capitolo 37 sangue e polvere

Ormai il giorno è arrivato, con la sua alba che ormai sta per morire verso il tramonto.

Immobili tra i boschi, attendono il momento, con il respiro che graffia la gola.
Calipso, davanti a tutti, osserva ciò che li attende.

Una muraglia alta 25 metri, impossibile da sorpassare, un portone in legno massiccio, che ha già resistito a tempeste e guerre,  un silenzio da scuotere le anime e solamente una decina di cacciatori a far da guardia.
Tutto puzza di trappola gigante, anche i suoi sensi pizzicano fino alle ossa.

Scivola giù, dove l'attendono gli altri per decidere il da farsi.
Come se lei fosse la guida, ma invece si sente cieca e sorda in questa calma che fa tremare.

"Prepariamo i portali.
Poi penseremo al da farsi."

La salva Deb, togliendosi dal collo il medaglione, afferando nelle mani tutti quelli degli altri.
Ognuno di essi è legato a un loro alleato e creerà un portale per loro.
Con la fortuna che la sua funzione di nascondere il loro odore ancora per qualche ora.

Vengono posizionati sul terreno ben distanti tra loro, dopodiché Deb si posiziona davanti a essi al centro.
Alza le mani davanti a se, lasciando l'energia vestita di magia e gli occhi viola simili a fiamme incandescenti.

Cinque luci scivolano piano fuori dai medaglioni come se fossero acqua, alzandosi fino a imitare delle porte di luci viola e blu.
Una volta soddisfatta, sorride facendo un passo indietro e lasciando cadere le braccia ai fianchi.
Attendendo che i loro ospiti si presentino alla festa.

Dal medaglione di Deb esce scott insieme alle gemelle sirene, loro scelti come guida del branco degli emarginati.
Anche loro non sono rimasti dormienti, nell'ultimo anno Scott, Sofia e le gemelle si sono occupati di addestrare l'esercito che durante queste quattro stagioni hanno salvato e mandato li.

Dal medaglione di Calipso, esce un sorridente Elia stretto al braccio del suo compagno.
I primi ad averli ospitati e sostenuti, un arrivo che fa emozionare Calipso ma anche Cora e Nora che ricordano il loro branco come la loro salvezza e rinascita dai deserti.

Dal medaglione di Elia, prima ancora che esca qualcuno, arriva il suono di un corno in risposta del suo, come se fosse l'eco del suo richiamo.
Titubante si presenta Trevor, che Elia non credeva si sarebbe presentato nonostante il giuramento.
E anche il fratello sembra titubante mentre si guarda intorno, per poi schioccare una occhiata di irritazione verso Deb.
L'elfo non ha ancora accettato la strega, ma almeno è qui.
Ed è già una briciola di luce verso un futuro che si spera migliore.

Dal medaglione di Caleb, esce con la sua solita postura rigida e sicura, Ronaldo.
È solo ma dal suo sguardo rosso si capisce che il suo esercito è già pronto, in attesa di segnale.
Calipso ammette che avrebbe voluto vedere Mary vicino a lui, per poterla salutare forse per l'ultima volta e dirle che finalmente a capito la sua scelta e che è felice per lei, cosa che non gli ha detto l'ultima volta.
Ma sospira, sperando di poterla rivedere iin futuro per dirle tutto ciò.

Dal medaglione di Tristano, tutti attendono con trepidazione l'arrivo della loro cara amica Vic.
E quando da esso esce solo Penelope, cercano di nascondere un nota di rammarico.
Hanno davvero atteso molto il ritorno dell'amica da loro e non vederla crea tristezza e amarezza.

"Che brutto benvenuto.
Non sono io che aspettavate eh."

Penelope finge di sentirsi offesa, nascondendo le risate per il rossore sulle guance di tutti.
Davvero delusi di aver fatto intendere alla vampira che non sia ben voluta tra loro.

Ma alla fine scoppia a ridere, girandosi verso il portale e facendo scivolare la mano oltre alla luce.

"Forza esci fuori, non hanno trovato il tuo scherzo divertente."

