Turbamento
Erano passati già due giorni da quando Midoriya si era fermato a dormire a casa di Bakugo.
Doveva essere successo qualcosa o doveva aver detto qualcosa perché lui lo evitava in tutti i modi.
E Kacchan non lo aveva mai evitato. Mai.
Se solo fosse riuscito a ricordare.
«Deku, stai bene? Hai una faccia» gli si avvicinò Uraraka, preoccupata.
«I-io.. Si si, è tutto ok».
«Ne sei sicuro? Guarda che con me puoi parlarne».
«Davvero, è tutto a posto. Ho solo dormito poco» mentì.
«Va bene» sospirò lei. «Se cambi idea, sai dove trovarmi».
Non voleva essere scortese, ma proprio non se la sentiva di condividere i suoi turbamenti con nessuno.
Ma poi c'era davvero da preoccuparsi?
Non poteva aver detto o fatto nulla di compromettente.
O lo aveva fatto?
Scosse la testa, cercando di scacciare quei pensieri.
Per quanto poté cercò di concentrasi sulle lezioni.
Uscì subito dalla classe alla fine dell'ora e tornò a casa.
Si stese sul letto e chiuse gli occhi.
Rimase per un po' così, poi si cambiò e si diresse verso la porta.
Non appena l'aprì si trovò davanti Bakugo.
«Che ci fai qui?» esclamarono all'unisono.
«Beh io ci vivo» rispose lui.
«Certo. Fammi entrare Deku».
Midoriya annuì e lo condusse nel salotto.
«Tua madre?».
«Non è ancora tornata».
Erano soli.
Non sapeva se fosse un bene o un male.
«Come mai sei qui?» chiese Izuku.
«Dobbiamo allenarci, no? Abbiamo già perso due giorni».
«Per colpa tua».
Ahi, le parole gli erano uscite dalla bocca senza pensarci.
«Come?».
«Beh, sei tu che hai cominciato ad evitarmi».
«Non ti ho evitato».
«Si che l'hai fatto. Lo stai facendo anche adesso. Non mi stai guardando in faccia!».
L'aveva quasi urlato.
Ma proprio non sopportava di vedere Katsuki comportarsi in quel modo.
«Ho forse fatto qualcosa di male? Dimmelo, così rimedierò» continuò offeso.
Bakugo non rispose.
«Dimmelo!».
Ancora silenzio.
«Mi odi così tanto?».
Finalmente il giovane dai capelli biondi alzò il suo sguardo su di lui.
Rimasero a fissarsi per qualche secondo, poi Bakugo all'improvviso si mosse.
Gli mise una mano sulla vita e avvicinò la bocca al suo orecchio.
Midoriya rabbrividì, ma non per la paura.
Era per la piacevole sensazione che stava provando.
«Deku» sussurrò Kacchan. «I gatti piacciono anche a me».
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top