capitolo 31 Penelope
Il re Decimo non è mai stato apprezzato dalla gente.
Nemmeno da sua figlia Penelope.
La nobile vampira non ha mai nascosto le sue idee diverse da quelle del padre, anche se le sue parole spesso l'hanno fatta finire in cella per ordine proprio del re, suo padre.
Una volta si è persino unita a un gruppo di ribelli, che hanno salvato alcuni prigionieri finiti in cella per motivi stupidi, a dir di Penelope, come una donna vampira che si era innamorata di un licantropo.
Bella con i suoi capelli cenere, gli occhi di un azzurro particolare e la pelle macchiata di lentiggini.
Un difetto di bellezza per gli schemi della società vampira, ma Penelope ne ha saputo fare un vanto, una perfezione nell'essere contro agli standard.
Un viso angelico, quasi infantile, che nasconde uno sguardo malizioso e testardo.
Il padre con lei le ha provate tutte, dalla prigionia nelle celle per settimane al toglierle nutrimento per giorni.
Ma niente, nonostante le sue idee così diverse da quelle del padre, da lui ha preso l'orgoglio della testardaggine.
Cosi, se le tolta dai piedi, mandandola in uno collegio per principesse più simile a un carcere.
Dove per anni ha sopportato lezioni di galateo e lavaggi del cervello poco funzionali con Penelope.
Fino a due mesi fa.
Una notizia di lutto dovrebbe rattristare, ma per Penelope scoprire della morte del padre è stata come una rinascita per lei.
Una liberazione dal carcere dove la rinchiusa e dalle idee con cui aveva infettato la sua dimora e il suo regno.
Salita al trono, in pochi si sono opposti conoscendo lo spirito rivoluzionario della principessa.
Ma i pochi contro sono stati scavalcati dalla maggioranza che ha festeggiato per la salita al trono delle regina giusta.
Da quando ha preso le redini del regno, molte leggi sono state abolite e altre di uguaglianza sono state imposte.
La pace e la serenità sono nate nelle strade tra la sua gente.
E persino i rapporti con gli altri regni si sono consolidati, per questo l'attacco ricevuto poche ora fa le è sembrato strano.
Non ha rapporti con il re dell'est, se non un silenzio patto di non recarsi fastidio a vicenda.
E questo attacco le stona terribilmente.
Devid, guardia personale della regina, l'ha avvisata della presenza di un piccolo esercito di Igor acconpagnato da alcune streghe, sul perimetro del suo regno.
I nemici non si sono avvicinati, rimasti sul filo del perimetro, senza dare segno di voler attaccare il suo regno.
Cosi ha dato ordine di difendersi in caso di evasione.
Ma ciò che è successo, ancora non lo comprende.
Un soldato mandato da Devid, per anticipare l'arrivo del capo delle guardia con degli ospiti, gli ha raccontato che gli uomini i Igor si sono mossi appena alcuni stranieri sono entrati nei territori del regno dell'ovest.
Che loro li hanno bloccati ma non sembravano avercela con loro, ma con lo strano gruppo che ora cammina insieme a Devid verso di lei.
Ora capisce perché il soldato ha detto che è strano gruppo.
Li guarda uno a uno, arricchendondosi delle loro differenze.
Due lupe Omega, un lupo, un vampiro, una strega, un elfo e due uomini che devono essere forse dei lupi, non è sicura.
Un gruppo straordinario che si avvicina all'immagine di come la regina vorrebbe fosse un giorno il mondo.
Inizia ad elencare le domande da fare, le curiosità di cui si vuole saziare.
Quando una donna si fa avanti e tutto si ferma.
Una vampira dai capelli biondi e un sorriso accattivante.
Che la guarda con gli occhi rossi fuoco e il respiro irregolare.
E penelope non è lesbica e nemmeno etero, è semplicemente ignara per tutto ciò che riguarda l'amore o l'attrazione.
