23. Folletti - Goblins

C'era un piccolo spazio pianeggiante contornato da sei querce disposte a semicerchio. Al centro una decina di esserini con le orecchie a punta e piedi, in proporzione al loro corpo, più grandi del dovuto. Parlavano concitati tra loro saltellando a destra e manca.

Roxen era nascosta dietro uno di quegli alberi, attenta a non farsi scoprire, ma con le orecchie ben tese per capire di cosa stessero parlando i folletti.

- Ho sentito dire che non sono venuti per il nostro tesoro! - disse uno. 

Gli altri però gli gridarono contro tutti insieme e non si capiva se lo stessero aggredendo o gli stessero dando ragione. 

- Buoni buoni! Avete provato a dar loro il benvenuto, alla maniera dei folletti? - sembrava essere il più anziano ad aver parlato. Tutti si agitarono battendo i piedi a terra e scuotendo le teste: 

- Sì sì, Nonno, stanno già litigando un sacco! Andiamo a trovarli per far loro... - 

Roxen non finì di ascoltare il discorso che ritornò alla svelta alla grotta.

- Dove diavolo eri finita? - Alexander era in piedi con una faccia stravolta. 

Si era svegliato nella grotta, da solo, e aveva iniziato a preoccuparsi per lei, credendola sotto l'effetto di chissà quale incantesimo lanciato dagli abitanti della Foresta. Si era alzato di scatto e l'aveva cercata nei dintorni, quando poi aveva riconosciuto la sua figura fare ritorno, tutta l'ansia provata si era trasformata in rabbia.

– Ero... - non le diede il tempo di finire la frase che la riprese:

– Non puoi andartene in giro a zonzo così nella Foresta! Non sai cosa può succedere! - 

Roxen si inalberò – Smettila di sgridarmi come una bambina, so badare a me stessa! - 

- Certo sai badare così bene a te stessa che solo ieri sei caduta sotto l'effetto dei fiori! - 

La strega era pronta a dargli un pugno quando si fermò a qualche centimetro dalla sua faccia. 

- Un momento... perchè su di te non hanno avuto effetto? -

Alexander indietreggiò sbuffando. Si era tradito da solo, ma non aveva fatto neanche molto per nasconderlo. Però certi ricordi del passato preferiva tenerli per sé.

– Perché quando Dracula ci ha detto che nessuno era tornato vivo da questa parte della foresta tu eri così tranquillo? - continuò la ragazza.

Il vampiro si chinò a sistemare il sacco a pelo ignorando Roxen. Non era affar suo, quindi non le avrebbe detto un bel niente.

- Rispondimi, Alex! Subito! - gli ordinò lei guardandolo dall'alto. 

– Non darmi ordini, strega! - si era rizzato innervosito. Nessuno gli dava ordini, men che meno una ragazzina che se ne andava in giro con fare incosciente nella Foresta Incantata. Continuava a urlargli contro, come se gli fossero dovute delle spiegazioni. Possibile che pensasse sempre che tutti i vampiri avessero scopi malvagi?

Stanca di quella indifferenza, Roxen gli scagliò contro una sfera di fuoco. 

– Ehi! Ma sei impazzita!? - urlò Alexander schivando il colpo per un pelo. 

- Ne ho abbastanza di te! È frustrante dover sempre capire se e quanto posso fidarmi! - 

Il vampiro sbuffò di nuovo e si mise lo zaino in spalla. Sapeva che aveva reagito a quella maniera proprio perchè diffidava di lui, quindi o parlava o lottava. Con lei non c'era altra scelta  – Devo per forza raccontarti tutte le cose tristi e inutili del mio passato? Conosco questa foresta a menadito: venivo a nascondermi qui, quando non volevo che gli anziani mi trovassero. Basta subire l'effetto dei fiori una volta,  dopo si diventa immuni, per questo a me non è successo niente. So perfettamente dove stiamo andando e no, non sono tranquillo per quanto riguarda la nostra vita, perché il Drago non l'ho mai affrontato, non è un tipo simpatico come quello di Dragon Heart, hai presente? So come poter tornare indietro, so dove nascondermi, ma non so dove sia il tesoro dei folletti, e non mi interessa! Spero solo che in quel vulcano ci sia veramente la pietra che stiamo cercando, perché voglio che la nostra missione faccia dei passi in avanti! Vorrei che questo maledetto mondo si muovesse in una qualsiasi direzione! Ok? E ora andiamocene, ormai è l'alba – uscì dalla grotta e inspirò a pieni polmoni l'aria del mattino.

