Capitolo 2 - La prima volta

Sono passati tre giorni oramai da quella notte fugace e passionale. Nonostante ciò, Rose alla fine non è scappata dalle mie grinfie anzi, ha pienamente accettato di essere la mia sottomessa.

Nei giorni precedenti, mi sono informato sull'essere un dominatore.

"Cosa mi ha spinto al bdsm? Cosa mi eccita come uomo? "

Mi sono posto molte domande e mille dubbi in merito, ma dopo attente ricerche ho scovato una chat, che mi ha fatto comprendere meglio questo vasto e fervido mondo. Mi suona il telefono e noto un suo messaggio. Sorrido come un ebete e scorro incuriosito notando in allegato un suo selfie molto allettante ed eccitante. Le sue gambe incrociate,  evidenziano le autoreggenti di pizzo che porta.
Eccitato come un ragazzino, leggo il messaggio e scorro impaziente soffermandosi ad ogni sua parola per me.

- 𝓣𝓲 𝓿𝓮𝓭𝓸 𝓼𝓪𝓲, 𝓶𝓮𝓷𝓽𝓻𝓮 𝓽𝓲 𝓽𝓸𝓬𝓬𝓱𝓲 𝓮 𝓰𝓾𝓪𝓻𝓭𝓲 𝓮𝓬𝓬𝓲𝓽𝓪𝓽𝓸 𝓵𝓪 𝓶𝓲𝓪 𝓯𝓸𝓽𝓸, 𝓮 𝓵𝓪 𝓽𝓾𝓪 𝓶𝓪𝓷𝓸 𝓬𝓱𝓮 𝓹𝓸𝓼𝓪 𝓼𝓾𝓵𝓵𝓪 𝓬𝓲𝓷𝓽𝓾𝓻𝓪 𝓹𝓻𝓮𝓷𝓭𝓮 𝓿𝓲𝓰𝓸𝓻𝓮. 𝓡𝓲𝓮𝓼𝓬𝓸 𝓪 𝓼𝓮𝓷𝓽𝓲𝓻𝓮 𝓲𝓵 𝓽𝓾𝓸 𝓯𝓲𝓪𝓽𝓸 𝓬𝓱𝓮 𝓼𝓲 𝓯𝓪 𝓬𝓸𝓻𝓽𝓸 𝓮 𝓵𝓪 𝓽𝓾𝓪 𝓮𝓻𝓮𝔃𝓲𝓸𝓷𝓮 𝓬𝓱𝓮 𝓼𝓲 𝓯𝓪 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮 𝓹𝓲ù 𝓯𝓸𝓻𝓽𝓮.
𝓣' 𝓲𝓶𝓶𝓪𝓰𝓲𝓷𝓸 𝓶𝓮𝓷𝓽𝓻𝓮 𝓽𝓲 𝓼𝓵𝓪𝓬𝓬𝓲 𝓾𝓷 𝓫𝓸𝓽𝓽𝓸𝓷𝓮 𝓭𝓮𝓲 𝓽𝓾𝓸𝓲 𝓹𝓪𝓷𝓽𝓪𝓵𝓸𝓷𝓲 𝓮 𝓽𝓲 𝓵𝓲𝓫𝓮𝓻𝓲 𝓭𝓮𝓵𝓵'𝓮𝓻𝓮𝔃𝓲𝓸𝓷𝓮  𝓮 𝓯𝓲𝓷𝓲𝓼𝓬𝓲 𝓹𝓮𝓻 𝓻𝓮𝓼𝓽𝓪𝓻𝓮 𝓼𝓸𝓵𝓽𝓪𝓷𝓽𝓸 𝓬𝓸𝓷 𝓲 𝓽𝓾𝓸𝓲 𝓫𝓸𝔁. 𝓥𝓸𝓻𝓻𝓮𝓲 𝓮𝓼𝓼𝓮𝓻𝓮 𝓵ì,  𝓶𝓮𝓷𝓽𝓻𝓮 𝓵𝓮𝓰𝓰𝓲 𝓲𝓵 𝓶𝓲𝓸 𝓶𝓮𝓼𝓼𝓪𝓰𝓰𝓲𝓸; 𝓬𝓱𝓮 𝓽𝓲 𝓬𝓸𝓷𝓯𝓮𝓻𝓶𝓮𝓻𝓮𝓫𝓫𝓮 𝓬𝓱𝓮 𝓼𝓸𝓽𝓽𝓸 𝓲𝓵 𝓿𝓮𝓼𝓽𝓲𝓽𝓸 𝓬𝓱𝓮 𝓲𝓷𝓭𝓸𝓼𝓼𝓸 𝓪𝓭𝓮𝓼𝓼𝓸,  𝓻𝓲𝓿𝓮𝓵𝓪 𝓵𝓪 𝓶𝓲𝓪 𝓲𝓷𝓽𝓲𝓶𝓲𝓽à 𝓷𝓾𝓭𝓪, 𝓹𝓾𝓵𝓼𝓪𝓷𝓽𝓮 𝓮 𝓾𝓶𝓲𝓭𝓪. 𝓐𝓵 𝓼𝓸𝓵𝓸 𝓹𝓮𝓷𝓼𝓲𝓮𝓻𝓸, 𝓿𝓸𝓻𝓻𝓮𝓲 𝓹𝓸𝓽𝓮𝓻 𝓿𝓮𝓭𝓮𝓻𝓮 𝓲𝓵 𝓽𝓾𝓸 𝓿𝓸𝓵𝓽𝓸 𝓬𝓱𝓮 𝓼𝓲 𝓮𝓬𝓬𝓲𝓽𝓪 𝓮 𝓲𝓵 𝓹𝓮𝓽𝓽𝓸 𝓬𝓱𝓮 𝓼𝓲 𝓰𝓸𝓷𝓯𝓲𝓪 𝓮𝓭 𝓮𝓼𝓹𝓵𝓸𝓭𝓮 𝓭𝓲 𝓹𝓲𝓪𝓬𝓮𝓻𝓮 𝓹𝓮𝓷𝓼𝓪𝓷𝓭𝓸 𝓪 𝓶𝓮.