Ha vissuto i suoi centocinquant'anni con l'unico intento di far rispettare le sue idee e a lottare per i suoi ideali.
Percio si ritrova a barcollare in un passo indietro, ingoiando a vuoto e lasciandosi attraversare dal calore che nasce nello stomaco e le sale fino al cervello.
È questo il legame?
È questo quel filo che ti circonda la gola togliendoti il respiro.
Come può uno sguardo mai visto prima, entrarti dentro fino a sfiorarti l'anima.
Rosso contro rosso ed entrambe si trovano in un mondo tutto loro.
A chiedersi perché abbiano aspettato tanto a incontrarsi.
A chiedersi ora cosa succederà, se si accetteranno o si rifiuteranno.
"Regina Penelope, loro sono il branco degli emarginati."
Lui presenta Devid, richiamando l'attenzione della regina, svegliandola con gli obblighi di un sovrano.
Sii allontanò dallo sguardo di Vic, concentrandosi sui suoi compagni di viaggio.
Nonostante senta addosso lo sguardo ardente della sua compagna.
Vic si è allontanata di poco dagli altri, appoggiandosi con la schiena sul muro della fontana posata al centro della piazza.
Da qui, comodamente messa con le braccia incrociata e le caviglie accavallate, può tranquillamente guardare la regina mentre lei parla con Calipso della loro presenza qui e del perché, secondo il branco degli emarginati, Igor era lì.
Per loro, per attaccare loro senza calcolare che il regno dell'ovest sarebbe intervenuto.
Si presentano uno ad uno, chinando il capo verso la regina, ma senza troppa reverenza.
Si vede che non è un branco abituato alla sottomissione.
Vic invece continua ad osservarla e sorride quando la nota ingoiare a vuoto, consapevole di essere lei il motivo.
Ed è bella Penelope, con quel faccino innocente e le labbra piccanti.
Con quegli occhi timidi e quel sorriso malizioso.
Con quel corpo sottile e grazioso, più piccola rispetto a Vic.
E la maggiore si chiede se è questo il legame.
Se è un sentimento importante quello che sente crescere mentre l'ascolta parlare, mentre la vede fare la regina con eleganza e severità.
Bella, timida ma indomabile, il pezzo mancante per Vic.
"Comunque, nonostante i motivi che ci portano qui e un piacere per me conoscervi.
Ammetto che la vostra fama vi precede ma non vi da giustizia."
Fa gli onori di casa Penelope, sempre più scottata per lo sguardo di Vic.
Di questo passo le tremeranno le gambe.
Ma Vic non distoglie lo sguardo, trovandola bella nel suo pantalone a zampa di elefante bianco, nella sua camicetta azzurra, con i capelli sciolti che danzano con il vento che la accarezza.
Non sembra una regina, non ha vestiti pomposi o cotone sul capo.
E forse per questo Vic ne è sempre più attratta.
Prima di essere invitati ad entrare in casa, il medaglione di Deb si illumina, attirando lo sguardo di tutti.
Come un raggio che parte dal centro del medaglione coprendo l'aria e creando un piccolo portale di luci ed energia.
"Vi siamo mancate?"
Dal fascio di luci escono fuori due donne, che il gruppo degli emarginati conosce bene, mentre Penelope e le sue guardie rimangono a bocca aperta, senza parole.
Le due gemelle, avendo sentita la mancanza dell'azione, hanno deciso di tornare nel momento più appropriato.
Persino loro lo capiscono dai visi stranamente tranquilli e sereni.
"Voi siete due..."
Balbetta la regina, osservando le due gemelle come se fossero creature astratte.
Semplicemente perché la sua vita non le ha mai dato l'onore di incontrarne una.
La regina introversa e sicura di sé, vacilla davanti al sorriso delle due, che tranquille fanno girare intorno a sé stesse gocce di rugiada, come ha dimostrare la loro natura.
"Sirene."
Sussurra Vic, riconquistando lo sguardo della regina.
