capitolo 40 epilogo

"Ammettilo, è scritto nelle stelle che io e te dobbiamo stare insieme lupetta."

Ridacchia Tristano, camminando al fianco di Calipso, sopratutto quando la vede sbuffare e alzare gli occhi verso il cielo.
Il tutto in forma di lupa, che rende il tutto ancora più esilarante.

"No, è scritto che tu voglia starmi nei piedi a tutti i costi pipistrello da strapazzo.
Come per esempio farti cambiare tutti i turni di guardia, per torturarmi con la tua presenza."

Sono passati ormai sei anni dalla vera nascita del branco degli emarginati, dalla grande guerra.
E sono tante le cose cambiate in questi anni.

Il branco è cresciuto, grazie alle nuove generazioni nate in questi anni, mentre altri sono partiti per cercare un'altra strada come Scott e la sua compagna, alcuni lupi e vampiri, e Sofia che si è tornata alla sua congrega una volta scoperto della morte del padre.

Tutte partenze piante, ma con gioia, perché coscienti della loro felicità.
Della serenità nella loro scelta di andare via.

Il compito del branco degli emarginati di salvare prigionieri non si è mai fermato.
E negli anni sono state molte le missioni di salvataggio, affrontate da Thomas e Cristofor, insieme alla loro squadra di mutaforma, vampiri, elfi e licantropi.

Cristofer è il capo di ciò che un tempo fu il branco della Savana.
Non è stato salvato da qualche carovana, ma trovato da Thomas e Sirio durante una missione, poco lontano dai confini nascosti del branco due anni fa.

Cristofer era fuori controllo, rimasto per tutti questi anni in forma animale di leone nero, incapace di gestire il suo dolore dovuto alla caduta del suo branco, nascondendo la sua parte umana nel ruggito del suo leone.
Non era prigioniero dei cacciatori, ma di sé stesso, forse il peggiore dei carnefici.

Thomas e Sirio hanno fatto di tutto per farlo ragionare, ma dopo aver rischiato più volte che il leone li attaccasse, o peggio ancora che gli uccidesse, hanno dovuto chiedere aiuto a Calipso e Tristano, entrambi alfa capi del branco degli emarginati.

Calipso, capendo la situazione, si è mossa velocemente.
Anche perché la presenza del leone e sopratutto il casinò che stava facendo, avrebbe rischiato di attirare troppa attenzione sulla loro zona.

In realtà non è stato difficile risolvere la soluzione.
Le streghe hanno pensato a farlo addormentare in modo da portarlo in tutta sicurezza nel loro viaggio e le sirene si sono occupate di far salire dal suo subconscio il lato umano.

Una volta sveglio, si è ritrovato davanti i suoi compagni di una vita passata, che l'hanno fatto calmare e che gli hanno spiegato tutta la situazione.
La storia del luogo dove erano e vivono tutt'ora.

Dopodiché ha incontrato Calipso, che gli ha fatto una semplice domanda.
Se voleva restare o andare via, aggiungendo che qui avrebbe avuto la possibilità di ritrovare se stesso mentre li fuori avrebbe rischiato di perdersi di nuovo.
Per poi lasciarlo solo a riflettere.

Si, Calipso e i suoi modi poco eloquienti sono una delle poche cose che non sono cambiate e che mai cambieranno.

Comunque Cristofor ha riflettuto tutta la notte, sia sul suo passato che sul suo futuro.
Ma soprattutto su come abbia potuto lasciarsi andare così tanto al dolore, tanto da diventare un animale prima di essere un umano.
E dopo una chiacchierata con i suoi amici, scoprendo la bellezza di questo luogo ma soprattutto il giusto e la bontà che negli anni hanno sempre mostrano i due capi di questo branco, ha deciso di rimanere.
Cosi forse avrebbe avuto la possibilità di espiare le sue colpe passate e costruirsi uno scopo per il futuro.

"Ma dai lupetta, non puoi rinnegare così la bellezza della mia compagnia.
Con Pedra non ti saresti divertita così."

