capitolo 6 l'elfo

Calipso strinse i denti, mentre Deb le sta spalmando una strana crema sul fianco.
Sono ormai passati parecchi giorni dalla missione, ma le ferite d'argento sono difficili da curare, soprattutto per un omega.

"Dobbiamo ringraziare la dea che tu sia ancora viva.
È un miracolo cazzo."

Parla a denti stretti, versando lenguento sulla ferita, facendo trattenere il respiro alla lupa.
Questa sostanza spinge la carne a rigenerarsi più velocemente, ma dolorosamente e dando la sensazione di ago e filo nella carne.

Ma Calipso sorride lo stesso, pensando che la strega ha ragione.
È stata davvero fortunata.

Dopo aver lanciato quei fuochi in cielo, si è ritrovata circondata da più di dieci cacciatori.
Riuscendo a malapena a seminarli, non schivando tutti i progliettili, solo perche richiamati alla carovana.

Con numerose ferite e la vista appannata per il dolore, è riuscita a lanciare una bolla di nebbia vicino a Tristano.
Per poi dover battere in ritirata grazie a una sfera di teletrasporto.

Con mano tremante accarezza la guancia della amica, ricordando il suo sguardo terrorizzato quando la lupa è apparsa nel giardino in quelle condizioni.
Nello stesso momento anche i prigionieri stavano arrivando da un altro portale.
Così, Calipso le ha detto di occuparsi di loro, mentre la lupa l'avrebbe aspettata in camera.

Come sempre, nonostante la sua facciata da egoista, la lupa ha pensato agli altri.
Invece di chiedere aiuto per le innumerevoli pallottole di argento nel suo corpo.

"Io non capisco perché non dirglielo.
Fargli credere che te ne sei fregata e che ora sei chissà dove a farti i cazzi tuoi.
Quando invece sei in un letto, in questo stato per averlo salvato."

Deb non riesce a capirlo.
Come non l'ha compreso quando la lupa le ha detto di non dire nulla a Tristano.
Lasciandogli credere che fosse stata Sofia a fare gli incantesimi.

Calipso sbuffa, spostando lo sguardo verso la finestra.
Non le risponde solo perché non sa cosa dire.
L'unica cosa che sa, è che è più facile così.
Far credere al vampiro di essere un egoista, solo perché non può sopportare quello sguardo di senso di colpa, che ha visto poco tempo fa.

Oppure perché è più facile che lui creda che sia una stronza egocentrica, così che non si leghi affettivamente a lei.

Ma questi sono solo due dei tanti pensieri che hanno spinto l'omega a non fargli sapere nulla.
Con il risultato che Tristano non l'ha cercata e non ha parlato di lei, senza nascondere quanto ciò che è successo lo faccia sentire tradito.

"È stupido.
Tu sei stupida.
Lui è stupido.
Tutto ciò è stupido."

Continua a ripetere Deb, nella speranza che Calipso cambi idea.
Ma sa come la pensa la lupa, meno persone le vogliono bene e meno ne perderà.

Sapendo che non avrà altre risposte, le lascia una tisana rigenerante sul comodino per poi salutarla con un sorriso amaro, che la lupa però non vede poiché ancora di spalle.

La strega si arrende, lasciandola al suo riposo, raggiungendo velocemente il giardino.

Guarda il cielo, con una silenziosa preghiera stretta tra le labbra.
Prega che la sua amica abbia prima o poi la pace e che il senso di colpa smettano di essere catene nell'anima della lupa.

Ma sa che sono preghiere rivolte al vento, poiché solo Calipso può liberarsi dalla sua stessa prigione.

Così, svolge lo sguardo intorno a sé, sorridendo per come la sua casa sia cambiata.

La piccola casa nel bosco, ora è un piccolo paesino pieno di casette.
I campi sono stati allargati, come sono aumentate le stalle e gli animali.
Essendo che ora non sono più in cinque, ma quasi settanta persone.

Gli ex prigionieri, stanno riprendendo pian piano la loro vita in mano.
Streghe, elfi, vampiri e lupi si muovono tra le strade di questo piccolo branco, sentendosi uniti nonostante le loro diversità.

