capitolo 30 il regno dell'ovest

Intanto, Deb e gli altri si ritrovano nella piazza principale del branco di Ronald.
Dov'è la festa per il salvataggio è gradualmente sfumata, lasciando da soli vicino al falò debole e Elia insieme al gruppetto strano di mutaforme.

Deb li ha osservati per tutta la sera, chi ha attirato maggiormente la sua attenzione sono Thomas, tigre bianca, e Sirio, il ghepardo.
Nonostante i due sembrano legati da anni di guerra e pace, i  loro  caratteri soni talmente diversi da essere contrapposti.

Thomas per tutta la serata si è mostrato molto timido e riservato.
Mentre Sirio è stato l'anima della festa, nonostante fosse un estraneo al branco, riuscendo a farsi notare da tutti per il suo carattere eccentrico ed esuberante.

Da quando hanno vinto la battaglia, non si sono ancora trasformati nella loro forma animale e non ne hanno fatto nemmeno parola.

Forse perché preferiscono sembrare semplici lupi, invece di attirare sguardi crudeli.
Teoria fondata sul fatto che la loro natura li ha resi prigionieri e perciò è normale il loro istinto di sopravvivenza.

"Allora, da dove venite?"

Elia la anticipa, dandole la possibilità di osservare le loro espressioni e il linguaggio del loro corpo in base alle risposte.
Un buon metodo per distinguere la verità dalla menzogna.

Thomas si stringe tra le sue braccia, fingendo di sentire freddo e cercando di nascondere il disagio che  le provoca la domanda.
Mentre Sirio si limita a fissare il bicchiere di vino, che ha tenuto in mano tutta la sera, non l'ha nemmeno assaggiato ed ora lo svuota completamente ingoiando il contenuto con amarezza per poi buttare il bicchiere vuoto nel fuoco e osservare lo scoppiettio che l'alcol provoca.

E come se avesse conservato questo lungo sorso in attesa di dover rispondere a delle domande.

"Che importanza ha?
La nostra casa non esiste più."

Del sirio allegro ed eccentrico non crepi  traccia.
Sul suo viso solo l'amarezza e il dolore che questa domanda gli provoca.

Devono essere ferite davvero profonde, perché il loro gruppo si ritira nelle cose messe a disposizione, con la scusa di essere troppi stanchi.
Lasciando ai due amici il malsano compito di raccontare la loro storia.

"Siamo i pochi rimasti di una razza che secoli fa popolava la savana, L'intero continente nero.
Eravamo in tanti e delle più svariate forme, figli legittimi del Dio sole.
Poi arrivarono le tenebre e la mia razza venne decimata."

L'angoscia nella voce di Sirio è veleno che scivola in gola fino allo stomaco, rilasciando nausea e disgusto.

Lo sguardo di Deb si sposta sulle fiamme che consumano la legna, danzando su di essa.
La sua immaginazione si unisce alla magia che le scorre in vena e il fuoco si modella alla sua mente.

Si innalzano tra le fiamme creature di mutaforme di ogni forma, mentre la cenere diventa un esercito di cacciatori che distruggono ogni cosa.
Battaglie durate mesi, vinte dai cacciatori solo grazie alle streghe e all'inganno.
Sangue innocente colato sulla splendida terra della savana.

"Basta."

L'urlo più simile a un ruggito, fa sussultare Deb, interrompendo il suo legame con la magia e con esso le immagini nelle fiamme.
Elia di istinto la stringe la se, sorpreso che l'attacco di rabbia lo abbia avuto Thomas, il più tranquillo dei due, mentre Sirio si limita a sorridere con ironia e amarezza.

La tigre bianca si riprende in pochi secondi, lasciando tornare umani i tratti del viso e ritirando artigli e zanne.

"Scusami, non volevo spaventarti.
Ma..."

Ma è troppo doloroso, nel cuore della tigre è devastante rivedere gli scenari che ha vissuto sulla sua stessa pelle.

Abbassa il capo, sentendosi in colpa per aver spaventato la donna, per aver mostrato un lato di sé che non gli appartiene.
Un lato creato da dolore e rabbia, che lotta contro il suo lato dominante più dolce e inclinato alla calma.

"Perdonami, non avrei dovuto.
A volte è più forte di me."

Si scusa invece Deb, spingendo Thomas a rialzare lo sguardo e riscaldarsi nel sorriso dolce della donna.
Dopo anni a vivere in celle vuote e a lottare come bestie nelle arene, ci si dimentica di essere umani e di vivere di calore.

