Capitolo 64
Drew
Ho l'impressione che qualcosa sia cambiato. E il sorrisino che Nick cerca malamente di celare è il segnale di conferma che mi serviva. Si guardano in modo diverso, non si toccano ancora con la stessa familiarità dei primi giorni, ma almeno non sembrano volersi aggredire da un momento all'altro. E l'atmosfera è inevitabilmente più leggera. È sempre stato chiaro a tutti che il loro umore fosse un fattore determinante per le sedute del Consiglio; per quanto possiamo fingere di avere tutti la stessa importanza quando siamo seduti attorno a questo tavolo, non è così. Senza Ian ed Alexa non saremmo da nessuna parte, e se loro iniziano a dubitare del loro rapporto, tutto cade di conseguenza, come un castello di carte.
-Vi lasciamo la stanza, se volete- li provoca Nick, con le braccia conserte e un'espressione divertita sul volto. È seduto alla destra del mio gemello, mentre Alexa alla sua sinistra. Le altre due sedie sono vuote, Renee e Maverick sono spesso in ritardo.
-Smettila di odorare le nostre anime- ribatte Ian, non sembra troppo interessato a reggere il suo gioco, i suoi occhi non fanno che cadere sulla ragazza al suo fianco. Non che avesse mai smesso di guardarla, nemmeno quando la situazione era incrinata, ma adesso non ha più quella sfumatura indagatrice e analitica che metteva la sua compagna sulla difensiva. Si gode solo la sua presenza, in uno stato di apparente serenità. Non è qualcosa che mi aspettavo di vedere oggi.
-Oh, ma è il mio talento, che vuoi farci? Non posso mica compromettere la mia natura- e scimmiotta, con un'impressionante accuratezza, la voce di Ian, assume perfino quell'aria di superiorità che lo contraddistingue quando inizia un discorso del genere. Alexa spalanca la bocca, stupita, ed entrambi scoppiamo a ridere, mentre mio fratello fa del suo meglio per non cedere. Il fatto che cerchi di mantenere un atteggiamento serio non fa che aggiungere materiale per il nostro divertimento. Mi era mancata questa sensazione, e anche se spesso avverto questa aria di famiglia anche solo con Nick e Renee, sento comunque il vuoto lasciato da mio fratello. Ci ho convissuto vent'anni e anche se adesso ci siamo ritrovati, ho sempre paura che possa tornare. È come se fosse dietro ogni angolo della mia vita, pronto a riaffiorare, prendendosi tutto quello che ho costruito duramente.
La restante parte del gruppo irrompe nella nostra scenetta all'improvviso, spalancando la porta. Insieme a loro c'è un ragazzo che non ho mai visto, e a giudicare dalla gran quantità di tatuaggi che mette in mostra sulle braccia non viene dalla Base. Anche Nick si irrigidisce sulla sedia, interessato al nostro nuovo ospite, forse prima ancora del suo odore, deve aver sentito i suoi passi: quando cammina la catena scintillante attaccata alla cinta si scontra con le sue gambe.
-Scusate il ritardo, i vostri amici mi hanno fatto almeno venti minuti di interrogatorio, per un attimo ho creduto di essere sotto arresto- sta scherzando, ma c'è una nota di diffidenza nella sua voce. Non ci conosce e sembra essersi ritrovato qui per cause che non dipendono dalla sua volontà. Spesso lancia qualche sguardo ad Alexa che accenna a un sorriso, non l'ho mai vista tanto spensierata come oggi.
-Elia, prego, siediti- gli dà il benvenuto mio fratello; non avevo dubbi lo conoscesse, nulla accade senza il suo controllo, eppure riesco a rilassarmi solo dopo che ha pronunciato queste parole. Il ragazzo rimane in piedi, aspetta che gli altri prendano posto prima di lui. Renee fa il giro del tavolo per salutarmi con una mano sulla spalla e per scombinare i capelli a Nicholas, che brontola in risposta, poi affianca Alexa. Maverick trascina una sedia in più per il nuovo arrivato e lui si siede all'angolo del tavolo, il posto che rimane vuoto è a capotavola, di fronte ad Ian. Odierei quel posto. Eppure Elia non sembra farci caso, si lascia cadere sulla sedia e ci osserva.
-Nick?- chiede Ian senza aggiungere altro.
-La sua anima non ha un odore piacevole, piuttosto fumoso e...-
-Non ho avuto molto tempo per lavarmi, sapete, sono un ricercato. Non credevo che sarebbe stato un problema- alza un sopracciglio, adesso nel suo tono c'è decisamente più diffidenza che ironia.
