Farei mille guerre per te- Olivia Romano
Dopo essermi allenata, andai da Agata e Phoebe per chiedere un favore.
-Avete presente che i figli di Ares possono far illuminare gli occhi per intimidire gli avversari? Voglio farlo con questo scudo.-
Poi spiegai il progetto per filo e per segno.
Loro si guardarono e annuirono, per poi mettersi al lavoro.
Io le aiutavo come potevo, ma il più lo fecero loro. A fine lavoro la civetta si illuminava di luce azzurrognola e i serpenti di luce rossa, con un particolare ologramma che li faceva sembrare vivi.
Lo provai mentre passava una ragazza, una figlia di Afrodite penso.
Lei si spaventò e lanciò un urlo talmente acuto che poteva forare i timpani.
-Scusa!- le urlai dietro.
-Beh almeno funziona- dissi tra me e me.
Andai da Giada prima di cena, e attivai lo scudo. La luce della civetta era regolabile e la fissai al minimo.
-Che c'è vuoi allenarti di nuovo?- stava chiedendo, quando lo accesi.
Lei fece un balzo indietro, ma non urlò.
-Ti piace?- chiesi. -Da morire. Come lo hai fatto?- -Segreto professionale.-
Il giorno dopo
Io e Giada camminavamo sole nella foresta, in tranquillità.
Certo se si può definire tranquillità il fatto che la beccassi a guardarmi ogni due per tre, e la vedessi arrossire.
Non mi dispiaceva come cosa.
Ad un certo punto cominciai a canticchiare mille guerre.
Lo ammetto volevo un po' punzecchiarla e vedere se la riconosceva.
-Come va, non ti chiedo mai come va, sono troppo egoista.-
Perciò rimasi molto sorpresa quando continuò con la strofa dopo.
-Bene dai, se ci fossi tu, meglio sai, ogni giorno è una fissa- il suo accento mi faceva molto ridere, ma per rispetto mi trattenni.
-Cado nei tuoi occhi, e cazzo non volevo,
Sono in alto mare e questa volta annego-
-Però di pensarti non ne faccio a meno
Che fai così male, ma so' masochista- arrossii a quella prima frase.
-E ti odio se mi fai quell'aria scontrosa
Perché farei mille guerre per ogni cosa- continuai. Lei fece la finta offesa, ma sotto sotto stava ridendo.
-Per te. Ti giuro lo farei, ehi- disse, sorridendo.
-Dai, non dirmi che mi odi anche tu stasera
Perché non puoi rovinare quest'atmosfera-
-E lo sai. Sì, lo sai pure te, eh, sì, lo sai pure te. Farei mille guerre per te- cantò lei.
-Non lo sai? Faccio a botte con il mio riflesso
E mi odio da giorni- ripensai a Chars.
-Però dai, certe volte non ci vedo niente
Altre volte ti ci vedo dentro-
-Ci siamo di nuovo e, cazzo, non volevo
Nata come un gioco ma stavolta annego- eravamo perfettamente in sincrono. Se ci avessimo provato anche per mesi non sarebbe venuto così bene.
-E io di pensarti non ne faccio a meno
Che fai così male, ma so' masochista-
-Botte prese in faccia, il mio cuore Alaska- il periodo prima di lei, dove il mio cuore era anche più freddo dell'Alaska.
-E se non ti sento, l'aria che mi manca-
-Mi prendi da dentro, sono uguale a te- cantai.
-Poi ti dico: "Basta", ma non fa per me- lei aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
-E ti odio se mi fai quell'aria scontrosa- ormai andavo come un disco, non mi era mai successo.
-Perché farei mille guerre per ogni cosa. Per te. Ti giuro lo farei, ehi- eravamo una di fronte all'altra ormai, entrambe rosse come pomodori. Ma non mi importava.
-Dai, non dirmi che mi odi anche tu stasera
Perché non puoi rovinare quest'atmosfera-cantai.
-E lo sai
Sì, lo sai pure te, eh, sì, lo sai pure te
Sì, lo sai pure te, farei mille guerre per te- fece un gesto inaspettato, ma che adorai. Mi appoggiò una mano sulla cicatrice, e al contatto con la mia pelle sfregiata la sua mano era calda. Mi ci appoggiai, socchiudendo gli occhi, ma comunque guardando nei suoi, due meravigliosi pozzi verdi.
-Farei mille guerre per te- sussurrammo all'unisono.
Anche se non potevo vederla percepivo il suo sguardo su di me, il mio volto appoggiato ancora alla sua mano.
Poi, così, senza preavviso mi prese il viso anche con l'altra mano e mi baciò.
Durò solo un attimo, l'attimo più bello della mia vita, perché mi staccai.
"Cretina, cretina, cretina".
Lei stava già iniziano a balbettare scuse, quando le presi il viso tra le mani e mi attaccai alle sue labbra.
Durò solo pochi secondi, ma a me sembrò una vita intera. Una vita fantastica.
Sarei scoppiata di felicità in quel momento.
-Ti amo- disse, quando si staccò.
Io sorrisi.
-Ti amo anch'io.-
Ci guardammo e scoppiammo a ridere.
Lei mi baciò velocemente le labbra, e poi mi prese per mano.
Tornammo al campo così, le mani intrecciate e i sorrisi stampati in faccia.
-Non lo diciamo agli altri vero?- chiesi ridendo.
-Neanche per idea.- rispose lei.
CIAOOOOO. FELICI ORA? Io molto.
Ora, cosa importantissimissimissimissima, NON DOVETE ASSOLUTAMENTE FARLO SAPERE AI VOSTRI OC. NON FATELO, ABBIAMO GIÀ UN'IDEA GENIALE E FANTASTICOSA QUINDI PER FAVORE. Ve lo chiediamo in ginocchio (cioè io si, collega tu non so)
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