capitolo 20 calore
Il viaggio riprende con passo calmo e rilassato.
Nella loro solito schema a testuggine, seguono il passo di Calipso che fa da capo fila.
Quest'ultima è terribilmente silenziosa e pensierosa.
E ha i suoi buoni motivi.
Calcola la tabella di marcia, capendo che la loro prossima sosta sarà nel branco Black Silver.
Un branco ospitale e accogliente.
Come ha già detto in passato Deb, Calipso ha passato giorni se non addirittura settimane fuori dalla cupola.
Viaggi intrapresi non solo per la caccia, ma anche per studiare il territorio nei dintorni e i branchi che lo popolano.
Come per esempio il branco dei black Silver.
Sono passati mesi dalla sua ultima visita in quel branco.
Si è presentata a loro come una semplice straniera di passaggio, utilizzando questa scusa per conoscere meglio il branco di Michael.
A quei tempi fu davvero un piacere scoprire un branco, che non trattava di un omega come l'ultima ruota di un carro.
Ma, essendo che alla sua partenza non sapeva cosa avrebbe trovato in quel branco, Deb l'aveva aiutata a nascondere la sua natura Omega.
Trasformandola in beta.
Il trucco aveva funzionato alla grande, gli ha permesso di vivere in quel branco per due o tre giorni, il tempo di capire il vero volto generoso e giusto di quel branco.
Ma le conseguenze furono davvero disastrose.
Cambiare ruolo da Alfa a beta, da Beta a Omega o da Alfa a Omega, non è poi così complicato.
Insomma non si hanno grosse conseguenze ad abbassare il proprio Rango sociale.
Tutt'altra storia per un Beta che vuole passare ad alfa o per un Omega che vuole passare a beta.
Calipso in quella occasione, ha fatto appena in tempo a tornare a casa, prima che la propria Natura si ribellasse a quello estremo cambiamento.
Inducendo l'omega a un calore improvviso e fuori programma, come a svegliare e sfogare la sua natura Omega.
Nonostante il breve tempo di cambiamento, il calore è stato lungo e devastante per la lupa. Giorni di agonia, dolore e ecitazione senza poter controllare la propria natura.
Che la spingeva a cercare un alfa, che la potesse soddisfare.
Sia fisicamente che per la sua natura.
Conclusione della storia, mai e poi mai Calipso riutilizzerà quell'incantesimo.
Ritrovarsi di nuovo in quelle condizioni, non le passa nemmeno per l'anticamera del cervello.
Questi ricordi, pensieri, di quell'episodio, le accendono una lampadina nella mente.
Il calore.
Spalanca gli occhi, trattenendo il respiro, continuando a camminare e cercando di non mostrare nulla all'esterno.
Come ha fatto a essere così stupida?
Come ha fatto a dimenticarselo?
Prova a fare e rifare i calcoli ma il risultato è sempre lo stesso.
Tra tre o quattro giorni entrerà in calore.
Si da mentalmente della stupida per non averci pensato prima.
Negli ultimi mesi è stata sovrastata da novità, pensieri e preoccupazioni, tanto da dimenticarsi che quel periodo, che si presenta ogni sei mesi per due giorni, si avvicina.
"Fermiamoci qui per pranzo."
Sussurra al gruppo, fermandosi sulle rive di un fiume, in un punto abbastanza coperto dagli alberi enormi e possenti.
Dice agli altri di preparare qualcosa per il pranzo, mentre lei andrà a perlustrare la zona.
Quando in realtà ha bisogno di rimanere sola, nella assente speranza di trovare una soluzione.
Le basta scambiare un veloce sguardo con Deb, per farle capire che ha bisogno di rimanere sola.
E quindi di dissuadere chiunque a seguirla.
Mostra calma e freddezza, come sempre, allontanandos dal gruppo.
mentre dentro la sua mente il panico si sta impadronendo di lei.
Continua mentalmente a calcolare i giorni ma niente, nonostante lo abbia fatto più e più volte, il conto non cambia. Tra qualche giorno entrerà in calore per 2 giorni, cosa può fare?
Cosa succederà in quei due giorni?
L'ultima volta che è entrata in calore, era a casa sua.
Ed è grazie a Deb se si è potuta nascondere in una stanza, senza destare sospetti a nessuno.
Ma ora, in un ambiente aperto, durante la missione, sarà tanto pericolosa.
