1.4 Chewbacca

Corellia non è un...

Corellia non era un pianeta noto per i Wookie, che invece popolavano pianeti meno civilizzati e più boschivi di quello.

Non che mancassero le foreste. Sui continenti maggiori se sviluppavano per chilometri e chilometri, ma gli alberi non era abbastanza grandi, ne abbastanza alti, per rivelarsi una casa ideale per un Wookie.

Dunque Han si era sempre chiesto come diavolo avesse fatto Chewbacca a finire lì e soprattutto, per quale motivo facesse parte della corte non meno dei suoi maestri o dei cuochi di palazzo.

Era una presenza bizzarra, aliena ad essere didascalici, e la sua curiosità infantile l'aveva spesso spinto a marinare due o tre lezioni, sparire da camera sua due o tre volte, per seguire di qua e di là il Wookie.

Non sembrava avere un'occupazione precisa. Un giorno non si muoveva dall'hangar principale di palazzo e riparava qualunque cosa gli capitasse sotto tiro. L'altro invece aiutava nei preparativi per questo o quel ricevimento, portando avanti e indietro mobilio vario o il cibo per la cena. Certe altre volte non permetteva al re di lasciare il palazzo senza di lui e lo seguiva ovunque andasse come un'ombra. Alcune volte si accorgeva di Han che lo seguiva ovunque andasse come un'ombra e lo riportava al maestro che lo cercava disperato o in camera sua, dove non avrebbe combinato guai.

Più spesso, si accorgeva di lui subito, perché a nascondersi era una vera frana, ma non diceva niente e lasciava che si avvicinasse.

La cosa che lo stupì di più, fu quando l'umano cominciò a capire cosa diceva, senza che gli avesse spiegato neppure alla lontana l'intricato insieme di guaiti, ululati e ringhi che componeva il linguaggio wookie.

E sentire il piccolo districarsi a fatica tra i versi che formavano il nome Chewbacca lo faceva ridere per degli interi quarti d'ora, ma apprezzava il suo impegno.

Han passava più tempo con lui che sui libri, quando decise di chiedere a suo padre due o tre questioni che non gli erano chiare.

Il re Jace, della casata Solo che regnava con una certa costanza di pace e prosperità su Corellia, era un uomo piuttosto robusto, ma del tipo che quando entrava nella stanza non potevi non notarlo e non avresti mai desiderato trovarti a orchestrare un colpo di stato contro un sovrano che avrebbe potuto soffocare qualsivoglia rivolta a mani nude.

Per questo e per altre ragioni, Han era un po' intimorito all'idea di chiedere qualcosa che suo padre non aveva mai accennato e che non sapeva quanto gli avrebbe fatto piacere sentir nominare. Ad ogni modo, prese coraggio e decise di essere schietto, appena finirono di cenare.

"Papà, Chewie dice che è nato a Kashyyyk... come c'è arrivato qui?"

"Chewie?" Domandò la regina consorte, mentre suo marito fissava il bambino meno perplesso di lei.

"Sì... oh, giusto!" Si ricordò con una risata. "Chew-bac-ca" precisò, sorridente. "Chewie è più facile e a lui piace."

"Stavi dicendo, bimbo?" Domandò suo padre, mostrandosi incredibilmente interessato alla questione.

"Non so perché Chewie è qui e non a casa sua..." ripetè, giocherellando con una posata.

"Han, sai cosa faceva tuo padre prima di diventare re?" gli domandò il genitore, tutto sorridente. Il bambino scrollò la testa, senza averne neppure la più vaga idea. Nella sua testa l'universo iniziava con già suo padre completo di corona e mantello e pensava sarebbe finito nelle medesime circostanze; che ironia. - Ho passato qualche tempo nella Marina della fu-Repubblica. - spiegò, con una certa nostalgia nel tono della voce.

La regina allungò una mano per accarezzare quella del marito, che riprese subito a parlare: - Ho visto un sacco di cose, ma credo che difficilmente mi dimenticherò di Kashyyyk. Chewbacca era lì per caso, finito nella terra di nessuno tra noi e loro. È convinto che gli abbia salvato la vita, nonostante fosse una situazione più complessa di così, e ha iniziato a dire che ha "un debito di vita" nei miei confronti. Mi ha seguito ovunque da allora, fino qui.

