Capitolo 14 l'inizio del viaggio

È tarda mattinata quando il piccolo gruppo del branco degli emarginati, è ormai pronto a partire.
Nelle ultime ore Calipso a spiegato nel dettaglio la strada che seguiranno e i diversi branchi che sa li aiuteranno.

"Mi spieghi come conosci questi branchi?
E come fai a essere sicura che ci aiuteranno?"

Gli chiede Tristano, davvero confuso e sorpreso da quante cose la lupetta sappia.
E anche gli altri sono curiosi, mentre finendo di prepararsi per il lungo viaggio.

"Cosa pensi che ho fatto tutte le volte che ero fuori dalla cupola?
Ho fatto piacevoli conoscenze."

Sorride ironica Calipso, caricando il borsone sulle spalle.
Fingendo di non sentire il vampiro sbuffare alle sue spalle.

"Certo, perché tu sei conosciuta per il tuo socializzare e apertura a nuove conoscenze."

Ma Tristano sa di star parlando a vuoto, dato che la lupetta è ormai poco lontano a parlare con Deb.

Così si limita a sbuffare ancora, arrendendosi al mistero che la lupa ha dentro di sé.

Preferisce invece guardarsi intorno, o meglio i suoi compagni di viaggio.
Tutti portano una borsa in spalle, tranne Vic che trasporterà sulla schiena Ester.

Affronteranno un lungo viaggio e sarebbe stato sicuramente più comodo viaggiare con un carro o a cavallo.
Ma la loro clandestinità non permette nessuna comodità.

In realtà nessuno si lamenta, sia perché sono tutti abbastanza forti per una sacca sulle spalle.
E anche perché la streghetta a incantano le sacche, rendendoli più leggere e più piene di quanto sembrano.

È proprio la rossa a preoccupare Calipso.

"Tutto bene?"

Le chiede in un sussurro, mettendosi al suo fianco.
A un passo dalla cupola.

Deb si limita ad annuire, anche perché non saprebbe come rispondere.
È ormai da un anno e mezzo che non esce da questo luogo e il suo unico pensiero è scoprire come sarà.

Stringe tra le dite il medaglione che porta al collo, identico a quello dei suoi compagni, solo leggermente più potente.
E annuisce ancora, pronta a tornare al mondo vero.

Prova a fare un passo, a superare quella maledetta e benedetta cupola, ma il respiro accelera e i muscoli la tradiscono tremando.

Forse non è pronta.
Forse a paura.
Forse dovrebbe rinunciare e rimanere in questa gabbia.

Ma una mano gentile afferra la sua tremante.
Sposta lo sguardo sull'antica che le sorride, dandole la forza.

"Insieme."

Sussurra la lupa, stringendo la presa sulla mano di Deb, cercando di darle più coraggio possibile.

Un respiro profondo, gli altri attendono il loro passo per partire, ma rimanendo in silenzio e senza dare fretta.
Capendo quello che Deb sta provando.

Un lungo respiro, come a imprimere nella mente il ricordo di casa.
Dicendole arrivederci e mai addio.

Con la mano stretta a quella della lupa, chiude gli occhi, trattiene il respiro e finalmente fa il passo.

La cupola le solletica il viso, subito scosso dall'aria fredda del mondo reale.

Un passo ancora, la consapevolezza di essere tornata nel mondo vero, aprire gli occhi come se fosse la prima volta.

Den si guarda intorno, osservando ogni dettaglio come se fosse una scoperta.
Tanto piena di nuove emozioni da non vedere gli altri superarla e la mano di Calipso lasciarla a conoscere il mondo che la strega aveva ormai dimenticato.

L'aria fresca, piena di energia e vita, il rumore della natura a sfiorarle i sensi, la terra tremare e ansimare sotto i suoi piedi.
La bellezza del mondo reale che non si ferma mai, muovendosi e vivendo.

Gli altri si limitano ad aspettare, lasciando che Deb si abbienti a questa nuova reale.
Parlando tra di loro del più e del meno.
Tranne Elia.

Elia è immobile, in mezzo agli altri, sordo alle chiacchiere.
Fisso con lo sguardo sulla sua compagna, sulla donna che odia e ama con tutto se stesso.