Come potrà evitare che il calore crei caos e pericolo nel suo piccolo Branco?
"Che succede Calipso?"
La voce di Caleb, a pochi passi da lei, la fa sobbalzare e risvegliare in modo aggressivo dai suoi pensieri.
Calipso si allontana di qualche passo, cercando di convincerlo che non ci sia niente da temere.
"È inutile che fingi Calipso. Nonostante il medaglione che porti al collo, sento che c'è qualcosa di diverso in te."
Questo è un altro lato scomodo dell'essere un Omega, o meglio del calore.
Anche solamente l'avvicinarsi a quel periodo e il pensiero costante verso esso, può provocare un cambiamento nel Omega.
In situazioni normali, nel suo odore rendendolo più dolce e accogliente.
Nel caso di Calipso, che è protetta dal medaglione, il cambiamento è davvero sottile, quasi invisibile.
Se non per chi è concentro su di lei.
E questa è la dimostrazione concreta, di quanto Caleb la osservi, la pensi e stia così stretto contatto con lei.
"Non è niente Caleb, torna dagli altri."
Calipso prova, come sempre a mostrarsi fredda, utilizzando un tono autoritario è controllato.
Ma l'Alfa non indietreggia anzi, si avvicina ancora di più a lei.
Spingendola ad arretrare, finché la sua fuga non viene fermata dalla schiena che sbatte contro un tronco.
Ora faccia a faccia con Caleb, che immobile a pochi centimetri la trappola contro l'albero.
La sicurezza negli occhi di Calipso diminuisce in modo drastico, colorandosi di un blu particolare.
Caleb si lascia andare nel suo sguardo, fulminandola con il proprio rosso.
Si lascia accogliere da un mare caldo e calmo, sovrastare dalle onde degli occhi di lei, che gli imprimono sulla pelle un bisogno di proteggerla e accudirla.
"C'è qualcosa che non va Calipso, lo sento nonostante il tuo odore sia nascosto.
È Presente nella tua anima lupa e nella mia, che ulula e si dimena dentro di me."
Si sente alle strette, e non solo fisicamente.
La sua anima omega è più vivida e spinge per sottomettersi all'uomo che ha davanti.
E nonostante si stia mordendo la lingua, non riesce a trattenersi.
"Sto per entrare in calore."
E Caleb capisce a pieno quanto la situazione sia grave, non solo per lei, ma anche per se stesso e per gli altri.
Si allontana di scatto, cercando di mettere abbastanza distanza tra i loro corpi.
Non ha mai nascosto l'attrazione verso di lei, ma il suo calore imminente peggiora la situazione.
Come lei, sprofonda nei pensieri.
Sa cosa vuol dire calore, sa cosa esso porterà in lei.
Il bisogno che sprigionera nella sua anima Omega.
La guarda, vede come si stringe tra le braccia alla ricerca di consolazione.
Vede i suoi occhi blu costantemente blu e caldi, diversi dal suo solito sguardo tempestoso.
Vede l'energia che emana, l'aura che la circonda.
Ed ora, che si trova così vicino a lei, la vede più bella e sensuale del solito.
Il calore non è lontano, anzi, sembra essere molto vicino.
E caleb ha paura che Calipso non se ne renda conto.
Cosi, spinto da paura e preoccupazione, dosa male le parole.
E dice una delle cose più stupide da dire, soprattutto a Calipso.
"Sai di avere un unica soluzione."
Attira all'istante lo sguardo di lei, confusa dalle sua parole, non capendo dove vuole arrivare.
Incrocia il suo sguardo rosso, il suo respiro pesante nel petto, le mani strette in due pugni.
E lo sguardo di Calipso passa dal disorientato, alla furia cieca.
"Mi stai davvero dicendo che dovrei scopare con te durante il calore?
Come se fossi un animale che non sa gestire i suoi impulsi?"
La voce è un Ringhio che gli arriva dritto al petto.
Non voleva intendere un rapporto tanto squallido da essere definito una scopata.
Ma non ha il tempo di spiegarsi.
"Mai e poi mai verrei a letto con te.
Preferirei subire le più atroci sofferenze che darmi a te."
Parole dure, immerse nel veleno del rancore.
Che uccidono l'illusione che caleb si era fatto che fosse stato perdonato.
In più, l'alfa dentro di lui sbatte contro le sbarre della cella che rinchiude la sua anima.