Ma mentre Thomas sospira nel sollievo di risentirsi di nuovo umano, Sirio sorride guardandola con una nota di rancore e indifferenza.

"Be', sei una strega.
È naturale per te provocare dolore."

Deb torna ad abbassare lo sguardo, stringendo il braccio di Elia, sentendo in lui la rabbia e la voglia di strappare la bocca al ghepardo, a modo suo.

Avere un'etichetta marchiata a fuoco sulla sua natura, è demoralizzante.
Come la consapevolezza che tutte le cose che farà buone e giuste che siano, non cancelleranno mai il pregiudizio che vive sulla sua natura.

Ci pensa Thomas a riprendere l'amico, dandogli uno scappellotto sulla nuca e fulminandolo con lo sguardo.

"Ci hanno salvato dalla prigionia, dimostra un po' di gratitudine."

Thomas si sente davvero in colpa per l'alone di tristezza che legge negli occhi della strega.
Ed è crudele ferire le persone che gli permettono di essere qui, vivi e soprattutto liberi.

E può solo sorridere quando la vede rialzare lo sguardo e sorridergli come se nessuno l'avesse appena offesa.

"Parla per te.
Io sarei stato venduto a una bella donna annoiata.
E non mi farebbe dispiaciuto."

Thomas sbuffa per la stupida ironia dell'amico e prova a colpirlo di nuovo ma Sirio si sposta.
E tutta la serietà della situazione smentisce in una scena comica dei due che provoca a colpirli.
Facendo ridere Deb, che rispecchia nei due le classiche scenette tra Calipso e Tristano.

Ed è sicura che anche Elia sta pensando lo stesso, lo capisce dal sorriso genuino che gli nasce sulle labbra.
E da come il braccio che ha posato sulle sue spalle, non la stanno più stringendo a se per proteggerla ma accarezzandola dolcemente, godendosi la calma che si è creata con naturalezza.

All'improvviso i due smettono di litigare, anche richiamati dalla risata genuina di Deb e tornano con l'attenzione sulla coppia.
E si, si capisce chiaramente che i due sono una coppia, soprattutto dallo sguardo di Elia che diventa geloso per lo sguardo di Sirio troppo insistente su Deb.

"E voi?
Com'è che un gruppo tanto strano gironzola in giro a salvare randagi?"

L assomiglia tra Sirio e Calipso inizia seriamente a essere preoccupante.
Ma comunque Deb si trova a sospirare capendo questa è una domanda che gli hanno già fatto e che le faranno spesso.
In un mondo dove la gente vive insieme ai suoi simili e distaccati dalle altre razze, il loro branco creerà sempre stupore.
E Deb spera che mai lo stupore diventerà una lama a doppio taglio,  distruzione per i suoi amati.

Elia la lascia tra i suoi pensieri, raccontando la propria storia.
Racconta della guerra che ha subito il suo regno, gli anni di prigionia e infine la liberazione e il risveglio nella casa principale del branco degli emarginati, meglio conosciuto come il branco bastardo.

Racconta la sua storia, poiché la sua storia è la stessa di tutti gli altri.
E la vera risposta alla domanda di cos'è il branco dei bastardi.
Libertà e rinascita.

"Ora diamo in viaggio verso la grande asta che si terrà tra sei mesi circa.
E diciamo che viaggiando cerchiamo di sabotare più carovane possibili."

Conclude il suo racconto, senza mezzi termini e senza dare troppe informazioni superflue in questo momento.
Ma in compenso attira completamente l'attenzione dei due e lascia continuare la sua compagna, che sembra essere uscita dal tunnel dei suoi pensieri.

"Voii potete prendere la vostra strada, rimanere qui con il branco di Ronald oppure andare a vivere nel nostro branco al sicuro.
E..."

Ma Thomas la ferma, perché le opzioni disponibili non interessano ne a lui e sicuramente nemmeno a Sirio.

Basta uno sguardo tra i due e sanno già cosa vogliono fare.
Quale sarà la loro personale missione che per destino si unirà a quella del branco degli emarginati.

"I nostri compagni prenderanno la loro decisione, ma noi verremo con voi.
Anche noi vogliamo arrivare a questa famosa asta, nella speranza di ritrovare il nostro amico."

Elia e Deb ne rimangono sorpresi, poiché anche senza dettagli è chiaro che la loro missione può essere suicida.
Ma leggono nei loro occhi la tenacia e il coraggio di intraprendere un loro scopo personale.

Thomas abbassa le spalle, perdendo la postura dritta avuta per tutto il racconto di Elia, mostrando lo sconforto con cui vive da quasi un anno.

