17. Sei bella e non lo sai.
«Un due e tre.»
«Un due e- non sono ancora arrivati al tre Jerard! Devi stare al mio passo, hai capito?» grida, sbattendo il piede sul pavimento come un bambino.
«Ma ti sembra il caso? Siamo qui da più di due ore, la ragazza avrà già memorizzato pure le note sul pianoforte. Andiamo avanti velocemente.» Jerard si alza nervosamente dalla sua postazione.
«Ma sei scemo? Guarda che-» e comincia a parlare francese.
Non so che cazzo stanno dicendo quindi mi tolgo i tacchi d'epoca velocemente e scappo via dalla stanza.
Ma qua sono tutti pazzi.
«Mi lady, dove sta correndo?» il Duca mi affianca nella mia folle corsa.
«Lontano dalla sala da ballo, qui dentro non sono tutti normali.» ribatto con il fiatone.
«Eri con Jerard e Pasqual?» ride divertito, fermandosi.
«Purtroppo si! Che fai? Perché ti sei fermato?» grido, fermandomi a qualche metro lontano da lui.
«Non posso seguirti per sempre.» dice, tornando composto con una mano nelle tasche dei pantaloni eleganti.
E non so perchè, ma questa frase sembra avere un doppio sfondo.
«Andiamo in giardino a farci una passeggiata?» dico, speranzosa di avere un'affermazione.
Ho bisogno d'aria.
Annuisce e mi affianca, poi dice: «Senza scarpe? Potrei trovare qualche ciottolo in giro e farti male!»
«Ma chi se ne frega, Edward. Anzi, mi potresti tenere gentilmente queste scarpe cosicché io possa facilmente tenermi il vestito?»
«Con piacere.» sorride.
Dunque, iniziamo a camminare in silenzio.
Ma non è un silenzio imbarazzante, tutt'altro. E mi piace, davvero.
Penso a dove sono arrivata finora, non avrei mai creduto che potesse succedere tutto a me.
Ma a volte, il destino è proprio stronzo quindi non sai cosa aspettarti.
«Sei silenziosa oggi, come mai? Ancora scossa per ieri?»
«No anzi, ho del tutto rimosso questa cosa. Sono solo stanca, sai.. i balli, l'etichetta.» sospiro, guardando il lago con occhi spalancati.
Mai visto prima, cacchio.
È bello da morire, dico sul serio. Non avevo mai capito e visto la bellezza vasta di questo posto prima d'ora; credo che il giardino circondi il lago con due cigni bianchi che sono intenti a mangiare.
Il sole splende alto nel cielo e illumina l'acqua, facendolo passare come una vastità di brillantini.
«Non l'hai mai visto?» Edward dietro di me, si mette entrambe le mani nelle tasche del pantalone elegante e fa un cenno verso il lago.
Scuoto la testa e un sorriso si fa spazio sulla mia faccia, guardando affascinata il posto.
«Mi sento.. tranquilla. E che odore, cazzo! Cosa sono? Biscotti?»
«No, solo il pane per i cigni. Sono come un simbolo del castello.» risponde, lanciando uno sguardo al
paesaggio.
«È proprio bello, dico davvero. Sono emozionata cazzo, ora piango.» mi sventolo una mano davanti al viso.
«Sei più bella tu.»
Oddio.
Ma è pazzo? Non sa che rischio l'infarto?
«Prego?» faccio una risata nervosa.
«Sei bella,Emma e non lo sai. Ti nascondi troppo e non capisco il perché. Vorrei baciarti.» confessa come se mi avesse detto che ha mangiato pasta e cavolfiore per pranzo.
«Ma sei pazzo? Non avevi una donna?» dico con voce strozzata.
«Mi ha tradito, il bambino non è mio.» alza una spalla con fare indifferente.
Ma con che tranquillità me lo sta dicendo aiuto, ma sono tutti pazzi qui dentro? Oddio. Sto per svenire.
«Voglio baciarti, Emma. Posso? Anche se non si chiede il permesso per queste cose.» oh santo dio.
«Guarda io penso che-» inzio.
«Principessa! Venga in sala da ballo, Jerard sta dando di matto, aiuto.» Kristin, il maggiordomo del castello, viene fino a me con il fiatone.
Lancio uno sguardo ad Edward che mi guarda a sua volta e vado via, sentendo il mio viso che va a fuoco.
«Perchè stai piangendo? Insomma, è solo una canzone.» borbotta il ragazzo di fianco a me.