L'elfa è stata forse la più grande sorpresa per Calipso.
Un anno fa circa, ha chiesto direttamente a Calipso di poter entrare nel corpo delle guardie.

La lupa ha acconsentito senza dire altro che un si, osservandola da lontano allenarsi con gli altri, fino a guardarla con fierezza coprire il ruolo di capo delle guardie e istruttore delle giovani reclute.

Calipso non le ha mai chiesto il perché di questa scelta, poiché Pedra prima di entrare nell'esercito era una semplice Elfa guaritrice, lavorando più che altro in infermeria o nei campi per la raccolta di erbe mediche.

Eppure qualcosa la cambiata, costretta a cambiare se stessa per superare un dolore e Calipso la letto nei suoi occhi il bisogno di crescere.
Per questo ha acconsentito la sua scelta di diventare un elfo guerriero, abbandonando le vesti di elfo guaritore.

"Pedra è di poche parole, perciò perfetta per me.
Mentre tu...
Be', sei tu, percio fastidioso come una spina sotto la zampa."

Tristano ride di nuovo, con più gusto e con lo scopo di farla sbuffare ancora.
Questo non cambierà mai, il loro rapporto amore e odio, forgiato dalle lacrime versate insieme e dalle confessioni condivise.

Continuano il loro giro di ronda, alla ricerca di un po di selvaggina, naturalmente mai in silenzio.
O meglio, tristano continua con le sue solite battutacce con risposta ringhi e sbuffi da parte di Calipso.

Il dolore nel ricordo della guerra non è scomparso dentro di loro.
Ma con gli anni hanno imparato a sorridere ai ricordi dei loro amici, invece che versare lacrime.
E a convivere con la loro assenza, sentendoli ovunque nel loro vilaggio ma sopratutto nei loro cuori.

Il rapporto tra i due, nessuno lo capisce.
Sempre insieme, a stuzzicarsi con battute taglienti e molte punizioni date da Calipso al vampiro, come per esempio assistere le cuoche della mensa padronale, un vero incubo per Tristano.
Ma mai come assistere le balie dell'asilo nido, come è già successo una volta è la faccia del vampiro a fine turno fa ancora sorridere Calipso.

Ma nonostante il loro rapporto così frantendibile, tutti sia vecchi amici che nuovi, leggono nei loro occhi il legame che hanno.
Questa amicizia infinita e piena d'amore.

A metà del loro giro, dei rumori in lontananza attirano i sensi di Calipso, nonostante Tristano non stia zitto un attimo.

"Chiudi il becco pipistrello.
Con il tuo continuo chiacchiericcio mi chiedo come tu possa essere ancora vivo."

Lo sgrida facendogli gonfiare le guance fingendo di essere offeso.
Per poi farsi subito serio quando ode i rumori che la lupa ha già percepito.

Calipso, nascondendosi dietro un albero, torna umana vestendosi con gli abiti che trasportava nella sacca sul dorso.

Mentre per la caccia e per fare il giro di ronda, si affida alla sua forma animale.
Quando sente una mi faccia o si prepara a combattere, preferisce la forma umana, mettendo sul petto la fascia costellata di pugnali.

Indossa una grande pelliccia di montone, poiché nonostante sia ancora giorno, le temperature all'esterno della copula sono molto basse, unendosi alla neve che segna l'inverno per il mondo esterno.

"Vado avanti io."

Le sussurra Tristano, ora completamente serio e stringendo tra le mani la sua amata spada.
La lupa lo segue sbuffando, come fa ogni volta che il vampiro si mostra protettivo, forse più fastidioso di quando fa il simpatico.

Ma c'è anche da dire che Calipso sbuffa per il 90% del tempo.
Quindi nessuno ci fa più caso.

Comunque Calipso segue i suoi passi nella boscaglia, seguendo i rumori che si fanno sempre più vicini.
I versi che rimbombano fanno capire loro che uno degli ospiti è un orso, mentre le urla di una ragazza affiancano l'animale insieme a rumori di battaglia.