-Non c'entra con l'igiene, Nicholas cerca di capire se possiamo fidarci di te. Anche se una doccia non ti farebbe male- commenta Renee, si scambiano una breve occhiata, Elia storce le labbra in quello che dovrebbe essere un mezzo sorriso.
-Sono qui, ho mantenuto la parola, mi sembra un buon inizio- alza le spalle, disinteressato. Non riesco ancora a capire perché Alexa e Ian lo abbiano reclutato. Ha l'aspetto di uno di quei ragazzi che vivono nei vicoli delle grandi città, all'ombra dei locali notturni. Clara lo ha citato diverse volte, ma non credevo fosse una risorsa tanto fondamentale.
-La sua anima è decente- esclama Nicholas dopo qualche minuto, ci ha riflettuto molto più a lungo del solito. Mi chiedo che cosa abbia percepito di tanto ambiguo da ricorrere a una analisi tanto approfondita. È sempre stato bravo a inquadrare le persone all'istante.
-Questo è un vero inizio- aggiunge Ian, impassibile.
-Wow, il test sta procedendo meglio di quanto mi aspettassi...- ha un tipo di umorismo peculiare, non è mai esagerato o veramente divertente, non cerca la risata, piuttosto un modo per celare i suoi veri pensieri. Non saprei dire se è preoccupato per la posizione in cui si trova o genuinamente interessato ad aiutarci. Entrambe le affermazioni potrebbero essere vere. Non c'è molto altro di lui che riesco ad analizzare, perfino i suoi vestiti logori e di un rosa appariscente non dicono niente sulla sua personalità, sembrano più dei distrattori.
-Alexa mi ha detto che stai scappando dai militari, come mai?- il mio gemello è del tutto a suo agio in questo ruolo. Non è né troppo austero né particolarmente amichevole. Elia serra le labbra e scuote il capo, per nulla intenzionato a cedere.
-È una faccenda molto più che personale. Questo non ha nulla a che fare con il nostro accordo-
-Avanti, non costringermi a farlo-
-A fare cosa?- in un attimo viene colto da uno spasmo, quasi fosse sul punto di rimettere. Il suo corpo inizia a piegarsi in una successione ritmata di contrazioni. Devo voltare la testa dall'altro lato, non mi piace guardarlo. Anche se la musica della sua sofferenza continua a darmi la caccia, talmente vivida che potrei trasportarla su uno spartito. Con la coda dell'occhio scorgo Renee e Maverick puntare lo sguardo sulla superficie lucida del tavolo, mentre Alexa è l'unica, oltre mio fratello, a non staccare gli occhi dalla scena. Accarezza appena il suo braccio con la punta delle dita, facendo la guardia sulle sue azioni. In effetti qualcuno deve essere in grado di assicurarsi che non esageri, non solo qualcuno che Ian sia disposto ad ascoltare, ma anche qualcuno che riesce a sopportare la vista del suo talento. Qualcuno che ne è attratto.
-Hai un'ottima resistenza, i miei complimenti- e non ho dubbi che questo contentino appaia dolcissimo alle orecchie della sua vittima. La manipolazione di Ian può essere dolorosa, ma mentre annaspi, cercando di liberarti dal suo controllo, scopri che una parte di te vorrebbe solo abbandonarsi alle sue richieste e non ostacolarlo oltre. Inizi a volerlo, perché è più facile di resistere.
-Ero una spia, per questo mi cercano. Ora ti prego, smettila- ha il fiato corto, le parole escono dalla sua bocca frettolose e tutte attaccate, quasi zuppe del suo dolore. Ian lascia la presa sulla sua mente all'istante, quello che gli ha fatto è abbastanza da essere sicuro di poter continuare la conversazione secondo le sue regole. Elia fa dei respiri profondi e si passa una mano sul volto, la fronte gronda di sudore. Il mio gemello non gli fa nessun'altra domanda, aspetta che sia lui a dargli quello che vuole. Alexa continua ad accarezzargli il braccio, questa volta con distrazione, è persa ad osservare il suo compagno, le labbra leggermente schiuse. Non so come faccia ad accettarlo, è la parte di Ian che mi terrorizza di più. Forse per lei è più facile perché non può subire lo stesso, non è mai a rischio. Ma al tempo stesso non c'è nessun giudizio nei suoi occhi azzurri, anzi, sono talmente limpidi che non fanno che riflettere la sua ammirazione. Non ha gli stessi rigidi schemi morali che mi hanno insegnato per tutta la vita.
