capitolo 24 recuperare i pezzi
Fuggiti dalla battaglia, Elia ha fatto da guida verso una collina sicura, dove poter riprende fiato e riposare.
Appena arrivati in un angolo nascosto della collina, Deb si è messa subito all'opera per creare una piccola cupola di protezione e alcune tende per riposare, dove Calipso ancora svenuta e stata posata.
Deb alza al massimo gli incantesi di protezione, nonostante queste gli prendano molta energia.
Questa volta non può rischiare che succeda qualcosa a qualcuno di loro.
Ed è un senso di colpa che ha colpito tutti.
Tanto da renderli silenziosi e incapaci di guardarsi negli occhi.
Come Ester che tiene sotto sorveglianza Calipso nella tenda, vic e le sirene sul perimetro della cupola con i sensi attenti a qualsiasi pericolo.
E Tristano, Elia e Caleb, a caccia in cerca di cibo per i giorni che si fermeranno.
Il tutto in un soffocante silenzio, ognuno succube delle proprie colpe.
Chi per essere stato così sciocco da farsi ingannare, chi sente di aver ferito la propria compagna senza sapere come, chi nell'angosciante idea che ancora una volta non è arrivato in tempo per salvare Calipso.
Ed è lei al centro assoluto del loro senso di colpa.
Poiché nonostante tutti abbiano lividi del combattimento, quella che ha subito di più è lei.
Che ora si nasconde nei suoi sogni, incapace di svegliarsi e tornare alla realtà.
Una realtà in cui ancora una volta il suo corpo è stato violento solo a causa della sua natura, solo perché è giusto che un Omega subisca ciò.
Chi si sente più coinvolta è Ester, seduta vicino alla sua amica finché quest'ultima non si risveglierà.
Con un nodo in gola, che la rende muta e sorda e tutto se non all'angoscia.
Poiché anche lei è una Omega, poiché poteva esserci lei su questo letto come è successo altre volte nella sua vita.
Ma è insolito il pensiero che le si imprime nella mente.
Perché fino ad oggi ha sempre giustificato questa violenza, come una reazione alla sua natura Omega da parte di un alfa.
Ma ora che non è lei la vittima, ma Calipso, le sembrano un delitti quelle giustificazioni.
E ripensa alle parole di Calipso.
E no, essere un Omega non giustifica la violenza dei morsi sulla sua pelle e dei lividi sulla sua anima.
Seduti intorno al fuoco, consumano il pasto a piccoli morsi e giocando con ciò che hanno nella ciotola.
In silenzio, in capaci di dar voce ai pensieri che frullano nella loro mente.
Ai pezzi che cercano di mettere a posto, senza riuscirci, come se fosse un puzzle impossibile da ricomporre.
Calipso ancora dorme, tra incubi e illusioni del passato che la fanno tremare e parlare nel sonno.
Stringendo lo stomaco di chi non riesce a svuotare la ciotola che ha davanti.
"Io...
Vado a controllare il perimetro."
Tristano non ce la fa più a fingere che nulla esista o sia accaduto.
Cosi lascia la selvaggina nella ciotola quasi intatta e si allontana verso i perimetri della cupola.
Fuggendo in verità, o meglio, provandoci.
Ester lo osserva allontanarsi, non riuscendo a riconoscere l'uomo che l'ha salvata, in questo che angosciato si allontana preferendo la solitudine.
Anche lei lascia il suo pranzo consumato a meta, seguendolo verso l'angolo più lontano.
Spinta da non sa nemmeno lei cosa, forse la voglia di restituirgli il sorriso, come spesso ha fatto il vampiro con lei.
Il vento pungente le sfiora la pelle, mentre gli alberi vanno incontro all'inverno, lasciando scivolare a terra le foglie ormai gialle.
Ester segue la strada del vampiro, fino ad incontrarlo nell'angolo più remoto della cupola, impegnato a fare legna per il fuoco.
Lo osserva da lontano, guardandolo davvero per la prima volta.
Con il suo solito aspetto elegante, se non fosse per la camicia strappata in più punti e i pantaloni sporchi terra, è troppo impegnato per rendersi conto della piccola lupa.
Con una forza sovrumana prende a pugni il trocco dell'albero, che lentamente si sgretola circondando di schegge di legno che gli volano intorno.
Il tutto a una velocità tale da renderla una magia agli occhi della lupa.
Fino a farla sobbalzare quando la grande quercia cede, cadendo a terra.