Arrivati al punto di incontro, vedono una piccola lupa a terra,  mentre un grosso orso si lamenta cercando di togliersi dal fianco la lama di un pugnale.

La piccola lupa rimane nella forma animale per pochi attimi e Calipso dalla sua espressione e dal suo odore capisce che è la prima volta che si trasforma, mostrando una smorfia di disappunto.

Ma nota anche il suo petto sporco di sangue, sicuramente dovuto all'incontro con l'orso.

Prima che l'animale possa uccidere la piccola, Tristano salta sull'animale con spada dritta, sul centro della sua schiena, uccidendo l'orso e facendolo cadere a terra.

"Una cucciola mia cara.
Nuda e impietrita dalla paura, non male come caccia."

A sorride  Tristano, tirando via la spada dal cadavere.
Pulendola con una stoffa bianca, che porta sempre nel taschino della giacca.

Ma come sempre Tristano parla senza filtri, facendo tremare la piccola lupa, che pensa di essere finita nelle mani di un cacciatore.
Insomma dalla padella alla brace.

"Viaggiare durante una tempesta  alla prima trasformazione.
La stupidaggine dei ragazzi di oggi non ha limiti."

Calipso, attirando con la sua voce lo sguardo blu della lupa la guarda con rimprovero, dandole della stupida mentalmente.

Come se fosse stata una cosa programmata, gli risponde la piccola lupa senza parlare.
Perché la stanchezza le ha tolto la voce.

Calipso la guarda ancora per qualche attimo, piegandosi sulle ginocchia per osservarla meglio, dopodiché si rimette dritta, pronta a tornare al suo viaggio.
Lasciando la giovane lupa ancora stesa nella neve.

"Non ci credo che la lasceresti così Calipso.
Smettila di fare scena e aiutala."

Gli urla Tristano dietro, mentre si toglie la giacca, per coprire la piccola indifesa.

Fregandosene di come Calipso lo guardi in modo truce, prima di spogliarsi della sua amata pelliccia di bisonte.

"Maledetto pipistrello dei miei stivali.
Vuoi salvare i trovatelli, e poi lasci tutto il lavoro a me."

Quello che la piccola lupa ha dedotto essere un vampiro scoppia a ridere.
Mentre Calipso si è già trasformata in uno splendido lupo Bianco con sfumature grigie.

Un vampiro e un licantropo, che coppia male assortita, pensa la piccola.
Mentre viene presa a sposa, e posizionata sul dorso dell'animale.

Il pelo chiaro della lupa, gli dà sollievo e calore.
Le ricorda sua madre e i suoi lunghi abbracci in inverno.

E il pensiero dedicato a sua madre la fa sussultare.

" Vi prego, recuperate lo zaino e il pugnale.
È tutto ciò che mi rimane di lei."

Sussurra, con il viso nel pelo della lupa.
Sperando che abbiano sentito quel filo di voce che le rimane.

Grazie ai suoi sensi sensibili, Calipso la sente bene e subito scambia uno sguardo dal colore rosso e blu con Tristano.

"Recupera la sua roba Tristano.
Sembra essere importante."

La piccola lupa non l'ha sentita parlare, perché già caduta in un sonno profondo.
Troppo stanca per le ferite che si stanno cicatrizzando con troppa lentezza.
Troppo stanca per le troppe emozioni vissute.
Troppo stanca per aver conosciuto finalmente il suo istinto di lupa.

Mentre la piccola lupa, dorme tranquilla tra la pelliccia di bisonte e il pelo della lupa.
I due soccorritori camminano verso la loro casa, rinunciando a concludere  il loro giro di ronda, poiché sarebbe impossibile con sulla schiena la piccola lupa.

Inoltre, Calipso sa che la piccola ha bisogno di cure per il dolore della sua prima trasformazione e sopratutto per le numerose ferite subite da parte del lupo.

Perciò decide di tornare a casa e di avvisare sirio di completare il loro giro dopo aver concluso il suo.
Il ghepardo proverà a lamentarsi ma Calipso lo rimetterà al suo posto dopo un semplice sguardo.