"Dopo l'attacco al nostro villaggio, il nostro alfa nonché amico, ha perso la testa.
È scomparso e d'allora non ne abbiamo più avuto notizie.
Forse  li avremo sue notizie e con più speranza riusciremo a trovarlo."

Non c'è bisogno di altre spiegazioni e poi, come ha già detto Deb, loro sono liberi.
Anche di seguirli nel loro viaggio.

Cosi, senza nessuna domanda o tentativo di dissuaderli, i due gli spiegano ogni cosa.
Poiché se devono unirsi a loro, devono sapere a cosa andranno incontro.

Cosi, illuminata dal fuoco che scintilla tra i legni, Elia gli spiega che non viaggiano nelle indifferenza.
Ma che, anzi, hanno parecchie persone alle calcagne e che seguono la strada guidata dall'istinto di Ester.

Insomma non una situazione comoda, ma i sue non mostrano segni di cedimento.
Nulla sembra far tremare le loro decisioni.

Si salutano che è quasi l'alba, lasciandosi andare al loro meritato riposo.
Sognando sogni leggeri di libertà e speranza.

Nei due giorni a seguire il gruppo impara a conoscersi e a convivere.
Cosa molto difficile per Calipso che rispecchia in Sirio un carattere rompi scatole come il pipistrello.
Insomma un altro da dover tenere a bada e da non uccidere dopo l'ennesima battuta di pessimo gusto.
Mentre gli altri  si godono il momento di riposo, prima del tratto più lungo di viaggio.

Tanto che  all'alba del terzo giorno, il gruppo si sente rinvigorito e pronto a lottare.
Tranquilli a confronto del mese appena passato.

Calipso e Tristano  si sentono molto più liberi dopo le loro confessioni.
E il buon umore della lupa ha il potere di rilassare l'intero gruppo.

Persino Ester si sente rilassata e vuota di quella gelosia che le ha tolto il sonno.
Il dolore sotto il seno è diventando un pizzichio e le attenzioni che il vampiro le ha donato nelle ultime ventiquattr'ore hanno rasserenato la sua lupa.

La stessa che fa le fusa mentre il suo corpo è posato sulla schiena del vampiro che, come sempre nell'ultimo periodo, la trasporta nel viaggio.

Calipso e Vic sono davanti al gruppo come guida, Deb e Elia camminano tranquilli spalla a spalla.
Mentre Caleb con i nuovi arrivati ridacchiano in ultima fila, per fortuna lontano dai nervi sensibili di Calipso.

Dopo qualche ora si fermano per lasciare che Ester con calma si orienti.

Il gelo dell'inverno che sta arrivando ha nascosto molti odori e tracce di passaggio, ma a Ester non importa.
Non si orienta attraverso i sensi, ma attraverso i ricordi e il suo istinto di Omega di ritrovare la strada di casa.

Le basta fingere che quella grande asta sia casa sua e la sua lupa fa il resto, creando una filo immaginario che la porterà lì.

"A ovest.
Dobbiamo andare verso ovest."

Sussurra, riaprendo gli occhi e scontrandosi con quelli nervosi di Calipso.

Tirando fuori la mappa dalla sacca, ogni suo dubbio diventa realtà.
Sulla strada verso ovest entreranno nel regno vampiro che occupa quel punto cardinale.
Il regno che ha condannato Vic e Ester.

"E quello che penso?"

Chiede proprio la vampira, avvicinandosi alla lupa e osservando la mappa che tiene in mano.
Il fatto che Calipso annuisca è semplice.

L'intero continente che li ospita e diviso in diversi regni e branchi di diverse razze, in modo collegato tra loro.
Questo aiuta l'economia e lo scambio di merce tra i diversi regni.
E, in più, è un aiuto in caso di attacco poiché il regno sotto attacco puo essere subito raggiunto dagli alleati.
E la provenienza dell'attacco è una prova di chi sia il nemico.

Insomma questo puzzle creato tra i diversi regni e branchi ha molti pro.
Il problema è per chi è come loro, stranieri di passaggio, che non passeranno inosservato.

"Ci siamo fermati per un sonnellino?
Calippo se hai bisogno di riposare ti porto sulla mia schiena?"

Calipso stringe i denti infastidita dal tono del ghepardo e sopratutto per il nomignolo che usa da quando la conosce.
Le basta già il vampiro con i suoi vezzeggiativi.

Decide di usare la sua amata indifferenza, tornando a guardare la mappa.
Il modo ci sarebbe per evitare un incontro con i vampiri dell'ovest, predendo la strada sulla montagna.
Allungherebbero un po ma eviterebbero incontri indesiderati.