Tristano recupera da terra una ascia, sicuramente creata da Deb, per continuare il suo lavoro.
L'albero viene spogliato dai rami più piccoli a quelli più robusti.
Fino a lasciare nudo il grande tronco,
Ester non distoglie lo sguardo dalle braccia forti dell'uomo, che stringe l'ascia tra le mani per poi spingerla sul grosso tronco.
Facendolo a pezzi più piccoli.
Il respiro di Tristano rimbomba nel suo petto, come a pompare la sua frustrazione che non diminuisce.
Anzi, aumenta ad ogni colpo sferrato.
"Ti farai del male se continui così."
Finalmente ester si risveglia dai suoi pensieri, avvicinandosi al vampiro con queste parole di premura.
Fermando magicamente anche lui.
L'ascia, il cuore gambo ancora nelle mani, tocca con la lama la terra.
Il battito prepotente nel petto e lo sguardo fermo nel vuoto, vedendo senza guardare ciò che ha davanti.
"Infondo merito di peggio."
Merita il male che sa essere nella pelle di Calipso, merita una punizione per non averla salvata.
Per l'ennesima volta.
Sta per riprendere il suo lavoro, quando la mano delicata di Ester si posa sulla sua, pietrificandolo.
Ip tocco della lupa è morbido e caldo in cotrasto con la mano fredda, tremante e tesa si lui.
"E stato tutto un inganno.
E so per certo, che se non fossimo intervenuti sarebbe finita peggio."
E sorprendente il coraggio e la sicurezza che vede negli occhi della piccola lupa.
Lei, che in genere trema per il rumore delle foglie sul terreno, ora cerca si infondere coraggio.
Lasciandolo a domandarsi quando sia cambiata tanto.
La verità è che Ester è terrorizzata da tutto ciò che la circonda.
Da ciò che è successo a Calipso e dalla missione che stanno seguendo.
Ma stare a stretto contatto con Calipso le ha fatto capire molte cose.
Come per esempio che è normale.
E giusto avere paura, è naturale.
E il vero coraggio non è non avere paura, ma farsi forza per aiutare chi ha più paura e bisogno di rassicurazione.
"Peggio?
È ancora viva, ma questo non mi consola."
No, non lo consola per niente.
E facile dire che potrebbe andare peggio.
Consolarsi all'idea che potrebbe andare peggio.
La verità è che Calipso ancora una volta è ferita e lui non ha fatto nulla per salvarla.
"Quella lupetta, mi ha salvato così tante volte, senza che io lo sapessi.
E l'unica volta in cieli aveva bisogno di essere salvata, io non l'ho fatto."
L'ascia cade giù dalla sua presa inesistente.
L'illusione che era lui a tenere su l'oggetto, quando invece era lui che ci si appoggiava con disperazione.
Ed ora che nulla lo tiene, può solo cadere con le ginocchia a terra.
Soccombere nell'angosciante senso di colpa.
Nell'immagine di lei stesa su quel letto, sporca di sangue e graffi.
Martoriata in corpo come nell'anima.
Le ginocchia che premono sulla terra bagnata, le mani che stringono il fango tra le dita.
E gli occhi che vedono solo lei, solo la colpa di non averla salvata.
Tristano, sempre sorridente e ottimista, ora crolla nelle proprie mani.
Una immagine che spezza il cuore della piccola lupa.
Ester si inginocchia davanti a lui, prendendoli il viso tra le mani, spingendolo ad alzarlo verso di lei.
Ed è ancora più straziante affogare nel suo sguardo perso e ferito.
"So come ti senti, Calipso ha salvato anche me molte volte e anch'io mi sento impotente davanti ai suoi lividi.
Ma non è cadendo che possiamo aiutare gli altri."
Con le dita tremanti accarezza ogni sua lacrima che scivola sul viso duro di lui.
Sorride Ester, lasciando che la sua dolcezza si irradi sul suo corpo fino alle mani a contatto con il suo viso.
Tristano prova per la prima volta cosa vuol dire subire il potere di un Omega.
Si lascia cullare dal calore che la donna davanti a lui gli sta riversando addosso.
Le accarezza il viso dolce, quasi fanciullesco nonostante l'età, beandosi dei suoi che sente rilasciare dalla sua bocca, simili a delle fusa.
È forse l'attrazione che da sempre sente verso di lei o un disperato tentativo di rimettere a posto i pezzi.
Lui non lo sa.