Era una storia entusiasmante e Han non si stancò di chiedere ulteriori dettagli a ogni buonanotte. Alla fine sentì quelle vicende così tanto che fu come se le avesse vissute accanto a suo padre.

Ad ogni modo, legò tanto con quel Wookie che passava più tempo con lui che con chiunque altro a palazzo. Quando venne a sapere di cosa si trattassero certe missioni "diplomatiche" di suo padre e quando decise di unirsi a quell'Allenza per offrire tutto ciò che poteva, non trovò la resistenza di suo padre, tanto meno di sua madre.

Sebbene la consorte non fosse entusiasta, entrambi pensavano che se Han voleva prendere parte alla causa, non sarebbero certo stati loro a fermarlo.

Ci avrebbe pensato Chewie.

"Ha vent'anni, Chewbacca. Non so dalle tue parti, ma è abbastanza adulto da decidere per sé."

Aveva sentito spesso suo padre alzare la voce, ma mai contro Chewbacca; almeno ora sapeva con certezza che non si era trattenuto per paura.

Il wookie ringhiò, con fare categorico.

"È pericoloso? Davvero? Sai, non l'avrei mai detto!" sbottò il sovrano, con una risata nervosa, prima di voltarsi verso il figlio; era rimasto in disparte, a braccia conserte. "Sai che si rischia la testa, no? Che tutti rischiamo la testa?"

Han si limitò ad annuire. Non era entusiasta di unirsi alla litigata, soprattutto perché - checché ne pensasse suo padre - lui avrebbe fatto ciò che voleva, con o senza il benestare di Chewbacca.

"Bene, lo sa. Cos'altro vuoi sentirti dire?"

Chewbacca alzò le braccia, con un basso ululato.

"Non sono troppo giovane, Chewie." sbuffò Han, prima che suo padre ripetesse la stessa cantilena dell'ultima mezz'ora. - Senti amico, sei più apprensivo di mia madre e se non ti fidi di me, possiamo fare squadra.

"Chiamiamo Chewbacca solo per missioni specifiche." disse suo padre. "Un wookie non passa esattamente inosservato ovunque vada."

"Stare sotto copertura non interessa neppure me." la rassicurò Han, avvicinandosi ai due. "Allora, che te ne pare? Pilotiamo qualche nave, facciamo saltare in aria qualcosa..."

Chewbacca lo fissò in silenzio, monolitico. Per un istante pensò che fosse stato un altro buco nell'acqua e che avrebbe cominciato a ringhiare quanto fosse in disaccordo con tutta la faccenda. Invece, con sorpresa di padre e figlio, il Wookie fece un grande sorriso, con tutti i denti in piena vista.

Han notò suo padre rilassare le spalle e sorridere con Chewbacca.

"Sembra che il debito di vita sia stato ufficialmente allargato anche a te, bimbo."

"Non farò stupidaggini!" promise subito, riconoscendo una certa luce di rimprovero nello sguardo del padre.

Non farò stupidaggini.

Era rimasto solo fin da quando aveva lasciato la cabina di pilotaggio indignato da quanta indifferenza esistesse ancora nella galassia. Non si aspettava certamente che Leia si sarebbe unita alla Ribellione così, con uno schiocco di dita, ma mostrare un minimo di solidarietà non avrebbe intaccato la sua reputazione di contrabbandiere.

Oh sì, chiedeva certamente troppo.

Rimase mezzo sdraiato sul divanetto, a fissare assorto un vago punto del pavimento.

Aveva fatto una stupidaggine, aveva causato la vita di milioni senza reagire. Soprattutto, avevano perso la vita alcune delle persone per cui avrebbe dato la sua stessa, di vita.

Solo che questo non era vero. Lui era vivo e loro no.

Suo padre, che aveva rischiato la vita per gli altri tante volte da perdere il conto, andato, come polvere nel vento. Chewie, che aveva insistito come suo solito fino all'ultimo di accompagnarlo in quella missione, prima di cedere a rimanere a palazzo. Chewbacca, che aveva protetto la sua famiglia come se fosse la propria, sparito in un attimo, vaporizzato. E di sua madre non gli sarebbe rimasto che il ricordo o le immagini olografiche che non avrebbero mai dato giustizia al suo viso stupendo, allo sguardo più dolce della galassia, con cui lo guardava anche quando faceva qualche stupidaggine. Qualche stupidaggine, come quella che aveva spazzato via dall'universo sua madre.

