Caloroso arrivo

Passò molto tempo da quando partirono. Avevano detto che in alcuni mesi sarebbero arrivati, ma sembrava che il viaggio si fosse prolungato più del dovuto. Nonostante l'alta tecnologia, certi errori erano comuni.

Il viaggio fu molto tranquillo. Nessun problema, nessun guasto, niente. Roy stesso si stupiva di ciò. Ogni singolo viaggio fatto riportava sempre un incidente, che fosse qualcosa riguardante il malfunzionamento dei comandi primari  o un'improvvisa pioggia di meteore. Una volta dovettero fermare una missione perché un topo si era introdotto nella cabina di pilotaggio e stava cominciando a causare danni seri alla struttura. Roy non dimenticherà mai le le strategie attuate per prendere quella stupida creaturina.

Ogni tanto, per noia, Roy si metteva a guardare le stelle dalle finestre. Non era la prima volta che le vedeva, ma ogni qual'volta che le osservava, ne rimaneva inebriato. Da piccolo sognava di poterne toccare una, e di sentire il suo dolce calore abbracciarlo, come una madre col bambino. Sognava più e più volte questa cosa, anche quando era ormai cresciuto. Spesso si prendeva alcuni minuti di pausa per guardare il cielo stellato, a prescindere di cosa stesse facendo.

Passò qualche giorno, e arrivò un segnale radio della NASA. Roy si diresse verso la sala scanner quando sentì l'acuto suono del campanellino di avvertimento. Notò già la porta aperta, e trovò Boris e William smanettare tra i comandi. Roy non ebbe nemmeno tempo di intervenire che un'ologramma di una donna apparve dal centro della stanza. 

Aveva un viso dolce e delicato, pelle chiara e capelli scuri. Lineamenti facciali perfetti, con qualche lentiggine sulle guance e due labbra sottili come la carta.  Forse era lo stesso ologramma della partenza, ma pareva diverso. Molto più vero e dettagliato.Passarono pochi secondi prima che lei si mettesse a parlare.

« Buonasera astronauti dell'Artemide-4. Tra circa pochi giorni di viaggio, giungeremo a destinazione. Ricordo che dovrete stare sul pianeta giusto pochi mesi, il tempo di rivelare e scansionare le forme di vita presenti al suo interno e di raccogliere qualche campione organico per effettuare sudi sul processo di vita del pianeta.» Fece una breve pausa, come per respirare, per poi riprendere « Nel caso doveste utilizzare qualche veicolo d'esplorazione, li troverete nella parte inferiore dello scafo. In caso di problemi, utilizzate le capsule di salvataggio poste su ogni piano. » a quella frase, il misero equipaggio cominciò a sbiancare. « Siete stati dotati di una tuta ad alta adattabilità, comoda e poco ingombrante. Nonostante il pianeta possieda atmosfera, non toglietevi l'uniforme. Potrebbero esserci batteri nell'aria. Detto questo, buona fortuna. »

Lei si spense con un rumore acuto. Presto sarebbero arrivati, mancava poco.

****

Ed eccolo. poteva già essere notato dalla sala scanner. Un gigantesco pianeta simile alla terra, con terre verdeggianti, distese di acqua enormi, zone brulle e marroncine e diversi strati di nuvole a celare il resto. Accanto all'ologramma del pianeta, comparirono delle scritte mostrando varie percentuali d'acqua, di terra e perfino la grandezza del pianeta. Era quasi 4 volte più grande della terra.

Ma a Roy non interessava vedere un ologramma. Corse verso la sala comandi e dal finestrone gli si aprì uno spettacolo affascinante e indimenticabile. Il pianeta distanza molte dozzine di migliaia di chilometri da dove erano loro, e da là si poteva scorgere in pianeta e la stella su cui ruotava. Una stella azzurra di medie dimensioni che però distava a più di 2 unità astronomiche dal pianeta. La luce emessa dalla stella mi fece rimanere col fiato sospeso. Mai avevo visto una luce così candida. Avrei guardato la stella per ore se la luce non fosse così intensa.

La cosa però più sconvolgente fu il pianeta. La sua grandezza poteva essere paragonata solo alla sua bellezza. Mai avevo visto tale spettacolo. Inoltre, guardando a destra, notai anche un piccolo satellite naturale che orbitava lentamente attorno al pianeta. Un satellite argenteo simile alla luna di forma quadrata. 

