capitolo 35 tremare, ma essere vivi
Gregory continua a guardarla senza fretta di attaccarla, gustandosi il terrore che legge nei suoi occhi.
Appena Maddalena gli ha detto di aver trovato una leggera traccia della talpa vicino al regno elfico, è subito partito senza nessuno al suo seguito, sicuro di fare meglio da solo, correndo per queste terre bruciando sotto le zampe tempo e kilometri.
Sbuffando quando arrivato a destinazione non ha sentito nessuna traccia ne di magia e ne della sua talpa.
Questo incontro inaspettato con Calipso è stata semplice fortuna.
Il destino di decidere di dare la caccia a un piccolo coniglietto, riuscendo a prenderlo tra le zanne poco lontano dalla sua Omega.
Semplice fortuna, mentre per Calipso essa è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo.
Non ha nemmeno finito la sua preda, ancora intera dietro ai cespugli dove la ferito a morte.
Non gli interessa, la fame è scomparsa e le zanne vogliono solo marchiare ancora la sua Omega finalmente ritrovata.
Pronto a farle pagare ogni giorno della sua assenza, ogni giorno in cui ha vissuto nella illusione di essere libera.
E la guarda, notando che non è cambiata, sorridendo quando vede la paura scomparire nei suoi occhi che si tingono di blu elettrico.
È ancora il suo giocattolo ribelle preferito.
Non si piega Calipso, non trema più, invece ringhia pronta s combattere.
Perché Gregory sa che la lupa preferirà la morte alle catene.
E l'alfa e pronto ad ucciderla se non lo seguirà, poiché se non sarà sua allora non sarà di nessun altro.
E Calipso si riprende in fretta, lasciandosi che la sua anima si spogli della paura.
Non può scappare verso gli altri, non rischierà di metterli in pericolo, perciò si prepara a combattere a dare cara la sua vita nonostante sappia che non ha nessuna speranza.
Fa apparire sul davanti del busto la fascia con i pugnali, mostrando gli occhi blu che accentuano il suo coraggio.
Decidendo di non arrendersi, perché lo deve a sé stessa, alle parole che ha sempre predicato agli altri, a tutte quelle volte in cui si e6sentita sbagliata, per ogni Omega che è stata costretta a diventare schiava.
E lei morirà qui, su questo prato di neve, senza fare rumore, una qualsiasi Omega uccisa da un alfa come molte altre.
Lei morirà, ma lo Fara ringhiando e combattendo, ecco cosa farà rumore, la differenza, nella speranza che sulla sua lapida scriveranno di non arrendersi mai, come ha fatto lei.
E gli artigli di Gregory graffiano la nave, in un sono assordante di unghie contro il vetro.
Il vento li colpisce con il suo gelo, persino la neve ricomincia a scendere su questo spettacolo crudele e innaturale.
Una Omega che si mostra combattiva contro un alfa, per giunta lo stesso che la marchiata come sua compagna.
C'è solo da chiedersi cosa ne pensi la dea luna di questa opera che tingera di sangue la candida neve.
"Decidi Calipso.
O verrai con me o morirai qui da sola come un cane."
Ringhia Gregory dandole un ultimatum.
Ammettendo di sperare che Calipso scelga la prima, in modo da riavere finalmente il suo giocattolo preferito.
Ma sa di essere solo un un'illuso, e lo dimostrano gli occhi di lei sempre più luminosi e i ringhi che lascia risalire dal petto.
Non si arrenderà, lei non si piegherà mai ed è ciò che la rende la resa la Omega perfetta per lui quando la comprata, ma che oggi la costringe ad ucciderla pur di renderla solo sua per sempre.
"Preferisco la morte."
Le parole di Calipso sono semplice retorica, Gregory non aveva dubbi su quale sarebbe stata la sua scelta.
E la terra trema preparandosi a raccogliere il sangue di lei.
