10. Il Duca e una nuova amica.

10. Il Duca e una nuova amica.


«Questa serie mi piace. Ha della bella musica.» mormora il duca, seduto accanto a me mentre mastica una manciata di pop corn.

Stiamo guardando glee, siamo arrivati alla seconda stagione -la mia preferita inoltre- e sembra che abbia colpito il cuore invisibile di Edward.
Da ieri, si è "traferito" nella mia camera e ha guardato pazientemente la serie con tanta voglia di scoprire nuove canzoni e nuovi drammi.
Inoltre, ho scoperto che è un duca e non "Duca" -come cognome intendo-.

Glee l'ho vista almeno quattro volte, ma una quinta non fa male di certo se hai un'ottima compagnia.

«Peccato che siano del 2010, dopo ti farò ascoltare quelle originali.» sorrido, sistemando meno il cuscino dietro le spalle.

«Oh ecco la canzone che cantavi l'altro giorno.» dice euforico, sedendosi dritto.
«Ha una voce pazzesca! Durante quell'acuto, sembravi lei.»

«Nemmeno per sogno arriverei a lei, però grazie perché è un bel complimento.» scoppio a ridere.

«Comunque la voglio con Jessie.»

«E ti pareva.» alzo gli occhi al cielo mentre prendo una manciata di pop corn e li infilo in bocca.

«Che c'è? A me lui piace.» borbotta.

«Perchè è simile a te.»

«Non è vero! Io sono più bello.» protesta come un bambino.

Sorrido e gli lancio un'occhiata, dicendo senza pensare: «Su questo siamo d'accordo.»

«Aiai, la principessa sta lentamente abbassando le barriere, chissà perché.» sorride divertito.

Le mie guance diventano rosse, ne sono sicura perché sento un leggero caldo colpire li.
Menomale che c'è la luce spenta, se fosse stata accesa non avrei saputo come comportarmi.

«Nah, solo un complimento. Infondo, quando una cosa è bella bisogna dirlo, no?»

«Hai ragione.» acconsente, mentre guarda l'ora sul suo orologio legato al polso.
«Si è fatto tardi, meglio che vada a dormire. Domani guardiamo un altro episodio?»

«Di giá? Comunque se non hai impegni si.» dico con un sorriso.

«Perfetto allora. Buonanotte.» esita un po' sul posto ma decide di venirmi a dare un bacio in guancia e fare un inchino subito dopo e uscire totalmente dalla stanza.

«Minchia, sono proprio cotta.» parlo allo sfondo nero del computer.

Sospiro e tolgo la ciotola dei pop corn posandola a terra e sbadigliando controvoglia.
Non ho sonno, ovviamente.
A quest'ora, se fossi stata nella mia città, sarei probabilmente in una discoteca mentre ballo su un tavolo totalmente ubriaca ed Elisa che pomicia con il primo che capita.

«Bah, quanto vorrei ubriacarmi.» parlo da sola, ancora.

Non era mai successa una cosa del genere, insomma.. avevo sempre la mia migliore amica pronta ad ascoltarmi.
Ora invece sono circondata dal lusso e dalle-

«Che stupida che sono, ci dovevo pensare prima.» mi spalmo una mano in fronte e urlo.
«Guardia!»

«Si principessa?» Thomas -il nome che ho scoperto oggi pomeriggio- è la guardia che fa il turno di notte davanti alla mia stanza.

Potrà avere 20 anni all'incirca e il suo viso è dannatamente perfetto che mi vergogno anche di essere uscita così prematuramente dalla pancia di mamma.

«Mi chiami Dorotea per favore? O sta dormendo?» sbuffo, cercando di muovermi con scarsi risultati.

«È nelle cucine a pulire gli ultimi piatti maestà, la chiamo adesso?»

«Dille in caso, appena finisce il suo lavoro, di venire qui per favore e grazie.» dico con un sorriso grato.

«Ai vostri ordini.» un altro inchino ed esce fuori.

Sbuffo e chiudo il computer, posandolo sul comodino.
Aspetto vari minuti che sembrano ore e finalmente la faccia paffutella e sorridente di Dorotea entra nella stanza.

«Principessa, mi avete chiamata. Come posso aiutarla?» tiene la testa bassa.

«Siediti qui, vorrei parlare con qualcuno. Ma se ti senti troppo stanca, puoi andare.
Non riesco a dormire.» borbotto.

«Oh.. ehm, non so se sia-»

«Eddai Dorotea! Vieni qui. Puoi farmi questo piccolo favore?» chiedo sbattendo le ciglia.

«Se vuole va bene.» ingoia uno sbadiglio e chiude la porta dietro di lei.
Si avvicina e guarda un po' ovunque, senza sapere dove stare.

Sorrido intenerita e le faccio segno di sedersi accanto a me, lei esitante lo fa.

«Ti va di essere una mia confidente? Un po' come in Reign.» lancio la bomba immediatamente.

Mi guarda confusa, con gli occhi sgranati e un cipiglio in fronte e dice: «Non capisco, vostra mesta.. non so nemmeno cosa sia Reign.» bisbiglia quasi con vergogna.

«Ti va di essere mia.. amica? Se devo stare qui ho bisogno di qualcuno di affidabile e mi sento terribilmente sola, so che avrai i tuoi impegni ma mi trasmetti tanta sicurezza, fin dal giorno in cui ci siamo viste la prima volta.»

«Principessa.» bisbiglia, in preda al panico.
«Queste richieste non sono accettate qui! La regina, la compagna di vostro padre, non accetta queste cose..»

«Dorotea, con tutto il rispetto... io sono la futura regina di questo regno e decido io da adesso in poi, cosa è o non è accettabile.» dico con un tono autoritario.

«Oh, ai vostri ordini maestà.» sta per alzarsi e fare quel cazzo di inchino ma la prendo per un polso.

«Dorotea, ti prego. Basta, chiamami Emma. Sono una ragazzina okay? Adesso siamo amiche, possiamo confidarci tra noi e a restaurare un rapporto ma-» alzo un indice in aria.
«Le cose che usciranno, dovranno rimanere tra noi. Amicizia è questo, io terrò i tuoi segreti e tu i miei; ci stai?»

Sospira presa alla sprovvista e si sistema nervosamente la sua divisa da lavoro.
«Ma la sua amica che è venuta qui poco tempo fa? Non.. è successo qualcosa?» azzarda a chiedere.

«Non parliamo tanto, la sento distante a dire il vero. Se devo stare qui un altro po', vorrei continuare a confidarmi, non voglio tenermi tutto dentro e tu sei quella giusta.
Ripeto: trasmetti sicurezza, lo dico davvero. Non farti pregare, okay?»

«Va bene, come vuol- vuoi.» sospira, sorridendo alla fine un po' incerta.

«Facciamo anche che non lo scoprirà nessuno? Così sei più sicura.»

«Perfetto, ancora meglio.» ribatte in modo euforico.
«Sto morendo di sonno, se non è un problema posso andare a dormire?»

«Assolutamente si, vai pure. E Dorotea, per favore, domani mattina puoi prepararmi dei cornetti alla crema per favore?»

«Con piacere, Samantha.» sorride.

«Grazie.»

Esce dalla stanza, facendo un mezzo inchino.
Sospiro e provo a dormire, cercando di non pensare al dolore allucinante alla caviglia.

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