Ride la regina verso il portale, tirando fuori la mano sotto i sorrisi di tutti quando vedono la sua mano stretta a un'altra.
Difianco a lei appare Vic, con il solito sorriso straffotente e la sua postura presuntuosa.
Ma è una maschera di apparenza che non funziona più con i suoi amici.

Subito si trova tra le braccia una piccola lupa, in lacrime ma con un dolce sorriso sulle labbra.

"Te l'avevo detto che ci saremo riviste presto."

Sussurra la vampira all'orecchio di Ester, stringendola a se per poi lasciarla andare per poter salutare tutti gli altri.
Nonostante l'ansia e la polvere che si respira, è bello avere tutti i propri cari vicini.
Li fa sentire più forti e motivati.

"Ok, che si fa?
Abbiamo un invito o ci imbocchiamo alla festa come al solito?"

Fa tornare all'attenzione Tristano, strano che proprio lui si ribelli a questo momento di ilarità
Ma forse solo perché è stanco di tutta questa storia e spera finisca prima dell'arrivo delle stelle in cielo.

Ronaldo fa un passo avanti, pronto a prendere le redini della situazione coprendo alla perfezione il suo ruolo di alfa.
E Calipso, nonostante lo nasconda, sente il peso della sua presenza.

Ora che non ha più il  medaglione, solo il suo odore è nascosto.
Mentre la sua anima è nuda e subisce senza pudore il peso che gli cala addosso l'alfa.

"Ci sono solo dieci guardie.
Conviene partire e puntare subito all'effetto sorpresa."

No, è sbagliato.
È tutta una trappola, Calipso lo sa.
Ma da sola si morde il labbro bloccando qualsiasi intento di parlare.

"Ci organizzeremo così..."

Continua Ronaldo, muovendosi come un alfa, mostrando un piano che non funzionerà.
Calipso lo sa, vorrebbe dire qualcosa.
Ma il suo tono di alfa le stringe la gola come se fosse un pugno e il respiro quasi le scompare dai polmoni.

"No."

Sussurra nonostante stia lottando contro se stessa.
Guardando i suoi compagni, la sua famiglia, gli alleati che hanno creduto in questo scopo.

"Non funzionerà.
Così andremo contro morte certa."

E non importa se la sua lupa trema, se la sua voce esce dai denti stretti.
Se si ritrova con gli occhi blu notte contro gli occhi rossi fuoco dell'alfa.

Uno spettacolo irrazionale, una Omega contro un alfa, una Omega che non si piega.
Una lupa che ringhia e graffia il suo territorio.

"Hai una idea migliore?"

L' affronta Ronaldo, istintivamente proteggendo il suo stato di alfa.
Perché Calipso lo sa, per quanto un uomo possa essere giusto, il suo lupo alzerà sempre il capo davanti a un Omega.

Ma lei non è "una Omega" qualsiasi e ha una famiglia a fronteggiarla.

"La lupetta ha sempre ottime idee.
Quindi abbassa le orecchie cagnolino e stai a sentire."

Tristano è subito al suo fianco,  come sempre, insieme agli altri.
Mostrando la vera forza di Calipso che non risiede nella sua  natura, ma nella fiducia che ha seminato  e che ora raccoglie  con un sorriso straffottente.

Ronaldo, come tutti gli altri,  possono solo fare un passo indietro e quasi piegarsi a una anima debole che li  ha spezzati.
E la lupa finalmente si sente forte,  più di un Omega, un beta o un alfa.
Si sente semplicemente una lupa, una donna pronta a lottare per un giuste fine.

"Ecco cosa faremo..."

E sotto le luci di un tramonto che cala, la lupa da sfogo a tutto il suo istinto da guerriera per creare il piano più complesso e completo che abbia mai idealizzato.
Ha sulla coscienza il peso di quasi mille persone, le loro vite nelle sue mani che tremano mentre parla.

Sospirando quando Tristano e Deb stringono le sue mani, facendole sentire che anche loro tremano, anche loro hanno paura.
Sono umani ed è normale averla, ma sono insieme e stringendosi nulla può far paura.