Siamo nella mia stanza, stiamo guardando il dvd di San Siro degli one direction e loro, stanno cantando right now mentre i fan fanno vedere la loro sorpresa.
«È una canzone toccante e mi fa emozionare la sorpresa, non rompere.» borbotto, prendendo una manciata di pop corn.
Rimane in silenzio fin quando non finisce il concerto.
Chiudo il computer e poso il cd nella sua custodia.
«Mi hai evitato oggi.» si alza dal letto e sistema meglio il suo maglioncino blu che fa risaltare i suoi occhi.
«Non è vero.» mento.
Si è vero.
Oddio mi sento una merda totale, come ho potuto?
Sono stata presa alla sprovvista, non me l'aspettavo che un ragazzo del genere volesse baciare me.
Oddio, ora svengo lo sento.
«Sai anche tu che stai mentendo.» inizia a fare qualche passo verso di me che tengo ancora la custodia del cd in mano.
No stai fermo, potrei morire.
«I-io non mento, mai. Non ti ho evitato, sono stata impegnata con l'etichetta.» oh santo cielo.
Emma, riprenditi.
«Hai avuto tre pause lunghe mezz'ora, la giornata era piena e tuo padre ha richiesto questo affinché tu riposassi un po'. Non sai mentire.» un altro passo verso di me.
Oddio, mancano tre metri.
TRE METRI CAZZO.
JOSEPH MORGAN AIUTAMI.
«Sei uno stalker!» quasi grido, allontanandomi un pochino.
«No, me l'hanno detto alcune fonti.» ribatte, un altro passo.
«Edward aspetta, per favore.» dico con tono serio, poso la custodia sul letto e lo guardo.
«Sei bellissimo, davvero. Sei la persona piú bella che abbia mai visto in vita mia e sei sexy, tanto sexy. Vorrei fare cose sconce con te ma non possiamo. So che dopo che entrerò in società, dovremmo sposarci ma tu hai una donna e un bambino, gesù cristo! E so anche che mi hai detto che era tutta una falsa ma l'hai detto in un modo così brutto, sarei caduta in depressione se fosse successo a me.» prendo un respiro profondo e continuo.
«T-tu forse agisci così perché sei deluso, triste. Non è me ciò vuoi, non vuoi un bacio da me anzi.»
Sono falsa da un lato, vorrei baciarlo anche io. Ma so anche che ho una dignità, non posso permettermi di distrarmi.
«Emma..» sospira, passando si una mano tra i capelli.
«Ognuno agisce in modo diverso al dolore okay? Tu saresti caduta in depressione e io invece sto bene. So che è assurdo dirlo, sono deluso si ma non triste.
Voglio baciarti davvero, da quella volta che mi hai chiamato Christian Gray. Sei bellissima da morire. Sei pazza un po', fuori di testa e anche goffa ma è il tratto che ti distingue e mi piace da impazzire. Ho pensato che forse... forse potremmo provare a fare le cose con calma, come una coppia normale.»
Questo è pazzo. Io lo so.
L'ho sessualizzato come una cogliona, cosa che non si addice ad una donna e me ne penso ogni giorno ma di bello è bello, nulla da dire.
Rimango in silenzio, sono spiazzata.
«Ma se non vuoi, lo capisco.» ribatte dopo un po'.
Fa un sorriso triste e fa per uscire ma il mio urlo lo ferma.
«Oddio, dimmi che non me ne pentirò amaramente.» ribatto, avvicinandomi a lui per prendere il suo viso tra le mani e baciarlo con forza.
Le sue labbra sono morbide e sanno di pop corn.
Oddio, eccole le farfalle allo stomaco.
Madonnina della lettera, aiuto.
Sto baciando un figo che vuole me, gesù.
La sua lingua rincorre la mia e le sua mani grandi tengono stretti i miei fianchi, facendomi saltare un battito.
Madonna sto per svenire.
Le mie gambe tremano, se ne accorge e mi prende in braccio, portandomi a letto.
ODDIO CHIAMATE IL 118 STO MORENDO AIUTO ORA FACCIAMO SESSO?
«Non te ne pentirai, lo giuro.» mormora, staccandosi un secondo per riprendere fiato.
«Me lo prometti?» sussurro distinto.
Annuisce incapace di formulare una parola di senso compiuto, poi riprende a baciarmi.
Se questo è un sogno, non svegliatemi porca troia.
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