Capitolo 25
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"Venne la notte e poi venne il giorno.
La Forza Cosmica e la Forza Vivente si andarono incontro
per stabilire un nuovo accordo.
Una scheggia di oscurità fu messa nel cuore di un neonato,
affinché l'equilibrio fosse ritrovato.
Le due Forze usarono un granello di sale,
per spostare tutto il mare.
Una lacrima cadde sul sale
e da questa nacque l'amore.
Quando i pianeti cominciarono a ruotare,
un malvagio avvolse il mondo nel male.
La Forza Cosmica e la Forza Vivente
affidarono il fato ad un innocente.
Zolfo e mercurio presero forma umana
e una nuova diade si trovò a metà strada.
Il legame tra loro non può essere spezzato,
ma la morte può alterare tempo e spazio.
Se un lato verrà a mancare,
l'universo farà crollare.
Ma se uno Skywalker perde la via,
non scordare la profezia.
Giovane sposa, tu non temere,
se il tuo sposo vorrai riavere.
Con coraggio ritrova il lato mancante
e oltre al sogno sarai trionfante.
Amore, paura e sacrificio
saranno il prezzo per tornare al principio.
Quel che fatto è fatto e non c'è soluzione,
ma all'inizio vi fu l'indeterminazione.
Se le dimensioni in pace vorrai far tornare,
mercurio, zolfo e sale dovrai far incontrare.
E tu che sei sale,
nel sacrificio mostrerai il tuo amore.
Si aprano le acque, si sollevi il mare,
infuri la tempesta, si spostino le lune,
se ciò che ami vorrai salvare,
i tre simboli dovrai far combaciare.
Ashla, Bogan e Tython,
tutto tornerà al suo pantheon.
Giovane sposa, tu non tremare,
segui la via dove porta il tuo cuore.
E quando la fine sarà l'inizio,
nove maestri giudicheranno il tuo servizio.
Se amore, paura e sacrificio in pace porterai,
in cambio un dono avrai.
E quando le lune saranno nella stessa dimensione,
l'amore sarà l'unica indeterminazione.
⧫⧫⧫
Poe si svegliò di scatto, confuso, stordito, cantilenando ancora le ultime parole pronunciate:
"Basta cantare, Aleena, basta almeno adesso!"
Si ritrovò a terra in una stanza luminosa fatta di Kyber, due colonne di pilastri luccicanti e nove scranni con otto esseri senzienti seduti sopra. Tra loro vi erano alcuni umani. Decisamente una visuale molto diversa dall'ultima che ricordava. E quella la ricordava bene: era il terreno riarso di Bogan, appena un secondo prima dello schianto.
"Vieni avanti!" Una voce rimbombò nella sala e lui restò un po' sorpreso, un po' intimorito, un po' pensieroso, mentre lentamente si rialzava.
"Chi siete?" Li fissò di traverso, portando una mano verso la fondina del blaster. "Dove mi trovo?" Sentì il freddo del metallo sotto le dita. "Che cosa volete da me?" Non era sicuro ma, nel dubbio di capire le loro intenzioni, si preparò a sparare.
"Non temere..." disse una voce femminile.
Ma non si sentì ugualmente sicuro fino a che, nel riflesso della luce che arrivava dal fondo della stanza, guardando verso il basso, riconobbe una figura. Una piccola figura a lui nota. Un essere vivente che pensava non avrebbe mai più rivisto.
"Benvenuto tra noi, pilota!"
Poe sgranò gli occhi, togliendo la mano dal blaster. Il suo cuore batté più forte, con sorpresa e un pizzico di gioia. Anche se non avrebbe mai ammesso con nessuno che, in fondo, si fosse quasi affezionato a quella piccola, grande, rompiscatole. Però, quando la vide aprire le braccia per andargli incontro, subito le sorrise.
"Aleena!" Fece una smorfia a mezza bocca. "Che diavolo ci fai qui?"