In questi giorni hanno scoperto che non c'erano solo omega, ma anche alfi che si sono legati ad altre razze o altri che sono stati imprigionati perché hanno difeso gli omega.

Tra gli elfi è stata felice di trovare non solo guaritori, ma anche guerrieri che sono stati rapiti per essere portati nelle grandi arene per combattere tra loro.
E lo stesso vale per i vampiri, quasi tutti di basso rango tranne per due nobili accusati di aver aiutato la plebe.

Mentre molte streghe sono qui  poiché sono state abbandonate dal loro popolo o vendute per favori e denaro.
Come è successo a Sofia, che è stata venduta per una alleanza tra suo padre, capo del villaggio, e i lupi.
L'unico errore del padre è stato quello di sottovalutare i poteri e la perseveranza della figlia.
Che l'hanno aiutata a scappare e a cercare di aiutare altri come lei.

Deb stringe i denti, è incomprensibili che molte di queste persone siano qui perché amano o perché hanno aiutato i loro simili.
E assurdo credere che la crudeltà arrivi a tanto.

Può solo sospirare, osservando la barriera che li protegge e che rende possibile questa pace che sente scorrere intorno a lei.

Poco lontano, un'altro sospiro si unisce al suo, quello del giovane vampiro che dagli occhi si vede sta avendo gli stessi pensieri.
Ma la strega vede altro nei suoi occhi, come un ombra che sa di ingiustizia e voglia di combattere.

"Sai che non è finita qui.
Abbiamo messo in moto qualcosa più grande di noi."

Deb si limita a sospirare, sapendo che il vampiro ha ragione.
E da questa mattina che vede fermento tra i guerrieri di diverse razze.
E la paura negli occhi di chi non sa combattere.

"Lo so.
Ho sentito due lupi parlare, vogliono creare una squadra di ricerca e salvarne degli altri."

Tristano annuisce, anche lui ha sentito le stesse parole sulla bocca di molti.
E anche lui è d'accordo con loro.

E ingiusto che degli esseri viventi vengano trattati come bestie.
E che i fortunati che vivono qui non condividono questa prospettiva di vita con altri come loro.

"Dobbiamo riunirci, fai girare la voce, creeremo la riunione qui stasera dopo il tramonto.
Io avviso Cali."

Il nome della lupa sulle labbra della strega, gli fa stringere i denti.
E da giorni che non la vede, che non la nomina se non tra i suoi pensieri.

"Sicuramente si tirerà indietro, come sempre."

Ringhia a denti stretti, sentendo ancora bruciare quel senso di tradimento.
Di indifferenza.
Continuando a mantenere gli occhi duri anche quando lo sguardo di Deb si illumina di viola.

"Siete due cretini.
Due emeriti cretini."

Si limita a dire lei, per poi lasciarlo solo nella completa confusione.
A chiedersi cosa intendesse la strega.

La guardato come se fosse colpevole e Tristano non ci sta.
Non è lui a essere rimasto al sicuro mentre gli altri erano in missione.
Non è lui che non si è fatto vedere nemeno per sapere se stessero tutti bene.
Lui non ha sbagliato, è lei ad averlo fatto.

Ma allora.
Perché la strega sembrava così convinta nelle sue parole?

Scuote il capo, decidendo di non doverci pensare, non ora.
Poiché adesso a altro da fare, a molte persone da avvisare della riunione.

Intanto Deb recupera qualche erba da Eleonora, che sta cucinando nella grande sala mensa che è stata creata.
Prepara due vassoi, per poi salutare le donne e andare dall'unico prigioniero ancora dormiente.

Hanno scoperto che il prigioniero che era nella quinta cella è un elfo.
Ma se era solo ci sarà un motivo che però non sapranno mai se quest'ultimo non si decide a svegliarsi.

È stato sistemato nella stanza della strega, a fianco a quella di Calipso.
Passa velocemente dalla lupa, lasciandole il pranzo, per poi entrare nella sua stanza.