Ed ecco di nuovo quel brivido, quella voglia di toccarsi, di conoscersi e accarezzarsi l'anima.
Ma scuote il capo Penelope, obbligandosi a fare la regina e ad allontanarsi dal pensiero di mandare tutto a fan culo e correre da lei.
"Siete pieni sorprese, sono felice di essere vissuta abbastanza da vedere delle sirene.
Da tutta la vita mi appassiono alla vostra natura leggendo quanti più libri disponibili."
Fa loro complimenti sinceri, perché è vero che si è sempre sentita ammaliata dalle creature particolari come le sirene.
E Cora e Nora non mostrano nemmeno un briciolo della modestia che non hanno, ammiccando e sorridendo, mettendosi in cose come se dovessero fare loro un ritratto.
"Quante storie per due pesciolini di acqua salata.
C'è di meglio bellezza."
Si fa avanti Sirio, con la sua sfacciataggine, fregandosene di star parlando con una regina.
Cora sbuffa per l'insulto ricevuto ed è pronta a restituirgli il favore, se non fosse che anche lei rimane sorpresa dalla sua trasformazione e da quella di Thomas.
Come la regina, anche le sirene non avevano ancora incontrato i due muta forma e tutti ancora una volta rimangono frastornati davanti alla presenza del ghepardo e della tigre bianca, infondo i soldati che li hanno visti combattere credevano fossero un illusione della strega.
Ma no, i due sono mutaforma appartenenti alle terre del savana.
Anche loro creature rare e magnifiche.
Creature che dovrebbero essere ammirate e trattate come pietre preziose.
Per questo Penelope prima rimane sorpresa e poi scoppia a ridere quando vede Calipso, la Omega, prendere entrambi gli animali dalle orecchie.
"Smettetela di fare gli buffoni e rendetevi presentabili, abbiamo una regina davanti a noi, mostrate un po di rispetto."
Agli occhi di Penelope è assurdo.
Una Omega che tira le orecchie a un ghepardo e a una tigre sgridandoli.
E quest'ultimi annuiscono, andando dietro alla fontana per tornare umani e vestirsi, con la coda tra le zampe.
Ecco chi è l'alfa del branco, una Omega.
Puo esistere un gruppo più strano e fantastico?
"Comunque siete benvenuti nella mia casa.
Devid vi mostrerà le stanze dove poter riposare.
Vi attendo nella sala grande per cenare insieme, se vi va.
Naturalmente siete liberi di rifiutare o andare via, ma sarei davvero felice di avervi almeno per cena."
Sorride Penelope, sperando davvero che accettino il suo invito.
Averli a cena?
Quando le ricapita un occasione del genere.
Forse mai.
Cosi la regina si ritira nelle sue stanze, fuggendo dalla presenza soffocante di Vic.
Che sinceramente ne rimane un po' delusa.
Che la regina sia decisa a rifiutarla?
Forse perché è una donna, o perché non è una nobile?
Amareggiata la libera dal peso del suo sguardo e in silenzio segue tutti gli altri Devid, tra le mura che lei conosce bene, del castello.
Non è l'unica a ricordare questi corridoi e queste stanze, anche Ester ha ricordi chiari di questo luogo, li stessi che la spingono a stringersi a Tristano e ad afferrare il suo braccio come a proteggersi.
Il vampiro può solo immaginare cosa stia passando nella mente della piccola lupa, mentre percorrono corridoi in cui lei ha vissuto da schiava.
La stringe a se, avvicinando le labbra al suo orecchio.
"Non sei più prigioniera di questo luogo e il tuo carceriere è morto.
Non devi avere paura."
Ester queste cose le sa bene, come ha la certezza di Ok essere più la semplice Omega schiava di allora.
Ma non può negarsi i brividi.
Soprattutto quando passa davanti alla porta della ex stanza del re, ora vuota ed abbandonata.