Ma segue il cuore, avvicinando il viso a quello di lei, fino a baciarla dolcemente sulla bocca.
Si trattiene, rimanendo gentile e cortese, aspettando che lei scelga se togliersi o ricambiare.
E per Vic, la decisione di Ester è letale.
Perche immonile poco lontano da loro, masochisticamente si ferma a guardali.
A fissarli mentre i due si baciano con un passione che esplode in entrambi.
I due si scambiano passione e dolcezza, mentre a Vic non resta che recuperare i pezzi del suo cuore caduto a terra.
Intanto, Calipso ancora riposa tra le premure di Cora e Nora.
Deb le ha appena messo un unguento sulle ferite, per poi lasciare nelle buone mani delle gemelle.
Nel piccolo accampamento rimane sola tra i suoi pensieri.
Tristano, ester e Vic sono scomparsi da un po.
Mentre Caleb si è allontanato per il giro di guardia.
Rimane solo...
"Possiamo parlare?"
La voce di Elia la fa sussultare tanto da far cadere a terra le ciotole usate per le medicazioni della lupa.
Si inginocchia a terra, senza guardarlo, come ormai fa dalla loro fuga.
Nonostante Elia abbia fatto di tutto per attirare lo sguardo della strega.
Ma ora, ora è il momento giusto.
Soli e senza nulla da fare, lei dovrà per forza ascoltarlo e dirgli perché sia calato questo gelo su di loro.
Inginocchiandosi davanti a lei, afferra una ciotola nello stesso momento in cui lo fa lei, sfiorandole le dita.
Ed è un sensazione, un ricordo che sale in superficie in forma di brividi.
La consapevolezza di aver condiviso un tocco.
Ipnotizzato dalla confusione nella sua mente, non si accorge che Deb si è rialzata ed è pronta a fuggire ancora.
No, non questa volta.
Fortunatamente si riprende in fretta e la segue verso le sacche poco lontano dal fuoco.
"Non puoi continuare a evitarmi, io esisto e sono qui.
Percio, ti prego, parlami."
E stanco di questa allontananza, di sentirsi un estraneo a lei senza sapere il perché.
Sa che qualcosa è successo, si è risvegliato in quelle lenzuola che profumano di lei e di passione.
Qualcosa deve essere successo.
Lei finalmente si gira verso di lui, mostrando un gelo negli occhi che mai gli ha dedicato, nemmeno nei momenti peggiori.
"Non è successo nulla Elia, non farti problemi.
Sono solo preoccupata per Calipso e..."
No, non l'ennesimo scusa, lui non ne può più.
Sa che è preoccupata per l'amica, ma non è solo questo.
"Basta con le bugie Deb."
Esasperato le afferra le spalle, per impedirle di fuggire.
Il contatto delle sue mani sulla sua pelle nuda è una scossa che gli arriva al cervello.
Sente il suo corpo sotto al proprio, le sue unghie sulla schiena, i suoi gemiti affogati sulle sue labbra.
Lascia di colpo la presa sulla di lei, portandosi le mani sulle meningi, cercando sollievo tra allucinazioni e emicranie.
"Be', se non sei stupido, l'hai capito."
Lo fredda lei, consapevole che non è colpa di lui quello che è successo, ma propria.
Doveva solo essere più attenta, una strega come lei doveva rendersi conto che l'uomo con cui stava facendo l'amore era sotto incantesino.
Invece si è lasciata accecare dal suo amore e dalla voglia di averlo.
"Abbiamo..."
Ingoia a vuoto lui, ancora frastornato dalle allucinazioni macchiate di ricordi.
Chiedendosi quanto di quello che sente dentro sia vero o solo una allucinazione.
"Si, abbiamo scopato.
Ma tranquillo, non è stato nulla di che."
È assurdo il comportamento di Deb, la risposta pungente e volgare che non è da lei, insieme a quel sorriso amaro e ironico.
La donna che ha davanti Elia, non è la strega che ha conosciuto mesi fa.
Ma solo una donna che recupera i pezzi, credendolo più facile ferendo lui.
Scappa ancora da lui, da ciò che è successo e soprattutto da se stessa.
Dalla donna che ancora si dispera per quelle lenzuola sgualcite.
Camminando, senza guardare ciò che ha davanti, fino ai perimetri della cupola.
Una volta ad un palmo dal superare la cupola, ringrazia Elia che la seguita.
E che ora le tappa la bocca, impedendole di rilasciare l'urlo che le se fermato in gola.
