1.0 Cantina

Luke non riusciva a distogliere lo sguardo da terra, - o meglio - dal braccio del Aqualish, tagliato di netto dalla spada di luce del vecchio Ben. N'era sorpreso, che ne possedesse una anche lui, ma perchè mai avrebbe dovuto? Dopotutto era un Jedi, come suo padre.

Aveva ancora la testa altrove, quando Kenobi gli tamburellò la mano sulla spalla.

- Il Lasat... Kaled, giusto. Kaled è copilota di un'astronave che farebbe al caso nostro.

Luke ebbe appena il tempo di dare una veloce occhiata alla montagna di pelo, vestita di lino, prima che fosse obbligato a seguirli verso un tavolo appartato, da dove si vedeva l'entrata del locale e dove difficilmente chi fosse entrato li avrebbe subito notati.

Luke e Ben presero posto davanti al Lasat e a una ragazza. Non sembrava molto più grande di lui, ma aveva qualcosa - qualcosa insieme alla postura e allo sguardo - che lo faceva sentire un marmocchio a confronto.

- Leia. - si presentò seccamente, lisciandosi la giacca blu un po' larga. - Kal qui ha detto che avete bisogno di un passaggio per il sistema di Corellia. - esordì, sporgendosi lievemente sul tavolo. Luke fece richiamo a tutto il suo autocontrollo per non fissare più del necessario la scollatura della camicia della ragazza.

- Sì. - rispose seccamente Kenobi. - La vostra nave è abbastanza veloce?

- Cosa? Come? - si voltò verso Kaled, che si limitò ad alzare le spalle e allora si voltò verso i due, sconvolta. - Non avete mai sentito parlare del Millenium Falcon?

Kenobi scambiò uno sguardo con Luke, che non sembrava saperne molto di più: - Dovremmo?

- È la nave che ha fatto la Rotta di Kessel in 12 parsec! - spiegò, sistemando la visiera rigida del suo berretto. - Roba da lasciare indietro i migliori piloti imperiali. Ho perso un'antenna in quel pasticcio. - assestò una pacca a Kaled, che si stava portando un paio di dita sulla guancia. - Siamo abbastanza veloci per voi? Qual'è il carico?

- Nessun carico, solo passeggeri. Io, il ragazzo e due droidi. - e allora fu Kenobi a sporgersi sul tavolo, con un sorriso diverso da quelli che Leia era abituata a vedere durante quel tipo di trattativa; le sembrò quasi che con solo quel ghigno volesse dirle più di quello che poteva dire a parole. - E niente domande.

Leia ignorò quello strano formicolio dietro la nuca, sorrise e si stiracchiò contro lo schienale: - Oh, siete nei guai, vero? Immagino che dopo quella baruffa vogliate evitare impicci... imperiali... - regalò loro un grande sorriso, prima di concludere. - Questo vi costerà un extra. Dieci mila.

Luke fu più veloce di qualunque risposta Kenobi avesse in mente: - Dieci mila? Potremmo comprarci una nave tutta nostra con dieci mila.

- E dimmi, ragazzo, immagino tu sia abituato a pilotare da solo astronavi fuori dal tuo sistema... o forse sei troppo piccolo per arrivare ai comandi?

Kaled mimò un gesto all'altezza della propria spalla, che Leia vide solo con la coda dell'occhio, perché conosceva il commento del suo co-pilota ancor prima di aver finito la frase; lei non era certo nella posizione di criticare l'altezza altrui, ma finì per ignorarlo.

- Certo! Sono un pilota decente. Ben, non vorrai...

Kenobi, tirato in causa, non perse l'occasione per finire la negoziazione nel più breve tempo possibile. Percepiva le sentinelle imperiali tutte intorno alla cantina e non avevano tempo da perdere, perchè presto avrebbero fatto irruzione: - Vi daremo due mila ora e quindici mila una volta arrivati ad Corellia.

Sapeva che il vice-re non sarebbe mai stato entusiasta di saldare un suo debito, ma non poteva fare nient'altro che affidarsi alle finanze dei Solo.

- Diciassette mila? - esclamarono i ragazzi, una entusiasta, l'altro quasi scandalizzato.