Gregory ulula al cielo, partendo alla carica verso di lei, che invece tira fuori due pugnali pronta a dare la cara la sua pellaccia grigia.
E spalanca gli occhi vendendo un secondo lupo nero colpire sul fianco Gregory, deviando la sua direzione.
E il tutto scompare davanti a lei, nascosto da due ali nere spalancate che le copre la visuale.
"Una festa privata?
Sono le mie preferite lupetta."
Tristano è in piedi davanti a lei, con la spada stretta tra le dita affiancato da Elia che gira tra le dita la sua lancia.
Mentre sui lati la proteggono una tigre bianca e un ghepardo.
Gregory ha davanti il branco bastardo di cui sente parlare da mesi.
E può solo mostrare disgusto nel vederli tutti in cerchio intorno a una insulsa Omega.
Guardando con odio il suo stesso figlio che gli ringhia contro fermo davanti al vampiro.
Credeva sarebbe stato facile, per il semplice fatto che lei è una Omega e perciò pensando che nessuno si sarebbe messo tra un alfa e la sua Omega.
E invece si deve ricredere, disgustato da questo branco formato da bastardi che di proteggono uno con l'altro, come se davvero volessero qualcosa.
"Dammi lei e nessuno si farà male."
Parla direttamente con Caleb, l'unico alfa e perciò l'unico degno di importanza, ma solo per gli occhi rossi come i suoi.
Ma riceve solo ringhi come risposta sia da suo figlio che dai due mutaforma che graffiano il terreno pronti ad attaccare, scontrandosi contro gli occhi neri del vampiro sentendo il gambo della lancia sbattere con forza contro il terreno.
Mentre Calipso è completamente sotto shock, confusa da quello che sta accadendo.
Dal calore che i suoi amici le stanno trasmettendo fermi vicino a lei, pronta a difenderla con unghie e armi.
Davvero, non credeva di essere tanto importante per loro.
"Ti sbagli.
Qui qualcuno si farà seriamente male.
E quello sei tu padre."
Caleb calca con disgusto l'ultima parola, trovando ulteriore forza di affrontare il suo stesso sangue grazie anche a Tristano ed Elia che lo affiancano, mentre Sirio e Thomas rimangono vigili vicino a Calipso.
E ricorda lei, i segni sulla sua schiena, gli orrori che questo uomo le ha fatto subire.
E no, nemmeno il loro legame di sangue lo fermare dall'ucciderlo.
Alle spalle di Gregory si fanno strada tra la nebbia una decina di lupi che lo affiancano.
E l'alfa nasconde un sorriso, ammettendo che per una volta è felice che le sue guardie non si siano fatti i cazzi loro, e lo abbiano seguiti.
Ora la vittoria tende completamente dalla sua parte.
"Lo vedremo.
Attaccate."
Urla contro le sue guardie, facendole partire contro di loro.
Ma non arrivano nemmeno a metà strada che un onda di energia li rispedisce dietro al loro alfa.
Deb atterra davanti a caleb, con gli occhi viola come non lii ha mai avuti, con l'energia elettrica ha scorrere sulla pelle e i capelli mossi senza forza di gravità, come se fosse immobile al centro di una tempesta di vento.
Era impensabile che non sarebbe intervenuta in soccorso della sua amica, anche se Elia le ha detto di rimanere sotto la cupola, che intanto sta proteggendo Ester e l'elfa ancora dormiente.
"Dovrete fare molto di più."
Sussurra Deb, facendo apparire nelle sue mani due spade corte, un trucchetto che ha idealizzato di recente.
I dieci lupi sono di nuovo in piedi, ma il branco degli emarginati non trema e non fa un solo passo indietro.
Lo scontro prende vita in un istante.
I dieci lupi sono tutti alfa, perciò nonostante la presenza di Deb, i due fronti sono a un pareggio di forze.
Calipso si trova tra i due mutaforma, sicuramente non stando con le mani in tasca, ma combattendo tra i due animali che le guardano le spalle.
