La violenza che si cela in me
La Sala del Trono precipitò nel tumulto. I sovraumani e i vampiri presenti si accalcarono contro Sara, investendola di mille domande.
- Il Principe è vivo? Perché lo avete tenuto nascosto? Dobbiamo eseguire i suoi ordini?
Sara si tirò su, allontanando bruscamente Samuel e Demian, che l'avevano sostenuta fino ad allora. Tutte quelle voci le stavano riempiendo la testa, ma lei non voleva sentirle. Erano accuse di chi si era affidato a lei come un cagnolino fino a pochi attimi prima. Non si erano resi conti che quello non era Alexander? Come potevano chiederle di eseguire gli ordini del Principe nonostante la sua crudele messinscena?
Per mesi lo aveva avuto dinanzi agli occhi, interrogandolo, torturandolo e torturandosi e quello non aveva fatto altro che fingere e attendere.
Gli occhi le bruciavano da morire e la rabbia che covava dentro era decisamente più forte del dolore per la perdita di Roxen. Quasi sperò che la nuova Sterminatrice lo trucidasse e la sollevasse da quella pena di trovarselo ancora davanti.
Una mano rugosa e gentile le si posò sulla spalla e solo allora si accorse di essere stata trascinata via dalla Sala del Trono da Demian. Samuel era rimasto per sedare gli animi.
Vlacu le stava accanto, guardandola con grande pena. Probabilmente lui era l'unico a comprendere davvero il suo stato d'animo.
- Signorina Sara – mormorò paterno.
- Vlacu, quel bastardo ci ha illusi per tutto questo tempo! - Soffocò un grido di rabbia, sbattendo i pugni contro la trave della stanza.
Le camere del Castello erano quasi tutte occupate dai rifugiati sovraumani che avevano deciso di unirsi a loro contro Origine, solo l'ala del Castello appartenuta alla famiglia Kropowskij era inaccessibile agli altri ospiti. Lì le stanze erano calde, senza la pietra fredda a vista e ricoperte di legno e tendaggi vellutati. A Sara quei luoghi ricordarono l'infanzia passata tra quelle mura e una stretta violenta al cuore le mozzò il respiro.
- Lo so – continuò Vlacu, pacato. - Ma ora che si è mostrato possiamo agire di conseguenza, non crede?
Sara annuì stancamente, l'anziano vampiro aveva ragione: ora potevano muoversi in altre direzioni, senza contare che quell'infame aveva deciso di operare solo ora che aveva percepito la nuova Sterminatrice.
La nuova Sterminatrice. Quel nome le ronzava in testa senza tregua, più se lo ripeteva più lo rinnegava, fatto stava che avrebbe dovuto correre da quella donna e aiutarla. Il Principe delle Tenebre era imprevedibile e senza il controllo di Alexander a tenerlo a bada era impossibile capire da che parte propendesse la sua bandiera.
La vampira inspirò, ricacciando indietro ogni sentimento fuorviante e si impose di riprendere il comando. Guardò decisa il riflesso nello specchio e per quanto si vedesse sfocata, si sistemò i capelli dorati dietro l'orecchio e aprì le ali maestose.
- Demian – lo chiamò da sopra la spalla. - Ci troviamo alla Foresta Incantata, nei pressi della Fonte Proibita! - ordinò e con uno schiocco violento delle ali si buttò giù dalla finestra.
Demian era rimasto ad ascoltare la breve conversazione tra Vlacu e Sara, captandone anche qualche pensiero personale e una cocente sensazione di delusione si era fatta strada in lui.
Corse veloce senza esitare, ma più si avvicinava al luogo, più il disfacimento di quello che stava avvenendo lo avvelenava. Vedere Sara così carica di rabbia gli aveva ricordato Christian subito dopo l'intervento magico all'orecchio e il fallimento di questo.
Origine stava devastandoli dall'interno e nessuno pareva rendersene conto. Era come un cancro che li divorava piano piano, instillando rabbia e delusione. Mangiava la speranza e li rendeva irragionevoli.
Ora Demian sentiva ancora di più il peso della missione sulle proprie spalle. L'unico baluardo in mezzo a quel mare di odio era il ritrovamento del Quarto Prescelto. Forse insieme avrebbe potuto contrastare in un qualche modo Origine e... che altro, Demian? Senza Roxen e Alexander la Profezia non può compiersi. Cosa pensi di fare?
Lo sconforto lo assalì nel momento stesso in cui i suoi arti si fermarono accaldati e vide davanti a sé Riscke tra il Principe delle Tenebre e una ragazza dalla chioma viola fiammeggiante, che gli puntava la Falce contro.
- Ma che diamine...? - Sbottò, confuso, attirando su di sé gli sguardi impauriti di Giada, Milacre e Kalì.
Riscke aveva fatto ricorso a tutta la sua forza demoniaca per sottrarsi al controllo del Principe delle Tenebre. Era stato doloroso per certi versi: non aveva mai provato il controllo mentale su di sé e quello del Principe era decisamente schiacciante. Liberarsene aveva richiesto uno sforzo fisico e cognitivo immani, si era sentito strappare la pelle e comprimere il cervello così tanto da aver perso la vista per una manciata di secondi, ma poi era riuscito a sottrarsi a quel soggiogamento ed era scivolato via dal legame col Principe.