Ricorda le notti in cui Vic bussava alla sua porta, dicendole con rabbia e amarezza che il re voleva vederla.
Ricorda i suoi passi tremanti, la consapevolezza che per lei quella era la normalità.
Perché lei era una Omega e perciò destinata a essere una schiava.
Ma ora, ora che è rinata nella consapevolezza che Omega non vuol dire essere schiava, l'angoscia la investe togliendole il respiro.
Non è tanto il ricordo delle violenze a toccarle l'anima.
Ma l'idea che lei aveva accettato tutto, che le andava bene così.
Che era certa che quella fosse la sua vita, il suo destino.
La sua mente non è più quella che aveva in passato, non si sente più una semplice Omega schiava.
Ma una lupa, una donna, fiera di ciò che è.
Si stringe a Tristano, dandogli un lieve bacio a stampo, come a ricordarsi chi è oggi e le scelte libere che ha fatto.
Come quella di innamorarsi del vampiro.
E una volta nella stanza destinata a lei e al vampiro, sospira di sollievo.
Essere qui, oggi libera e diversa, l'aiuta molto a superare chi lei era.
È andata via di qua schiava ed è tornata libera.
Il suo percorso è ancora lungo ma si dice che ce la farà, un passo alla volta.
"Un passo alla volta."
Sussurra a se stessa, lasciandosi coccolare dalle braccia del suo amato vampiro.
Intanto Penelope si è bagnata il viso, il collo e a bevuto un paio di calici di sangue per riprendersi e tornare a respirare.
Dopo di che si obbliga ad uscire per dimostrare che va tutto bene, che la presenza di Vic non la frastornata tanto quanto in realtà ha fatto.
Fuori dal castello, respira come se l'aria le mancasse da giorni, nemmeno dopo le settimane passate in vella ha sentito così tanto il bisogno dell'aria aperta.
Per fortuna la vampira non è nei paraggi.
Ci sono solo Deb ed Elia, il secondo seduto comodo sugli scalini del grande portone e la prima poco lontano da lui, sollevata leggermente in aria, con gli occhi viola e le mani che danzano nell'aria.
Prima di chiederle cosa stia facendo, la strega la precede con un sorriso.
"Abbiamo alle calcagne un gruppo di streghe, questa cupola ci renderà invisibili.
Ma tranquilla, nessun se ne accorgerà nemmeno."
Penelope annuisce, rimanendo fermo ad ammirare la sua opera.
Elegante e leggiadra, incanta l'energia che scorre sulla sua pelle, nei suoi occhi, tra le sue mani come se fosse un archetto tra le sue mani e un orchestria la magia.
Bellissima.
Poi sposta lo sguardo sull'elfo.
Ad occhi nudo si può notare che lui e la strega sono una coppia, da come lui la guarda con ammirazione, amore ma anche attenzione.
La sua postura rigida come se fosse pronto a muoversi per proteggersi appena ce ne sarà bisogno.
Per sempre.
E questo che si prova a essere compagni?
L'amore è un filo che tende i nervi nella paura di perdere un compagno?
O è quello sguardo di serenità che nonostante la tensione vede negli occhi illuminati di entrambi?
"Che intenzioni hai con Vic?
Vuoi rifiutarla?"
Le parla la strega, colpendola dritto al cuore in uno schiocco perfetto.
Come ha fatto ad accorgersene?
E talmente visibile il tormento nei suoi occhi?
Sospira, abbassando il capo, non mostrando nessun fastidio verso il suo tono confidenziale.
"Non lo so, ma credo di non avere scelta."
Di, il pensiero di rifiutarla la sfiorata appena Devid le ha spiegato chi è Vic e cos'è questo regno per lei.
Ed è un tocco leggero che diventa sempre più pesante.
I due innamorati si scambiano uno sguardo triste intriso di ricordi di chi ce già passato.
Ma Penelope è troppo presa dai suoi pensieri per notarlo o per farsi domande.