Arrossisco e mi agito su due piedi. Il nostro bacio è stato l’inizio. La naturale conseguenza, che ha poi scatenato tutto il resto e ci ha trascinato qui, in questo vortice di passione.

Dopo aver letto quelle parole, la mia risposta non ha avuto modo di riflettere su qualcosa di erotico o più sensuale, ma semplicemente ho sentito il suo bisogno impellente. Io dovevo averla. Il mio messaggio secco e deciso, voleva mostrarle in maniera molto aperta quanto tutto ciò mi appartenesse.
<< Dopo le tue parole e la tua foto mozzafiato. Devo averti. Ti aspetto alle 22.45 al “Bridge Hotel Luxury”, ti voglio trovare lì in attesa del mio arrivo. Puntuale. >> La sua risposta non tarda ad arrivare. << Va bene. Come desidera, mio signore. Tua. >> Sorrido e cerco di ricompormi. Poi, chiamo l’albergo per fissare la camera e cammino spedito verso il bistrot.

Mi godo la sensazione fredda di pieno inverno che piomba sulla città. Mi rannicchio nel cappotto, in cerca di calore e m’inebrio di una felicità mai provata prima. Sento scorrere dentro di me, energia vitale e appagamento. Sono completamente perso e follemente suo. Mi ha stregato ed io, mi sento ormai “schiavo” di quella meravigliosa e spumeggiante giovane donna. Mi ha sedotto con quei capelli rosso fuoco acceso e mentre si pavoneggia maestosa, attende un mio segnale che possa attaccare per potersi saziare e nutrire di me. Entro nel locale sereno e non curante dell’enorme errore che sto commettendo. Ma io, mi sento entusiasta e non voglio più tornare indietro, almeno non oggi.

La serata è stata frenetica e molto faticosa. Dalle sette in poi, i clienti sono stati molti. Meg è rimasta a casa e nonostante il poco personale, siamo riusciti ad organizzare il servizio.

Finalmente finisco gli ultimi ordini e lascio i pochi clienti rimasti a Pedro. Mi tolgo il grembiule e mi sistemo nel bagno riservato a noi del personale. Rinfresco il viso e un po 'il corpo: ascelle e collo, tanto per togliere gli odori. Infine, indosso un maglione, i pantaloni di jeans e il mio cappotto. Esco dal locale alle undici spaccate. Sono in ritardo, ma è il mio scopo. Chiamo Meg e le dico che avrei dovuto vedermi con uno dei nostri fornitori per decidere i prossimi acquisti. Succede spesso, quindi non è stato necessario inventare troppe scuse. Inoltre, non è la prima volta che debba ritardare per contrattare e decidere il da farsi. Quindi la balla inventata funziona senza problemi, almeno per il momento.

