21. Matrimonio napoletano.

Due ore dopo siamo di nuovo al castello e il Re ci sta guardando con un cipiglio così grazie che penso che la sua faccia possa deformarsi.

«Avete già consumato?» ripete la domanda come se già, tre volte prima, non gli abbiamo già risposto affermativamente.

«Si mio Re. Chiedo perdono per questo atto, ma io e sua figlia avevamo bisogno di privacy. È entrata in un mondo totalmente nuovo e-»

«Le lenzuola?» mio padre lo interrompe ed Edward sussulta.

Non se l'aspettava.
È nemmeno io.

«Le ho bruciate nel camino. Non pensavo servissero, c'è problema?» parlo anche io adesso.

Sono incazzata nera. Ma come si permette? Sto cesso.

«Le hai bruciate?» sgrana gli occhi e arriccia le labbra in una smorfia.

Ti viene da ridere? Coglione!

«No okay, mi sono rotta il cazzo! Forse non ci siamo capiti, quindi ripeto io. Abbiamo fatto l'amore, abbiamo consumato o come cazzo dite in questo posto e si, ho bruciato le lenzuola. Che cosa dovete farvi delle lenzuola sporche di sangue scusami?» aggrotto le sopracciglia e il mio discorso è accompagnato dal gesticolare.
«È una cosa privata! Dovreste immediatamente togliere questa tradizione di merda che avete, siete malati.»

Silenzio.

Mah, almeno sta cercando una risposta da darmi nella sua testa bacata?

«Beh allora è fatta! Siamo pronti per prepararvi a nozze.» sorride ampiamente allargando le braccia.

No aspetta, cosa?

«Prego?» io e il ragazzo al mio fianco guardiamo l'uomo davanti a noi come fosse un alieno.

«Che c'è? Siete pronti! I professori hanno detto inoltre che sai tutta la storia anche quella politica, Emma! L'etichetta sta andando bene anche se devi perfezionare il ballo ma ehi, non tutti sono dei ballerini qui dentro. Stai per entrare in società, lo faremo la settimana prossima e quella dopo, annunceremo il matrimonio. Anzi no, annunceremo la sera stessa.» e non aspetta nemmeno una nostra parola, se ne va lasciandoci di stucco.

«Porca troia, siamo fottuti.» dico in italiano.

Edward boccheggia e guarda prima me, poi il punto in cui c'era mio padre e torna di nuovo su di me.
Poi, sviene.

«Il duca sta male! Chiamate qualcuno!» grido come una gallina in calore.

Due donne che lavorano nel castello, si avvicinano insieme alle guardie.
Lo guardano come se fosse morto e non fanno un cazzo!

«Datemi un fazzoletto bagnato con un po' di aceto rosso!» grido.
«Veloci, oh!» rettifico.

Le due donne corrono a prendere ciò che ho chiesto e adesso sto infilando letteralmente in una narice il fazzoletto per farlo rinsavire.
Passano alcuni secondi prima che Edward con le lacrime agli occhi alzi di scatto la testa.
Mi guarda e schiaffeggia la mia mano.

«Sto bene e levatevi cazzo.» borbotta, dandosi aria con la mano.

Questo è coglione, boh.
Prego comunque, ah.

Si alza e io insieme a lui.
Le donne di prima chiedono se stia bene e insieme alle guardie, applaudono e non so manco perché.
Sorrido fintamente e prendo il ragazzo da un braccio, andando verso la mia stanza.

«Tutto apposto?» chiedo per sicurezza.

Questo mi sviene di nuovo, ne sono sicura.

«Potrebbe andare meglio.» fa una smorfia e si siede nel letto, accanto a me.

«Che situazione assurda.» borbotto, sdraiandomi.

Edward, mi segue a sua volta e posa un braccio sulle mie spalle.
Rimaniamo in silenzio, guardando il soffitto e mi metto a pensare.