"Io sono una regina.
Regina di un regno che la ferita e addolorata.
Sceglierla come mia compagna vorrebbe dire costringerla a vivere in queste mura che un tempo l'hanno fatta soffrire.
Posso essere io così egoista?"
Appena la vista, ha subito immaginato a un modo per avvicinarla e conoscerla meglio.
E persino scappata in camera con l'intento di farla chiamare da Devid per guidarla nella sua stanza, in modo da poter parlare sola con lei.
Ma quando Devid le ha raccontato il suo passato, le ferite che suo padre e il suo regno le ha inflitto, si è sentita crudele all'idea di legarla a se.
"L'amore non è mai egoista."
Le risponde Deb, con poche parole che hanno la forza di lasciarla senza voce e la mente immersa in ancora più dubbi.
Credeva che il branco di Vic sarebbe stato d'accordo con lei, che le dicesse che è vero e non deve farlo.
E invece nessun assenso o dissenso, solo la libertà di scegliere.
Sconsolata e sempre più confusa, saluta velocemente, ritirandosi verso le proprie stanze.
Sconforto e confusione mentre apre la porta, con la mente tanto in subbuglio da non accorgersi che c'è qualcun'altra nella sua stanza.
"Cosi, vorresti rifiutarmi e decidere per me principessina."
La porta ormai chiusa alle sue spalle, alzando il capo di scatto incrociando subito gli occhi rossi di Vic.
Come ha fatto a non sentire la sua presenza, cosa nasconde il suo odore da lei?
Dietro Vic la finestra è aperta e ciò spiega il benvenuto che la vampira le ha dato.
"Non dovresti origliare le conversazioni altrui.
È maleducazione."
È vero, Vic ha originato la conversazione, forse per puro caso o destino.
È entrata nella stanza per parlarle e trovandola vuota si è avvicinata alla finestra per pura casualità, mentre a percorso la sua stanza innebriandosi quanto più possibile della sua assenza.
Una volta alla finestra l'ha vista insieme a Deb e ha aperto la porta per raggiungerla.
Ma quando la strega le ha fatto quella domanda le gambe hanno iniziato a tremare, il corpo si è immobilizzato e il cuore voleva ascoltare la risposta.
Ed ora, davanti al broncio della regina non sa se essere furiosa o sessualmente attratta.
"Con me togliti quell'atteggiamento da reginetta per bene.
Sappiamo entrambi che non ti dona principessa."
Penelope dovrebbe sentirsi offesa da tanta insolenza e invece può solo trattenere il respiro mentre la vampira si avvicina a lei fino a respirarle sul viso.
"Vuoi davvero rifiutarmi senza darmi una scelta?"
Penelope, con lo sguardo sul pavimento, si prepara a dirle di sì.
A rifiutarla.
A renderla libera di trovare un altro amore che possa renderla felice.
Ma quando la mano di Vic le accarezza il viso costringendola ad alzarlo, dov'è finito il suo coraggio?
Come fa a rifiutarla se lei la sta guardando come se potesse vedere le sua anima.
Come si fa a respirare?
"Rifiutami, altrimenti ora ti baciero e sarai mia per sempre."
È il momento, sono solo due parole, "ti rifiuto" e lei andrà via.
Ed entrambe torneranno alla propria vita.
E il momento di parlare, ma invece Penelope la bacia, mandando a quel paese tutti i suoi buoni propositi.
Diventa sua e pretende lei.
Subito le dita di Vic si perdono nei suoi capelli cenere, stringendola a se senza pietà.
Ed è un bacio pieno di ira e di attese, di morsi e di denti che sbattono.
Come se questo bacio fosse il traguardo di tutta una vita.
E il mondo la fuori non esiste e il sole scende verso il tramonto mentre i vestiti toccano terra e i loro corpi si posano sulle lenzuola di lino nere.
Le bocche che non si staccano, il loro stesso sangue che si scambiano con la saliva, le mani di penelope che le graffiano la schiena.