I suoi sensi sempre attivi percepiscono il corpo di Thomas avvicinarsi, fino a fermarsi al suo fianco.
Ha capito che Thomas è un bravo ragazzo, ma la sua anima forte e la sua presenza nel suo spazio vitale, le crea disagio.

Ma come sempre è brava a nasconderlo.

"Stai pensando di viaggiare attraverso la montagna?
E rischioso con il mal tempo che si avvicina."

Calipso lo sa bene, i suoi sensi percepiscono che la neve farà presto ad arrivare.
E che una volta sulla montagna le possibili di essere investiti da una tempesta di neve è molto alta.

Si volta verso i suoi compagni, i vampiri non hanno problemi contro il freddo.
Caleb e i mutaforma potranno benissimo resistere, come Deb potrà ripararsi con un incantesimo e Elia ha spesso raccontato di aver viaggiato in tempeste di gelo.

Chi ne subire tutti i danno sono Ester e persino lei.
Se tra le strade ripide della montagna la neve li sorprendere, le due non avranno via di fuga.

"Lo so, infatti dovremmo per forza passare attraverso il regno vampiro dell'ovest.
Viaggeremo sul perimetro, sperando che la buona sorte sia dalla nostra."

Detto ciò, mette subito distanza tra lei e la tigre, tornando a camminare davanti agli altri.
Thomas si è reso conto del carattere restio della lupa, ma non gliene fa una colpa.
In realtà non conosce bene la sua natura Omega, ma conosce la ragione umana che ci spinge a essere diffidenti da chi non si conosce.

Non volendo crearle ulteriore disagio, torna in coda al gruppo e riprende insieme agli altri il cammino.

Ester si è addormentata sulla schiena di Tristano e Vic ne è lieta.
Felice che lei sia immune inconsciamente a ciò che provoca nella vampira passare i confini di quella che un tempo chiamava casa.
Poiché se la piccola lupa fosse svegliata, anche lei sentirebbe la stessa angoscia.

A passo sicuro, Calipso modera il suo passo leggero e mantiene tutti i sensi in allerta, come stanno facendo anche i suoi compagni.

All'improvviso il rumore di spade contro scudo ferma il loro passo, ma non hanno il tempo né di capire né di reagire.
In meno di pochi respiri, il delirio.

Due vampiri, duellanti con spade e scudi, tagliano loro la strada a una tale velocità da colpire Calipso, che per fortuna viene subito coperta da Vic.

La lupa si alza in pochi millesimi di secondo, rendendosi conto di essere finiti in uno scontro tra il regno dell'ovest e quello dell'est, distinguendo i due eserciti grazie ai colori delle loro casacche verdi per i primi e rossi per i secondi.

"Tristano, tienila al sicuro."

Urla contro di lui che subito esegue, spalancando le ali e salendo fino alla cima più alta, dove posa Ester che si sta svegliando per il frastuono, rimanendo con lei finché gli altri non ne avranno bisogno.

Calipso sfiora i suoi pugnali, osservando anche gli altri trasformarsi o tirare fuori le armi pronti per lo scontro.

Vic si trova ancora davanti a Calipso e con la sua velocità para un colpo di spada destinata alla lupa.

"Victoria."

Da tanto tempo non sentiva il suo nome pronunciato per intero.
E può solo spalancare gli occhi quando incrocia lo sguardo dell'uomo con cui a scontrato la spada.
Lo stesso che un tempo combatteva al suo fianco e non contro di lei.

"Loro cono con noi, non attaccateli."

La sorprende ancora Devid, il suo vecchio amico d'armi, gridando all'esercito dell'est di non attaccare lei e i suoi compagni.

La confusione è totale, lo è di tutti che si ritrovano i vampiri con le casacche verdi difenderli dai nemici.
Ma non c'è tempo di farsi domande, si può solo lottare approffitandone di questa alleanza improvvisa e sorprendente.

Calipso nota una sfera viola volare verso un vampiro amico e subito si lancia su di lui, spostandolo dalla traiettoria.

"Deb, pensaci tu, Tristano ed Elia aiutatela."

Notando due streghe in lontananza e capendo che sono qui a favore delle casacche rosse, Calipso continua a combattere al fianco del vampiro che ha salvato, osservando Deb e i due eseguire gli ordini.

Per fortuna i vampiri dell'est sono pochi e diventano dubbiosi quando vedono le due streghe essere sconfitte ma sopratutto quando alcuni di loro finiscono sotto gli artigli di un ghepardo e di una maestosa tigre bianca.