Roxen lo seguì fuori cercando di fermarlo - Ehi! Ehi! Perchè diamine te ne vai via così? - con la coda dell'occhio vide i folletti che sghignazzavano dietro un masso.

- Ci stanno seguendo? - domandò sottovoce Alexander. 

La strega improvvisamente capì - Lo hai fatto a posta? Mi hai fatto quella sfuriata per farti sentire da loro? E io che mi ero sentita mortificata! - 

Alexander si guardò alle spalle – No, ero e sono veramente arrabbiato con te, quando saremo al Castello te ne beccherai un'altra di sfuriata se non la smetti di fare l'incosciente! Ora rimbeccami a tono come sai fare solo tu. - le fece l'occhiolino e a Roxen scappò un sorriso divertito.

Proseguirono per il sentiero che portava al vulcano fingendo di battibeccare, il ragazzo nel frattempo continuava a guardarsi attorno cercando di capire se i folletti li stessero ancora pedinando. Se si fossero accorti del tranello a cui li stava sottoponendo, altro che piccole scaramucce, li avrebbero indotti a liti sfrenate con tanto di armi e sangue. 

Roxen, invece, iniziò a sentirsi agitata, come se dovesse incontrare qualcuno che non vedeva da tanto tempo. Aveva l'animo in attesa, senza capire bene di cosa si trattasse, poi giunti ad un bivio disse ad Alexander quale direzione prendere. Il vampiro ne fu sorpreso, ma in effetti la direzione indicatagli era quella giusta, ora che la percorreva si ricordava del sentiero verso il Vulcano.

Lì gli alberi erano tutti disposti verso est e le fronde erano di uno strano rosso rubino, l'odore di cenere era forte nell'aria. Alexander fu colpito dalla malinconia: l'ultima volta che aveva visto suo fratello era stato accanto al Vulcano. Il ricordo non era nitido, era piccolo, ed erano circondati da molta luce e molto caldo. Poi il fratello gli aveva detto di scappare e di stare attento al Drago e lontano dall'acqua. Non rammentava altro e da allora non lo aveva più rivisto. Gli mancava terribilmente e voleva assolutamente ritrovarlo. Cercò con lo sguardo Roxen, la sua unica speranza per riaverlo.

I folletti vedendoli andare ad est invece che ovest saltarono fuori intralciando loro la strada.

- Oh finalmente vi fate vedere! - li schernì il ragazzo.

Uno di loro gli si avvicinò e lo squadrò per bene, annusandolo – Vampiretto, sei tu? - domandò quello.

Roxen fece un passo in avanti verso i folletti e si chinò alla loro altezza – Vampiretto? - incuriosita passava lo sguardo dall'esserino ad Alexander.

Il ragazzo divenne paonazzo – Flin? - 

- Siiii! - il folletto si arrampicò sulle gambe di Alexander per poi raggiungere le sue spalle e sedersi su una di esse. 

- Sei cresciuto! - 

- E tu sei ancora basso! - lo prese in giro Alexander.

Quello storse il naso – Spiritoso come al solito! Che ci fai qui? Vuoi il nostro tesoro? - 

Il vampiro sbuffò – Voi e questo dannato tesoro! Avete una pietra magica tra i vostri oggetti preziosi? - 

Il folletto parve pensarci un momento, poi ridiscese da Alexander per raggiungere i suoi compagni. Confabularono per qualche minuto, mentre Roxen prendeva in giro il suo alleato: 

– Vampiretto? Che carino! - gli diede una gomitata nel fianco e Alexander la spinse leggermente infastidito. 

– Se vuoi ti chiamo streghetta! O preferisci streguccia? - avvicinandosi le posò l'avambraccio su una spalla guardandola di sottecchi, mentre lei incrociava le braccia al petto imbronciandosi.

Flin tornò da loro e scosse la testa – Che ci risulti non abbiamo nessuna pietra magica, ma non siete i primi che la cercano! - i due prescelti si scambiarono uno sguardo preoccupato.

La strega sentì nuovamente quella sensazione di attesa e senza che se ne rendesse conto disse:

– Un rubino, cerchiamo un rubino! - 

Il ragazzo ne fu sorpreso – Come? -

Roxen lo prese da parte e gli spiegò che da quando avevano imboccato quel sentiero si sentiva in fermento, come se dovesse rincontrare una persona per lei importante e che nel momento stesso in cui aveva pensato alla pietra magica, nella mente le si era visualizzato in modo molto chiaro e distinto un rubino a forma di fiamma. 

Alexander la osservò impensierito – Il fuoco è il tuo elemento, giusto? - 

La strega annuì. 

– Credo che quella pietra sia tua allora. -

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