Si muove veloce, rimanendo in forma umana, usando i pugnali contro i nemici per difenderli e lanciandoli contro i nemici che mettono in difficoltà i suoi amici.
Sotto lo sguardo furioso di Gregory.
L'alfa fa di tutto per arrivare alla Omega, ma viene bloccato dai suoi compagni che si muovono a ruota, coprendosi le spalle e intercettando qualsiasi tentativo di arrivare a lei.
E alza la zampa pronto a colpire il fianco di suo figlio, quando un pugnale gli colpisce la spalla costringendolo ad arretrare.
La ferita sanguina, cola sulla neve candida, mentre il pugnale è ancora bruciante nella sua carne.
Uno dei pugnali di Calipso, e lei ad averlo colpito.
E mentre lui è furioso per essere stato ferito da un Omega, lei respira per la prima volta da quando aveva sette anni.
Nella sua mente si ripete che ha colpito un alfa, lo vede sanguinare a causa sua e gli occhi rossi di lui cadono dal piedistallo che la natura di lei gli aveva creato sotto i piedi.
Lui sanguina, come un qualunque Omega, il suo sangue non è diverso da quello che scorre nelle sangue di lei.
E finalmente Calipso capisce che si, lei è un Omega e lui è un alfa, ma non è immortale o fatto d'acciaio.
Anche lui può morire e cadere nella stessa fossa comune dove potrebbe cadere lei.
E si, trema.
Ma non si è mai sentita così viva.
E il combattimento continua, Gregory ha perso già cinque lupi e vede il sesto essere colpito da una lancia in pieno petto, mentre su di lui il rumore di ali che sbattono attirano il suo sguardo, permettendogli di vedere il cadavere della settima guardia morta lasciata cadere davanti a lui.
Ora che combatte contro suo figlio e il vampiro, capisce perché sono sopravvissuti fino ad ora ai loro attacchi.
Sono misere formiche che però insieme creano una colonia.
Deb atterra su un ginocchio, con le braccia tese ai suoi fianchi mentre le lame infilzano due lupi, portando il conto dei morti a nove.
Tutto sembra andare per il meglio, ed è forse la presunzione a farla cadere in errore.
Inebriata nella felicità di una vittoria che non sta ancora stringendo, si distrae venendo investita da una energia che la tiene immobilizzata a terra.
Trattiene il respiro, vedendo i suoi compagni nella sua stessa situazione, mentre una donna atterra piano davanti a lei.
"Bambina mia, ti ho sempre detto che hai sempre la testa tra le nuvole.
Non vuoi proprio imparare a stare attenta a ciò che ti circonda."
Maddalena, con due streghe ai suoi fianchi, si piega davanti alla figlia, afferrandole i capelli per costringerla ad alzare lo sguardo verso il proprio.
E Deb trema davanti alla donna che lha messa al mondo e che la torturata fisicamente e psicologicamente.
Ci prova a essere coraggiosa, ma è come se la sua anima fosse di nuovo prigioniera.
Come se la catena che ha strappato anni fa, non fosse mai sco.parsa, e ora le fermasse i polsi e la gola.
Tutti vorrebbero intervenire, ma impotenti sotto l'incantesimo della strega, mentre Gregory se ne sta appoggiato a un tronco a riprendere fiato, godendosi la scena, circondato dai dieci cadaveri che in vita erano le sue guardie.
Ma che ora non hanno valore, se non quello di concimare la terra dove sono caduti.
"Cosa pensavi di fare?
Davvero credevo che questo tuo strano viaggio avrebbe avuto un lieto fine?
Che ce l'avresti fatta?"
Dopodiché le labbra si muovono in una strana lingua e una scossa elettrica colpisce Deb facendole trattenere un urlo di dolore.
Forse ha ragione lei, Deb si è solo illusa di potercela fare, di poter proteggere i suoi amici.