Sente in proprio luogo ringhiare con forza, mentre mostra i denti e quasi il fumo gli esce dalle narici.
La sovrasta con la propria altezza, con il rosso nei suoi occhi che prova a sottomettere il suo blu di nuovo tempesta.
"Io ti sto porgendo una mano e tu ci sputi sopra senza ritegno.
Dovresti essermi grata."
La sua serietà in contrasto con la risata isterica e finta di lei.
Mentre gli occhi non si staccano, incollati finché uno dei non si sottomettera.
"La tua mano te la puoi mettere nel culo, mentre te ne vai."
Mai Calipso è stata tanto volgare.
Ma la rabbia e gli ormoni che iniziano a riscaldarle il sangue, domani la sua lingua scollegando il cervello dalle buone maniere.
La mano forte e dura di Caleb le si posa sul collo, senza forza o bisogno di cercarle dolore.
Solo per legarla fisicamente a se.
L'istinto animale, la rabbia, l'attrazione, il bisogno di sovrastare l'altro.
E la cazzata è fatta, caleb non riesce a frenare la lingua.
"Ti ho già chiesto perdono per quello che ti ho fatto, non è giusto tutto questo rancore nei miei confronti.
Non sono io ad averti scopato per anni."
Chiude di scatto gli occhi, mentre una gli colpisce con forza la guancia e quattro artigli gli righino il viso.
L'impatto con la mano di lei lo allontana di qualche passo, lasciandolo frastornato.
Gli occhi di lei sono tempesta allo stato puro, danno persino l'illusione di accogliere fulmini nel suo sguardo.
Il respiro veloce che le smuove il petto e le allarga le narici.
Mentre la mascella serrata mostra la sua dentatura da lupa, come gli artigli sporchi del sangue di lui.
La ferita non è profonda, è appena superficiale e poco dolorosa.
Tutt'altro è il senso di colpa che sta segnalando il suo cuore.
"Quello non era scopare, ma stupro.
E tu, che hai mostrato le spalle invece si aiutare, sei complice e ugualmente colpevole."
Non si calma, anzi il suo corpo muta ad ogni parola ringhiata. Lasciando che il pelo cresca, che le ossa si rompono e si ricompongono in uno scheletro animale.
Avvicinandosi lentamente alla sua forma animale.
"Mai ti perdonerò per avermi guardato ed essere scappato.
Ed ora, questo tuo ridicolo bisogno di proteggermi e affiancarsi nelle battaglie, è ridicolo."
La sua forma è completamente animale, solo i suoi occhi sono i rimasti li stessi.
Solo più feroci e affamati.
Sta per saltargli addosso, caleb lo sente e si prepara a parare il suo colpo.
Quando delle urla si innalzano dal punto dove sanno esserci i loro compagni.
Le urla di Ester.
Calipso guarda un ultima volta Caleb, decidendo che non ne vale la pena.
Che lui non vale nemmeno la sua rabbia.
Lo abbandona alle proprie spalle, correndo verso i suoi compagni.
Lasciando che la loro discussione muoia li, senza risultati né ricordi.
Non ne vale la pena.
Forse ha usato le parole sbagliate, forse ha esagerato.
Ma merita davvero tanto odio per un errore?
Una colpa può pesare sulla coscienza per sempre.
Ma caleb non avra risposte, Calipso ha deciso di lasciarlo nei suoi dubbi, mostrandogli la sua schiena.
Come un tempo lui fece con lei.
Si trasforma velocemente, seguendola verso il trambusto che si è creato in troppo poco tempo.
Davanti a lui la donna i chiodi il passo, obbligandolo a fare lo stesso.
Ester è al centro di un cerchio creato con i corpi dei loro compagni.
Che lottano contro un esercito di cinquanta lupi.
Cinquanta contro sette, davvero coraggiosi.
"Seguimi."
Gli sussurra Calipso, saltando su un trocco vicino.
Segue le sue orma, saltando da un punto all'altro, alzandosi da molto da terra.
Fino a camminare su un trocco la cui punta si affaccia sopra Ester.
Caleb ha qualche dubbio, Calipso no.
Salta leggiadra in aria, atterrando elegante in forma umana dietro a Deb.
L'alfa si chiede con tutta onestà quanto quella donna lo sorprenderà ancora.
Ma per ora si limita a seguirla, arrivando al fianco di lei ancora in forma di lupo.