"Cosa può averla spinta a viaggiare in pieno inverno, durante la sua prima luna?"

Chiede curioso Tristano.
Mettendosi in spalla la borsa a cui tanto tiene la piccola, camminando a passo tranquillo vicino alla lupetta.

" È una omega.
Non so come, la scoperto in anticipo, ed è scappata sperando di arrivare in un luogo sicuro entro stasera, ovvero il momentodella trasformazione.
Che però la colpita in anticipo sui suoi tempi, forse a causa dell'istinto di sopravvivenzadurante lo scontro con quell'orso."

Gli spiega in modo freddo e distaccato, mostrando sia le sue conoscenze che la capacità di deduzione.
Calipso è ancora la stessa lupa calcolatrice e brava a guardare dove gli altri sanno solo vedere.
Cosi da dedurre tutto ciò nei pochi attimi in cui ha visto la lupa difendersi dall'orso.

"Arriverebbe a tanto solo perché è un omega?"

Chiede con sincerità Tristano, subendo subito il ringhio della lupetta.
Che, nonostante la sua freddezza verso la piccola, fa attenzione a non svegliarla, sentendola riposare tranquilla nel suo pelo lungo..

Tristano si dà subito dell'idiota per la domanda fatta, dimenticandosi totalmente ciò che è successo sei anni prima.
Ma soprattutto perché quando si vive in un luogo come il branco degli emarginati, dove la prima legge è l'uguaglianza, ci si dimentica del mondo esterno.
Della realtà che li fuori ancora uccide e distrugge.

"Scusa."

Riesce solo a dire, ma la lupa non gli risponde, tornando a camminare davanti a lui.
Che l'ammira per l'ennesima volta in sei anni, conoscendo la sua forza, la sua bontà che nasconde dietro un armatura.

Sa che era scontato che avrebbe aiutato la piccola, nonostante nascondesse il dispiacere nel vederla in quello stato.

L'ammira davvero tanto, per tutto ciò che fa, che ha fatto in passato e che farà in futuro.
Amando la sua anima dolce, nascosta dietro una corazza di freddezza.
Anche se non glielo ha mai detto e forse mai glielo dirà.

Riprende il passo, posizionandosi al suo fianco.

"Comunque per essere una cucciola, se le cavata bene contro un orso."

Lo sa bene Calipso.
È la prima cosa che ha pensata quando la vista a terra, pronta a essere mangiata dall'orso.

Lo stesso che si lamentava per il pugnale inflitto nel fianco.
Ha avuto coraggio la piccola lupa.
Sa che ha un gran animo e grande coraggio.
Nonostante la sua fragilità.

Sensazioni che lei conosce bene.
Che ha già visto in passato, anche in se stessa.

Gli dispiace solo aver rinunciato a quell'orso, che sarebbe stata una buona cena per il branco.

"Tranquilla, ci penso io alla cena.
Così i bambini ringrazieranno me per una volta."

Quello sbruffone di un pipistrello spalanca le sue ali.
Spicando il volo con la sua solita destrezza.

Lo vede solo dopo qualche minuto volare su di lei, tenendo senza difficoltà l'orso con gli artigli delle mani.

"Arrivo prima io.
Arrivo prima io."

Urla il vampiro, superandola ancora in aria.
Sapendo bene che la lupa non può correre con il carico sulla schiena.

Calipso sbuffa per il suo solito comportamento infantile.
Anche se, senza dirglielo mai, lo stima anche per questo.
Per la sua leggerezza, nonostante tutto.

Amando la sua anima dolce e infantile, luminosa davanti ad ogni avversità.
Anche se non glielo ha mai detto e forse mai glielo dirà.

Lo trova, dopo qualche kilometro, soddisfatto appoggiato a un albero che fa da ingresso alla loro dimora.

Si guarda gli artigli con noia Tristano, aspettando che Calipso si congratuli con lui per aver consegnato già la cena.
Anche se sa che non succederà mai.

