26. Rubino - Ruby

Alexander si era arrampicato lungo il corpo del drago usando la sua spada come piccone. Gli occhi iniettati di rosso e gli artigli che sferzavano l'aria. Con uno scatto arrivò alla mascella dell'animale, che continuava a ringhiare e sputare fuoco, e ringhiare e dare zampate, ringhiare ancora e sferrare colpi di coda per togliersi il nemico di dosso. Il vampiro non mollò mai la presa. Era spinto da una rabbia e da una sete di violenza incontrollabili.

Sara arrivò nella pianura e subito vide Roxen stesa sotto un albero. La cinse tra le sue braccia e la sentì fredda. Le lacrime iniziarono a pizzicarle gli occhi. Lionel arrivò poco dopo col fiato corto.

Sara iniziò a carezzare il volto dell'amica e a prenderle le mani, nel tentativo di riscaldarle. 

- Che succede? - domandò il ricciolino ancora col fiatone. 

La vampira deglutì a fatica, la bocca arsa e gli occhi arrossati per il pianto silenzioso. - Roxy è... Roxy è... - si dondolava coprendo il corpo dell'amica con il suo.

Lo stregone si chinò accanto a lei scuotendo la testa - Non può essere! -

Alexander diede un poderoso pugno alla mascella del drago facendogliela spostare, poi gli aprì la bocca con un calcio e gli infilzò il palato con la spada. - Waaaa! - gridò vittorioso, mentre il drago si dimenava per il dolore.

Sara alzò lo sguardo sulla lotta, mentre lo stregone tastava il polso di Roxen - C'è battito! - esultò. 

- Dici sul serio? - un sorriso bagnato le si dipinse sul volto. 

- Sì, è debole, ma c'è! - un sospiro di sollievo coinvolse entrambi.

- Ci penso io! - Flin fece capolino da dietro l'albero e saltellò verso di loro. 

Sara lanciò un'occhiata interrogativa a Lionel, di fronte a lei - Che vuoi fare? - che si frappose tra il folletto e le due ragazze. 

Flin ridusse gli occhi a due fessure - Se non volete fidarvi di me allora farete morire la vostra amica! -

Alexander staccò la spada dal palato e tagliò la lingua del drago, che emise un suono straziante rotolandosi a terra. Per poco, il vampiro, non perse l'equilibrio, ma non aveva ancora finito. Quello era solo l'inizio. Ligno aveva osato far morire la sua compagna. Sì, la compagna che il Principe delle Tenebre aveva designato come tale. Il suo preziosissimo Sangue di Rosa... lo avrebbe fatto a fette e divorato.

Sara e Lionel erano indecisi sul da farsi, non sapevano che cosa sarebbe potuto accadere. Poi la vampira presa dall'angoscia per la sua amica accettò: - Va bene, aiutala tu! Ma aiutala, ti prego! -

Flin batté i piedi a terra concitato. Tirò fuori da un sacchetto una polverina magica - Questa serve per fermare la sua anima, dovrebbe essere sufficiente mentre le fate un massaggio al cuore! - la gettò sul corpo di Roxen e ordinò loro di fare un massaggio cardiaco.

Lionel si posizionò con le mani sul petto e iniziò a spingere, ma Flin lo fermò - No! Non il massaggio cardiaco umano, quello per sovrumani. Devi entrare dentro e stringerle il cuore con la mano, così! - aprì e chiuse le dita come stesse spremendo una spugna piena d'acqua.

- Che cosa? - Lionel era orripilato - Non posso farlo! - Sara lo implorò con lo sguardo. 

"Accidenti!" Se Sara lo guardava in quel modo come poteva dirle di no. Roxen era la sua migliore amica. Sbuffò e alla fine cedette: con un colpo deciso trapassò la gabbia toracica di Roxen e raggiunse il cuore.

La sensazione fu disgustosa, tutti gli organi attorno viscidi e caldi, chiuse gli occhi cacciando via ogni perplessità e iniziò a stringere e rilasciare il cuore.

Dopo un paio di minuti Roxen spalancò gli occhi e inspirò così tanto a fondo da tossire subito dopo. Lionel tolse immediatamente la sua mano e se la pulì disgustato. Il torace si richiuse rapidamente.

- Aaaargh! - l'urlo di Alexander squarciò il cielo. Con un colpo di spada tagliò in due, orizzontalmente, la testa del drago, partendo dalla mandibola e proseguendo poi per la pancia fino alla coda. Il sangue schizzò ovunque, lo investì come un'onda e ne emerse fiero e vittorioso, come il più orgoglioso dei guerrieri. Lo sguardo cupo e iniettato di rosso, il respiro corto e la mano ancora salda sull'impugnatura, mentre le due metà dell'animale ricadevano alle sue spalle con un tonfo netto, senza sbatacchiare.

- Alex... - la voce flebile di Roxen lo raggiunse. Alzò lo sguardo su di lei gettando a terra la spada e a grandi passi si ricongiunse alla ragazza.