"Consegnateci l'omega e nessuno si farà male."
Ringhia uno dei lupi, fermando l'assalto dei suoi fratelli.
E Calipso capisce alla perfezione chi li manda.
Non solo dall'odore di cui le loro pellicce sono impregnate.
Ma soprattutto perché è lei al centro dei loro sguardi e non Ester.
E solo una persona si muoverebbe tanto per un Omega.
Gregory.
Calipso rimane per pochi secondi i pietrificata.
Basta il nome di quell'essere per renderla fragile e tremante.
Con una mano si sfiora istintivamente la spalla, illudendosi che la mezza luna bruci sulla sua pelle.
Anche caleb capisce ogni cosa, anche perché riconosce il lupo che ha parlato come soldato fidato del padre.
Per quest'ultimo il figlio che caleb non è mai riuscito a essere.
Sposta lo sguardo sulla lupa, trovandola persa nei suoi pensieri.
Succube di quel nome, anche se non è stato pronunciato.
La spinge dietro di sé, facendola arretrare fino al fianco di Ester.
Proteggendola controquesti stronzi, mostrando artigli e denti affilati.
"Dovrete passare sul mio cadavere."
I soldati dal branco Red Moon, tornano ad attaccare, spinti dal comando del loro capo.
Obiettivo, catturare l'omega dai capelli neri.
La stessa che è ancora vittima degli incubi.
Circa del combattimento che sta avvenendo davanti a lei.
Il punto in cui si sono fermati, perfetto per la forma degli alberi che li nascondono, si è rivelato pessimo per combattere.
Deb utilizza la magia e le sfere di energia in modo controllato, poiché se dovesse far cadere anche solo un albero, si creerebbe un effetto domino tra le querce, che diventerebbero la lapide sui loro corpi.
Lo stesso vale per le sirene, che preferiscono le loro fruste, all'utilizzo delle onde sonore.
Tutto ciò li rende molto svantaggiati in confronto ai loro nemici.
Senza dimenticare la differenza di numero che li sovrasta.
Elia e Tristano coprono le tre donne , combattendo con armi e artigli senza fermarsi o perdere respiro.
Mentre Vic e caleb proteggono le due omega.
Più ne buttano giù, più ne arrivano.
E quando il braccio si Vic viene azzannato e quasi staccato dalla carne se non fosse per l'intervento di Caleb.
Ester inizia ad avere davvero paura.
Conosce il coraggio e la forza dei suoi compagni.
Ma questo è davvero troppo per loro, infondo esseri umani.
L'unica possibilità per loro è Calipso, la sua capacità di strategia e comandi.
Se non fosse che la lupa è in uno stato pietoso di incubi e paura.
Le afferra il viso, urlando in faccia per superare il rumore della battaglia.
"Ti prego.
Riprenditi."
Ma la maggiore continua a tremare, mentre il suo sguardo blu pare perso negli abissi del passato.
Ester colora i suoi, sperando che la senta, non solo superficialmente, ma fino all'anima.
"Non è nel passato che servi.
Ma qui, con noi, nella realtà.
Ti prego Cali."
Cali, un diminutivo che solo Deb usa.
Che solo lei ha usato in quelle notti piene di incubi.
Incubi, ecco cosa sono.
Ecco cosa sono queste immagini che le annebbiato la mente.
Le catene che immobilizzano il suo corpo.
Quel nome gridato colpisce con forza le mani, loberandole e spingendolo ad aggrapparsi a quella voce, come se fosse fisica.
"Andiamo Cali.
Ti prego."
Ester la scuote, lasciandosi a un pianto disperato, mentre alle su spalle i suoi amici resistono come possono.
"Ti prego."
E come uscire da un buco nero, rialzarsi nella luce.
O come lanciarsi da una costiera e schiantarsi sulla superficie dell'acqua.
Torna alla realtà, trovandosi Ester in lacrime tra le braccia e il caos intorno a lei.
Stringe a se Ester, facendole capire che è tornata da ovunque sia finita.
Mentre lo sguardo fissa tutto ciò che la circonda, lasciando che la mente elabori una via di fuga.
"Ora sarà meglio risolvere questo casino."
Si mette davanti a Ester, stringendo nelle mani due dei sette pugnali che indossa.
Un lungo respiro e si va in scena.
Lancia un coltello, liberando Tristano, attirando il suo sguardo.