Aveva sentito i motori sub luce attivarsi qualche istante prima, quando Leia si palesò all'uscio del corridoio. Sembrava fosse indecisa se entrare o meno, e forse se ne sarebbe andata se Han non l'avesse notata.

- Siamo entrati nel sistema. Atterreremo a breve. - riportò brevemente. - Si sente bene, vossignoria?

Han sbuffò, infastidito dall'enfasi che metteva nel chiamarlo con quei nomignoli.

- Sì, certo.

- Dalla faccia non sembrerebbe. - ammise Leia, appoggiando la spalla allo stipite della porta. - Vuoi parlarne? Ti chiamo il biondo, se vuoi.

Han la liquidò con un gesto della mano: - No, sto bene. Non preocc-... Com'è che ti preoccupi tanto, ora?

Leia non riuscì a nascondere un po' di rossore sulle guance: - Potrei aver esagerato, prima.

- Potresti?

- Potrei, sì. - sbottò lei. - Ti chiam-...

Uno scossone dell'intera nave gli fece morire le parole in bocca, mentre Han la fissava con gli occhi spalancati come due bocchettoni di una diga di Alderaan.

- Ci hanno seguito?

- No, no, si rilassi. La vecchia signora fa le rogne quando entra nell'atmosfera planetaria. - spiegò Leia, accarrezzando la parete della stanza come fosse la pelliccia di un cucciolo.

- Bene... speriamo di arrivare interi alla superficie... - mormorò Han.

Il suo arrivo all'hangar fu festeggiato più di quanto si aspettasse. Subito fu circondato da facce conosciute, amiche, da ufficiali che esprimevano il loro sollievo nel saperlo vivo e l'ansia di aver temuto per la sua vita.

Han ascoltava tutto senza farci troppo caso, vedendo con la coda dell'occhio che se Luke era stupito dall'attenzione che quella gente gli rivolgeva (certamente tutti eroi ai suoi occhi), Leia sembrava divertita dalla situazione.

Era quasi riuscito a divincolarsi dalla massa, quando sentì un verso famigliare, che era sicuro che non avrebbe mai più sentito.

Naturalmente non esiste nella lingua Wookie un nome che corrisponda ad Han, ma Chewbacca ne aveva inventato uno, tutto suo. Che tale fosse molto vicino al suono che i Wookie usavano per certi tremendi uccelli dal verso insopportabile, Han aveva finto di non farci caso fin da subito.

- Chewie?! - esclamò, con la voce più acuta di quanto si aspettasse. Lasciò qualche gomitata ai piloti che non avevano ancora lasciato il suo fianco, prima di vederlo davanti a lui, vivo.

- Sei vivo!

Chewbacca gli regalò un grande sorriso e allargò le braccia, come a dire: certo che sono vivo, pensavi di liberarti di me?

- Ma non eri su Corellia? Come- E loro...

Non c'era bisogno che aggiungesse neppure una parola, perché lo sguardo del Wookie si rabbuiò all'improvviso e le braccia gli ricaderò lungo i fianchi, all'improvviso stanche. Anche Han abbassò lo sguardo, con un sospiro.

- Oh... beh... - si diede una scrollata di spalle, prima di alzare leggermente il capo.

E poco gli importò se Leia si sarebbe preso gioco di lui o se Luke avrebbe smesso di guardarlo come se fosse una divinità appena discesa dai cieli. Scattò verso il suo migliore amico, prima di saltargli addosso e aggrapparsi alla sua pelliccia come se fosse l'unica cosa da fare per rimanere in vita.

- Non riesco a dire quanto sono contento di vederti...

Il Wookie lo strinse a sé, lasciando che ciondolasse a terra come un fantoccio.

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Vi state chiedendo perchè ho chiuso così seccamente il capitolo? Sarà forse perchè sono profondamente in crisi? Ma la prima parte mi piace abbastanza quindi meritava la pubblicazione. Pace sia, pace a voi.

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