Capitolo 12 speranza
"Caleb"
Un mix di sentimenti contrastanti colpiscono l'anima della lupa.
Paura, angoscia, rabbia e vendetta.
Un drink da coma etilico che spengono la sua ragione.
I suoi amici rimangono immobili e confusi mentre la donna si trasforma in lupa e parte all'attacco.
Anche Caleb rimane sconvolto dall'improvviso attacco e, stesso a terra sotto il peso della lupa, cerca di difendersi come può dai suoi denti affilati.
Solo dopo pochi secondi gli altri si riprendono alla shock, dovuto alla furia cieca che sta sfogando la lupa.
E dire che l'hanno vista spesso arrabbiata, ma mai il fuoco che le vedono negli occhi ora.
"Calipso."
La chiama a gran voce Deb, mentre Tristano fa di tutto per afferrarla.
Ma come ogni brava lupa, se punta a una preda nulla la smuove.
Infatti continua a mostrare i denti a Caleb, mentre con le zampe posteriori allontana chiunque la voglia fermare.
Non sapendo più come fare, anche Caleb si trasforma in un enorme lupo nero e grigio.
E nonostante il suo stato di alfa è molto più evidente messo di fianco alla omega, quest'ultima non demorde, continuando a righiargli contro.
"Fermateli o si farà male."
Deb è terrorizzata all'idea di dover curare altre ferite sull'amica.
Poiché, onestamente parlando, in un corpo a corpo con quel lupo non ha possibilità.
Ma Calipso non sembra sentir ragione.
Razionalmente sa che si sta suicidando, ma la sua anima lupa ha ormai preso il controllo.
Tutti gli anni a subire hanno reso l'anima lupaOmega una combattente e non una sottomessa.
Muso o muso i due lupi si fronteggiano, pronti ad attaccarsi.
E nonostante l'alfa non avesse intenzione di reagire, ora il suo istinto di predatore gli pompa in vene.
Ragionando non più come un uomo ma come un animale.
Gli artigli che sfiorano il terreno rumorosamente, occhi rossi che cercano di fare sottomettere uno sguardo blu elettrico.
E l'alfa neanche si chiede perché l'Omega non sente il suo potere alfa.
"Che gli è preso?"
Tristano non ci capisce nulla.
Non riesce a comprendere perché la lupa sia impazzita alla vista dell'Alfa.
Che lo conosca?
Si costringe a mettere da parte i suoi dubbi e, con un sguardo di intesa, prepara un veloce piano d'azione con Elia.
La risposta fortunatamente è positiva.
Ringhi e ululati riempiono l'aria, i due lupi si mostrano i denti, piegando le zampe pronti a saltare.
In Calipso i ricordi e lividi tornano a galla.
E non gliene frega nulla se da questo scontro ne uscirà quasi sicuramente morta.
Non gli interessa, vuole solo vendetta.
Salta in aria e lo stesso fa alfa, pronti ad assaporare il sangue dell'altro.
Ma Elia e Tristano intercettano la mossa, l'elfo blocca a terra l'alfa mentre Tristano fa lo stesso con la lupa.
"Calmati amico.
Che cazzo ti è preso?"
Elia tiene a terra il lupo, utilizzando una mossa che solo pochi guerrieri conoscono.
Premendo un punto sul collo dell'animale che in pochi secondi lo immobilizza.
E grazie a questa pausa fisica obbligata, Caleb riesce a tornare in sé e a ragionare.
Ma lo stesso non lo si può dire per Calipso.
Tristano la tiene ferma a terra, ma il terrore di poterle fare lo male lo spinge a non premere troppo.
E questo lo rende vittima di molti morsi e graffi.
"Ti prego Calipso, calmati."
Nulla fanno le preghiere del vampiro, la lupa sembra avere argento vivo in corpo.
Estraniata al mondo reale, vuole solo abbeverarsi del sangue di quel bastardo.
"Devo fare qualcosa."