L'aliena ridacchiò, saltellando sul posto. "Sei stato bravo, Poe. Ho avuto fiducia in te fin dal primo minuto che ti ho visto. Ma adesso... adesso hai mostrato a tutti noi di che pasta sei fatto: hai perdonato il tuo nemico, hai espresso il tuo amore incondizionato, hai aiutato chi aveva bisogno, superando le divergenze di parte e, soprattutto, ti sei sacrificato sperando di salvare altre vite."
In quel momento una piacevole brezza marina, trasportando un delicato odore di salsedine, lo colpì in pieno viso. I capelli ricci cominciarono a svolazzare, mentre una profonda pace interiore pervase il suo animo.
"Non capisco, dove mi trovo?" disse, guardandosi attorno.
"Che cos'è questo posto?" continuò stupefatto, sentendo il proprio spirito aprirsi verso la bellezza di quel mondo ignoto. Girò le pupille in tutte le direzioni quando qualcosa attirò la sua attenzione verso un punto indefinito.
L'Aleena aprì le braccia. "Sei nella Forza, adesso."
"La Forza?" domandò attonito. Che cosa stava cercando di dirgli, quell'aliena dispettosa?
"Esatto" ribadì l'Aleena, sbattendo le ciglia. "Non hai mai sentito parlare dei maestri Je'daii? Noi siamo stati i primi."
"Noi?" balbettò, sentendosi sempre più confuso. "I primi?"
E l'Aleena, lasciando che la luce riflettesse sui suoi dentini aguzzi e brillanti, inclinò la testa, guardandolo di sbieco.
"Quindi non li conosci?" ridacchiò, ma Poe sapeva che lo stava prendendo in giro come suo solito. Poi, però, la sua espressione divenne seria e Poe l'ascoltò con attenzione quando riprese a parlare.
"Molto tempo prima della Repubblica e dell'Impero, ancora prima che apparissero i primi Jedi, per millenni abbiamo cercato di mantenere l'equilibrio tra tutti i lati della Forza. Ma, con il passare degli anni, dopo l'intervento dei malvagi Rakata e la formazione dei due schieramenti Jedi e Sith, la nostra conoscenza è andata perduta. E con essa l'equilibrio."
"Quindi tu sei..." Poe si grattò i capelli, scuotendo la testa incredulo. "Tu saresti una maestra della Forza? E se io posso vederti, vuole dire che anche io sono nella Forza!"
Sbarrò gli occhi, sempre più perplesso. "Ma com'è possibile?" Allargò le braccia, agitando le mani. "Io non ho la Forza!"
In quel momento tutti i presenti scesero dagli scranni, andandogli incontro.
"Non ancora..." sussurrò l'Aleena, allargando il sorriso fino alle pieghe degli occhi.
La luce aumentò e gli spiriti dei maestri Je'daii si misero in cerchio, allungando la mano destra nella sua direzione. Il cuore di Poe perse un battito. Strizzò gli occhi, perplesso, non sapendo veramente cosa pensare. Poi arricciò le labbra in una smorfia e aggiunse:
"Cosa intendi dire con non ancora?"
I maestri Je'daii, intorno a lui, gli sorrisero.
"Vuole dire che hai superato la prova e vorremmo chiederti di diventare uno di noi." Il volto dell'Aleena divenne più dolce.
"Io?" Portò le mani al petto, indicando se stesso. "Ma come posso aiutarvi, se sono morto?"
Una ragazza dall'aspetto molto giovane fece un passo avanti.
"In realtà, non sei del tutto morto."
Poe iniziò a non capire più nulla. Ricordava benissimo quando la sua nave si era schiantata contro la luna. "Mi state prendendo in giro?"
"No, Poe" disse un una vecchia Twi'lek, allungando il palmo della mano sinistra verso di lui. "Capisco che tutto questo possa sembrarti assurdo, ma dopo che Bogan si è fuso con Thyton, avete permesso alla Profezia di tornare al principio. Tu, i tuoi amici, siete tutti in bilico dentro ad un varco spazio-tempo. Dietro a voi c'è il passato così come l'avete vissuto ma, qui davanti a noi, c'è un futuro diverso. Una curvatura in grado di far coincidere due strade, altrimenti parallele."