Nude di vestiti e maschera, sono solo loro.
Due donne e un desiderio di bruciare insieme all'inferno.
E il corpo di Penelope è perfetto, le sue curve dolci nelle mani aggressive di Vic.
E il suo seno piccolo e dolce sotto le sue labbra e il peccato nel bere il sangue proprio dal suo capezzolo, facendola urlare.
Penelope può solo trattenere il respiro e rilasciarlo in gemiti di piacere mentre la bocca di Vic si nutre dal suo seno.
E ha un sapore sublime che sa di lei, di sesso, della voglia di farla sua ogni giorno per tutta la vita.
La più piccola si mostra per ciò che è, una ribelle, Vic la capito dal primo sguardo.
E ribalta la situazione, ritrovandosi a cosce aperte sul bacino della maggiore.
Muove i fianchi strofinando l'intimità sul suo addome, pretendendo il proprio piacere, mentre la bocca ansima e morde la gola di Vic.
Il tutto è talmente eccitante da dare un nuovo senso al nutrimento.
Cio che prima era semplicemente nutrirsi di sangue, ora e ingoiare l'assenza dell'altra, rendendola propria.
La mano di Vic si perde di nuovo nei suoi capelli cenere spostandole la bocca dal collo alle labbra, baciandola affamata ed eccitata.
La mano libera si sposta tra le sue cosce, toccandolo come nessuno a mai fatto prima.
E mentre il corpo di Penelope trema per il piacere, Vic ingoia i suoi gemiti mordendole le labbra e sporcandosi le proprie di sangue.
Le infila due dita dentro mentre un terzo continua a stimolarle il clitoride.
L'intera situazione è talmente assurda e infuocata che bastano pochi affondi per farla venire e gridare il nome di Vic nella bocca di quest'ultima.
La maggiore, ancora affamata di piacere, ribalta la posizione.
Si posiziona tra le sue cosce aperte, portandole una caviglia sulla spalla mentre l'altra rimane sotto di lei.
Con un movimento estremamente delicato ma veloce le loro intimità si toccano mandando una scossa al cervello.
Vic inizia a muoversi, spingendo le loro intimità a toccarsi sempre di più e Penelope può solo ansimare nel piacere che questa donna le sta dando domandola.
Osserva Vic come se fosse una dea che le sta donando il piacere del corpo e del l'anima.
Osserva le sue labbra baciarle la caviglia per poi morderla e muoversi più velocemente e il secondo orgasmo è sempre più vicino.
Ed è bellissima Vic, con i capelli ancora legati in una coda alta, con i seni abbondanti che sobbalzano con i suoi movimenti e un corpo asciutto e perfetto nonostante le cicatrici che segnano molti centimetri del suo corpo.
No, sono proprio quelle cicatrici a renderla perfetta contro la sua pelle liscia di porcellana.
"Victoria."
Puo solo gridare lasciandosi andare all'orgasmo, mentre sente il corpo della compagna tremare e venire con lei.
Soddisfatta, Vic scioglie le gambe ingarbugliate tra di loro, sdraiandosi vicino a lei appoggiandosi su un fianco per poterla guardare in faccia.
"Sei mia?"
Penelope non risponde, limitandosi a spostare i capelli dal collo, invitandola a marchiarla se vuole.
Entrambe sono offuscate dal piacere che stanno provando e forse domani se ne pentiranno.
Ma Vic le morde il collo legandola per sempre a se e poco dopo si lascia mordere dalla più piccola diventando sua.
Sporche di sangue, sesso, lussuria ma soprattutto amore,ritornano a consumare la loro passione.
Promettendo di farlo finché Devid non le verrà a chiamare per la cena.
Promettendo di ricominciare a fare l'amore appena ritorneranno nelle stanze dopo cena.
Promettendo di farlo ogni giorno per tutta la vita.
Amandosi e accettandosi per sempre.
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