- Affare fatto. Avete il vostro passaggio. - aggiunse Leia, sottolineando ogni parola premendo un dito sul tavolo. - Partiamo appena siete pronti. Siamo all'attracco 56.

- 56, chiaro.

- Esatto.- e quindi tornò di nuovo appoggiava allo schienale, fissando qualcosa alle spalle dei nuovi clienti. - Hey, sembra che qualcuno cominci a interessarsi alla tua macellazione di poco fa.

Infatti un paio di assaltatori con le armature sporche di sabbia erano appena entrati nella cantina e si erano presto accorti di quanto accaduto poco prima. Ben afferrò Luke per un braccio e lo trascinò fuori, sgusciando tra un assaltatore e un poco di buono.

Gli imperiali passarono anche dal tavolo di Leia e Kaled, che non avevano nulla da riferire, dunque passarono oltre.

Il Lasat puntò due dita sul suo petto, poi sul palmo aperto dell'altra mano e infine indicò qualcosa dietro il suo orecchio. Leia annuì, spingendolo ad alzarsi con lei: - Sì, prepara la nave, che dobbiamo fare in fretta. Quelli sono con l'acqua alla gola e io posso liberarmi finalmente di...

Kaled era troppo lontano nella folla di avventori della cantina, quando Leia sentì quello che era certo fosse la canna di un blaster piantata dietro la schiena.

- Oota goota, Organa?

- Greedo, carissimo! Ti sapevo da qualche parte fuori sistema, è molto carino da parte tua passare a fare un saluto!

- Tens Jabba hikikne.

- Dimmi qualcosa che non so...

Il Rodiano l'afferrò per un braccio e con ben poca eleganza la costrinse a tornare al tavolo.

- Senti, di' pure a Jabba che ho i soldi, d'accordo?

Greedo brontolò qualcosa, prendendo posto davanti a lei. Teneva il blaster bene in vista, tanto nessuno si sarebbe mosso per intervenire.

- Ma non li ho mica qui, ora... - rispose Leia, cercando di prendere tempo. Da dov'era, l'era impossibile afferrare il blaster e sparare prima che lo facesse lui e non poteva sperare di uscirne viva disarmata. Decise di rilassarsi, almeno per non lasciare la soddisfazione a Greedo di vederla spaventata; era dannatamente spaventata.

Dov'è Kaled, quando mi serve?

Voltò la testa solo per guardare oltre la propria spalla e sperare che Kaled si fosse accorto di qualcosa, ma Greedo lo richiamò all'ordine con un verso acuto.

- Hoko ruya pulyana oolwan spa steeka gush...

- Si liberano del carico?! - sbottò Leia, offesa. - Io? Senti, moscerino, io non mi sono liberata di nessun carico, non lo farei mai! Mi credi così stupida? Non ho avuto tempo di fare nulla, me l'hanno sequestrato. È un miracolo se sono ancora viva a raccontartelo quindi...

Greedo borbottò tra se ancora qualche parola, qualcosa che doveva suonare come "Mi torni più utile da morta" e aveva già il dito sul grilletto, ma non ebbe tempo di finire la frase, ne di fare fuoco.

Un colpo di blaster preciso come poche cose nell'universo, roba da accadere solo quando se ne ha estremo bisogno, entrò dall'unica finestrella della nicchia e finì dritto tra gli occhi composti di Greedo, che cadde riverso sul pavimento.

Leia rimase alcuni istanti a fissare la scena con gli altri clienti, perchè davvero non riusciva a credere ai propri occhi, ma quando la cantina tornò ad essere piena di chiacchiere, voci e musica, cercò di capire cosa fosse successo.

- Ma che diavolo... - poi notò un muso fin troppo conosciuto fare capolino dalla finestrella. - Kaled! Vedi? Avevo ragione a dirti di portare con te un blaster!

Quello sbuffò e le fece cenno di uscire.

- Sì, adesso ti raggiungo, tempo di sistemare il casino che tu hai fatto...

Kaled scoppiò a ridere, facendole la linguaccia.

- Già, diverte e, Kaled...

Quello inclinò la testa di lato, rischiando di rimanere incastrato.

- Ti ringrazio.

Il Lasat scoppiò a ridere di nuovo e si avviò all'hangar, mentre Leia lasciava una mancia abbondante per scusarsi della confusione.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top