"Cosa?" disse Poe, guardando l'Aleena per chiederle conferma. "Mi state dicendo che è possibile cambiare il passato? O stiamo parlando del futuro?"
"Tutto è possibile alla Forza, ma ogni cosa ha un prezzo" aggiunse un umano, strizzando i suoi grandi occhi nocciola.
"Un prezzo? E cosa potrei darvi, se sono già morto?"
Un selkath, di nome Neru, gli sorrise e prese la parola.
"Vedi, Poe, noi abbiamo fatto il nostro tempo. E adesso abbiamo bisogno di giovani, valorosi e forti, disposti a sostituirci nel mondo materiale."
Poe indietreggiò sempre più sorpreso. Non era possibile.
"E state pensando a me? Ma cosa potrei fare io, che non sono neanche un Jedi? Non saprei neanche da dove iniziare..."
Abbassò lo sguardo, cercando l'Aleena.
"Tu sei una persona buona, Poe, e, poi, non sarai solo..."
"No?"
L'Aleena riprese a sorridergli.
"Ti insegnerò tutto io..." sussurrò.
Poe fece un passo indietro. Non era sicuro che quella fosse una buona idea. Le sue performance, in vita, non erano state proprio delle migliori. Era stato arrogante, imprudente e spesso ottuso e presuntuoso. Talmente presuntuoso e testardo da aver causato persino la perdita di vite umane e aliene. No, lui non era la persona giusta...
"Ci sarà Finn" aggiunse l'Aleena. "Anche lui diventerà un maestro Je'daii."
Poe fece una smorfia, cominciando a grattarsi il mento.
"Finn? Finn sarà uno Je'daii?" Per un attimo pensò che la testa gli stesse per esplodere. Era morto? Stava sognando o cosa?
L'Aleena annuì, scuotendolo dai suoi pensieri.
"Hai capito bene."
Si avvicinò ancora, per sussurrargli sempre più da vicino.
"Con il tempo, arriveranno altri maestri e voi li accoglierete, li istruirete, ve ne prenderete cura, fino a che l'antico credo sarà ripristinato e tutta la Galassia sarà in equilibrio."
"Ma come posso fare?" Poe si piegò per guardare l'aliena negli occhi. "Non ho la Forza... e tu lo sai."
I nove maestri si strinsero intorno a lui e Neru riprese la parola.
"Ti basterà prendere una delle nostre mani e diventerai uno di noi. Sarai istruito e ti basterà seguire la via. Sarà l'amore a guidare le tue scelte e la compassione muoverà i tuoi passi. Non è difficile come pensi..."
Poe tentennò guardando i maestri. Non si sentiva pronto, né all'altezza della proposta, ma l'idea di vedere ancora Finn e di poter ancora stare vicino a lui, gli dava un senso di gioia e di speranza. Forse, con un po' d'aiuto, avrebbe quasi potuto accettare...
"Avanti, Poe" sussurrò l'Aleena. "Prendi la mia mano."
La fissò negli occhi. "Quindi, tu sapevi già ogni cosa..."
"Coraggio, Poe..." disse ancora l'aliena, ignorando la sua domanda. "Il vostro compito nel mondo materiale non è ancora finito... La vita dei tuoi amici dipende da te..."
Poe guardò l'aliena, quell'esserino piccolo e capriccioso che l'aveva tormentato praticamente da quando l'aveva conosciuto. Gli venne quasi da ridere pensando a come si fosse divertita a schernirli tutti, fingendosi ottusa, distratta e tante altre cose che era meglio neanche pensare. Chissà se l'aliena sapeva che sarebbe arrivato in quel punto, chissà se con i suoi scherzi avesse mosso i suoi passi, scuotendolo, fino a farlo arrivare a quella scelta, e chissà se quando aveva estratto il cos...
"Pilota? Mi sta venendo un crampo alla mano..." ghignò l'Aleena, appena ad un passo da lui, sottraendolo ai suoi pensieri.
E in quel momento sorrise. Forse, pensò Poe, così come la Forza gli stava dando una nuova occasione, anche lui poteva dare una nuova occasione alla Forza. Sospirò, cercando di calmare i battiti del suo cuore. Chiuse gli occhi e smise di pensare. Ma, quando li riaprì, allungò la mano per afferrare quella della piccola Je'daii.