Ha voluto che fosse messo lì l'elfo, in modo da monitorarlo durante la notte, creando due letti singoli, facendo scomparire il suo matrimoniale.
Trovando sconveniente dover dormire insieme.

Posa il vassoio sul comodino, come ha fatto da quando lui è qui.
Fino ad ora ha consumato lei questi, poiché lui ancora dormiente deve essere nutrito attraverso la flebo.
Ma continua a portare il vassoio in camera, nella speranza che si svegli presto.

Osserva il corpo dell'uomo,illuminato dai raggi tenui che passa tra le persiane.
Un uomo di trent'anni, un po' denutrito ma comunque muscoloso e possente.

Capelli neri come il carbone, in un taglio elegante che fa risaltare le sue orecchie a punta.
Un viso mascolino, con una cicatrice sull'occhio che deve risalire a molti anni fa.
Un bocca sottile e tirata in una espressione seria, che fa sospirare la strega al pensiero degli incubi che stanno tormentando l'uomo.

Con le mani tremanti gli toglie le numerose fasciature, per poi sedersi e curarle con diversi incantesimi e erbe.

Trattenendo il respiro, sfiora le cicatrici più vecchie, chiedendosi cosa abbia subito e quale sia il suo passato.

Passa le dita sul pettorale duro, dove piccoli segni gli ricordano quante volte a rischiato la vita.

Deb fa un lungo respiro, pensando al vero motivo per cui ha voluto l'uomo nella sua stanza.

All'improvviso il polso viene afferrato con forza, facendole trattenere il respiro.
Pochi secondi e si ritrova contro il muro, con una grande mano stretta sul collo.

Deb cerca l'aria con disperazione, senza però ribellarsi, preoccupata di poter spaventare l'uomo.
Ma è inevitabile che i suoi occhi diventano viola scontrandosi con quelli verdi quasi grigi di lui.

"Un strega."

La voce del l'uomo è rude e molto bassa di tono, come se gli uscisse direttamente dal petto.

Deb si muove, ormai rossa in viso per la mancanza di ossigeno.
Stordita tanto da non sentire la porta spalancarsi, ritrovando il respiro solo quando l'uomo le viene strappato da dosso.

Si lascia cadere seduta a terra, con sguardo fisso sul l'uomo che guarda agguerrito Calipso.

La lupa gli ringhia contro, mostrando i denti affilati e gli artigli che si allungano.
Molto vicina alla trasformazione.

Stava riposando tranquilla, quando ha sentito un rumore preoccupante nella stanza dell'amica.
Per poi diventare furiosa vedendo la mano del l'uomo sul suo collo.

I due continuano a guardarsi, pronti a combattere al primo respiro dell'altro.
L'elfo guarda sorpreso la lupa, che continua a ringhiare nonostante gli occhi azzurri da omega.

La lupa è pronta ad attaccarlo, quando si ritrova davanti la strega, con le braccia spalancate per difendere l'uomo.

Che è sempre più confuso dalla donna che stava per uccidere e che ora lo difende.
Ignaro di quello che le due donne si stanno dicendo attraverso gli sguardi.

Deb la prega di non farlo, le fa sentire attraverso gli occhi lucidi quanto lui sia importante per la strega.
Quanto i due siano legati.

E Calipso spalanca gli occhi, ritornando completamente umana.
Quello è il compagno dell'amica.
L'uomo che le ha lasciato quei segni violacei sul collo, è l'uomo scelto per lei dalla Dea luna.

La lupa fa un passo indietro, spostando lo sguardo sull'uomo ancora confuso ma immobile sulla difensiva.

"Abbi rispetto per le persone che ti hanno salvato.
Un guerriero come te, dovrebbe avere un briciolo d'onore."

Gli ringhia contro, per poi tornare a guardare l'amica che annuisce grata.
Grata che la lupa l'abbia capita e che le stia dando i loro spazi.

"Sono di la."

Si limita a dire, più come una minaccia verso l'uomo.
Avvisandolo che al primo rumore, sarebbe tornata per staccargli la testa.