-Sei anni fa sono partito per una missione segreta in Quatar, non sono mai tornato. Pensano che io sia morto...gli ho fatto credere di essere morto- si corregge quasi subito, la celerità indica la paura che Ian possa ricominciare a torturarlo. Non dovrebbe nemmeno alzare un dito per farlo. È nel momento in cui lo realizzi che lui ha veramente il controllo della tua testa.
-Ho scoperto delle cose atroci, cose che non avrei mai voluto vedere. Ho raccolto le informazioni ma non le ho mai consegnate. Avevo 21 anni, ero un coglione, non sapevo nulla del mondo, mi sentivo un eroe per aver sventato una catastrofe. Ma scappare da loro non è stata una passeggiata, non avevo nessun altro appiglio e ovviamente non potevo tornare dalla mia famiglia-
È ipocrita vederlo adesso come una vittima delle circostanze? Basta una storia drammatica a farmi mettere in prospettiva la vita di qualcuno? I miei stessi pensieri mi imbarazzano.
-Contento adesso?-
-Molto. Perché sai, all'inizio volevo solo capire quanto fastidio potessi dare ai militari, ma ora che mi hai raccontato questa storia non posso non pensare a un piano migliore. Che cos'è che si fa quando si hanno due nemici numericamente superiori a noi?-
-Li mettiamo l'uno contro l'altro- è Alexa a rispondere questa volta, lei stessa persa nei suoi pensieri, la sua voce è quasi quella della manipolazione.
-Si decimeranno a vicenda- aggiunge Nick.
-Come fate a sapere che non ci rimetteranno anche i nostri? I ragazzi che sono rimasti alla Base non solo sono inconsapevoli del mondo esterno, ma non hanno nemmeno gli strumenti per difendersi- continuo a sorprendermi di ritrovarmi d'accordo con Maverick la maggior parte delle volte che interviene nel Consiglio. Non so se è per l'atteggiamento che ha per la maggior parte del tempo o perché ogni volta che si scontra con Ian ne esce sconfitto, ma tendo spesso a sottovalutarlo. Quando invece, sebbene forse si fomenti troppo, è tra le persone più equilibrate e normali della Base. Tiene ai suoi compagni, nessuno potrebbe dire il contrario. Per questo si fidano tanto di lui, e probabilmente è anche per questo che mio fratello ha accettato la sua presenza. È colui che non si fa problemi a marcare i segni di rischio di ogni piano, e Ian ne ha bisogno.
-Sarà un processo graduale. Saremo noi a decidere quando accendere il conflitto, basterà una piccola spinta da entrambe le parti. A questo proposito, per fare in modo che il piano funzioni e termini il prima possibile, Alexa tornerà alla Base. Noi possiamo controllare i militari da quassù, ma serve qualcuno di cui ci possiamo fidare anche sottoterra. E come abbiamo visto con Kira, avere spie non ci ha portato a grandi risultati, soprattutto se non è uno di noi. Vorrei anche controllare lo stato di Bobby, quel ragazzo non è il tipo da perdere la testa, ma se non l'hanno ancora scoperto, deve essere sul punto di una crisi- Ian prosegue a parlare anche dopo le esclamazioni indignate di Renee. Ad un certo punto la ragazza si alza in piedi, in uno scatto rumoroso che lo costringe a fare una pausa per rivolgerle uno sguardo.
-Sei fuori di testa!? Come puoi lasciarla andare in questo modo?- si accanisce contro mio fratello e lo guarda con gli occhi carichi di un'emozione che raramente esprime, non con tanta violenza. Magari sono io fin troppo suggestionabile oggi, però avverto che nel suo sguardo c'è molto più della delusione per l'ennesimo comportamento ambiguo di Ian. Anche perché ormai dovrebbe averne fatto l'abitudine.
-L'ho deciso io, Renee- Alexa prova ad attirare la sua attenzione, ma la sua amica non schioda lo sguardo dal suo oppositore.
-Oh, non ho dubbi che tu lo abbia fatto, ma Ian si può sapere che problemi hai? Ci siamo fatti il culo per trascinarla via da lì.- gli sta rimproverando qualcos'altro, quella di Alexa è solo la scintilla che l'ha fatta scattare.