Le sembra una bambina che viene alla vita per la prima volta.
Osserva il suo sguardo brillare e sorridere a ciò che la circonda.
E vorrebbe essere lui il motivo di tanta luce nei suoi occhi.

Fissa una farfalla posarsi sulla sua mano, e vorrebbe essere lui quella farfalla che la donna sfiora con timidezza e gioia.

E dovrebbe odiarla per la sua natura e invece sente il cuore impazzirgli nel petto nel vederla illuminarsi mentre assorbe e da energia alla vita intorno a sé.

È una strega.
La odia con tutto se stesso.
Eppure perde un battito mentre si costringe a distogliere lo sguardo da lei.

"Muoviamoci, non abbiamo tempo da perdere."

Apre la marcia l'elfo, lasciando che Deb pensi di essere lei la causa di tanta rabbia.
Di essere la sua natura magica a causare la smorfia sul volto di lui.

Ignota che è si lei la causa, ma non per disgusto o rabbia.
Ma per un sentimento stupendo che Elia non vuole accettare.

Così, il gruppo finalmente si muove con una schema ben preciso.
Vic, con in spalle Ester, al centro del gruppo.
Deb alle sue spalle, Tristano alla sua sinistra, Caleb alla sua destra e Calipso ed Elia a fare da capo fila.
L'elfo per le sue conoscenze di guerra e la lupa come guida.

Insomma, una corazzata pronta a qualsiasi evenienza.
Tranne che a parlare tra di loro, troppo presi tra i loro pensieri e i sensi ben sviluppati.

Deb è ormai pesa a fare conoscenza con ciò che la circonda.
Fingendo che non sia importante che il suo compagno non condivida questo momento magico con lei.

Vic paga l'effetto di avere pelle su pelle la piccola addosso, mentre quest'ultima cerca di nascondere la paura che cresce e diminuisce ad ogni passo.

Tristano stranamente non si perde in strane battute, troppo preso a tenere sott'occhio l'alfa  alla sua destra.
Lo guarda con la coda dell'occhio, infastidito da come il lupo fissi intensamente Calipso.
Mentre quest'ultima lo tratta con totale indifferenza.

Questa è l'unica cosa che ha dato un po' di sollievo a Tristano in questo ultimo periodo.
Per quando l'alfa abbia provato ad avvicinarsi alla lupa, lei lo ha sempre allontanato con freddezza.
Comportanento completamente giustificato, Caleb lo sa.

L'alfa la guarda, forse sperando che lei ricambi lo sguardo, ma sapendo che non farà.
Non gli ha staccato la testa e ha accettato che venisse con loro, ma da qui a perdonarlo ci passa l'oceano Atlantico.

Il loro passato è una ferita nell'anima, che non guarirà presto nella lupa.
E il suo carattere chiuso e diffidente non aiuta la causa.

A Caleb non resta che sospirare e darsi il permesso di guardarla, almeno questo.
Solo guardarla da lontano.

Perché Calipso è davvero bella e lo sguardo del lupo si rifiuta di non guardarla.
Un corpo femminile e sexy coperto da un pantalone nero e una maglia dello stesso colore, poco appariscente ma non capace di nascondere la sua bellezza.

Che non si ferma al suo corpo, ma sale lenta verso la sua chioma nera come la notte, ciocche ribelle da sembrare onde di un mare di notte.
Pelle rosea, che la distingue dalle altre omeghe molto più pallide, suo occhi scuri ma blu la maggior parte delle volte.

E sono proprio gli occhi che lei tanto odia a renderla tanto bella.
E quella tempesta di battaglia a renderla la settima meraviglia del mondo, la prima per Caleb.

Calipso continua a camminare sicura di sé, nascondendo quanto lo sguardo del l'uomo gli pesi addosso.
Le pizzica la nuca, irritando i suoi nervi già tesi di suo.

Ringrazia i medaglioni che non le fanno sentire il peso della sua natura e l'odore di lui.
Ma lo sguardo dell'alfa è comunque una presenza che le fa tremare la pelle.
E non le piace per nulla.

Troppo presi tutti dai loro pensieri, non si accorgono dello stato nervoso della lupa.
Tranne una persona.

"Pass avanti, sarà più comodo seguirti."