E invece si ritrova in ginocchio, ancora una volta, arrendevole sotto lo sguardo di fuoco della madre.
Forse ha ragione lei, Deb non potrà mai salvare se stessa, figurarsi se potra farlo con qualcun altro.
E si piega a l'ennesima scossa che non colpisce solo il corpo, ma anche la sua anima fragile.
Calipso lascia andare un ringhio furioso, richiamando su di sé l'attenzione della strega.
Maddalena lascia la presa sulla figlia, lasciandole abbassate il capo sconfitta e con l'ennesima ferita nel cuore, avvicinandosi alla lupa che non distoglie lo sguardo.
Una Omega che osa guardarla negli occhi.
"Abbassa il capo."
Urla, ma è inutile, Calipso rimane a capo alto continuando a ringhiarle contro.
Anche quando la colpisce con una scossa, anche con una seconda e una terza.
Calipso non cede, perché Deb deve sapere che non è sola, che non deve arrendersi, che la sua vera famiglia crede in lei e la dimostrazione sono i ringhi degli altri che si uniscono al suo.
E Gregory scoppia in una grossa risata, convinto che solo lui ha il potere di piegare quella lupa.
Perché è stato proprio lui ha forgiare l'anima combattiva della lupa, rendendo il suo corpo forte e resistente a qualsiasi tortura.
Cosi Maddalena muove ancora le labbra nella lingua antica, creando una catena di energia intorno al corpo della lupa.
Se non può piegarla, la spezzera, spezzerà la sua vita.
E stringe il pugno che guida la catena sul corpo di Calipso, stringendole, rompendole qualche osso e comprimendo il petto fino a toglierle il respiro.
Il viso che si fa rosso, gli occhi che ruotano verso il cielo, la bocca che cerca una goccia di ossigeno con disperazione, il rumore delle ossa che si spezzano e le urla di Deb di fermarsi.
Ma Maddalena si ferma solo quando la lupa perde i sensi, lasciandola cadere a terra e tornando davanti alla figlia.
"Lo vedi, sei inutile.
Non sei riuscita a salvare te stessa come potevi pensare di salvare questi disadattati?
Nemmeno loro ci credono, nessuno crede in te."
E le da un'altra scossa, le sputa addosso delusione, soddisfattaquando Debnon ha nemmeno la forza di fare un lamento.
Le accarezza la guancia, imitando una carezza di dolcezza che non le appartiene, che forse non sa nemmeno come si scrive.
"Lo capisci che solo la tua mamma ti vuole bene.
Che nessuno crede in te come invece faccio io."
Usa la sua violenza psicologica, la stessa con cui è cresciuta Deb, che ha forgiato le ferite che porta nell'anima.
Come miele che nasconde il retro gusto amaro del veleno, usando le parole come lame che distruggono la volontà d'animo.
Ma Maddalena non ha fatto i conti con il bene che invece ha saputo dare Deb.
Non ha calcolato la fiducia che gli altri hanno in Deb, quanto in molti si sentono in debito con lei.
E quando si allontana dalla figlia, un pugnale le colpisce il braccio di striscio.
Non la ferisce gravemente ma abbastanza da farle perdere l'attenzione sull'incantesimo di immobilizzazione.
"Non è vero.
In credo in lei, in loro."
Grida Ester, poco lontano da loro, con le gambe che tremano e gli occhi pieni di paura e lacrime.
Terrorizzata, eppure è stata la sua mano a lanciare quel pugnale.
E Maddalena si prepara a colpirla, ma una forza estranea le immobilizza il braccio e come un pugno le stringe la gola.
Deb si alza lentamente, mantenendo il viso basso, e la mano tesa verso la madre.
"Tu non sei nessuno."
Sussura alzando di scatto il viso, mostrando i suoi occhi pieni di lacrime in contrasto con il sorriso sulle sue labbra.