-Pensi che io ne sia felice? Ma la sua presenza alla Base potrebbe farci riprendere il controllo sulla situazione. E poi sarà per un tempo ben determinato, non un giorno in più del necessario. Se Alexa riuscisse a trovare il codice per aprire la porta che porta al Blue Glass potremmo far evacuare il resto dei ragazzi dal tunnel sotterraneo. Noi stessi potremmo usarlo per accedere senza essere visti. È un vantaggio che non possiamo ignorare- il mio gemello si mantiene calmo, come in ogni discussione, l'agitarsi del suo interlocutore sembra alimentare la sua razionalità. È quasi catartico per lui, come se sfogasse le sue emozioni represse attraverso il nervosismo altrui.
-Certo, invece la situazione di Adam riesci ad ignorarla eccome- tutti i presenti nella sala del Casinò si irrigidiscono, perfino Elia avverte che Renee ha appena tirato fuori un discorso proibito. Non ho mai sentito pronunciare il suo nome da nessuno all'infuori della ragazza. Ian non ne fa accenno dalla notte della prima incursione, e se lui non ne parla, nessuno ha il coraggio di tirare fuori il discorso. Perfino io non mi sento in diritto di farlo. Ma l'atleta riccia, in piedi con le braccia tese e contro il tavolo, non sembra temere niente.
-Non hai idea di quello di cui stai parlando- la voce di mio fratello si incrina in modo appena percettibile, ma dubito che Renee lo abbia notato. Non è il tipo che fa caso ai piccoli segnali del corpo, vede solo le azioni. E nella sua testa ha già giudicato Ian colpevole.
-No? Forse perché tu non fai che rifiutarti di prendere in considerazione l'idea di salvarlo. Hai pensato che potrebbe essere lui quello che Arthur ci darà in cambio?- prima di fare l'ultima domanda Renee ha tentennato, restia. Sfidare l'intelligenza di mio fratello non è qualcosa da fare con leggerezza, perfino in uno stato emotivo tanto alterato.
-Non è Adam- ribatte secco. Mi aspettavo di vederlo incattivito, punzecchiato dalle sue parole invadenti. Ma da qualsiasi parte abbia seppellito i ricordi del suo compagno di stanza, deve essere senza dubbio un buon nascondiglio.
-Come fai ad esserne così sicuro?- questa volta è Maverick a parlare, nel momento perfetto per andare contro Ian ma senza beccarsi un'occhiataccia da Renee per l'intromissione. E se gioca bene le sue carte potrebbe allontanarli dal discorso spigoloso.
-L'ho visto, mancano due giorni. È abbastanza perché io possa essere certa delle mie visioni-
-E quindi chi è?-
-Ha forse importanza? Se non accettiamo il cambio lo giustizieranno- aggiunge Nick, tiene le braccia conserte dall'inizio della discussione.
-E quindi vuoi far credere loro che non vuoi più Alexa?- sbuffa Maverick, non convinto. Renee è tornata a sedersi, ma freme ancora. L'ombra di questo argomento è destinata a rimanere sulle mura della stanza per un altro po'. Sebbene io sia convinto che questa non sia una questione del Consiglio, ma una faccenda privata. Sia lei che Ian dovrebbero concedersi un momento per essere sinceri l'uno con l'altra, perfino urlarsi contro se desiderano. Ma più che un piano, è un blocco emotivo quello che devono elaborare.
-Non esattamente. Ci piacerebbe metter su un piccolo spettacolo, loro devono credere che lei sia rimasta fedele alla Base. Amore, temo che dovrai spararmi...- volta il capo verso di lei, con un tono drammatico. La ragazza serra le labbra per non ridere, e io mi chiedo se lo faranno davvero. Perfino Elia si lascia andare in un sorriso evidente, che mostra un canino particolarmente appuntito.
-Ci siamo forse persi qualcosa?- domando, incerto se si tratti del momento giusto. Ho difficoltà a ritagliarmi uno spazio in questa riunione, ci sono troppi dettagli che mi sfuggono, e non riesco a capire la mia posizione.
-Alexa tornerà alla Base e racconterà quello che noi vogliamo. Dipingerà la situazione in modo che sia verosimile, ma non esatta.-
-Significa che la sua versione dovrà combaciare con quella della persona che sacrificheremo?- chiede Renee, schietta.
-Sacrificare non mi sembra un bel termine, Renee- puntualizzo, c'è già abbastanza malumore in questa stanza.