Si sposta dietro di lei Elia, facendole da scudo contro lo sguardo del lupo.
Comportamento che sorprende molto la lupa, ma che accetta con piacere.
Facendo finalmente un sospiro di sollievo, protetta dal corpo possente dell'elfo.

E lo guarda, lo ringrazia con lo sguardo e si capiscono.
Com'è successo durante il salvataggio di Ester.

Se la lupa non lo odiasse per come si sta comportando con Deb, potrebbero essere persino amici.
Entrambi riluttanti alle chiacchiere e ai contatti fisici, capaci di capirsi con un solo sguardo in battaglia.

Insomma un bel gruppo di problematici.
Ma, infondo, chi ha l'anima in subbuglio può solo legarsi q una anima ugualmente incasinata.

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"Calipso, mia cara amica, e un piacere avervi finalmente qui."

È un uomo un po' troppo esuberante a dare il benvenuto nel suo villaggio al gruppo degli emarginati.
Molto piccolo di statura, persino per Ester che la più bassa del gruppo.
Magro e vestito di strani colori troppo luminosi per essere naturali.

"Ti sono grata del meraviglioso benvenuto alfa José."

Risponde sorridente Calipso, accettando il bacia mano dell'alfa.
Inutile descrivere le facce sconvolte dei suoi compagni.
Tranne per Deb, che ormai conosce bene quanto l'amica sappia essere diplomatica.
Un camaleonte capace di adattarsi a qualsiasi luogo.

"Non esagerare tesoro.
Sono io a essere onorato nell'ospitare il famoso branco bastardo, senza offesa naturalmente."

Finisce la frase, rivolgendosi finalmente al resto del gruppo.
Soffermandosi con lo sguardo su Deb.

"O mia dea, i tuoi capelli streghetta, sono di fuoco."

L'alfa dei Lunet, supera tutti goffamente, fermandosi davanti alla rossa.
Lei si limita a sorridere timida, mentre l'uomo le passa le dita tra i capelli.

"Sono morbidi come la seta, mai sentito nulla di più delicato.
E io lo so bene, sono un mercante di sete."

Deb si lascia travolgere dall'entusiasmo del l'uomo, fermandosi a chiacchierare e scherzare con lui.
Sotto lo sguardo ardente dell'elfo, che stringe il pugnale posato sulla sua cintura, pronto a recidere quella mano che continua a toccare la strega.

Calipso si ferma al suo fianco, attirando il suo sguardo, fingendo di tossire.

"Si gentile, siamo ospiti dell'alfa, meglio non mostrare cattive intenzioni."

La lupa non nasconde per nulla la soddisfazione nel vedere la gelosia bruciarlo vivo.
Facile per lei, non deve guardare la propria compagna nelle mani appiccicose di un'altro uomo.

"E poi, Debora è bellissima.
È normale che un uomo la guardi con tanta meraviglia.
Magari alla fine della storia, la Rossa si trasferirà qui.'

Benzina sul fuoco che ormai ricopre la pelle dell'elfo.
Non la vuole, non la desidera.
Ma l'idea che lei possa avere un'altro uomo è fuori discussione.

Comunque, nonostante la lupa si stia divertendo un mondo, decide che fare scatenare una guerra ancora prima di posare le borse, non è una buona idea.

"Non vorrei essere scortese José.
Ma io e i miei amici avremo bisogno di riposo."

Finalmente José si stacca da Deb, mostrando uno sguardo dispiaciuto verso gli altri.

"Che sciocco che sono, sarete stanchi e affamati, mannaggia a me e alla mia passione per la bellezza."

Con l'ultima frase, approfitta di un'ultima toccata ai capelli setosi della strega.
Per poi tornare da Calipso a fargli da guida.

"Seguitemi, vi ho fatto preparare delle tende per riposarvi.
Potrete lasciare lì le vostre cose e seguirmi verso la casa branco."

La compagnia segue silenziosa lo strano alfa, osservando il villaggio che attraversano con calma.
Assomiglia molto al loro branco, pieno di gioia e serenità.
In realtà molto più hippy di casa loro, ma non hanno nulla da giudicare.
Se non un po' di invidia verso un branco tanto sereno che vive alla luce del sole, mentre loro devono nascondere la loro gente sotto una cupola.