Chi sembra divertirsi come non mai è Vic che torna a ricordare perché le piaceva lottare al fianco di Devid.
Prima dell'arrivo di Ester e della loro tentata fuga, le piaceva fare parte di questo regno, combattere con questi soldati e con il suo secondo, lo stesso con cui sta combattendo ora schiena a schiena.
Ed è un momento di piena adrenalina lontano da nostalgia e tutto ciò che è accaduto nell'ultimo anno.

Tra i due eserciti non c'è confronti e presto i pochi superstiti dell'est battono la ritirata, lasciando tutti frastornati dagli ultimi avvenimenti e dalla velocità con cui sono iniziati e già finiti.

Deb ed Elia tornano dagli altri, insieme a tristano che recupera Ester per poi atterrare al centro del gruppo, nella loro solita formazione.
Con la soddisfazione di Sirio nel vedere gli sguardi sorpresi e meravigliati dei vampiri.
Ammettendo che devono essere un bel vedere agli occhi esterni, un gruppo che non passa inosservato.

"Vic, dea mia, sembra passata una vita."

Ora che tutto tace in una tranquillità che sembra non essere mai stata sfiorata dalla guerra, i due ex compagni d'arma si ritrovano faccia a faccia, con troppe cose da dirsi e un nodo in gola.

Vic è completamente sconvolta dal benvenuto che sta ricevendo, è stata condannata come traditrice e si sarebbe aspetta una spada alla gola e non una mano aperta.

"Quando mi hanno detto che eri stata arrestata per tradimento, non potevo crederci.
Ma quando ho saputo che l'hai fatto per Ester,  ti ho capito ma nulla ho potuto contro la legge del re."

Gia, il re Decimo non è amato dal popolo, come non lo era allora proprio per questo.
La sua presunzione di essere al di sopra di tutto, senza dare ascolto nemmeno ai suoi consiglieri e condannando all'esilio chiunque la pensasse diversamente da lui.
Persino sua figlia.

Vic non l'ha mai conosciuta, poiché la ragazza è stata mandata in college per principesse pochi giorni prima del suo arrivo a palazzo.
Ma in molti le hanno sempre confessato che quello della principessa era un esilio poiché troppo diversa dal padre e dalle sue malsane idee.

"Ed ora, che si fa?
Mi arresti?"

A sentire le parole di Vic, tutti i suoi amici si mettono in posa di attacco, pronti a fare una strage pur di difenderla.
Persino la piccola Ester inizia a ringhiare, spinta da un coraggio che non credeva avere.
E Vic, accorgendosi di quanto i suoi amici siano disposti a sacrificare per loro, si rende conto di avere la famiglia che ha sempre desiderato e mai avuto.

Comunque il ragazzo, nonostante preoccupato per gli sguardi che gli promettono morte se osa fare solo un passo falso, sorride scoppiando a ridere.

"O non non ci penso proprio.
Il re Decimo è morto e il suo successore è completamente diverso da lui.
Anzi sono sicuro che sarebbe onorato di conoscere il tuo branco.
È un tipo particolare che ama le particolarità."

Vic annuisce, facendo segno di fare strada e spingendo il suo branco a seguirla.
Ma le parole di Devid le hanno frastornato la mente.

Decimo è morto, l'uomo che la resa una vampira.
Che la fatta diventare una guerriera e poi una prigioniera, è morto.

E lei dovrebbe sentirsi sollevata e persino felice dalla notizia.
Invece viene investita dall'angoscia per la consapevolezza che ciò che era il suo passato è morto con lui.
Poiché lui era il filo che legava la sua vita umana alla sua trasformazione in vampira.
La donna che era e la vampira che è diventata, ed ora lui è morto.

"Tutto bene?"

Le chiede Calipso, camminando al suo fianco.
E Vic si limita ad annuire poiché la sua voce rivelerebbe l'inganno, mostrerebbe quanto non lo sa.
Non sa se va tutto bene.

Osserva Ester sorridere, si vede nei suoi occhi quanto sia felice per la morte del re.
E anche Vic dovrebbe esserlo, ma invece si lascia trascinare dall'angoscia, senza sapere veramente perché quell'uomo tanto crudele era tanto importante per lei.

Forse perché essere vittime di dolore, ci lega a quest'ultimo.
E quando smettiamo di soffrire,  ci manca la ferita inferta.
È  una idea malsana, eppure a volte ci si lega al carnefice solo per paura di perdere chi siamo stati in passato, chi siamo e chi saremo in futuro.

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