La cupola è una magia particolare, poiché all'esterno non reagisce sempre allo stesso modo.
Nasconde chiunque e qualsiasi cosa all'interno, confondendo chi è all'esterno.
Nel caso di Tristano, che ha visto Calipso superarla, la cupola la incantato facendolo tornare indietro di qualche passo lasciandogli un senso di dejavu.
Ma per chi arriva alla cupola senza nemmeno immaginare che ci sia, essa teletrasporta lo sconosciuto dall'altra parte della cupola.
Senza dargli nessun dubbio di essere stato incantato.
E Deb lo sa, lo sa che la copula è sicura e che la nasconde dall'esterno.
Eppure trema, con la schiena schiacciata al petto di Elia e la sua mano ancora sulla bocca.
Ha paura ritrovandosi a un palmo da Maddalena, sua madre.
Dev trattiene il respiro, stringendo la mano libera di Elia nella sua.
Mentre il viso si trova a meno di un metro da quello della madre, che sembra star guardando lei.
La paura è tale da farle dubitare che la cupola non ci sia.
E che lo sguardo della madre le stia bruciando la pelle con malvagità, come ha fatto migliaia di volte in passato.
Ed Elia, non sa chi sia la strega che hanno davanti, non sa cosa la leghi a Deb.
Ma da come trema la sua compagna, sa che chiunque sia ha il potere di rendere fragile la donna che stringe a se.
E mai prima di ora la sentita tanto terrorizzata e fragile, nemmeno sotto le torture del fratello.
"Qui non c'è nessuno."
Un'altra strega atterra poco lontano da maddalena, attirando il suo sguardo e liberando dal senso di oppressione che sentiva Deb.
Senza che però quest'ultima si allontani da Elia o torni a respirare.
Dalla parte opposta arrivano due lupi, che si fermano a pochi passi dalla seconda strega.
Omar e Gregory.
E con il loro arrivo, la coppia arriva alle stesse conclusioni.
I tre nemici si sono alleati per dare la caccia a loro.
"La magia di mia figlia è ancora qui.
Non devono essere lontani."
Deb si da della stupida, poiché purtroppo la madre ha ragione.
Deve aver incontrato i due lupi a causa del troppo potere rilasciato in battaglia.
Ed ora i suoi potenti incantesimi di protezione devono averli attirati qui.
Momenti di silenzio, mentre il respiro le si brucia in gola non trovando sfogo a causa della mano di Elia.
E le gambe tremano pronte a vedere a terra.
"Andiamo, dobbiamo trovarli."
Le due streghe spiccano il volo su due nuvole nere, mentre i due lupi corrono verso Deb e Elia.
Prima che Deb possa urlare per la sorpresa, Elia la gira e la stringe a se, spingendole il viso verso il suo collo.
Mentre i due lupi corrono verso di loro e, all'impatto con la cupola, scompaiono pronti a riapparire dall'altra parte.
Il pericolo è scampato.
Eppure Deb non smette di tremare e di stringersi al suo compagno.
Con il viso nascosto nel suo collo, trattiene il respiro mentre le lacrime scendono silenziose sulle guance.
Perché quella donna ha dovuto incontrare Gregory?
Perché non riesce a liberarsi di lei?
Perché, nonostante siano passati due anni dal loro ultimo incontro, sente bruciare sotto pelle?
"Va tutto bene.
Se ne sono andati."
La stringe a se Elia, passandole una mano nei capelli e l'altra sulla schiena.
Lasciandole sfogare i singhiozzi e il respiro che ha trattenuto fino ad ora.
Passano minuti prima che Deb si rilassi o semplicemente si stanchi di piangere.
Elia la allontana da se, solo per prenderle il viso tra le mani e posare la fronte sulla sua.
"Non lascerò che ti facciano del male.
Dovranno passare sul mio corpo."
Deb ha dimenticato la rabbia, l'amarezza, qualsiasi cosa abbia contro di lui per lascia andare alle sue carezze.
Ed Elia non sa quale Dea lo sta trattenendo dal baciare sulle sue labbra tutte le lacrime che ha versato.
Ma, prima di baciarla, deve sistemare le cose che sono accadute.
E soprattutto ricordare ogni dettaglio della notte scorsa.
"E so di farti un enorme torto a non ricordare ciò che è accaduto.
Ma ti giuro che ogni cosa che ho fatto, l'avrei fatta anche senza l'effetto dell'incantesimo.