-Perché, come altro lo definiresti?- la ragazza alza un sopracciglio, perplessa. Non rispondo. Non è una decisione facile da prendere, chiunque verrà usato come moneta di scambio verrà di sicuro torturato per ottenere delle informazioni. Gli accadrebbe quello che ha passato Alexa in questi mesi, forse anche peggio. Visto che lei è la figlia di Arthur immagino che avessero comunque un limite.
-Vado io- la sua voce mi colpisce come una lama. Che cazzo.
Nicholas scioglie la stretta che teneva salda sui gomiti e poggia i palmi sul tavolo, è come se si fosse tolto un peso che portava da tempo.
-Non puoi dire sul serio- esce dalle mie labbra senza che possa controllarlo, nessuna etichetta o diplomazia. Ho scordato tutto. Mi volto a guardare il mio gemello in cerca del suo supporto, ma quando incontro i suoi occhi, non li trovo simili ai miei. Per niente. Osserva Nick come per assicurarsi della sua convinzione, si comporta come... come se se lo aspettasse.
-No, non...- farfuglio, incapace di mettere su un discorso sensato. Non riesco nemmeno a pensare. So solo che non posso impedirglielo. Rischierei di diventare come Ian. Ma cazzo quanto fa male questa scelta.
-Nick, per favore, non dire cazzate.- Renee è incredula, più che turbata. Scuote il capo colmo dei suoi morbidi capelli ricci, per la prima volta sembra abbandonare il rancore nei confronti di mio fratello.
-Ti faranno a pezzi, ragazzino- commenta Maverick, nemmeno lui prende sul serio le sue parole. Nessuno dei due lo conosce bene quanto me. Quel tono è lapidario, ha già preso la sua decisione. Ci ha riflettuto senza dirmelo, forse perfino tra le mie braccia la notte. Per cinque giorni, i successivi alla chiamata di Arthur, si sarebbe potuto voltare verso di me e riferirmi quello a cui stava pensando. Avrebbe potuto chiedermi un parere, o anche solo avvisarmi, e forse adesso non sarei tanto devastato. Ho dato per scontato il suo posto al mio fianco per tutta la durata della riunione, adesso non riesco a levargli gli occhi di dosso, come se una volta presa questa decisione, potesse sparire da un momento all'altro.
-È anche la mia casa, ho vissuto lì dentro quanto tutti voi. Non osate trattarmi in modo diverso- è un avvertimento, un tempo forse avrebbe attaccato senza pensarci due volte.
-Sono d'accordo con Nick. Correrebbe molti meno rischi lui che chiunque altro qui dentro. Una gran parte di informazioni gli è inaccessibile, a quel punto è piuttosto inutile accanirsi. È la mossa più intelligente da fare. Quella che può ingannare Arthur- l'intervento di Ian spazza via il caos precedente, ma nella mia testa continuano ad affollarsi pensieri che non riesco ad afferrare. Mi sento stordito.
-Mio padre rimarrà affascinato dalla tua abilità. Ti prometterà l'impossibile, ma tu non dovrai mai credergli- aggiunge Alexa. Rispetto al suo compagno lascia trasparire un briciolo di preoccupazione, e forse è quello di cui avevo bisogno. Vedere che non sono l'unico a cui sfugge il controllo delle proprie emozioni. Alexa si alza, passa dietro la sedia di Ian e si dirige verso il mio ragazzino biondo. Si inginocchia con un piccolo tonfo, le sue ginocchia si scontrano con il pavimento lucido. La osservo, quasi ammaliato, quando prende la mano pallida di Nicholas e la stringe tra le sue.
-Farò di tutto in modo che tu non subisca nessun danno. Sono disposta a subire qualsiasi punizione per salvaguardare la tua salute. Avrò cura di te come ne avrei per Ian. Te lo giuro- lo sta promettendo a lui, ma in qualche modo sento che si sta rivolgendo anche a me. So che Alexa mantiene la parola, e so che per compiere un gesto del genere deve aver fiutato le paure nascoste di Nick. So che riesce a vederlo sul serio, a capirlo in un modo simile al mio. Vorrei che fosse abbastanza per calmarmi.
-Alexa, lo so. Ti affiderei la vita- abbozza un sorriso con un angolo delle labbra e stringe la stretta che unisce le loro dita. Mi volto verso Ian con gli occhi lucidi, scorgo nella sua espressione delle sottili crepe, i moti del suo animo che vacillano sotto il controllo della sua razionalità. È un buon piano, forse il meglio che possiamo fare in queste condizioni.
Eppure, come può lo scenario migliore mettere in pericolo le due persone che amiamo?
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