Arrivo all' albergo verso le undici e venti. Immagino già la mia dolce Rose, in mia attesa e con le autoreggenti della foto di questa mattina. Mi dirigo alla reception carico e sicuro di me.
<< Buonasera. Desidera?>>
<< Ho prenotato una stanza. Mi stanno aspettando. >>
<< Nome? >>
<< Peterson. >>
<< Si. Ecco a lei. >>
<< La ringrazio. >> Sorrido. Ricambia e prendo la tessera della mia stanza.

M'incammino verso gli ascensori. Il cuore martella e batte forte, quasi volesse uscire dal petto. Il quinto piano mi annuncia l'arrivo e cerco il numero 125. Il corridoio è molto elegante ed illuminato. Così sofisticato e di classe nonostante non sia così di lusso. Arrivo davanti alla porta ed infilo la tessera. Il suono della chiave mi da conferma ed entro all'interno. La luce soffusa mi da nuove emozioni. Rose è in ginocchio al lato del letto. Gli occhi bassi e fissi guardano il pavimento.
" Cazzo." Il mio membro freme ed io ormai eccitato mi addentro nella parte.
<< Buonasera. >> Non alza lo sguardo, ma resta in silenzio. È decisamente meglio di quello che immaginavo. Mi avvicino lentamente e le ordino di alzarsi. Esegue.
<< Guardami. >> Alza la testa e finalmente vedo il suo bellissimo e seducente viso. Le prendo una mano e la conduco sul bordo del letto.
<< Sdraiati. >> Nel frattempo mi tolgo il cappotto e poi i vestiti e gli appoggio sulla poltrona di fianco alla finestra. Poi, senza timore tolgo i miei slip e resto soltanto con l' erezione ormai al limite.

Mi eccita guardarla incuriosita. Mi sento come un ragazzino di appena diciott’anni alla sua prima volta.

"Ricomponiti"

Mi avvicino e mi fiondo sopra di lei. Le bacio il collo, avido e bisognoso. Le mie mani risalgono a poco a poco e afferrano un suo capezzolo. Geme e anche io grugnisco al suo orecchio. Continuo a stuzzicarla. Non mi fermo. Le stimolo i capezzoli e li possiedo. Adesso sono miei. Le lecco il suo lobo sinistro e geme nuovamente. Mi piace giocare. Mi piace sentire i suoi mugolii di piacere. Lascio scivolare l'altra mano sul suo monte di venere e le infilo un dito dentro. Geme più forte ed io sorrido. È bagnata fradicia. Spingo più a fondo e mi godo le sue spinte che tento di bloccare con il mio corpo su di lei. La possiedo e voglio che si sazi e supplichi di smettere. Mi sposto verso le sue cosce e con la lingua inizio a giocare  con il clitoride. Eseguo movimenti circolari e Rose affonda le sue unghie nei miei capelli. Bagnata della mia saliva e dei suoi tanti umori, viene. Le schiaffeggio le gambe e riapro la strada di fronte a me. Mugola, ma continuo. << Smetterò quando io vorrò. >> Mi attacco ai suoi seni e gioco con essi, mordendoli.

"Cazzo tutto questo mi piace. "

Velocemente prendo nel portafoglio un preservativo e lo infilo. Mi fiondo su di lei e con la punta entro dentro. È caldo e piacevole. Geme e stridula ad ogni mia spinta. Ormai stremato e al culmine del mio stesso piacere, vengo stremato e appagato. I nostri respiri riecheggiano nella stanza e cerco di regolare i battiti cardiaci. È stato pazzesco ed intenso. Mi alzo e vado nel bagno. Mi guardo allo specchio e sorrido divertito.
" La mia prima sottomessa. " È la prima volta che divento  padrone di qualcuno e che posso scopare come più desidero. Energico, mi infilo in doccia e lavo via il mio peccato carnale. Mi lascio travolgere dalle sensazioni vissute. Due mani mi riportano alla realtà e Rose mi abbraccia sotto i getti. Volevo un momento e lei ingorda non me l' ha permesso. La spingo alla parete del bagno e le blocco il collo. Sorride e mi sfida con lo sguardo. È completamente diversa. Vuole essere punita e non ha paura. Sorrido pure io e divertito con l' altra mano schiaffeggio la faccia e la bacio violento. Geme e supplica di essere scopata. Il mio membro freme e sotto i getti ci ri- impossessiamo nuovamente.

"La prima volta è solo l'iniziò."

Rose è il principio di molto di più. È il mio nuovo amore proibito. L'amore nel sottomettere a me, il suo corpo e la sua anima.



Ri- Eccomi!

Spero che primi due capitoli vi abbiano incuriosito. Se ancora non avete letto il primo libro, vi lascio il link per acquistarlo.

Un abbraccio e buona lettura.

Gessi. ❤

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