Sara capì subito che qualcosa non andava, protesse Roxen con il suo corpo, frapponendosi tra il vampiro e l'amica. Ingiunse rapidamente a Lionel di portarla via. Quello non era l'Alexander che conosceva lei.

Il Principe delle tenebre la fissò indignato - Osi opporti al tuo padrone? - la voce trascendente e profonda. 

- Scappate! - urlò Sara graffiando il viso di Alexander.

Il vampiro sputò a terra e sorrise sinistro. Con una mano tesa e con il solo ordine della voce paralizzò Lionel - Fermo. - 

Lo stregone rimase immobilizzato con Roxen in braccio. Non riusciva a muoversi, era come fosse stato incollato al terreno.

Un gesto veloce della mano e Sara fu lanciata alle spalle di Alexander. Il vampiro si girò lento verso di lei - Non azzardarti mai più a mettermi le mani addosso - la voce calma e fredda.

Sara atterrò in piedi e con uno scatto felino si rimise in sesto, osservando il Principe delle Tenebre che si muoveva lento e teatrale verso i suoi amici.

Roxen era ancora troppo debole, ma capiva che il nemico non era più il drago cieco, ma il suo alleato. Braccia forti la sollevarono da quelle di Lionel. Si ritrovò con la testa schiacciata contro il petto del vampiro e le mani che le ciondolavano deboli verso il basso, le gambe a penzoloni e il respiro gelido di quell'essere sul viso.

Quella persona non era il suo alleato. Quando Alexander agiva prevaleva la parte umana, di solito il suo corpo emanava calore, mentre in quelle braccia, Roxen, rabbrividiva per il contatto col freddo della pelle dell'altro.

Doveva fare qualcosa, ma non riusciva a vedere dove fossero i suoi amici. "Maledizione! Odio non poter essere utile!" Poi la mano del vampiro le accarezzò una guancia, facendola tremare - Ti ho scelta come mia compagna, strega! Mi sazierò di te, e insieme saremo imbattibili - quel sussurro glaciale la inorridì ulteriormente.

- No. - 

Alexander interruppe il suo delirio di onnipotenza e rivolse a Roxen uno sguardo interdetto - Come? - 

La strega chiamò a sé tutte le sue forze e lentamente fece risalire una mano fino al petto gelido del vampiro, con fatica la spostò al viso di questi e infine con un enorme sforzo diede fondo a tutte le sue energie - Ho detto no! - una fiammata scaturita dalle sue mani bruciò Alexander e lei cadde di nuovo a terra.

Il vampiro rotolava su sè stesso imprecando. Sara corse da Roxen aiutandola ad alzarsi. 

- Come facciamo a fermarlo? - chiese la strega. 

Sara guardò l'amico che ancora si dimenava dolorante - Nulla. Deve essere Xander a riprendere il controllo. L'unica opzione possibile è legarlo e aspettare. - 

Roxen annuì con più vigore - E allora leghiamolo a qualche albero! -

Il folletto tirò fuori dalla sua minuscola tasca una robusta liana e la porse a Sara - Rivoglio Vampiretto! - aveva dichiarato guardando spaventato il suo compagno di giochi, che ancora si copriva il volto e urlava di dolore per le fiamme.

Anche Lionel riprese a muoversi e raggiunse le due ragazze. - State bene? - i suoi occhi corsero subito a Sara. Controllò attentamente che non fosse ferita e finalmente prese respiro.

Lo stregone afferrò dalle mani della vampira la liana e facendo uso della magia bloccò Alexander a terra. Sembrava ringhiare, i suoi occhi saettavano da una parte all'altra della testa. Non si dava pace. La sua faccia era bruciacchiata, ma stava già rigenerandosi nuova pelle.

Sara e Lionel lo sollevarono e nonostante l'incantesimo, più volte tentò di mordere la ragazza, ma questa fu più veloce di lui e gli diede un pugno alla mascella - Anche tu non azzardarti a toccarmi, mai più! -

Lo legarono ad un albero e Roxen si mise in piedi di fronte a lui. - Ehi, Alex, mi senti? Torna in te! - il Principe delle Tenebre scoppiò in una fragorosa risata sbeffeggiandola.

Roxen si strinse nel mantello, infreddolita - Idiota di un succhiasangue! Mi crei più problemi che altro! - gli aveva urlato arrabbiata.

Non le piaceva proprio per niente quella versione di Alexander, non che quella quotidiana fosse meglio, ma almeno era leale e l'aiutava nella missione.

Roxen guardò il vulcano, anche se il suo alleato era in quella condizione doveva prendere la pietra magica e doveva farlo al più presto, altrimenti tutti gli sforzi fatti sarebbero stati vani. Le forze, fortunatamente, le stavano tornando, ma aveva il problema delle vesti. Non avrebbe potuto arrampicarsi sulla montagna con quel misero pezzo di stoffa.

Soriana le aveva insegnato a manipolare la materia, quindi avrebbe anche potuto rendere il mantello un abito vero e proprio, almeno per coprirsi meglio, ed essere più comoda nell'arrivare alla cava. Afferrò i lembi del mantello, concentrandosi li allungò e li sovrappose l'uno sull'altro, creando così una toga in stile romano, con maniche lunghe e drappi morbidi su seno e glutei. Era nuovamente coperta e pronta a portare a termine la sua missione.