Una volta libero era balzato tra la Sterminatrice e il vampiro e, con una rotazione veloce di sciabole, li aveva allontanati.
Le ferite si erano aperte e le fasce che gli aveva fatto Kalì erano impregnate di sangue. Se Riscke fosse riuscito a trovare colui che l'aveva trafitto gliel'avrebbe fatta pagare molto cara, ma ora il problema era decisamente un altro.
Il Principe, dopo un primo momento di smarrimento, si era riavvicinato a Riscke con un sorriso compiaciuto tra quei canini sanguinolenti. Aveva battuto le mani come davanti a un'opera teatrale squisita e senza troppi salamelecchi si era inchinato.
- Il demone più forte, il mercenario più sprovveduto, si è ribellato al mio controllo. - Si era avvicinato piano, con toni sibillini e viscidi. - Che dire, una fine decisamente degna per voi, Riscke, perché questo episodio verrà raccontato ai posteri, ma sicuramente non da voi! - Il Principe aveva ringhiato e affondato la spada nello sterno di Riscke.
Alle spalle del demone la Sterminatrice era caduta a terra e frastornata, con la vista lievemente diplopica, aveva realizzato di avere davanti a sé un demone di categoria elevata, che fronteggiava a malapena il Principe delle Tenebre. Ferita nell'orgoglio per essere stata soccorsa da un nemico, si era aggrappata alla Falce con sdegno e con una capriola era rotolata alle spalle di Riscke, premendovi contro la lama gelida.
- Non ho bisogno di te, essere immondo – aveva sibilato ferina e Riscke si era ritrovato così in mezzo a due fuochi.
- Oh, per gli dei degli inferi, giuro che se ci fosse un modo, anche con conseguenze tremende, farei resuscitare Roxen e la scambierei volentieri con questa stupida! - Il demone aveva sentito la schiena pizzicare. Il suo pensiero era stato espresso volutamente ad alta voce con lo scopo preciso di ridicolizzare la Sterminatrice, che però aveva decisamente scarsa percezione di ciò che le stava accadendo intorno.
Riscke fu costretto ad afferrare la lama della Falce, che come aveva previsto, gli ustionò i palmi.
Con la spada del Principe che gli sprofondava sempre più nel petto, sottrasse la Falce alla Sterminatrice e la gettò lontano, conficcandola alle pendici del Vulcano.
- Stolto! - Urlò la donna e presa dalla rabbia gli affibbiò un calcio nel fianco.
Fu in quel momento che Demian arrivò e Riscke si sentì sollevato, stava perdendo molto sangue e non era abituato a sentirsi debole.
Giada gattonò terrorizzata verso Demian. - Dem, devi aiutarlo! Io... io... - la ragazza balbettava scossa. Demian era sicuro che in quel momento Giada stesse rivivendo altri ricordi, non poteva essere così destabilizzata dalla vista della Sterminatrice contro Riscke o dal Principe delle Tenebre col suo folle sorriso.
Le posò le mani sulle spalle e la scosse appena: gli occhi di Giada erano fissi e velati da uno strato liquido. La chiamò finché non la vide riprendersi. - Ci penso io, ma devi darmi una mano con quella. - Indicò la Sterminatrice che stava inveendo contro Riscke, mentre il Principe rideva sguaiatamente davanti a quello spettacolo.
Giada annuì e batté i pugni contro le gambe. Stava cercando di riprendersi, così senza esitazione corse verso la donna. Con un balzo le si aggrappò al collo e la trascinò a terra.
Demian roteò le mani e direzionò i piccoli tifoni che aveva creato verso il Principe, che come in quel dannato giorno di un anno prima, li fermò con un solo gesto.
Riscke camminò all'indietro finché la spada non fuoriuscì completamente dal suo corpo e, per la prima volta da quando aveva memoria, si ritrovò col petto aperto e sanguinante.
- Riscke!
Devo essere molto vicino alla morte, pensò ridendo il demone. Sento la voce di Sara che mi chiama.
- Riscke! - Al secondo richiamo si voltò e vide la vampira che correva verso di lui, mentre le ali le sbatacchiavano dietro la schiena.
Il demone la lasciò avvicinare. Sara lo toccò, ma lui non voleva che si sporcasse quelle bellissime dita affusolate col suo sudicio sangue, anche se di contraddire Sara in quell'istante non ne aveva per niente voglia, ma soprattutto non ne aveva l'energia.
La vampira gli tamponò la ferita con la mano, mentre con l'altra cercò il margine della garza per srotolarla.
- Diamine, Ris... che diavolo ti è successo?
Non l'aveva mai sentita così apprensiva, non nei suoi confronti almeno e quel pensiero gli fece uscire un verso simile a una risata, che però dovette sopprimere. Sentiva dolore e non era affatto passeggero come le altre volte. Costante, con lampi accecanti che lo costringevano a serrare occhi e mascella. Non era affatto preparato a questo. Anni e anni di battaglie non lo avevano mai ridotto in quello stato.
