Capitolo 10
-Niente, come è possibile che non ci sia niente? - Sabé alzò lo sguardo verso il datapad che aveva in mano.
Lei e Tonra erano giunti su Coruscant per indagare sul Progetto Trescore, avevano setacciato ogni computer e ogni file presente nell'ufficio dell'imperatore, ma non vi era traccia di quel progetto, era come se fosse qualcosa di segreto.
-Aspetta - Tonra stava esaminando alcuni documenti, apparentemente inutili, all'interno della memoria di uno dei datapad presenti nell'ufficio.
La stanza non era stata toccata da quando l'imperatore era morto, in quando era necessaria un'inchiesta, e tutte le registrazioni delle telecamere di sicurezza erano state sequestrate dalla polizia di Coruscant, anche se Sabé aveva il presentimento che, tra gli agenti ci fossero persone, le quali erano ancora fedeli a Palpatine.
Inoltre la scomparsa di molti ammiragli, dopo la morte dell'imperatore era alquanto sospetto, c'entrava sicuramente il progetto del quale stavano cercando informazioni.
-Forse ho trovato qualcosa - affermò Tonra alzando la testa dal datapad e guardando la compagna.
L'ufficio dava direttamente su Coruscant con una grande finestra panoramica, la scrivania si trovava proprio lì davanti.
Due scaffali erano ricolmi di olocron che però nessuno si era preso la briga di spostare, sulla scrivania vi era solo il datapad e Sabé non aveva pensato di aprirne i cassetti.
Davanti alla scrivania vi erano tre scranni.
-Hai trovato qualcosa? - domandò Sabé avvicinandosi a Tonra, il quale si trovava seduto su uno dei tre gradini che separavano la scrivania dal resto dell'ufficio.
-Non proprio, ma vedi questo - Tonra indicò una cartella compressa presente sull'angolo destro dello schermo del datapad.
Sabé annuì.
-É criptata, si può aprire solo con un codice, e guarda il nome della cartella -
Sabé strabuzzò gli occhi quando lesse il nome :
-Tersicore - l'ancella cinse le spalle del compagno.
-Direi che abbiamo una pista da seguire -
-Prima dobbiamo trovare il modo di decriptare quella cartella, ma averla trovata è già un vantaggio -
Tonra annuì, sapendo già che sarebbe stato un lungo lavoro, beh non che non lo avesse già fatto in passato, ma questa volta sarebbe stato ancora più complicato.
-Hai notizie da Ladyhawke? - volle sapere Tonra mentre uscivano dall'ufficio che era stato di Palpatine, ritrovandosi a camminare lungo i corridoi del Senato.
-No, nemmeno una parola - sospirò Sabé con aria afflitta.
Era preoccupata per Padmé, perché non sapeva cosa avrebbe potuto fare.
In passato avrebbe giurato che la senatrice non si sarebbe mai messa contro l'imperatore in un modo così palese, ma avrebbe cercato altre vie, più diplomatiche per ottenere ciò che voleva, tuttavia la morte di Anakin aveva scosso Padmé nel profondo, tanto da farla cambiare molto sotto diversi aspetti.
Non che ora la ex senatrice amasse la violenza o la guerra, ma certamente non si faceva remore nell'uccidere se si sentiva minacciata.
Sabé ci aveva messo parecchio tempo per scoprire che Padmé era ancora viva e che medita a vendetta contro l'imperatore.
Per confondere sia gli amici che i nemici, la senatrice aveva mandato Luke per un periodo su Tatooine, vegliato da Obi-Wan, ed era stato il periodo in cui Sabé era stata sul pianeta natale di Anakin per capire qualcosa in più sul destino della sua amica.
Non aveva scoperto niente, nemmeno dal vecchio Jedi, il quale si era guardato bene dal riferirle ogni possibile informazione sulla ex regina e senatrice.
Sabé era tornata da Tatooine con più dubbi di quando era partita, ed era tornata su Naboo, decisa però a scoprire la verità e aveva cominciato dal principio, ovvero dal mausoleo eretto in memoria di Padmé e di Anakin.
Ed era proprio lì che Sabé aveva scoperto che solo uno dei due sarcofagi era occupato da un corpo, quello di Anakin, mentre quello che era, in teoria, di Padmé era vuoto.
L'ancella si era sentita presa in giro, non puteva essere vero...
Perché Padmé non l'aveva messa al corrente di quello che aveva in mente?
-Sabé? Stai bene? - la voce di Tonra la distrasse dai suoi pensieri.
Senza rendersene conto avevano attraversato tutti i corridoi, caratterizzati da pregiati tappeti color porpora e dai simboli della Nuova Repubblica appesi alle pareti, che dall'ufficio dell'imperatore portavano ai cortili, e ai portici dell'edificio senatoriale.