E le parole hanno un peso, hanno il potere di distruggere e creare.
E a Deb sono bastate le poche parole urlate da Ester, sentendo il cuore della lupa pieno di paura eppure pronta a combattere per le persone che hanno creduto in lei e in cui crede.
E si, trema.
Ma non si e6mai sentita così via.
E lancia via la madre e le sue tirapiedi, proteggendo i suoi amici e lasciando esplodere il suo potere intorno a loro.
Maddalena e le altre streghe provano a controbattere con alcuni incantesimi, ma nulla possono contro la rabbia, l'amore e l'energia di Deb.
Il suo potere scorre da lei al terreno, si innalza una nebbia viola che si confonde con quella naturale della foresta, distinguendosi solo per la sua carica di veleno che toglie il respiro persino a Maddalena.
Gli occhi di Deb si accendono completamente, la sua magia è pura energia che si muove ai suoi ordini, colpendo i suoi nemici con scosse elettriche, le stesse che prima hanno colpito lei e Calipso, ridandogliele in dietro con gli interessi.
Nulla possono contro il potere Deb, se non afferrare Gregory svenuto e teletrasportarsi nel branco dell'alfa.
Nulla possono contro Deb e il bene che ha creato contro la loro violenza, se non fuggire.
E non importa se Deb si sente vuota di energia, se cade tra le braccia di Elia senza forze.
Non importa se trema, perché sorride, gira di aver, per la prima volta, affrontato davvero la madre.
Capendo che lei non è nessuno e chi davvero conta sono la sua famiglia, gli stessi che l'hanno appoggiata e creduto in lei.
Questo è un dolce pensiero con cui si addormenta.
"Dobbiamoo andare via.
Subito."
Urla Elia, stringendo Deb senza sensi tra le braccia e vedendo Tristano poosare Calipso sul dorso di Caleb, anche lei in brutte condizioni come la sua compagna.
E in realtà tutti si sentono persi.
Le due donne sonno sempre stati la loro guida in momenti come questi.
Ed ora si sentono persi nel buio, senza la loro solita luce da seguire.
Ma non possono rimanere fermi ad aspettare che ritornino.
Cosi corrono all'accampamento, recuperano tutti i loro averi velocemente, caricando sulla schiena di Thomas l'elfa ancora svenuta, mentre Tristano si carica sulle spalle Ester, Elia tiene Deb e Caleb trasporta Calipso.
In più hanno le sacche da viaggio da portare, la maggior parte sulla schiena del ghepardo.
Sono carichi e ciò rallenta il loro passo ma non si possono fermare almeno finché Deb non si riprenderà e non potrà creare un rifugio sicuro, dato che la copula su questo accampamento è scomparso quando lei è svenuta.
E accelerano il passo più che possono, ma con uno strano sorriso sulle labbra di alcuni.
Sia Deb che Calipso riposano tranquille, soddisfatte delle catene che sono riuscite a distruggere con le proprie mani.
Ester sorride, nascondendo il viso rosso per l'emozione, tremando per l'adrenalina che la attraversata quando ha affrontato maddalena.
Quando ha urlato nonostante la paura, nonostante la sua anima Omega fosse terrorizzata.
E anche Caleb è soddisfatto di sé, di aver protetto Calipso, di aver affrontato il padre mettendosi tra lui e lupa.
Iin ritardo forse di anni, ma finalmente si sente libero da quel legame di sangue che negli ultimi giorni gli pesava nelle vene.
"Tutto bene tesoro?"
Sussurra Tristano, preoccupato dal tremore che ancora sente sulla pelle di Ester.
Le braccia sottili le circondano il collo mentre le esili gambe sono strette ai suoi fianchi e sente tutto il suo corpo vibrare sulle sua schiena.
Ma la lupa annuisce, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo, respirando dolcemente sulla sua pelle fredda.
E vero, trema.
Ma non si è mai sentita così viva.
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