano le macerie della mia casa natale. I miei genitori erano i guardiani delle Fonte Proibita! -
Sara e Alexander la fissarono increduli, poi lui sospirò rendendosi conto di doverla affrontare faccia a faccia – Lasciateci soli, per piacere. -
Roxen come ringraziamento ricompose la porta e la rimise al suo posto, chiudendosela alle spalle. Poi con gli occhi colmi di speranza si avvicinò al vampiro scongiurandolo.
– Alex! Fammi restare, ti prego... -
Lui la fermò intimandole di stare in silenzio. Poi le spiegò tutto quello che era accaduto mentre lei era quasi morta, o almeno quello che ricordava, e di cosa era successo nella sua mente.
- Non puoi restare! - aveva concluso infine.
Roxen era incredula – Non puoi farmi questo. Io non ho paura di te, Alex! Non ne ho, te lo posso assicurare. Non devi proteggermi! - la sua voce implorante e gli occhi che iniziavano ad arrossarsi lo fecero tentennare.
Teneva lo sguardo basso e i pugni serrati – Devi andartene! Per me sei un intralcio, adesso come adesso non ho bisogno di te, quindi vattene! -
Roxen lo schiaffeggiò, ma lui non si mosse, come se lo aspettasse.
Una grande irritazione crebbe nel petto di Roxen fino a trasformarsi in vera e propria rabbia. Senza pensarci due volte gli lanciò contro diverse sfere di fuoco, una dietro l'altra, a raffica. Alexander si lasciò colpire senza fare nulla.
Inaspettatamente, la strega, caricò come un ariete contro Alexander e lo fece cadere a terra. Si rialzò a carponi, costringendo il vampiro al pavimento, piangendo disperata.
– Alex è questa casa mia, ti sto pregando di farmi restare qui, in Transilvania, a casa mia – si accasciò sul suo petto singhiozzando e quando sentì che il corpo del suo alleato era tornato ad emanare calore singhiozzò ancora più forte.
Alexander sollevò la mano pronto ad accarezzarle i capelli e a confortarla, ma la lasciò sospesa a mezz'aria, poi decise di comportarsi ancora una volta da codardo e posandole la mano sulla nuca la addormentò con un incantesimo.
Se la fece rotolare di fianco e la sollevò in braccio conducendola da Sara e Lionel.
– Tornate a Mediana con lei. Queste sono le chiavi della mia villa. Ho detto a Roxen che sarebbe stata mia ospite... potete alloggiarvi anche voi. È il minimo che possa fare – detto questo l'adagiò tra le braccia dello stregone e si avviò verso la sala del Trono, ma Sara lo fermò.
- Tu... -
- Sto bene, Madline, e quando starò meglio tornerò anche io a Mediana. Con Dracula in prigione sono al sicuro. Andate prima che si risvegli -
Li guardò lasciare il Castello con un immenso senso di vuoto nel petto.
- Forza, riprendiamo con gli allenamenti – Samuel si affacciò nella sala del Trono richiamando la sua attenzione.
Alexander annuì, nella speranza che tutto quello che stava per fare lo avrebbe aiutato finalmente a superare l'ultima prova.
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