Deb decide di intervenire, muove velocemente la mano senza guardare, facendo apparire su Caleb dei vestiti.
Mentre si avvicina cauta alla amica.
"Deb è fuori controllo, non ti avvicinare."
Ma Deb gli fa segno di tacere, continuando ad avvicinarsi.
Fissa gli occhi della amica, sentendo l'angoscia fin dentro all'anima.
Mai la vista in questo stato.
Continua a fissare gli occhi dell'amica, rendendo i propri più luminosi.
Incanala energia positiva e serena, la raggruppa in gola, in un respiro.
Non distoglie lo sguardo mentre si inginocchia davanti al suo muso, soffiandole sul viso una specie di polverina viola.
Calmante nelle narici della lupa.
"Lasciala andare Tris."
Il vampiro aspetta di sentire che il battito cardiaco sia calmo, poi lentamente lascia la presa fino a liberarla del tutto.
"Ora, con calma, risolviamo tutto Cali."
Calipso lentamente torna umana, fortunatamente vestita, ma senza che il suo sguardo muti.
Rimane blu elettrico fisso sull'ultimo arrivato.
Ora sotto lo sguardo di tutti.
"Mi dispiace."
Sussurra appena l'alfa, ricevendo come risposta un ringhio di disappunto.
Mi dispiace?
È tutto quello che osa dire?
No, non c'è perdono per quello che ha fatto.
Si avvicina a lui, a passo lento, calmo solo all'apparenza.
Gli manca il respiro quando se la trova davanti, faccia a faccia.
"Sparisci dalla mia casa, dalla mia terra, dal mio branco.
Se possibile sparisci da questo squallido mondo."
Credendo di essere stata chiara, gli dà le spalle, facendo pochi passi prima di essere fermato da lui.
"Lo so di aver sbagliato, ma sto provando a cambiare.
Ho salvato altre come te, te lo giuro."
Lei ride isterica, rimanendo di schiena.
Ritenendolo indegno anche solo di uno sguardo.
"Allora spera che gli dei ne tengano conto per tutti i peccati che hai fatto."
Ma la speranza della lupa è che finisca all'inferno.
Insieme a chi le ha ridotto la vita un incubo.
Senza gurdar nessuno, fa quello che sa fare meglio.
Scappare dal suo passato, che ora si è insediato come una serpe in sene in casa sua.
Tristano fa per raggiungerla, ma Deb lo ferma.
Sa che la sua amica ora a bisogno di stare sola.
Così, tutti gli sguardi si posano sull'alfa.
Intenzionati a scoprire la verità prima del ritorno della lupa.
E per decidere se mandarlo via o no.
"Allora."
Caleb si trova al pieno centro dell'attenzione.
Alle spalle ha Elia e Scott, mentre davanti a Tristano, Vic e la Strega.
Insomma nel centro del ciclone.
"Chi sei tu?
E perché la lupetta ti vuole morto?"
Il lupo ingoia a vuoto, sapendo benissimo di dover dosare le parole giuste.
Ma poi quale parole usare?
Come potergli raccontare ciò che è accaduto?
E poi, Calipso sarebbe d'accordo?
"Non posso dirvi nulla, è una storia che riguarda lei.
Posso solo dirvi che le ho girato le spalle, quando avrei dovuto salvarla."
E il ricordo di quella notte gli pesa sulla coscienza come se fosse stato un omicidio.
Quella notte ha cambiato la sua vita, la portato dove è ora.
"Ho provato a risolvere le cose, iniziando a salvare più omega che potevo.
Finché non mi hanno beccato e sono finito su quella carovana."
Tristano lo studia attentamente.
C'è qualcosa che non sta dicendo, un segreto che non osa confessare.
Ma ora il punto è un altro.
Calipso non lo vuole qui e questa volta non è una questione futile come Scott.
L'odio che ha visto nella lupa è disumano.
"Elia tienilo d'occhio.
Io vedo quanto è grave la situazione."
Deb da ordini e quando Tristano gli sta per chiedere dove stia andando, la strega è già scomparsa in una nuvola di fumo.