"D'accordo!"
I nove maestri si guardarono compiaciuti. Un selkath abbassò la testa verso l'Aleena che gioiva con aria soddisfatta.
Tutti i maestri posarono una mano sopra quella di Poe e, mentre un'energia luminosa si irradiava tutt'intorno a loro, un piccolo buco nero comparve nella stanza.
"E questo cos'è?" domandò Poe.
Mentre lo diceva, il vortice oscuro si ingrandì e il suo corpo cominciò a dissolversi in un doloroso fumo nero.
Tutto di lui venne risucchiato al suo interno, portando via la bellezza di quel posto, i maestri Je'daii, il profumo del mare, la luce e tutti i suoi pensieri ma, mentre lo spazio e il tempo si incurvavano, una voce arrivò in quel restava delle sue orecchie.
"Ho dimenticato di dirti..." La riconobbe subito come la voce dell'Aleena. Strabuzzò quel che ancora esisteva degli occhi e, mentre svaniva dentro al buco nero, sentì l'Aleena gridare:
"Ho dimenticato di dirti che partorirai con dolore..."
...il suo corpo svanì nel vuoto, ma i suoi atomi rimasero perplessi molto, molto a lungo...
Rey si svegliò, sentendo delle parole echeggiare nella sua mente.
"Se amore, paura e sacrificio in pace porterai...
Si stropicciò gli occhi, sentendo in lontananza il lento frusciare di un corso d'acqua sotterraneo. Un lieve profumo di fiori prese il posto dell'odore di sale, zolfo e mercurio e una brezza leggera spostò i suoi capelli, lasciando ondeggiare i lembi delle sue vesti. Delle voci in lontananza:
"Tutto è energia, tutto è interconnesso..."
Batté le ciglia al ritmo del suo cuore, sentendo il cuore battere velocemente. Un ritmo pressante che allargava i suoi polmoni con un moto quasi doloroso. Una voce in sottofondo.
"I sogni sono come porte. Come pensi, così accade..."
Il suo corpo lentamente si risvegliò dal torpore, i battiti divennero più lenti, le fitte al petto meno dolorose. L'aria tornò ad essere leggera e tiepida. Respiro dopo respiro, battito dopo battito.
"E quando tutte le lune saranno nella stessa dimensione..."
Tutto intorno percepì qualcosa, come un fruscio. Un'eco. Nel dormiveglia dei suoi sensi, si rilassò come se stesse sognando e la sua essenza tornò nel lieve dondolio dell'acqua. Una soluzione pulsante, viva. Sentì il suo corpo cullato da un liquido prima tiepido e gentile e poi sempre più freddo, dal movimento fluttuante.
"...l'amore sarà l'unica indeterminazione..."
Come dentro ad un sogno, vide un paesaggio assolato. Il cielo limpido, con qualche nuvola passeggera, il canto degli uccelli e una lieve brezza marina. Sentì il frusciare delle foglie tra i rami e, controluce, vide delle farfalle. Cominciò a contarle: uno, due...
Alla terza farfalla un'onda frizzante le colpì le caviglie e lei abbassò gli occhi, accorgendosi solo in quel momento di avere i piedi immersi in un corso d'acqua. Un torrente, bellissimo, che portava verso una cascata. Sospirò, immergendosi in quella bellezza, e un profumo di fiori primaverili arrivò sul suo viso, insieme a delle gocce d'acqua gelata che la fecero scuotere dal suo torpore, portandola in stato di dormiveglia. Un sonno vigile.
"Tu cosa sogni..."
Si alzò. Avanzò per il torrente sempre più consapevole che quello fosse un sogno. Sentì qualcosa tirare. Vide dei pesci saltare fuori dall'acqua, dopo sentì quello stesso laccio tirare più forte. Qualcosa che la trascinava avanti e ancora, verso la cascata. Un ricordo cominciò a prendere forma. Due intensi occhi scuri. Due occhi angosciati, un cuore diviso tra oscurità e luce, stritolato nell'impossibilità di trovare una risposta al suo dolore... poi il fumo, un bagliore, le grida, il dolore e l'esplosione della materia. E infine la voce. Una voce che tutto pervadeva e tutto conosceva.
