Quella ragazza mi farà prende un colpo un giorno o l'altro -Olivia Romano

Dato che ero chiusa in infermeria (ma va, sono sempre lì) vidi per prima Sol svegliarsi.

-Aurora vado a chiamare Giada, non mi importa se non posso!- gridai.

Poi corsi tutto d'un fiato fino alla cabina 5, e non è esattamente vicino.

Spalancai la porta senza neanche bussare.

Mi guardarono tutti un po' male, ma la persona che cercavo mi venne in contro.

-Sol... è sveglia- dissi tra un'affanno e l'altro.

Lei sorrise e partì a razzo verso l'edificio color latte.

Non era esattamente una buona idea lasciarmi lì con tutti i suoi cruenti fratelli.

Uscii prendendo fiato, e la vidi tornare.

Mi scoccò un bacio sulla guancia e ripartì velocissima. O voleva che svenissi sul momento, o non ci sono altre spiegazioni.

Arrossii e sorrisi. Ma dove la trovava tutta quella forza?

Mi diressi con calma all'inferno.

Sol quasi non venne soffocata dai nostri abbracci. Beh capita.

-Ragazzi stasera festa al lago, portiamo i fuochi. Siete tutti invitati.- disse Connor. Tutti noi esultammo.

Io e Giada ci lanciammo un'occhiata d'intesa.

-Ok ma non dobbiamo farci beccare.- disse la ragazza.

-Ci pensiamo noi- disse sogghignando Travis.

-Ho paura- dissi. -Devi- risposero in coro.

Come concordato, la sera ci trovammo in spiaggia.

Anche Will e Aurora erano invitati ovviamente perciò io e Sol avemmo il via libera.

Ci scatenammo: c'erano tutti i nostri amici, perciò praticamente tutto il campo.

Connor e Travis trovarono un modo di tenere le arpie alla larga, e funzionò alla grande.

A metà serata mi allontanai un po'.

Sono fatta così, troppo casino e musica (che non sia quello che piace a me) tipo discoteca non mi piace.

Poi era da un po' che rimuginavo su una cosa...

Mi sedetti sulla sabbia, a riflettere.

-Che fai?- sobbalzai. -Dei Giada mi hai spaventato!- esclamai. Quella ragazza mi farà prendere un colpo un giorno o l'altro.

Lei rise. Scossi la testa, divertita.

-Comunque non mi hai risposto. Che fai?- -Sei proprio insistente.- -Lo so, è una delle mie qualità.- -Sei proprio cretina.- -Mi lusinghi Romano.-

-Penso ad Annabeth- le confessai, dopo che si fu seduta di fianco a me.

Le risate della festa si sentivano anche da qua.

-È andata con Percy e Tyson a cercare Polifemo, quando me l'ha detto ero d'accordo, chi sono io per dirle di no...- -Sua sorella maggiore, per esempio?!- chiese esterrefatta, interrompendomi. -Senti so cosa vuol dire essere frenati. Io e Annie siamo arrivate lo stesso anno, e dovevi vedere il suo sconforto quando mi hanno assegnato la missione- rabbrividì nella notte calda.

Lei mi prese la mano. La sua presa era calda e confortante.

-Vuoi parlarne?- nessuno a parte Chirone, Agata e Annabeth sapeva i dettagli. Deglutii e iniziai a raccontare.

L'oracolo aveva parlato.
Una ragazza dal padre mortale indeterminata arrivata da un anno esatto doveva partire per trovare uno scudo. Io ero la ragazza. Avevo solo nove anni all'epoca, ma non vedevo l'ora. Ricordai come i miei amici e fratelli mi augurarono la buona fortuna, di come argo mi lasciò a New York, una bambina in quella grande città. Ricordai tutti i mostri, le avventure e i pericoli durante e dopo il viaggio verso il Maine.

Combattei contro una miriade di mostri.
Segugi infernali, grifoni, un'idra per fino (meglio sorvolare, i miei capelli ricevettero un nuovo taglio) ma i due peggiori furono una dracena e un lestrigone. (Si sconfiggo un'idra ma non una dracena, problemi? E poi avevo lo scudo con me dopo).

La storia del lestrigone la conoscete già.

La dracena mi prese di sorpresa. Stavo accendendo un fuoco per la notte, quando è spuntata dal nulla. Le mie armi erano lontane (ancora Astrapì non l'avevo) e quel coso era armato di lancia.

Ora, se l'avessi incontrata oggi nella stessa situazione, sarebbe andato diversamente. Le avrei strappato la lancia e l'avrei infilzata, ma avevo nove anni.

Perciò, da bravo genietto, brandii un bastoncino infuocato.

Che si spezzò.

E cadde per terra.

Ma il fuoco mi bruciò una gamba, e in più quella brutta figlia del tartaro mi graffiò nello stesso punto.

Poi tutto prese fuoco e io dovetti correre via.

Inutile dire che zoppicai per giorni interi.

Dopo aver trovato lo scudo (che era più grande di me ormai) essermi fatta sfregiare da un uomo orso, ed essermi tagliata involontariamente i capelli, tornai al campo.

Li venni subito riconosciuta, e quello sopra la mia testa era un simbolo singolare: una civetta attraversata da un fulmine, tutto blu.

I ragazzi mi accolsero festanti. Il signore del cielo mandò come regalo a me, insulsa mortale, una collana, che poi scoprii essere un'arma micidiale.

Ma non vidi mai più lo scudo.

-Cioè un po' mi scoccia, l'ho recuperato e non lo posso neanche usare. Poi questa missione può sembrare una cavolata, ma per una bambina di nove anni, abbastanza inesperta, è stato... traumatico.- conclusi.

Lei mi circondò le spalle con le braccia, e mi baciò una guancia.

Io mi appoggiai alla sua spalla.

Per chiunque guardasse la scena da lontano, ci avrebbe scambiato per fidanzate.

Sorrisi malinconica.

Purtroppo però eravamo solo amiche.

Capitolo lungo che doveva essere corto! Bene, ora non vedo l'ora di leggere i vostri scleri. Cassie_Wayland appari! *scintille blu* *entra Percy e cerca di mangiarle* *Annabeth lo prende per un orecchio e lo porta via mentre lui continua a provare a mangiarsi le scintille* eh vabbè, ecco a voi il salvatore dell'Olimpo *applausi vari* io mi dileguo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top