- Io vado! - 

Lionel scattò sull'attenti come se fosse stato sorpreso a sonnecchiare - Dove? -

La strega sorrise e indicò la grotta - A prendere la mia pietra! -

Alexander scoppiò a ridere tetro - Sì, va', mia sposa! Diventa ancora più potente, così il tuo sangue sarà un vero elisir per il mio palato! - 

Roxen socchiuse gli occhi a due fessure - Sei proprio un idiota, sai? Sei così debole da far vincere lo spirito del Principe delle Tenebre invece di lottare e prendere il comando? Allora tra i due la più forte sono veramente io! - 

Il vampiro inarcò un sopracciglio e di nuovo rise - Fiato sprecato, mia cara. Lui è in un angolo così remoto della sua stessa mente che non può neanche sentirti! -

Roxen ebbe un tuffo al cuore: dov'era andato a finire? Perchè non reagiva? Cos'era successo per farlo scappare da sè stesso?

La strega non rispose alla provocazione, si voltò dandogli le spalle e con l'incantesimo per le ali si librò in volo verso il Vulcano.

Sorvolò la carcassa del drago cieco e ancora una volta osservò da lontano la sua casa natale. Finita la missione vi sarebbe tornata e avrebbe ricostruito dalle macerie. Voleva conservare intatti quei pochi ricordi che aveva di quando viveva lì, magari avrebbe trovato qualche indizio sull'assassino dei suoi genitori.

                                                                           ***

Planò leggera sul pavimento roccioso e muschiato della spelonca. La luce entrava fioca, ma avvertiva un grande calore provenire dall'interno. Più si avvicinava verso il centro più ne percepiva la presenza.

Il cuore le palpitava a più non posso. Sarebbe stato semplice raggiungerlo o c'era qualche altro ostacolo?

La grotta era lunga e larga, dopo poco la luce divenne rossastra e colorò tutte le pareti di scarlatto. Si sentiva attrarre in quella direzione con sempre più frenesia e attesa. Una strana sensazione di gioia ed euforia la pervadeva da capo a piedi, poi se la trovò a pochi metri, dinanzi a lei.

Un'emozione straziante e appagante allo stesso tempo si fece strada nel suo corpo, toccando ogni singolo arto e nervo, e muscolo e osso. La gemma era sospesa su un altare di cristallo, che si diramava e attorcigliava su sè stesso come un fiore esotico.

Esattamente come se la immaginava: la pietra era un rubino a forma di fiamma ed era bellissima.

Allungò la mano tremante e quando toccò la superficie liscia della gemma ebbe un fremito di gioia. Con più coraggio la prese tra le mani e fu completa. Un pezzo di puzzle si incastrò perfettamente al suo posto. Una nuova energia si era fatta largo lungo le sue vene e dopo tanto tempo si sentì al posto giusto al momento giusto.

Si portò la pietra al petto e senza rendersene conto iniziò a piangere. Si accoccolò accanto all'altare di cristallo a rimirare il rubino mentre si asciugava le lacrime. Il calore di un abbraccio la circondò accogliendola e cullandola fino a quasi addormentarsi e dimenticarsi di ogni cosa. 

Le urla di Sara, però, le ricordarono della situazione di Alexander. Facendo violenza su sè stessa, si costrinse ad alzarsi e abbandonare quella pace appena trovata per andare in soccorso dei suoi amici.

Ripercorse la grotta a ritroso e verso l'uscita aprì le sue splendenti ali bianche. Si gettò nel vuoto diretta alla radura, dove Alexander si era liberato della liana e stava lottando furiosamente contro Sara e Lionel.

Mentre scendeva in picchiata la gemma iniziò a brillare e a riscaldarsi liquefacendosi ed entrandole nel petto, provocandole una fitta di dolore acuto. Si sentì invadere da un calore molto forte, quasi bruciante e perse l'equilibrio, rischiando nuovamente di rompersi una gamba atterrando.

Lionel stava invocando incantesimi di arresto, per poter immobilizzare di nuovo Alexander, ma questi rideva e li scansava con facilità.

Roxen si avvicinò a loro lentamente. Non riusciva a camminare, era piegata in due e il dolore non accennava a sparire, anzi sembrava essere continuo.

Una volta arrivata davanti a loro, si accasciò in ginocchio premendosi il petto. Un'aura rossa la circondò e lei cadde a terra.

Il vampiro, vedendola, si fermò, smettendo di opporsi ai due ragazzi. Si lanciò in avanti, ma lo stregone approfittò della sua distrazione per avvolgergli catene attorno al corpo. Rovinò a terra mentre Roxen giaceva al suolo.

Gli occhi di Alexander tornarono neri e i canini si ritrassero, così come le corna e le unghie affilate.

- Roxy! - facendo ricorso ad un incantesimo di forza, spezzò le catene e corse dalla sua alleata.

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