E così, con questo alone di speranza e unione, il tramonto è scivolato nella sua culla, come un sipario che si apre sulla notte più importante della loro vita.

Cinque lupi, che ringhiando e sbattono gli artigli contro il terreno, si avvicinano minacciosi al dieci cacciatori.
Ma quest'ultimi non sembrano preoccupati, anzi incrociano le braccia come in attesa di qualcosa.
E il motivo della loro calma si capisce quando dalla cima della muraglia cade una pioggia di frecce che non da scampo ai cinque lupi, inchiodandoli al terreno sotto le risate dei cacciatori.
Che non sanno dell'inganno che hanno appena subito.

Calipso sorride vedendo i cinque lupi a terra, sapendo bene che sono solo cumuli di fango che Deb ha animato e disegnato in forma di lupi.
Un buon metodo per far scattare la trappola a vuota e rubare il formaggio come bravi topini.

"Elia, prepara gli elfi, se non sbaglio i tuoi uomini sono formidabili con l'arco.
E Deb, tu e le altre streghe siate pronte a creare uno scudo su di noi."

I due annuiscono, correndo verso i due gruppi che guideranno.
Mentre Calipso continua a dare istruzioni precise per idealizzare concretamente il piano che prima ha solo ipotizzato.

"Tristano, tu e i vampiri vi occuperemo dei prigionieri, vi copriremo noi.
Cora e Nora, voglio quel portone a terra, perciò mangiate qualcosa all'eucalipto per la gola e cantategli una bella canzone."

Anche loro partono verso le distinte destinazioni.
Tristano con la mente lucida, sapendo Ester lontana e al sicuro, nonostante la piccola lupa avrebbe voluto aiutarli in qualche modo.

Tutti sono pronti, per quanto ci si possa preparare alla guerra e alla morte.
Poiché tutti sanno che non c'è certezza di ritornare a casa o di poterlo fare ma senza il compagno che ha combattuto sul loro fianco.
L'unica cosa che placa la paura è la certezza delle centinaia di vite schiave che salveranno.
Un colpo che ha lo scopo anche di piegare questo sporco commercio.

Un passa parola sussurrato e a Calipso arriva la certezza che sono tutti pronti.
E che ormai non si torna più indietro.

Tre lunghi respiri prima di partire all'attacco.
Uno, per le catene spezzate.
Due, per il sangue versato.
Tre, per la libertà.

E Calipso ulula al cielo, facendo tremare la terra e scappare gli animali dei dintorni.
Non si torna più indietro.

Un esercito di lupi e vampiri corre verso le mura, gli arcieri nemici fanno cadere una tempesta di frecce su di loro, che però si infrange contro uno scudo quasi invivibile, che si illumina ad ogni colpo che para, mentre frecce contrarie si infrangono contro gli uomini sul muro.
Facendoli cadere uno a uno.

L'esercito si divide, come se fossero il Mar Rosso e il canto delle sirene il bastone di mose.
Ma non è melodioso, non è formato da parole o musica.
E solo un onda sonora che si imbatte sul portone, facendolo tremare e scheggiare contro un suono che si ripete senza sosta, in un lup continuo.

I lupi della prima fila ci mettono poco tempo a uccidere i cacciatori di guardia e anche il portone in pochi istanti cade, alzando una nebbia di polvere tra loro e ciò che li attende.

"Benvenuti, vi stavamo aspettando."

La polvere lentamente torna a terra, lasciando visibilità all'incontro che non sorprende Calipso e nemmeno i suoi compagni a cui aveva già detto i suoi dubbi e supposizioni.

Davanti a loro non hanno una normale asta con venditori e nobili.
Ma un esercito nemico formato da lupi, vampiri e streghe, con a capo Gregory, Igor e Maddalena.

Calipso sorride, sapeva che il giorno dello scontro finale con loro sarebbe stato oggi, per settimane è stata solo una ipotesi, un presentimento.
Che questa notte ha reso realtà.

"In elegante ritardo, oserei dire.
Ma ora la festa può iniziare."