-Stavo solo pensando a quando ho scoperto che Padmé era ancora viva - dichiarò Sabé facendo un cenno di saluto a due guardie appartenenti alla scorta di Pooja, le quali si stavano godendo un attimo di pausa dai loro doveri.
Tonra sospirò ricordava molto bene quei momenti, non erano stati i più belli della loro relazione, anzi, tutto il contrario.
L'uomo soffriva molto per la perdita di Sara, inoltre aveva notato che Sabé si stava estraniando da lui, quando poi era venuto a sapere che la donna aveva scoperto che la loro dama era ancora viva e lo aveva tenuto nascosto era scoppiato.
Avevano litigato violentemente, tanto da arrivare a non parlarsi per qualche giorno, ma all fine si erano riappacificati e Sabé si era ritrovata di nuovo tra le braccia dell'uomo che amava più di ogni altro.
Lei e Tonra erano un team, ma spesso lei tendeva a dimenticarlo, pensando che fosse meglio agire da sola.
Grazie ad un trasporto, messo loro a disposizione da Pooja, i due raggiunsero il complesso senatoriale, e si fermarono nell'appartamento che si trovava sotto gli alloggi di Pooja, quella riservata agli addetti della sicurezza.
Tonra poggiò il datapad sul bancone della cucina per poi mettersi ai fornelli mentre Sabé si sedeva al bancone giocherellando con l'orlo della manica del vestito che indossava.
-So che l'ho già fatto, ma ti chiedo scusa per quello che ho fatto, impedendoti di essere padre. Sono stata veramente una stupida - Sabé ancora non si era perdonata per la sua scelta egoistica.
-Posso dire di star recuperando con Aurora - rise Tonra non perdendosi nessun movimento da parte di Sabé.
La donna distese le gambe sotto il tavolo e sembrava quasi rilassata, ma Tonra sapeva che non era così, conosceva troppo bene l'ancella e sapeva cogliere ogni sua sfumatura di umore anche solo dai movimenti.
Quindi no, Sabé non era rilassata per niente, era invece molto tesa e lo sarebbe stata finché non avrebbero decriptato quella dannata cartella nel datapad che avevano trovato nell'ufficio di Palpatine.
-Cosa pensi ci sia lì dentro? - domandò Sabé indicando il datapad mentre Tonra serviva la cena.
-Non lo so, ma spero che serva a qualcosa, non vorrei che tutto questo tempo sia andato perduto - dichiarò Tonra portandosi alla bocca una forchettata di spaghetti.
Sabé annuì arrotoloando gli spaghetti tra i denti della forchetta, mentre cercava di dare un senso alla moltitudine di pensieri che si erano formati nella sua testa, oltre ad una strana sensazione che le opprimeva il petto da quando erano entrati in casa.
La cena proseguì abbastanza allegra, Tonra cercava di strapparle un sorriso a tutti i costi poiché aveva capito che Sabé aveva qualcosa e, anche se non sapeva cosa la tormentava, voleva che se ne dimenticasse, almeno per un attimo.
Ma la curiosità dell'ancella era troppa, così, poco dopo si misero a cercare un modo di decriptare la cartella, ma inutilmente.
Provarono e riprovarono per molto tempo, ignorando persino il suono del comlink di Sabé che aveva preso a squillare incessantemente.
-Fagli lasciare un messaggio - disse Sabé
- Non voglio rispondere a nessuna chiamata in questo momento.
L'ancella era concentrata sul suo lavoro e non avrebbe permesso a niente e nessuno di interromperla.
-Credo che dovresti, amore - disse l'uomo notando il numero.
Ascoltando meglio, Sabé si rese conto che non era il comlink a suonare ma l'holoemitter, che Tonra le passò, costringendola ad interrompere il lavoro.
Chiunque stesse chiamando voleva parlare faccia a faccia.
Sabé tenne il dispositivo nel palmo della mano e lo attivò, richiamando una figura familiare.
Quando parlò, lo fece con la voce di Amidala.
-Saché, adesso non è un buon momento, -
-Lo so, ma non vi avrei chiamato se non fosse importante - dichiarò la ragazza, la cui voce pareva molto concitata.
Sabé e Tonra si guardarono preoccupati e la donna cercò la mano del compagno.
-Si tratta di Sara, è al centro medico del palazzo reale, è rimasta vittima di un attentato.
Angolo Autrice : E pensavate che tutto filasse liscio, vero? 😏😏😏 Invece no...😆😆😆😆 Non sono proprio capace, spero che questo vi piaccia :) ci vediamo alla prossima :)
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