L'inizio di tutto

«Non ci penso nemmeno!» stava urlando Bakugo.
Il professor Aizawa aveva appena formato le coppie per un progetto volto a testare la collaborazione tra eroi.
Il suo compagno avrebbe dovuto essere Midoriya.
Tra tutte le persone che c'erano, proprio lui gli doveva capitare?
«Non voglio lavorare con un impiastro simile» puntò il dito contro Izuku.
«In futuro potresti trovarti nella situazione di dover collaborare con eroi con cui non vai d'accordo. Metteresti a repentaglio una missione solo per un simile motivo?».
Katsuki rimase in silenzio, imbronciato.
«Lavorerai con Midoriya che ti piaccia o meno. Magari riuscirai a imparare qualcosa».
«Che cosa dovrei imparare da uno come lui?».
Il suono della campanella interruppe la discussione.
«Bene, mi aspetto che ogni coppia inizi a lavorare insieme sin da ora» disse Aizawa incamminandosi verso la porta. «Ogni coppia, chiaro?» ripeté guardando in direzione di Bakugo.
Quest'ultimo sbuffò.
«In fondo è solo per due settimane, Kacchan» sussurrò Izuku.
Si voltò a guardarlo con aria annoiata.
«Vedi di non crearmi problemi o ti ammazzo, Deku».
«C-certo».
«Andiamo adesso» afferrò Midoriya e lo trascinò fuori dall'aula.
«D-dove andiamo?».
«A casa mia. Il professor Aizawa ha detto che dobbiamo iniziare a lavorare insieme sin da ora, no?».
Izuku deglutì.
«Che hai?».
«Niente, è solo che è da un sacco di tempo che non vengo a casa tua».
Bakugo notò che le guance di Deku si erano lievemente imporporate di rosso.
Era grazioso.
Scosse la testa per quello stupido pensiero.
«Saliamo!» urlò vedendo arrivare l'autobus.
Fortunatamente non era pieno, così riuscirono a sedersi.
Il silenzio calò tra di loro fin quando Midoriya di punto in bianco disse: «Non ti sarò d'intralcio».
«Che...».
Deku si era addormentato.
«Non hai un minimo di resistenza» brontolò.
Stava per dargli un colpetto per svegliarlo quando un piccolo dettaglio attirò la sua attenzione.
Tirò su la manica della maglietta di Izuku, scoprendo un'enorme cicatrice.
«Sei uno stupido Deku. Non è così che non mi sarai d'intralcio».
Gli accarezzò delicatamente il braccio.
«Se non sei in grado di prenderti cura di te, lo farò io».

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