Il libro degli eroi


«Permesso» disse Midoriya entrando in casa di Bakugo.

«Non fare tante cerimonie, tanto non c'è nessuno in casa. I miei sono ancora al lavoro».

«Q-quindi s-siamo s-soli?».

«Perché, la cosa ti crea problemi?».

«N-no».

Izuku fece per incamminarsi lungo il corridoio, ma Katsuki lo trattenne per il braccio.

«Dove pensi di andare?».

«In camera tua».

«Non ci pensare neanche. Studieremo in salotto».

«Ma...».

«Zitto o ti faccio esplodere!».

Midoriya sospirò, sedendosi sul divano.

Chissà per quale motivo non voleva farlo entrare nella sua stanza?

Forse aveva qualcosa da nascondere.

Magari aveva sul comodino qualche loro vecchia fotografia.

Ridacchiò tra sé e sé per quello sciocco pensiero.

Sicuramente Kacchan aveva bruciato tutte le loro foto.

«Tieni» Bakugo gli porse una tazza.

Lo ringraziò e bevve un piccolo sorso.

«Non fiatare mentre studio o ti ammazzo».

«Ma non dovremmo studiare insieme?» domandò esitante.

«No».

Perché l'aveva fatto venire a casa sua se poi ognuno se ne stava per conto proprio?

Mah, in fondo era già un passo avanti che Kacchan l'avesse invitato da lui.

Tirò fuori i suoi libri e incominciò a leggere.

Nella stanza regnava il più completo silenzio, fatta eccezione per i rintocchi dell'orologio.

Izuku si stiracchiò.

Era già passata un'ora da quando avevano iniziato a studiare.

Si guardò intorno.

La sua attenzione fu attirata da un libro blu.

Meccanicamente si alzò e lo andò a prendere.

«Kacchan, ce l'hai ancora!» quasi urlò.

Bakugo si girò di scatto.

«Dammelo subito» disse imbarazzato.

Quello era il libro degli eroi che avevano creato quando erano bambini.

Cominciò a sfogliarlo.

«Deku, ti-».

«Non puoi farmi esplodere» lo interruppe. «Finiresti per far saltare in aria anche la sala e tua madre si arrabbierebbe molto, no?».

Katsuki si morse il labbro, frustrato.

«E va bene. Guarda quello stupido libro».

Midoriya sorrise.

Si coricò sul divano per stare più comodo.

Arrivato all'ultima pagina si accorse di un piccolo particolare.

C'era una frase.

Una frase che era stata scritta di recente.

«Che cos'è un eroe? È un individuo dotato di un grande talento e straordinario coraggio, che sa scegliere il bene al posto del male, che sacrifica se stesso per salvare gli altri, ma soprattutto che agisce quando ha tutto da perdere e nulla da guadagnare» lesse a mezza voce.

Non poté non sorridere di nuovo.

«Sei proprio straordinario, Kacchan» sussurrò.

Chiuse gli occhi ripensando a quella giornata.

Era stata davvero... bella.

E la cosa più bella di tutte era stato passare del tempo con Bakugo.

Sentì un lieve fruscio accanto a sé.

Una mano calda che gli spostava una ciocca di capelli.

Si, davvero una bella giornata.

Si addormentò con quel pensiero.

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