"Preparati ad afferrare Vic.
Deb pensa ad Elia e Ester."
Continua a lanciare i coltelli e recuperarli.
Poiché impregnati da magia, hanno la capacità di tornare indietro una volta colpito il bersaglio.
Una buona invenzione Deb.
Tutti si limitano ad eseguire, fidandosi ciecamente di Calipso, nonostante non sappiano cosa ha in mente.
"Cora, Noe, fateli ballare."
Salta sulla schiena di Caleb, colpendo la zampa di un lupo troppo vicino alla strega.
Grida contro le sirene, indicando il terreno.
Ed è semplicemente una idea logica che non tardano a capire.
Le sirene usano le onde sonore verso il terreno, sollevandosi da terra e smuovendo il twrreno sotto ai loro piedi.
Deb ha già affermato Elia e Ester, sollevandosi su una nuvola viola.
Rilasciando energia che da sostegno ai canti delle sirene.
Il terreno si smuove e si spacca, creando crepe profonde che ingoiano molti lupi
Tristano prende in spalla Vic, saltando da un ramo all'altro, mentre essi cadono giù come domino.
Dietro di loro a seguirli caleb e Calipso che fanno lo stesso.
Alcuni nemici provano a seguirli, ma le sfere di Deb li riportano a fare massa insieme agli altri corpi.
Mentre le sirene sono molle che toccano terra, urlano contro la terra e rimbalzano in aria.
Solo quando non hanno più nemici alle calcagna, tutti tornano a terra, correndo dal movimento domino ancora alle loro spalle.
"Non osate fermarvi."
Urla Calipso, facendo sbuffare tutti.
Nessuno ha intenzione di fermarsi e venire inghiottiti dagli alberi che cadono giù.
A pochi metri la luce si fa più densa a filtrare tra i rami.
Deve esserci uno spazio aperto poco aperto.
Spingono con più forza sulle gambe, calipso si trasforma persino sfruttando la velocità di avere quattro zampe.
Il vento addosso, il fuoco nei polmoni, i crampi ai muscoli.
Mentre il sole si fa sempre più forte sui loro visi, con il crollo sempre più veloce alle loro spalle.
L'ultimo sforzo, sentendo il terreno tremare sotto i piedi.
E saltare in una distesa verde, cadere rovinosamente mentre gli ultimi alberi fanno lo stesso poco lontano.
Seduti a terra osservando la polvere sobbalzare contro la caduta degli ultimi tronchi.
Per fortuna lontani, anche se di poco da loro.
Si lasciano cadere a terra, esausti e con una risata isterica sulle labbra.
"Cazzo, fai tremare una intera foresta lupetta."
Scoppia a ridere Tristano, ancora succube dell'adrenalina in corpo.
Un momento di ilarità che dura ben poco.
Un ringhio nemico li fa scattare in piedi, trovandosi un lupo dal pelo marrone in parte sporco di sangue, con gli artigli ben in mostra e lo sguardo fisso su Calipso.
"Non me ne andrò senza l'omega."
Scatta su di lei, come indemoniato, come se fosse il tuo peggior nemico.
Quando in realtà è comprensiva la sua tenacia, Caleb sa che fine farà se tornerà a casa senza l'obbiettivo.
Calipso di istinto chiude gli occhi, pronta a subire l'assalto. Se non fosse che un ululato, poco lontano, riecheggia nell'aria.
E l'attacco del lupo non arriva mai a buon fine
Apre gli occhi, vedendo un lupo grigio, sopra il corpo ormai senza vita del loro nemico.
Altri ringhi li circondano.
L'intero branco li tiene sotto mira, mentre il loro Alfa, con le zanne ancora sporche di sangue, si avvicina al gruppo.
Calipso fa un unico, lungo, respiro.
Riconoscendo l'odore dei Black Silver.
Tra il trambusto e il caos, nessuno di loro si è reso conto di essere arrivati nel territorio dei black.
Attirando il branco con il loro arrivo esplosivo.
Calipso è pronta a spiegare ogni cosa, a presentarsi, a dir loro perché sono la.
Se non fosse che un dolore, un fitta, allo stomaco le ferma il respiro.
Non ora, supplica Calipso, finendo in ginocchio tra la sorpresa di tutti.
Ma è qualcosa più forte di tutto, naturale.
È entrata in calore.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top