Come sono finita in questa situazione?
Non ho mai fatto caso -se così si può dire- a questo matrimonio. Sento tutto il peso addosso e non mi piace.
Ho ancora 18 anni, fra un po' ne farò 19 ed essere sposata non era e non è tra i miei piani. Qui sono tutti abituati, magari aspettano quel giorno con ansia e gioia ma io no, tutto il contrario.
Ho bisogno di riflettere, di pensare.
Sto incominciando adesso a provare qualcosa per Edward, non posso sposarmi fra una settimana.

E se il sentimento non è reciproco?
E se è solo un'attrazione?
E se non si sviluppasse invece?

Queste domande sono le prime a venirmi in mente, non trovo nessuna risposta e di certo un matrimonio combinato non è la soluzione nè la risposta.

«Voglio fare l'amore con te.» il ragazzo al mio fianco, interrompe il silenzio.

Ma non si sazia mai?
Capisco che è russo ma stai calmino eh.

«Non ti è bastato oggi? Non riuscivo nemmeno a camminare per alcune ore, ti ricordo.» faccio una risatina nervosa al ricordo.

«Non mi basti mai, sei l'unica donna con cui vorrei fare l'amore fino all'alba.» mi dice.

Sorrido imbarazzata e mi giro per lasciargli un piccolo bacio a fior di labbra.

«Credo che dovremmo dormire, riflettere per questo matrimonio e avere la mente lucida per quando decideremo.» dico.

«Come vuoi.» alza le spalle.
«Nel frattempo posso leccartela?»

È ufficiale, voglio morire.

L'indomani mattina, mi sveglio con un piano.
Si, con un piano diabolico però.
Edward è rimasto a dormire da me e un russo che russa come un cazzo di trattore non l'avevo mai visto prima.

Russo che russa... ho fatto la battuta.

Mi sono alzata con la mia calma, mi sono lavata e mi sono preparata.
Sono scesa a fare lezione e successivamente ho migliorato la mia etichetta.

Ora mi ritrovo a guardare sul telefono alcune puntate di il boss delle cerimonie e mi sento cattiva da un lato, per l'idea che sto avendo ma vaffanculo.
Chi se ne frega.

Bene, il piano consiste in una semplice e banale frase: un matrimonio napoletano.
Ecco, si. Farò spendere così tanti di quei soldi che il conto in banca del mio dolce papà, si metterà a piangere per quando sarà prosciugato.

Hanno una valanga di soldi, muri in oro e gioielli che valgono più della tua stessa vita.
Secondo te quattro carrozze e minchiate varie possono stupirli? No.

Chi se ne frega, prenderò il più possibile e spenderò soldi più per il vestito che per la cerimonia stessa.
Anzi, pure per la cerimonia.

Ma ho bisogno di una sola persona affianco a me, facendo in modo che questo sia possibile: mia madre.
Lei è un serpe senza pudore e sono sicura che questo giochetto le piacerà da morire.
La chiamo e le spiego tutto.

«Ci sto! Ma pagami il biglietto almeno, prima classe per favore.» borbotta.

«Certamente ma', consideralo già fatto. Sei sicura di non volere il jet?»

«Quello al ritorno, almeno porto qualcosa con me senza dare nell'occhio.» mi dice in un sussurro.

Scoppio a ridere e dico: «Perfetto, ci vediamo domani allora. Ti voglio bene.»

Stacchiamo e faccio un sorriso storto, sfregandomi le mani.

Che il piano abbia inizio.

;spazio autrice

Come state? Spero bene. Questo è un altro capitolo dove Emma ha le sue sparate non tanto originali ma ehi, noi non giudichiamo nessuno.
Chiedo se potreste lasciare una stellina se vi va, mi renderebbe davvero felice. Inoltre, non so nemmeno quanti capitoli avrà la storia ed è tutto da decidere ma c'è anche da mettere in conto, il fatto che ci siano un paio di cose raccontare e cose che ho lasciato in sospeso.
Noi però, aiutiamo Emma con questo piano "malefico".
Buona giornata ❤️

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top