Infatti la lupa lo supera, senza dargli nessuna attenzione.
Cosa che fa sbuffare Tristano.

"O andiamo.
Puoi anche dire che sono stato bravo.
Fare un complimento non ti ucciderà mica.'

La lupa lo ignora ancora, divertita perché sa che lui non  sopporta essere evitato.
Nonostante tutto mantiene la vanità di un vampiro.

"Chi si loda si imbroda pipistrello.
Io a quest'ora avrei anche finito di cucinarlo."

Continua a camminare tranquilla, superando la barriera della sua dimora.
Godendosi il calore che trova ad aspettarli, che crea brividi per il contrasto con la neve che sta cadendo oltre alla cupola.

"Guasta feste e presuntuosa.
Tu lupa sei impossibile."

Si congratula Calipso, credendo che ora la lascerà stare per qualche ora.
E invece quel pipistrello appiccicoso, si ritrova di nuovo al suo fianco.

Non se ne libererà mai, pensa la lupa.
E in realtà non gli dispiace, non sa davvero cosa farebbe senza di lui.

Supera la sua famiglia numerosa che si trova al piano terra della casa branco, un po infastidita di come guardano la piccola con curiosità.

"Ne ha trovata un'altra."

"Chissà chi è?"

"Povera cucciola, guardatela com'è piccola"

E altre frasi del genere che Calipso pero supera senza attenzione.
Sa che è compito di Tristano dare spiegazioni, perché lui è bravo con le parole mentre lei preferisce muoversi in silenzio.

Infatti lui si ferma a parlare, mentre lei sale nelle camere, per mettere a riposare la piccola.
Tutto ancora in forma di lupa, ringraziando le porte larghe e i pavimenti grezzi, ideali per le sue zampe.

La fa scivolare sul letto, tornado subito dopo umana.
Stiracchiandosi la schiena indolenzita.

Sara anche piccola, ma è stato comunque un lungo viaggio.

In generale sarebbe stato Tristano a trasportarla.
Ma la piccola stava per andare in ipodermia, a causa della sua nudità, per la debolezza e per le temperature che sono calate sotto lo zero durante la giornata.
E stare attaccata a un corpo freddo come quello di Tristano, non avrebbe giovato.

Si veste con una tuta semplice, uno dei tanti vestiti che ha lasciato in giro per la casa, per questa evenienza.

Per poi tornare con l'attenzione sulla piccola che, nonostante tutto, riposa ancora.
Stesa nuda sul suo nuovo letto, se vorrà.

Ora, con la calma e la luce prodotta dalle candele nella stanza, nota i graffi dell'orso.
Ma pultroppo non solo quelli.

Nota, si il marchi degli omega, ma anche i numerosi lividi che porta adosso.
Segno di anni e anni di percorse.

Cosa che fa trattenere un ringhio tra i denti a Calipso.
Che però preferisce non pensarci, tenendosi occupata curando la piccola.
Pronta a sapere la sua storia, quando si sarà risvegliata.

Finito di passare la pomata e fasciate le ferite dell'orso, la copre con il lenzuolo.
Baciandole la fronte con dolcezza, sentendo una scossa colpirle le labbra per poi diventare un brivido sulla schiena.

Si alza lentamente, spostando lo sguardo sulla finestra, viaggiando con la mente fino al suo amato lago.

Questa non è la fine della storia, ma solo l'inizio.
Perché Calipso sente che questa piccola lupa cambierà la sua vita e quella di molti altri.

Non ne sa il motivo, ma sente il destino prendere vita da questo momento sotto il sorriso dolce della dea luna e dei suoi amici che siedono al fianco degli dei.

Dalla porta aperta un colpo di vento le sfiora il viso, come una carezza, o forse si illude che lo sia.
Qualcosa è appena accaduto, un nuovo inizio è appena nato.

E torna a guardare la piccola lupa, accarezzandole la guancia, con le sensazione che lei sia il nuovo inizio che il mondo attendeva.

"Benvenuta nel branco degli emarginati."

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