Righia Calipso, afferando dal cinturino sul petto due pugnali, preparandosi allo scontro.
Un ululato verso il cielo, tutti hanno un compito e uno scopo.
E mentre l'ultimo uomo sulla muraglia cade alle spalle di Calipso, lo scontro ha inizio.

Tristano, seguito da metà esercito vampiro, si prepara a correre verso le celle sotterranee per salvare i prigionieri.
Il restante vampiri affiancano i lupi e gli elfi, mentre streghe e sirene si occupano della congrega di Maddalena.

Ed è sangue e polvere che sporcano il terreno.
Urla che spezzano il silenzio della notte, il rumore di armi e artigli che si scontrano senza pietà.

Calipso non ha il tempo di riflettere o guardarsi intorno, stringe i suoi pugnali segnando più cadaveri possibili sulla sua coscienza.
Muovendosi veloce tra i suoi compagni, ritrovandosi schiena a schiena con un lupo nero amico, Caleb.

E combattono sporcandosi di affanno e sangue, mentre lei cade in un movimento quasi meccanico, diventando puro istinto.
Schivare, colpire, muoversi, colpire, schivare, sorda a causa del battito del proprio cuore che è furente nel petto.

Si lascia guidare dall'istinto omicida, da predatore che la rende poco lucida e frenetica.
E questo non è mai un bene in battaglia.

"Attenta."

Urla caleb, facendola girare si scatto verso una freccia nemica che sta puntando verso di lei.
Ed è il tempo di un respiro, ripensare a tutta una vita, non avere la forza di muoversi e salvarsi.
E la freccia fa centro sul petto, arrivando al cuore, bruciando la carne e creando uno squarcio che si sporca di sangue.
E il corpo, senza forze, cade giù.

Caleb lentamente cade giù, tra le braccia spalancate di Calipso, davanti al suo sguardo intensamente blu e sconvolto, mentre con mano tremante accarezza il petto dell'uomo sporco di sangue.

"No, no."

La freccia non è arrivata a lei, solo grazie a Caleb che si è messo in mezzo, prendendo la morte al suo posto.
L'unica soddisfazione è vedere l'arciere che la ucciso venir sbranato vivo da una tigre bianca.

Calipso, afferrandolo come può, lo tira con se dietro a una roccia, facendolo sdraiare per poi toccare la freccia nel suo petto con mano tremante, non sapendo cosa fare.
Come poterlo salvare, impotente.

"Va tutto bene Calipso, non ho paura della morte, perché ora so cosa significa vivere."

Le accarezza una guancia, portandole una ciocca dietro all'orecchio, anche se così facendo le sta sporcando la pelle di sangue e terra.
La guarda, volendo che sia lei l'ultima cosa che porterà via da questo mondo, felice di averla salvata anche a costo della sua stessa vita.

"E sono felice di poterti dire addio e morire da uomo libero."

La voce sempre più bassa, mentre il sangue sgorga dal suo corpo creando una pozzanghera sotto le ginocchia a terra di Calipso.
La mano sempre più debole che continua ad accarezzarla mentre lacrime amare nascono dai suoi occhi blu, cadendo sul viso di lui.

Ed è l'ultimo respiro che rimane in gola e lo usa per avvicinarsi a lei e rubarle un bacio.
Il suo ultimo respiro lo ha donato a lei, per sussurrarle sulle labbra il ti amo mai detto.
Poi si lascia cadere giù, con gli occhi chiusi e un sorriso sulle labbra, come se stesse solo dormendo.
Ma questo è un sonno da cui mai si sveglierà.

Con gli occhi pieni di lacrime e la gola che si spezza per le urla verso il cielo, lo saluta con una carezza sulla guancia.
Con un tocco di dolcezza che mai si è concessa prima, imparando la più crudele delle lezioni sulle labbra della morte.
Il rimorso delle cose mai dette e dei gesti sempre nascosti.

Tristano in lontananza copre le spalle ai suoi compagni che stanno facendo uscire dalle celle i prigionieri che una volta liberi vengono spinti nel portale verso il branco degli emarginati.