La attenzione si risolse successivamente alla dolce voce dell'Artemide, che dagli alto-parlanti avvisò dell'imminente arrivo sul pianeta. Mancava poco e tutti dovevano essere nella sala di controllo. Nel mentre Roy aspettava eccitato i suoi compagni, cominciò a pensare al discorso da dire a figli, pensando che tutto sarebbe andato per il meglio.

Poco dopo, William e Boris aprono con rapidità la porta e si avventano sulle povere sedie plastiche. Si sedettero appena in tempo per vedere la nave entrare nell'esosfera.

Un gran nebbione di nuvole investì il vetro della nave a velocità tali da permettere di ammirare il panorama prima coperto dalle nuvole. Di lì, la nave rallentò. E come la nave sembrava quasi fermarsi, una sequenza radio apparve sul display del vetro. Aprirono subito l'allegato e comparve un ologramma di Giovanni, che ci avvisava nel compimento della prima fase della missione. « Cari astronauti, avete svolto la prima p...rte della mis...one » Qualcosa non andava. I segnali sembravano frammentati e  la cosa peggiorava. « D...o ...g....v... ...i...cu....r... p... t... » Continuò così per un pò finché le sequenze non si spensero di colpo. Roy e i suoi compagni si guardammo spaesati, lanciandosi occhiate di stupore e terrore. 

Nessuno ebbe tempo di aprire bocca che l'allarme della Artemide segnalò qualcosa. L'ologramma di un radar comparì sullo schermo. All'inizio il radar sembrava normale, finché una gigantesca macchia rossa non comparì sul radar, si avvicinava.

Roy, istintivamente cominciò a stringere la sedia, come se dovesse prepararsi ad impatto. E così fu.

Un grande botto colpì il motore principale della nave, procurando un gran tonfo metallico che si estese per l'intera nave. Gli allarmi cominciarono a scattare più rumorosamente, azionando anche gli allarmi visivi, che cominciarono a proiettare una luce rossa in tutta la stanza. Non ebbero tempo di guardare le condizioni dell'Artemide che una seconda botta colpì la parte anteriore della nave. Così forte da riuscir a spaccare il vetro. Le schegge, come affilatissimi coltelli, si conficcarono ovunque, mancando di poco Roy, che non subì danni eccessivi.

Tuttavia, in un frangente di terrore, Roy notò William volare dal vetro e scomparire nei cieli. Roy cacciò un urlo così forte da mettere quasi in silenzio l'allarme.Appena dopo, un ruggito imponente rispose. Un verso acuto e bestiale che fece ulteriolmente sbiancare i due astronauti rimasti sopra.

Fortunatamente, l'Artemide riparò il danno sostituendo il vetro con una placca metallica candida che bloccò lo scorrimento dell'aria.

Roy e Boris, che notarono l'auto-attivazione degli stivali magnetici, cominciarono a sganciarsi dalle proprie sedie per poi cominciare a correre verso la porta. Un terzo colpo raddrizzò la nave, sforando nuovamente la sala controlli che venne quasi sradicata dalla nave.

Nonostante la confusione, Roy e Boris raggiunsero due delle capsule di salvataggio con difficoltà. Fortuna che furono poste su ogni piano.

Roy ci si accomodò. Indossando velocemente le protezioni poste dall'interno. Notò già da subito la partenza della capsula di Boris, ma mentre stava per sganciare anche la propria, un tonfo colpì esattamente il punto in cui era situata la capsula di Roy, che cadde nel vuoto.

Roy ebbe giusto pochi secondi di lucidità per notare dal finestrino l'Artemide cadente e distrutta, susseguita da un esplosione che divise la nave in due sezioni. Mentre Roy incorciava le braccia per evitare di guardare l'esplosione, un violento colpo scosse la cabina.

 Alcuni pezzi della capsula si staccarono, Roy tentò di proteggersi con le mani ma fu vano. Un pezzo di metello sottile lo colpì in piena testa. Ebbe pochi secondi di lucidità per osservare un'ultima volta dal finestrino. L'impatto a terra si sarebbe verificato a breve.

Gli occh isi chiusero, svenne, e...










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