Una volta rimasto solo, Deb si allontana, creando un abisso tra lui e lei.

Con capo china, attende che lui faccia qualcosa.
Non avendo la forza di perdersi di nuovo in quegli occhi che invece di volerla la guardano con disgusto.

"Dove mi trovo?'

L'uomo continua ad osservarla con astio, rimanendo fermo vicino alla finestra, pronto a fuggire nonostante il suo corpo sia ancora molto debole.

"Ti abbiamo trovato in una carovana di cacciatori, insieme ad altri prigionieri di altre razze.
Vi abbiamo portato in questo luogo al sicuro e invisibile agli occhi del resto del mondo."

Spiega la strega, rimanendo con lo sguardo basso, con il cuore in gola.
Mentre la mente si droga dei respiri lunghi e pensierosi dell'uomo.

"Chi siete?"

La voce dell'elfo, arriva dritta allo stomaco di Deb, facendole trattenere di nuovo il respiro.
Chiedendosi se l'uomo sa l'effetto che ha su di lei.

"Ex prigionieri.
Nulla di più."

Forse non è la completa verità e l'elfo lo sa.
Ma sente che la strega è innocua, altrimenti lo avrebbe già ucciso.

Ma ciò non cambia ciò che pensa della sua razza.
L'esperienza che ha creato l'odio nel cuore di lui, verso gli esseri come lei.

Con passo sicuro si avvicina, mentre lei rimane ferma nonostante le gambe che tremano.

Sente la mano di lui sul collo, questa volta non per stringere ma per farle alzare il viso.
E respira appena, non sa se per il tocco o per gli occhi di lui che la guardano crudeli.

"So che sono il tuo compagno, ma io non ti voglio.
Non vorro mai una come te, preferisco morire solo come un cane."

Lame, ecco cosa sono le sue parole, lame che trafiggano il cuore di lei.

Ed è troppo, il rumore della sua anima che si spezza, è troppo per rimanere lì con lui.
Il dolore è troppo per rimanere immobile tra le mani di lui.

Un ultimo sguardo, mostrandogli quanto dolore le ha appena dato, per poi fuggire via.
Lasciando una scia di lacrime e di sangue che cola dalle ferite nel suo cuore.

E Calipso la vede, la segue nella sua folle corsa senza meta.
La segue, sentendo i suoi singhiozzi e le lacrime perdersi nel vento.

La lupa quasi sente il suo dolore, come se fosse un odore.
Un odore acre e amaro.

La strega si ferma solo quando arriva sulle rive di un lago, accasciandosi in ginocchio.
Lasciando uscire tutta la disperazione.

Non credeva che la luna gli avrebbe mai dato un compagno.
Non credeva che potesse esistere per una come lei, con la sua natura.
Ma sarebbe stato meglio.

Poiché leggere negli occhi di lui  odio e disgusto, è stato peggio di non averlo affatto.

Due braccia la circondano, cadendo vicino a lei.
Cercando di sostenerla nella sua caduta verso l'oblio.

"Va tutto bene.
Lo supererai."

Anche la lupa non crede alle sue stesse parole.
Forse spera di illudere l'amica, che però nemmeno la sente.
Persa con la mente nelle parole di lui.

La terra trema leggermente, mentre il vento si fa più tenue.
Come se fosse affaticato e ferito, proprio come si sente lei.

E Tristano le ha viste correre, le ha seguite fino al lago.
Per poi portarsi una mano sul cuore vedendo la sempre allegra streghetta ridotta in quello stato.

Tanta la preoccupazione per l'amica, che la presenza della lupa è passata in secondo posto.

Ha guardato Calipso, ha visto negli occhi azzurri di lei la richiesta di lasciarle sole.
E se n'è andato, sapendo che l'immagine della sua amica addolorata, gli peserà addosso tutto il giorno.

Intanto l'elfo si è mostrato impassibile, guardandola andare via.
Nascondendo quanto lo strappo da lui stesso creato, stia sanguinando anche dentro di sé.