Il loro accampamento e poco lontano dalla casa branco.
Tre tende molto grandi allestite nella grande piazza.

"Non sono molto, ma con il poco preavviso non sono riuscito a fare di più."

Si scusa José, avendo voluto offrire di più.
Ma il sorriso lucente di Calipso lo rincuora.

"È perfetto José ed è davvero prezioso per me."

Ancora il gruppo non capisce questo nuovo atteggiamento di Calipso.
Mai l'hanno vista tanto amorevole, se non con Deb e alcune omega.

E, con tanta confusione, sia Caleb che Tristano attutiscono il colpo.
Sentendosi poco degni di non ricevere tanto dalla lupa.

Ma rimangono comunque silenziosi, posizionando nelle tende le borse e stendendo già i sacchi a pelo per la notte che passeranno qui.

Mentre invece Vic si stiracchia i muscoli della schiena, sotto lo sguardo dispiaciuto della omega.
Consapevole della stanchezza che sente la vampira per averla trasportata per ore.

"Mi dispiace, devi essere molto stanca.
Credo sia meglio che da ora in poi continui a piedi."

Subito incontra lo sguardo luminoso dell'amica, reso più bello dal sorriso che le macchia le labbra.

"Non essere sciocca scricciolo, non mi sentirei serena.
Ti voglio su di me, in modo che io possa portarti in calvo al primo presentimento di pericolo."

E la vuole sempre addosso, in qualsiasi momento, in qualsiasi modo o motivo.
Ma questo non può dirlo, ma solo pensarlo e desiderarlo fin dentro l'anima.

E l'omega le sorride, lanciandosi sul suo petto, lasciandosi abbracciare dall'amica che la sempre sostenuta e protetta.
Troppo innocente per rendersi conto del fuoco che incendia dentro la vampira.

"Insomma, cosa ha fatto quel José per avere tanti amore?
Magari mi faccio dare un manuale."

Tristano si avvicina alla lupa, pronto a scoprire i trucchi dell'alfa.
In modo da avere anche lui una piccola speranza.

"Niente di che.
È simpatico."

Si limita lei, finendo di sistemare l'ultima sacca, per poi uscire dalla tenda.
Sapendo benissimo che il vampiro la sta seguendo.

"È appiccicoso, esuberante e trasuda allegria persino dai capelli.
Insomma l'anticalipso per eccellenza."

Calipso sorride, perché infondo il vampiro ha ragione.
E vorrebbe davvero spiegargli il motivo di tanto affetto verso José.
Ma vederlo bruciare nella curiosità è molto più divertente.

"Chi lo sa.
Magari gli opposti si attraggono."

Lo liquida così, per poi correre da José che li aspetta sulla soglia della casa branco.
Facendo sbuffare per l'ennesima volta il vampiro, cosciente che però la discussione non è finita qui.

Jose li fa accomodare nella sala da pranzo, chiedendo di avere pazienza per il ritardo con cui verrà servito il pranzo.
Ma i ragazzi sono presi a studiare la casa per dispiacersene.

La casa rispecchia pienamente l'alfa e il suo popolo.
Strane statue, alcune proprio incomprensibili.
I colori illuminano ogni angolo facendo risplendere le tende ancora più sgargianti e le tovaglie pregiate e arricchite di strani disegni tribali.

"Cara Debora, stasera vorrei mostrarti le nostre opere tessili.
Sono sicuro che le troverai bellissime."

La strega annuisce con il suo solito entusiasmo.
Mentre Elia rischia di piegare il legno duro con cui è fatto il tavolo.

La vuole portare a vedere delle stoffe, certo, come no.
Elia sa bene cosa vuole quell'alfa dalla sua donna.
E ciò gli fa stringere lo stomaco in una morsa di ferro.

E i due si guardano, sorridono e scherzano.
E José la guarda incantato, come osa?
Come osa guardarla con una tale intensità?
E il legno scricchiola sotto la sua dita.

Lei è sua.
Sua.
Sua...

"Finalmente tesoro.
Aspettavamo te."

Jose smette di guardare Deb, per sorridere e sgridare la persona ferma sulla porta.

"Mi dispiace, ma il problema dei pozzi sta peggiorando.
E ho perso molto tempo."

