Capitolo 22

Ian

Sto fermo davanti ad una porta bianca.
Ho avvertito Kira dei risultati.
E ora mi ritrovo qui. A fare cosa non lo so.
Alexa si é addormentata ed é ancora sul lettino del laboratorio.
Se sapesse quello che sto per fare mi ammazzerebbe.
É la sua vita, non dovrei immischiarmi così.
Ma voglio sapere; non sono mai stato così curioso ed é questo che mi preoccupa.
Cosa sto diventando?
Mi hanno sempre detto che la curiosità é pericolosa e maligna. Questa storia mi sta cambiando; lei mi sta cambiando.
E non so ancora se in meglio o in peggio.
Forse dovrei lasciare perdere tutto e tornare in camera mia.
Tornare dai miei amici e continuare ad allenarmi come gli altri ragazzi.
Fanculo.
Apro la porta.

Quando entro, noto subito come l'infermeria splenda. É tutto così pulito e ordinato. Le pareti bianche sembrano essere state appena verniciate; anche il laboratorio ha le pareti bianche, ma sono coperte da dei grossi scaffali e attrezzature, invece qui danno un effetto luminoso alla stanza.
Una signora sta silenziosa in un angolo, sistemando dei medicinali. Guardo attentamente il suo lavoro, aspettando che si accorga di me.
La signora osserva i barattoli delle medicine e li ordina secondo l'iniziale del nome.
Poi, alza la testa e mi rivolge un sorriso.
- Come posso esserti utile?-
Non riesco proprio ad immaginare come si comporta con Alexa, é pure così disponibile e gentile? O lo é solo con i suoi pazienti?
- Sono qui per parlarle di sua figlia-
Il suo sorriso svanisce così come é comparso.
- Le é successo qualcosa?- chiede preoccupata, deve essere bello avere una persona che tiene alla tua salute. Sono sicuro che anche Adam si preoccuperebbe per me, ma in un modo diverso da una madre.
Scuoto la testa per rassicurarla.
- Volevo solo mostrarle questi- le porgo i fogli che avevo in mano.
Lei li prende rivolgendomi un'occhiata infastidita.
Osserva le analisi attentamente e quando alza lo sguardo non é più l'infermiera sorridente di prima.
- Cosa vuoi?- mi chiede seria. Devo stare attento a cosa le dico, sembra sul punto di scoppiare.
- Solo sapere la verità- controllo la mia voce, in modo da risultare calmo e disponibile. Forse non sarà necessario manipolare la sua mente; preferisco sempre evitarlo.
- Non c'è nulla da sapere- mi dice piegando le analisi e porgendomele.
- Perché vuole nasconderla?- le chiedo direttamente. Mi mordo il labbro, non dovevo essere così impulsivo.
- Non so come hai avuto queste analisi, ma ti stai sbagliando su Alexa-
- Perché sto sbagliando? Perché credo che lei sia speciale? Non può mascherarlo per sempre- sento i muscoli tesi, non credevo che questa donna avesse una così bassa considerazione della figlia.
- Tu non sai nulla. Chi sei per decidere cosa é un bene per lei?- sbraita arrabbiata.
E ha ragione. Non sono nessuno per Alexa.

- Voglio solo aiutarla-
La signora si avvicina a me e alza la testa per riuscire a guardarmi negli occhi, sono troppo alto.
- Se vuoi il suo bene, distruggi queste analisi e allontanati da mia figlia-
Rimango in silenzio.
Non posso farlo.
Lei deve sapere la verità, non posso nascondergliela; e pure vero che doveva scoprirla da sola e non dovevo intromettermi.
- lei é come noi- affermo sussurrando; mi riferisco al mio gruppo.
- Alcune persone del tuo gruppo riescono a sviluppare talenti più complessi- risponde semplicemente.
Come me.
Decido di continuare a tenermi segreto il mio talento, lei non sembra conoscere bene di cosa sta parlando.
- E le pillole a cosa servono?-
- Le ho create io, dopo vari esperimenti. Riescono a nascondere il talento di una persona- afferma. Forse si é accorta che mi sta dando troppe informazioni. Cosa molto comune quando le persone parlano con me.
- Come fai a sapere dei farmaci che prende?-
Ignoro la sua domanda.
- Ma negli ultimi tempi non sembrano funzionare eh?-
Lei spalanca gli occhi sorpresa.
- Qualcuno l'ha notato?-
- Non credo. Probabilmente solo io-
Tira un sospiro di sollievo. La guardo, non capisco ancora le ragioni per cui ha fatto tutto questo. Io sono come lei, ma non mi sento in pericolo.
- Ha passato una vita difficile- mormoro.
- É diventata forte- é la sua giustificazione?
- Non credo sia un buon metodo per insegnarglielo- lei mi lancia un'occhiataccia
- Ogni tanto le madri devono fare delle scelte. Forse quando diventerai padre lo capirai- dice irritata.
Non deciderei mai di rovinare la vita a mia figlia.
- Ha passato diciannove anni credendo di essere inutile e sbagliata-
- La sua vita é stata come le persone normali, là fuori nessuno ha un talento - e si incupisce. Non riesco ad immaginare un mondo pieno di persone vuote, senza nessuna capacità.
- Continuo a non capire il motivo- insisto io.
Tutto questo per arrivare a cosa?
- Sai che succede ai più bravi, giusto?-
Annuisco. Se eccelli in quasi tutto, sei un ottimo candidato per testare il siero.
- Sono sicura che sarebbe stata la più brava della base-
- lei lo é- aggiungo, non credo di poter continuare una conversazione con questa donna.
- Non credo che lei potrà continuare a nasconderlo-
La signora si avvina ancora a me, e per un attimo temo che voglia picchiarmi.
- Se le vuoi bene- inizia - Se la ami- aggiunge. Questa parola mi fa rabbrividire.
- Nascondi queste analisi e non parlarle mai di tutto questo-
Annuisco ed esco in fretta dall'infermeria.

Quando torno da Kira, la trovo a pulire delle provette.
- Grazie comunque- ci tengo a mostrarle la mia gratitudine, mi fido di lei.
- Non avevo mai analizzato una persona così..-
- Così come?- le chiedo. Spero non si lasci scappare nulla di lei con qualche suo collega.
- Interessante- continua.
- Perché, io non sono interessante?- esclamo fingendomi offeso.
- Tu non saresti interessante nemmeno se avessi una coda- mi prende in giro.
La mia fortuna é che dai test la mia capacità non si può intuire, mentre a quanto pare quella di Alexa é evidente.
Sai cosa succede ai più bravi, giusto?
Questa frase si ripete nella mia testa; cosa dovrebbe succedermi?
Non mi sento in pericolo, anzi.
Ma cosa spingerebbe una madre a fare tutto questo?

Guardo Alexa, ancora profondamente addormentata.
- Non ti crea disturbo se passa la notte qui?- le chiedo. Non me la sento proprio di svegliarla.
- Assolutamente no. Non credo dormiró questa notte, vorrei passare più tempo a studiare questi dati- spiga lei ancora emozionata, nonostante sia tardi.
Mi porto un dito alle labbra per ricordarle che tutto deve essere svolto in segreto.

- Va bene. Allora vado- sorrido e mi avvicino alla scrivania.
Prendo un foglio e una penna, scrivo qualche parola in fretta e piego il pezzo di carta.
Mi volto verso la mia amica.
- Quando si sveglia consegnaglielo-
Lei annuisce e lo infila in una tasca del camice bianco.

- Buonanotte Alexa- mormoro chiudendo la porta alle mie spalle.
- Domani cambierà tutto-

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