La sua spada trapassa la schiena di un lupo quando ululato di Calipso spezza l'aria.
Sa che non è un'urlo di dolore fisico, ma che è una sofferenza che arriva dal petto.
Segno inconfutabile che uno dei loro compagni è caduto a terra.

La guerra non è un gioco, ci si prepara psicologicamente alla morte.
Ma nonostante le mille parole, quando una persona a te cara muore, nulla sono serviti i pensieri che li hanno preparati.

E girandosi intorno, il vampiro cerca vendetta, un corpo su cui sfogare il dolore che sente, i tre mostri che hanno dato vita a tutto questo.

Li cerca con i suoi sensi, cercandoli nella battaglia che si consuma con sangue e polvere.
Pero, non trovandoli li.

"Vic, guidali tu, io vado a cercare Gregory e gli altri."

La vampira annuisce, colpendo un vampiro nemico che si stava avvicinando a loro, affiancata dalla sua compagna.
Mentre gli ultimi prigionieri vengono tirati fuori dalle celle.

Tristano corre in mezzo alla battaglia, uccidendo chiunque gli sbatti la strada, notando Deb e le gemelle fronteggiare le streghe, elia e i suoi combattere poco lontano e Sirio e Thomas muoversi nella battaglia insieme ad altre tigri e ghepardi.

Vicino a una roccia al centro della piazza, Calipso si muove veloce e senza controllo, colpendo e uccidendo persino alcuni alfa.

E Tristano, con un conto mentale, capisce che a cadere è stato il suo amico Caleb.
L'uomo che nonostante i dissapori iniziale, a saputo conquistare la fiducia di tutti, persino del vampiro, fino a diventare un caro amico.
Ora una lapide su cui piangerà quando tutto questo sarà finito.

Accecato dalla rabbia, corre più velocemente verso l'esterno, con le gambe che bruciano e la vista offuscata dal sangue che sta versando a terra.
L'unico motivo per cui non sta volando, poter uccidere più nemici possibili al suo passaggio.

Ma una volta fuori dalle mura, qualcosa dentro di lui muore.
Qualcosa crolla e si spacca a terra diventando polvere.
Il suo cuore.

Lontano da lui, Gregory sta accarezzando il viso di Ester, mentre stringe nelle mani uno dei loro medaglioni, quello che ha sempre indossato la lupa.

Un sorriso soddisfatto sulle labbra di Gregory, i suoi occhi rossi che guardano la lupa, prima di scomparire nella boscaglia insieme a maddalena e Igor.

Dovrebbe affrontarli, fermarli, ma il suo cuore sta fondando sangue e la mente si offusca di ricordi condivisi insieme a lei.
A lei, che è sempre stata la talpa di Gregory.

Spicca il volo, atterrando con un macigno davanti a lei, davanti ai suoi occhi colmi di lacrime e disperazione.

"Perché?"

Sussurra, con viso basso, con una inquietante  calma che si spezza nel silenzio dei singhiozzi di lei.
La mano che scatta sul suo delicato collo, dove per mesi aveva posato baci e immaginato il marchio, mentre ora le dita lasciano i segni stringendo in una presa disperata.

"Perche?"

Le urla in faccia, facendola affogare nei suoi occhi neri sporchi di dolore.
La rabbia fa male, ma la disperazione devasta e distrugge senza pietà.
E mai Tristano ha provato questo peso sul petto oppresso dal tradimento di chi ama.

E lei che piange, senza fermare la sua mano, come se sapesse di meritare la morte.
E cede la presa facendola cadere giù, con il viso rosso e la gola che tossisce per recuperare ossigeno.

"Quando sono stata portata all'asta, è stato Gregory a comprarmi.
Mi ha trattato come una bestia per giorni, finché un giorno mi ha marchiata dicendomi di tacere, di non dire nulla di lui.
Altrimenti la mia amica vampira avrebbe avuto una sorte peggio della morte."

È una buona giustificazione?
La paura basta a giustificare i suoi silenzi e il suo tradimento?
No, nulla da sollievo nel petto di Tristano, nel suo cuore che sente morire pezzo per pezzo.