"Tu cosa sogni, Ben Solo?"
Nel sentire quel nome si svegliò di colpo.
"Ben Solo!" disse a voce alta.
Si trovò sdraiata sopra un pavimento di Kyber. La stessa sensazione piacevole del sogno. Lo stesso profumo di fiori e brezza marina, la stessa voce.
" ...in cambio un dono avrai..."
"Dove mi trovo?"
Si alzò lentamente, questa volta era sveglia, osservando stupita l'espressione serafica e benevola di nove maestri Je'daii, seduti su altrettanti scranni sospesi nell'aria.
"Chi siete?"
Una luce calda e intensa accarezzò il suo viso e una sensazione di piacevole benessere la pervase. Il profumo di fiori si intensificò e Rey pensò che fossero gli stessi Je'daii ad emanarlo nella stanza.
"Benvenuta, Rey Skywalker o, forse, dovrei chiamarti Rey Solo" le disse una Twi'lek, toccando le proprie appendici prensili ai lati della testa.
Rey la osservò con curiosità mentre abbassava il viso, ma non riuscì a vedere i volti degli altri maestri perché gli scranni erano controluce.
"Mi conoscete?" domandò, portando una mano alla fronte per vedere meglio. Dov'era? Chi erano queste persone? Come mai si trovava davanti a degli esseri senzienti che sembravano gli antichi maestri Je'daii?
Fu a quel punto che vide due figure, una alta e una bassa, alzarsi e andarle incontro.
Quando entrarono nella sua visuale, spalancò la bocca, sbatté le ciglia per qualche secondo e, poi, riconoscendole, corse ad abbracciarle.
"Aleena! Nella Bold! Siete voi?" Era talmente felice di rivederle che quasi non riuscì a crederci. Si piegò per abbracciare l'aliena, guardandola negli occhi.
"Come siete arrivate qui? Che cos'è questo posto?"
La piccola Aleena le sorrise soddisfatta e pure leggermente commossa.
"Rey, sono felice di rivederti! Mi dispiace per non averti detto niente prima, ma non potevo influenzare le tue scelte."
Rey spalancò le pupille. "Tu sapevi?"
L'aliena le accarezzò i capelli, di nuovo perfettamente legati nei suoi caratteristici tre panini.
"Noi siamo qui da molto tempo... abbiamo aspettato migliaia di anni perché una coppia di opposti si manifestasse."
La voce divenne più flebile o solo leggermente più triste.
"Una diade nella Forza..."
A quelle parole, Rey tornò consapevole di tutto il suo passato. Le sue origini, il suo abbandono, la morte dei suoi genitori, Leia, Luke, Han, i suoi amici e Ben Solo.
"Ben Solo" ripeté a voce alta. "Dov'è lui?"
Si alzò in piedi, lasciando le mani dell'aliena e fissando la giovane umana che aveva conosciuto durante il matrimonio nella Forza.
"Siamo morti insieme... la Profezia è stata esaudita con la nostra morte" disse, restando rivolta verso la ragazza.
Nella Bold annuì e lei voltò lo sguardo verso gli altri maestri che la studiavano in silenzio. Rifletté su cosa dire, fece una pausa, e poi parlò pensando di aver trovato le parole giuste, e di aver capito abbastanza.
"Io e Ben Solo, con l'aiuto di Finn, abbiamo compiuto la Profezia. Con la nostra scomparsa, e il ricongiungimento delle Lune di Thyton, abbiamo portato la Forza in equilibrio. Non esiste più nessun lato. La Forza è unita e la sua manifestazione nel mondo materiale è cessata."
I sette maestri ancora seduti si alzarono e raggiunsero Nella Bold e l'Aleena.
"Quello che dici corrisponde alla verità."
Le disse un maestro Je'daii che si presentò come Neru.