E odio la mia mente per non ricordare ogni tocco che abbiamo condiviso.
E..."
E non ha la forza di continuare, poiché la bocca di Deb distrugge ogni pensiero logico.
Lo bacia come ha fatto la sera prima, felice di sentire nel bacio di lui lo stesso desiderio che hanno vissuto la notte prima.
E continuerebbero per ore, se un biondina preoccupata interrompe il loro momento.
"Ma come siete dolci pucci pucci."
I due si staccano leggermente, rimanendo vicini e con le mani intrecciate, osservando Cora che li guarda con gli occhi a cuoricini.
"No, vi prego, continuate pure."
E pensare che era corso da loro tutta preoccupata, mentre ora è troppo presa a immaginare cuori intorno alla coppia.
Dimenticandosi del perché li ha interrotti.
"Avevi bisogno bionda?"
Gli chiede Elia, passando un bracciovsulla spalle della sua compagna, stringendola a se.
Innebriandosi dell'essenza della sua strega.
E Cora continua a guardarli, tentata dall'intonare una bella canzone d'amore.
Se non fosse che si ricorda perché era tanto preoccupata.
"A già.
Calipso e scomparsa."
Lo dice con un tono tranquillo, come se niente fosse.
Tanto che Deb ci mette qualche secondo per capire la gravità delle parole dette con tanta semplicità.
Abbandona le braccia di Elia per correre verso la tenda.
Notanto che anche gli altri stanno facendo lo stesso.
Ritrovandosi così tutti davanti alla tenda.
"Ma se vi ho detto che è scomparsa.
Credete che per magia e riapparsa nella tenda?
Almeno che non abbia fatto qualcosa Deb."
Li sgrida Cora, per poi rivolgere l'ultima frase verso la strega, che però nega.
La sirena infondo ha ragione, è stato stupido correre nel punto in cui è scomparsa.
Forse è semplice istinto o il bisogno di vedere per credere.
"Dobbiamo trovarla, abbiamo Gregory e Omar alle calcagne.
E anche le streghe ci hanno preso di mira."
Si fa avanti Elia, coprendo istintivamente Deb nel dover dare una spiegazione su quella strega che tanto la toccata.
Tristano e Caleb, si mettono in prima fila per partire alla ricerca.
Dividendosi senza parlare nei diversi punti che li circondano.
Se non fosse che qualcuno li anticipa, fermandoli.
"E c'è anche un vampiro che non fa altro che lamentarsi."
Tutti alzano lo sguardo verso un ramo che si affaccia sul gruppo.
Tutti sconvolti dalla donna che ha appena parlato.
Rimangono pietrificati mentre salta giù dal ramo, atterrando perfettamente davanti a loro.
Con sguardo fermo e gelido.
"E da quello che il mio naso ha sentito, è un tuo parente pipistrello.
E anche stretto."
Tristano è doppiamente sorpreso.
Uno perché se quello che dice è vero, e non ne dubbia minimamente, la persona di cui parla è Igor.
E sapere che si è alleanto con Gregory e gli altri, è un duro colpo.
Due perché ritrovarsi Calipso in piena forma dopo quello che è successo, è sconvolgente.
Immaginava una lupa distrutta e ferita, e invece Calipso sembra più forte di prima.
"Che consigli Calipso?"
Chiede Ester, dato che gli altri sono ancora storditi dalla presenza della lupa, continuando a guardarla come se fosse un fantasma.
Ma Calipso non è un fantasma, è lì in carne ed ossa davanti a loro.
Immobile come se non avesse affrontato una tempesta.
La verità è che Calipso ha smesso di piangere molte cicatrici fa.
Ed è ormai un filo d'erba cattiva che niente può spazzare via.
I morsi e i tagli diventano cicatrici che occupano solo uno spazio in più sulla sua pelle, ma non sulla sua anima.
Quella ormai la forse perduta molti anni fa.
"All'alba andiamo verso est, diretti alla rive delle sirene.
Faremo poche soste sicure e Deb dovrà usare meno magia possibile."
E nonostante qualche livido ancora vivo sulla sua pelle, lei è lì, in piedi e pronta a lottare ancora.
Eppure sia Deb che Tristano non sono ciechi a quella sfumatura di blu di cui i suoi occhi sono intrisi.
Perche Calipso è sempre pronta a recuperare i pezzi dopo un uragano, ma ogni volta un pezzo rimane perduto nella tempesta.
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