- Non lo so, ma non vedo l'ora di scoprire chi e come è riuscito a ridurmi così. - Bofonchiò a denti stretti, rantolando sotto un'altra ondata di dolore.
Sara smise di toccarlo e lo guardò spaurita. - Vuoi dire che non è stata la Falce a ridurti così?
Riscke sorrise amareggiato. - No, a quanto pare Origine ha sguinzagliato qualcun altro, qualcuno in grado di ferirmi.
La vampira sentì il battito accelerare di colpo. - Non c'è mai fine. - Sussurrò, venendo sopraffatta da una pesante stanchezza.
Le urla di Giada la scossero nuovamente e Sara desiderò che tutto quello finisse al più presto.
La giovane strega stava lottando contro la Sterminatrice, che sbraitava e calciava come una bestia in gabbia. Giada la tratteneva a terra premendole il gomito sulla gola, ma quella si muoveva furiosamente e l'aveva disarcionata già diverse volte.
Sara spostò lo sguardo da loro a Demian che cercava, inutilmente, di contrastare il Principe delle Tenebre.
Il vampiro aveva un aspetto fin troppo florido e divertito. Continuava a respingere gli attacchi di Demian con semplici gesti delle mani e si permetteva anche il lusso di ridere e sbeffeggiarlo.
- Dal Prescelto del Diamante mi aspetterei di più, sai? L'ultimo sradicava montagne col suo potere e tu cosa fai? Una brezza leggera che non mi spettina neanche i capelli?
Sara sentì nuovamente la rabbia montargli dentro. Marciò spedita verso Giada e con uno schiaffo ben assestato, zittì la Sterminatrice.
- Ti stanno salvando la vita, idiota. - Gli occhi dorati di Sara baluginarono indolenti e la donna, finalmente, smise di agitarsi.
Continuò poi la sua marcia punitiva verso il Principe delle Tenebre e quando gli fu davanti, sentì gli artigli sottopelle allungarsi crudelmente. Sapeva che a un ordine pronunciato dal vampiro sarebbe stata costretta a obbedire, ma non gli avrebbe dato nemmeno il tempo di formularlo.
Caricò come un ariete verso di lui e gli graffiò violentemente tutta la faccia, più e più volte, gonfiando il petto di rabbia e di delusione, finché non si ritrovò le mani imbrattate di sangue.
Quando alzò lo sguardo, schifata da sé stessa, dalla violenza cruda da cui era stata travolta, sperò di vedere un segno di resa su quel volto a lei così caro, ma invece vi trovò solo una tronfia espressione soddisfatta.
- Amo i sudditi ribelli. - Le soffiò addosso.
Sara stava per sommergerlo ancora di attacchi e insulti, ma Riscke la fermò, prendendole i polsi e portandoglieli dietro la schiena.
- Adesso basta, Sara. - Le disse piano, vicino all'orecchio. - Hai fatto troppo, adesso ci pensiamo noi, guarda è arrivato anche Patrick, vedrai che saprà come sistemarlo.
Sara tremava e piangeva. Cos'era diventata? In cosa l'aveva trasformata quell'essere abominevole?
Si lasciò andare contro il petto di Riscke e per una volta fu contenta di averlo al suo fianco. Alzò appena lo sguardo e incrociò quello gelido e apatico di Patrick, che con il bastone celtico se ne stava fermo accanto alla Falce.
Patrick annuì nella sua direzione e Sara fu trasportata via da Riscke.
Spazio Autrice
Ciao, cari lettori di Prophecy, temo di avervi perso un po' per strada a causa del mio lento procedere con Diamond, vi chiedo scusa, ma mi sono concentrata su altri progetti e per scrivere Diamond devo essere anche di un certo stato d'animo, perché come vedete è decisamente più cupo rispetto agli altri.
Origine in un qualche modo sta avendo la meglio e i nostri eroi iniziano ad accusare la stanchezza.
Spero che questo capitolo vi piaccia e che almeno per un po' soddisfi la vostra sete di Prophecy.
Non faccio promesse che poi non sono in grado di mantenere, come al solito vi dico che se riesco proverò a pubblicare un po' più spesso.
Anche i miei personaggi si stanno lamentando dell'interruzione, credetemi, specialmente il quarto prescelto che scalpita per uscire allo scoperto e a proposito di questo in un mio post di Instagram ho fatto un piccolo spoiler...
Se volete aggiornamenti miei e dei miei progetti mi trovate su Ig come AnneGRight ricambio sempre il follow (cosa che qui su wattpad non posso più fare perché ho raggiunto il limite) e cerco di rispondere quasi sempre alle domande che mi ponete. Inoltre su Ig pubblico degli esercizi di scritturi, ispirati a un manuale, quindi se avete anche bisogno di qualche dritta siete liberi di venire a sbirciare.
Grazie di tutto e buona serata!
Anna
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