"Difatti" proseguì, "riteniamo che tu possa chiedere un dono in cambio del sacrificio che hai compiuto per ottemperare la Profezia."
"Quindi" sussurrò Rey, facendo un mezzo sorriso, "voi siete la Forza?" Allargò le labbra in un sorriso pieno. "E io..." Sollevò le sopracciglia con un'espressione incredula. "Se è così, potrei chiedervi qualsiasi cosa?"
"Certo. Ma ricorda che, se chiederai di tornare nel mondo materiale, dovrai attraversare il passaggio spazio-tempo aperto dal buco nero. E dentro a quel passaggio valgono solo le leggi del Principio di Indeterminazione" le disse una Twi'lek, muovendo le appendici prensili della testa verso l'alto.
Rey spalancò gli occhi. Se anche avesse chiesto di vedere ancora Ben Solo, ci sarebbe comunque stato un margine di indeterminazione per cui sarebbero rinati, ma in due dimensioni diverse o in due epoche, chissà...
Li guardò, non sapendo cosa fare. Ma la piccola Aleena le prese la mano e la guardò con dolcezza.
"Noi non possiamo intrometterci con le tue scelte, ma a volte la risposta alle nostre domande è scritta in un atto di fede... una corda invisibile che unisce il tutto alla stessa energia. Hai mai dato un nome a quell'energia?"
Rey la guardò, cercando di capire. Sentì come se una verità trascendente fosse celata in quelle parole. Si sforzò di pensare, concentrandosi sulla summa di tutte le esperienze vissute nella sua breve e triste vita. Roteò gli occhi, ancora assorta nei suoi pensieri; ma, quando una brezza leggera spostò i suoi capelli e un lieve odore di fiori e salsedine raggiunse le sue narici, capì che il suo cuore sapeva già cosa fare. Il suo cuore lo sapeva da sempre, forse aveva solo avuto bisogno di diventare immateriale per riuscire a sentirlo gridare.
"Voglio tornare con Ben Solo." Lo disse tutto d'un fiato, come se ci fosse un tempo limitato per parlare.
Osservò i volti dei maestri, analizzando se nei loro volti vi fosse qualche forma di risentimento o speranza disattesa, ma li vide restare immobili con l'aria serafica e benevola, esattamente come li aveva visti fin dal primo momento.
A quel punto guardò l'Aleena che, sotto di lei, sorrideva compiaciuta e poi guardò Nella Bold, che la fissava con occhi attenti.
"Io credo che posso chiedere questo, sì..." aggiunse Rey, sollevando la schiena, risoluta. Per la prima volta in vita sua, non aveva alcun dubbio. Certo, non era sicura che quello fosse il modo di chiedere qualcosa alla Forza ma, del resto, anche lei, adesso, era parte della Forza. E se quello era un sogno e se i sogni sono come porte... quel che desiderava si sarebbe realizzato.
"Rey Solo..." le sussurrò un piccolo alieno verde, di una razza che non aveva mai visto.
"Sì" rispose, ma questa volta si sentì felice. Per quanto, rinascere e ritrovare Ben avrebbe comunque conservato un margine di incertezza, implicito nel Principio di Indeterminazione, sentì dentro di sé che aveva fatto la scelta giusta. E, mentre lo pensava, vide la luce allargare i suoi raggi.
"Tu hai capito?" le chiese l'alieno.
"Sì. Io sono parte della Forza. Sono una parte dell'energia che tutto crea e tutto unisce. Il mio pensiero nella Forza si manifesta come realtà nel momento in cui riesco a visualizzarlo nitidamente. Nel momento in cui ci credo. E l'amore è quella corda che unisce il tutto. La linfa segreta dell'energia, il cuore pulsante della Forza stessa."
Aprì le mani e il profumo di fiori aumentò. Mosse un dito e il pavimento si riempì di un'acqua limpida e cristallina che, con un'onda leggera, bagnò i piedi a tutti i maestri Je'daii.
"Io sono Ashla..." disse ancora, lasciando scivolare una lacrima.
L'acqua si trasformò in sale.