"Non sapevo dell'incantesimo che avevo addosso, che mi aveva marchiata per tenermi sotto controllo.
Lo scoperto solo molto più avanti e ho fatto di tutto per fermarlo, per nascondermi."

Poteva parlarne con loro, con Deb, lei avrebbe saputo cosa fare.
E invece no, ha preferito essere egoista, non voler perdere il legami che aveva creato con loro per paura che l'avrebbero abbandonata una volta saputa la verità.

"Se è come dici tu.
Perche ora gli hai dato il medaglione.
Ci hai appena condannato tutti, lo capisci?"

E abbassa il capo, ancora in ginocchio, investita giustamente dalle urla di Tristano.
Dal suo sguardo pieno di odio che distrugge l'amore che hanno creato fino ad oggi.

Rimane a testa bassa, non sentendosi degna di guardarlo, di questo amore che gli è stato donato.

"Perche sono una Omega e lui è un alfa, colui che mi ha marchiato e legato a lui.
E io non sono Calipso, non ho il suo coraggio e la sua forza.
Debole e sottomessa come qualsiasi omega, non mi sono potuta ribellare."

E Tristano vorrebbe rispondere, trovare le giuste parole che mettono in ordine i suoi pensiri.
Ma poi, il tutto si muove a una tale velocità impercettibile persino per tristano.

Ester che si alza di scatto, lo spinge via aiutata dall'adrenalina e dalla sorpresa di lui.
Gli occhi della lupa si spalancano verso il cielo, la schiena che si inarca, la bocca che trattiene un urlo che muore un gola.
Per poi cadere tra le braccia del  vampiro.

"Ester."

Sussurra, cadendo sulle ginocchia, stringendola a se.
Sente il sangue colarle sulla schiena, dove un proiettile di argento è arrivato al cuore.

Sulle labbra socchiuse una goccia di sangue che scivola fino al mento.
La morte che la consuma velocemente, non avere nemmeno il tempo di dire addio a questa vita.
Morire con le catene sui polsi, il rammarico di non essere mai stata libera.
L'amarezza di morire schiava.

Gli ultimi respiri che si perdono al vento, una lacrima  sulla guancia e lo sguardo che diventa vitreo.
La morte la portata via con sé, con i polsi legati e le vesti di prigioniera.
Poiché Ester non si è mai liberata, non ha mai abbandonato la schiavitù, così che questa notte si addormenti in una cella, morendo schiava.

E la rabbia nel cuore di  Tristano scompare, rimane il dolore di averla persa.
Anche se la tradito e ingannato, lei è stata la prima donna che abbia mai amato.
Ed è l'amore puro che lui gli ha donato che adesso gli stringe lo stomaco, facendolo urlare verso il cielo, stringendo tra le braccia un corpo ormai senza anima.

E Calipso e gli altri, lo guardano, come si guarda un cuore che perde un pezzo di sé, che piange il lutto di un amore che lo ha illuso di essere vivo.
Anche se lei era sbagliata, anche se lei non era degna del loro amore.
Perche Tristano piange l'amore che ha perso con lei, piange gli attimi passati insieme, piange perché non avrà modo di perdonarla o di odiarla senza amore.
Un amore ucciso dalla superbia, dall'odio, da Gregory

E si solleva lentamente, ricordandosi tutto ciò che la portato a questo punto.
Voltandosi verso Calipso e gli altri, senza nascondere le lacrime che ancora gli rigano il viso.

La guerra alle loro spalle e  ormai agli sgoccioli, perciò il branco degli emarginati ha preferito ritirarsi per cercare Gregory e gli altri, trovando solo Tristano a piangere sul corpo senza vita della piccola lupa.

"Gregory a un medaglione."

Poche parole  che uccidono il respiro di vittoria che li ha illusi.
Deb usa il medaglione di Thomas per aprire un passaggio, oltrepassandolo seguita da Elia, Cora e Nora, Thomas e Sirio.

Calipso stringe a se l'amico, promettendogli che entrambi avranno tempo per vivere i loro lutti.
Seguendo gli altri oltre la luce viola.

Tornando a casa dopo un anno, trovando la guerra.
La vera guerra, che inizia solo ora...

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