La persona sulla porta, salita tutti con un gesto della mano, per poi avvicinarsi a José, posandogli un dolce bacio sulle labbra.

"Sei perdonato Al.
Ma ora siediti che si raffredda."

Elia lascia del tutto il legno del tavolo, fissando l'uomo che si siede vicino a José, per poi baciarlo con più passione.

L'elfo si gira di scatto verso Calipso, trovandola a trattenere a fatica le risate.
Mentre gli dice con il labiale che l'alfa è Gay.

Lo sguardo di Elia si indurisce, fulminandola senza pietà.
Non per l'orientamento dei due alfa, ma perché la lupa gli ha fatto intendere tutt'altro.
Godendosi la sua scenata di gelosia, visibile per fortuna solo agli occhi di Calipso.

"Ma prima o poi accadrà."

Gli sussurra seria Calipso, tornando a guardare verso i due padroni di casa.
Lasciando ad Elia l'amaro in bocca.

È vero, prima o poi Deb avrà un uomo al suo fianco.
E quell'uomo non è lui.

"Quali problemi avete?"

Chiede invece Vic, sentendosi molto a proprio agio.
Forse proprio per l'orientamento dei due alfa.

"Da ieri notte l'acqua scarseggia.
Persino il nostro fiume è diventato una pozzanghera d'acqua."

I piatti vengono serviti a tavola e consumati tra le discussioni sul problema.

Il problema dell'acqua è davvero grave.
E la sete del loro fiume rende la questione davvero strana.

La fonte d'acqua di cui si parla è il fiume astel, una linea d'acqua che tocca più di tre regni principali fino a morire nel mar Red.

"Pensiamo sia opera delle streghe della città di cristallo.
Una specie di maledizione."

L'ipotesi è più che plausibile.
Le streghe della città di cristallo sono conosciute per la crudeltà.
A volte spinta da semplice noia.
E Deb conosce bene di cosa stanno parlando, quella crudeltà la subita sulla propria pelle.

"So che si sono alleate con un alfa crudele e senza scrupoli.
Forse hanno in mente qualcosa."

La preoccupazione cresce ad ogni affermazione dei due alfa.
Sono passati da un problema d'acqua, all'eventualità di una guerra in arrivo.
E più passerà il tempo e più l'ansia e i mille pensieri si accavvalleranno.

A Calipso non piace per nulla la paura e la tensione che legge negli occhi dei suoi due più cari amici.
Così si volta verso Deb, trovando già il suo sguardo.
Entrambe hanno avuto la stessa idea.

"Possiamo andare al fiume a vedere?"

La anticipa Calipso, sperando che le loro preoccupazioni siano sbagliate.
Mentre i due alfa le guardano confusi, non del tutto a conoscenza delle capacità della strega.

Ma si fidano ciecamente di Calipso.
Perciò annuiscono, lasciando la tavola ancora parata e accompagnando il gruppo verso la culla del loro amato fiume.

La realtà è peggiore della descrizione di José.
Il fiume, fino a ieri mattina, pieno di vita e forza.
Ora si limita a una pozzanghera di acqua ferma.

"Deb, dici che sono le streghe?"

Chiede Calipso, osservando l'amica pensierosa.
Deb muove leggermente la mano, andando a creare una scia magica.

Essa dovrebbe rappresentare la corrente dell'acqua nel fiume, l'energia che scorre.
Ma qualcosa non torna.

"No, l'acqua non è scomparsa.
Ma viene come assorbita."

Parla, forse più a se stessa, osservando l'energia non scorrere in avanti.
Ma indietro, come se qualcuno la richiamasse.

"Dobbiamo correre."

Si limita a dire Deb, avendo un sospetto sul colpevole.
E Calipso capisce in fretta che è qualcosa di grosso.

"Elia, resta qui con Ester.
Gli altri con me."

Velocemente Calipso si trasforma, come anche Caleb, mentre Deb crea una nuvola di energia, Tristano e Vic seguono con la loro velocità.

Attraversano il bosco, sentendo il terreno sotto le zampe secca e fragile.
Solo Deb vede la realtà, l'energia dell'acqua che viene richiamata verso il confine della foresta.
Nella terra arida del deserto.

Una volta arrivati fuori dal confine, superate le ultime piante.
L'immagine è agghiacciante.

"Sirene..."

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