Dire che fosse estremamente irritato, era un eufemismo.
Andare a cena a casa della piattola e dello sfregiato non lo esaltava, ma sapere che sarebbero stati presenti tutti e due gli ex fidanzati della sua donna... beh, questo lo faceva decisamente sentire irto di spine come un cactus.
Se del primo se ne infischiava bellamente, non poteva certo dirsi immune da gelosia per il secondo.
Per distrarsi prese un libro in mano, quel! libro e lo aprì a caso per leggere qualche pagina e direzionare così su qualcun altro la sua rabbia. Hermione e anche i genitori del ragazzo non lo avrebbero mai perdonato se gli avesse lanciato una fattura castrante.
- Dopo quel ballo i sensi di colpa per ciò che quelli come lui le avevano fatto presero il sopravvento, tanto da fargli disertare due sedute di terapia.
Era a casa. Un appartamento nella Londra babbana, arredato con gusto moderno, i mobili erano dalle linee decise e dalle forme lineari, colori che andavano dal bianco al tabacco. Lo aveva preso perché si era innamorato della luce che lo inondava a ogni ora del giorno filtrando dalle ampie vetrate, e della vista che spaziava senza incontrare ostacoli per metri e metri e che dava sul Tamigi. Aveva bisogno di non sentirsi in trappola o gli attacchi di panico, che a volte lo assalivano, avrebbero terminato il lavoro intrapreso da quel serpentaccio maledetto.
Ma soprattutto, non ne voleva sapere più di sotterranei bui e umidi simili a catacombe che gli rubavano l'aria.
Oramai non insegnava più a Hogwarts. Però vi teneva, semestralmente, dei corsi di perfezionamento per difesa dalle arti oscure, anche se il suo lavoro principale consisteva nel creare pozioni, principalmente per il ministero.
Era appena uscito dalla doccia quando il campanello iniziò a suonare senza tregua.
Chi cacchio poteva essere! La pizza che aveva ordinato non doveva essere recapitata prima di un'ora.
Si recò ad aprire dopo essersi infilato velocemente un jeans e una camicia di lino, nascondendo la bacchetta nel pantalone dietro la schiena.
Spalancò la porta pronto a fulminare chiunque fosse. Ma non era "chiunque", era lei, Hermione.
Le mani alla vita. Il piede calzato con una scarpa con il tacco alto, che la faceva diventate alta quasi quanto lui, che batteva nervosamente a terra. Un vestito estivo dai temi floreali e uno sguardo che voleva incenerirlo all'istante, ma che non poté non nascondere un guizzo di interesse e ammirazione per l'uomo.
«Dottoressa, benvenuta, cosa la porta da me?»
«Tu, tu, razza di imbecille, questa è la terza seduta a cui sei mancato! Non hai né telefonato, né mandato un gufo cosa pensi che io non abbia null'altro da fare che inseguire i pazienti nelle loro case? E poi: Dottoressa? Non eravamo passati a chiamarci per nome e a darci del tu, "Severus"? Inoltre com... mmmh».
Il bacio divenne in pochissimo tempo famelico. Le mani iniziarono a esplorare, disegnare, conoscere, vivere l'altro.
Quando ore dopo si ritrovarono esausti una sull'altro, Hermione gli passava pigramente le unghie sull'avambraccio.
«E ora spiegami cosa rappresentano queste tre frecce». -
Chiuse il libro di scatto guardandosi intorno, dovevano esserci delle telecamere nascoste, non c'era altra spiegazione, se no come faceva quella là a conoscere anche i particolari più intimi?
Se prima era arrabbiato, ora era preoccupato, estremamente, preoccupato.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top