Si guarda intorno, osservando un letto modesto vicino al suo, un letto in cui qualcuno a dormito per tenerlo sotto controllo.

Osserva il suo corpo curato con gentilezza, fasciato con garze pulite e messe con cura.

Osserva un vassoio pieno di cibo e una cambiata da uomo sicuramente preparata per lui.

E sa che tutto ciò l'ha fatto lei.
Ha visto bontà negli occhi di lei.
Ma ciò non cambia ciò che è.

Una strega, come quelle che hanno ucciso la sua famiglia.
Creato molte delle cicatrici che ha adesso.
E che l'hanno drogato e venduto ai cacciatori.

Lei è una strega, ciò che più lui odia.
Ed è sadico che proprio ciò che disprezza sia destinato a essere la sua compagna.

Con movimenti meccanici e cercando di tenere vuota la mente, mangia tutto ciò che è stato preparato.
Annusando con cura ogni cosa prima di metterla alla bocca
Sorpreso di non trovarci nulla di strano.

Dopo una doccia veloce e aver cambiato le bende, sporcate nel trambusto, si veste con un semplice pantalone nero e una camicia dello stesso colore.
Non sorpreso che siano perfetti per il corpo muscoloso e grosso, infondo li ha creati la strega.

Una volta pronto , trova senza problemi l'uscita della casa grazie al suo senso dell'orientamento.
Ritrovandosi in un giardino che si affaccia su un piccolo paesino.

Osserva scrupoloso la gente camminare tranquilla, senza far caso alle loro diversità o a lui.

E finito in un mondo parallelo, troppo unito per essere vero.

Vede persino suoi simili aiutare qualche strega o vampiro.
Fregandosene delle guerre che nel mondo vero lo dividono.

Poi si sofferma a guardare la barriera che lo separa dalla libertà.
E sorride, pronto a fuggire da questo strano mondo delle favole.

"Se supererai quella barriera, non ci metteranno molto a ricaturarti.
sei ancora troppo debole."

Si volta di scatto verso la voce, ritrovandosi davanti un vampiro e un lupo.
Dagli occhi rossi del lupo deduce sia un alfa, eppure non ne sente l'essenza.
Come non la sente in nessuno in questo luogo, come se qui non esistesse una gerarchia.

"Puoi fare ciò che vuoi, non sei nostro prigioniero.
Ma non sei così stupido da non sapere di non avere possibilità lì fuori.
Non nello stato in cui sei."

Continua il lupo, rimanendo rilassato con le braccia incrociate al petto.

"Cose questo posto?"

Il vampiro sorride, avviandosi cauto al elfo, capendo la sua confusione e il suo stordimento.
Dallo stato in cui l'hanno trovato, deve averne passate anche troppe.

"Ciò che vedi.
Nulla di meno.
Ma diventerà qualcosa di molto più grande.
Speranza."

E da giorni che ci pensa, che perla con gli altri.
E si, crede che la definizione di questo luogo sia proprio questo.

"Insomma una specie di branco di emarginati."

Voleva risultare offensivo e acido l'elfo.
Senza sapere che Tristano riceve battute molto più cattive dalla lupa e che ormai ci ha fatto il callo.

"Esatto.
Un branco di emarginati.
Io intanto sono Tristano e lui è Scott."

L'elfo rimase immobile, osservando con diffidenza la mano del vampiro.

Ma lascio spazio al suo istinto, che gli grida a gran voce che i due sono sinceri.
E che questo luogo è davvero benedetto dalla Dea luna.

"Elia."

Pronuncia il suo nome dopo mesi in cui nessuno gliel'ho ha chiesto.

"Bene Elia.
Benvenuto in famiglia."

Tristano mostro tutta la sua esuberanza, mentre Scott si limita a ridacchiare per la scena disagiata.

Mentre Elia rimane chiuso nei suoi pensieri.
Forse il destino l'ha portato qui per farlo combattere per i suoi ideali.
Per proteggere queste persone che vede camminare intorno a lui.

Anche se ciò vuol dire avere contatti con quella strega che gli ha già maledetto il cuore.

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