La luce si volse in oscurità e Rey cercò di visualizzare Ben. Lo trovò ancora feto, nella pancia di sua madre, e aprendo le braccia instillò una scheggia di luce nel suo cuore.
"Fermati!" gridò l'Aleena. "Non puoi cambiare tutto. Troppi eventi sono concatenati. Concentrati sul futuro."
"Ma io..." sussurrò lei. "Posso evitare che soffra, che tutti soffrano o muoiano per colpa sua o mia..."
"No" le rispose l'Aleena, scuotendo il capo. "Luce e oscurità sono legate. Potrebbe non esserci un futuro per nessuno se l'equilibrio sarà spezzato di nuovo. Ricordati che stai ricreando tutto dall'origine. La vita e la morte non possono smettere di alternarsi..."
Rey sentì una fitta al cuore. Come avrebbe voluto ricostruire tutto così come lo sognava. Ma un'altra voce si fece avanti.
"Rivaluta la tua scelta senza alterare la strada che ti ha portato fino a qui" biascicò un selkath, spostando gli artigli.
"Allora, riportatemi indietro. Dove possa trovarlo ancora."
"Se tornerai indietro, avrai sempre il Principio di Indeterminazione da mettere nel conto..." le ribadì un Chagrian, usando un tentacolo per grattarsi una guancia.
"Va bene..." rispose lei con tono deciso, ma dopo che lo ebbe detto le gambe cominciarono a tremarle... Era la decisione giusta? Avrebbe trovato Ben Solo?
"Così sia" dichiarò Neru, mentre un vortice fumoso si apriva nella stanza. "Ma ricordati... ogni cosa ha un prezzo..."
"Che intendete dire?" domandò, ma i pensieri cominciarono a rincorrersi e la realtà, lentamente, cambiò la sua forma.
Il buco nero si ampliò, risucchiando i suoi capelli, le sue ossa, le sue lacrime amare e tutti i suoi sogni. Ma i suoi pensieri rimasero appesi nell'aria così come se fossero farfalle che, esplodendo in milioni di colori, volarono verso ad un cielo azzurro.
Cielo che poco a poco scomparve.
I nove Je'daii si dissolsero poco dopo, seguiti dagli scranni, i pilastri di Kyber, il pavimento, il profumo dei fiori e la luce.
Tutto venne inghiottito dal piccolissimo buco nero.
Poi venne la notte... e tutto cominciò.
Angolo della scrittrice:
Ciao a tutti,
Sono incredibilmente lusingata, onorata e riconoscente verso tutti coloro che hanno letto, commentato, aggiunto questa storia in qualsiasi categoria o mi hanno scritto in privato. I commenti, visibili o privati, sono il motore che mi spinge a continuare a scrivere e, per questo, vi sono e sarò per sempre grata e riconoscente. Il mio cuore è già vostro!
Un grazie gigante anche a Indiana Jones (https://aztruyen.top/tac-gia/AlessandroM5) che è sempre presente e mi permette di andare velocissima anche con le revisioni. Per favore, andate a mostrare il vostro amore anche per i suoi racconti che sono bellissimi. Se andate nel suo account su EFP , potrete andare a leggere l'ultima storia che sta scrivendo. Per favore, lasciate un cuoricino anche nel suo profilo. (https://efpfanfic.net/categories.php?catid=459&parentcatid=459)
Un caro saluto a tutti e grazie per essere passati.
Shaara
Note:
Aleena: https://starwars.fandom.com/wiki/Aleena
Selkath: https://starwars.fandom.com/wiki/Selkath
Chagrian: https://starwars.fandom.com/wiki/Chagrian
Twi'leks: https://sta-wars-jedi-order-wiki.fandom.com/it/wiki/Twi%27lek
NB: Ogni personaggio descritto, tranne quelli inventati da me, sono di proprietà della STAR WARS - LUCASFILM, ora Disney. Ogni onore e gloria è di proprietà del suo creatore George Lucas e degli autori del nuovo Canon Disney. Questa Fan Fiction è stata creata a scopo ludico, senza fini di lucro ed è il mio personale e misero dono per questo meraviglioso Fandom. Che la Forza sia con voi :)
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