Anche se nessuno in realtà ha bisogno di sapere dove stia andando, è scontato.
Così, torna con la sguardo sullo sconosciuto.
Se il lupo ha intenzione a rimanere dovrà essere più convincente.
Ma è la vampira a farsi avanti.
"Ok amico, ora dovrai essere molto convincente.
Perché hai davvero poco tempo per chiarire le cose."
Anche se Tristano è convinto che nulla potrà convincere la lupetta.
Non dopo quello che ha letto nei suoi occhi blu.
Intanto la strega appare tranquilla vicino al lago.
Dove trova a colpo sicuro la lupa.
Seduta sulla riva gioca con le dita sulla superficie dell'acqua.
Persa nei suoi più oscuri pensieri.
"Con cosa mi coromperai questa volta?"
A Deb scappa un sorriso, l'amica anche quando sembra distratta, in realtà è attenta.
Sempre in allerta, forse anche quando dorme.
Il sorriso è dovuto anche alla storia della corruzione.
Ricorda quando i primi tempi che si sono conosciute la tartassata per mesi per sapere qualcosa su di lei, fino a corromperla con una torta al cioccolato.
Così si guarda intorno, cercando qualcosa di prezioso.
Si siede vicino a lei, giocando con la sabbia mentre pensa a qualcosa in fretta.
Quando in realtà la risposta scorre tra le sue dita.
Si riempie il palmo della mano con della sabbia.
Sotto lo sguardo meravigliato della amica, la fa muovere come sotto l'effetto del vento, un vento caldo che scioglie e modella fino a farlo diventare vetro.
Il risultato è un cristallo blu a forma di luna, con un filo a farle da giro collo.
Calipso singira si spalle sussultando per il gelo dell'oggetto che si posa sul collo.
Ancora immobile davanti a lei, Deb pronuncia un incantesimo che illumina per pochi istanti il ciondolo.
"Questa nasconderà il tuo odore e ti farà apparire vestita dopo la trasformazione.
E in più si intona perfettamente con i tuoi occhi."
Alla lupa scappa un sorriso, alzando lo sguardo lentamente verso l'amica.
Ringraziandola con lo sguardo per il gesto davvero apprezzato.
Non tanto per l'oggetto in se, ma per l'affetto e l'attenzione con cui la strega lo ha creato.
" È sempre una meraviglia osservare la tua magia creare cose bellissime."
Perciò aspetta che l'amica si mette comoda vicino a lei, sospirando e ingoiando le parole che non vogliono uscire.
"Quando ti senti pronta, io sono qui.
Non ho nessun impegno o fretta."
Un altro sospiro mentre la mente elabora le giuste parole per riassumere la tempesta che ha dentro.
"È il figlio di Gregory."
Deb spalanca gli occhi sconvolta, capendo perfettamente la reazione della amica.
"Anche lui ti ha..."
Ma Calipso nega, interrompendo la frase prima del nascere.
"Lo vedevo spesso attraverso le sbarre di ferro di una minuscola finestra.
Sapevo che non poteva ne vederci e ne sentirci.
Noi sapevamo che era figlio del padrone solo grazie alla lettura del labiale."
Ricorda quelle l'orride celle posizionate sotto terra per il novanta per cento.
Quel poco spazio superiore alla terra si limitava a una finestrella, utile solo per fare circolare l'aria.
Era posizionata a tre metri di altezza e Calipso riusciva a spiare il padrone all'esterno solo grazie alla compagna che le faceva da scaletta.
Mille volte ha pregato che quel giovane, tanto alla apparenza diverso dal padre, si accorgesse di lei.
Ma soprattutto che scoprisse i misteri orribili del padre, all'apparenza immacolato.
Ma le sue preghiere non furono ascoltate per anni.
E quando una sera tutto fu scoperto, non andò come Calipso aveva sperato.
"Una notte arrivo in casa senza aver avvisato il padrone.
Entro con irruenza in camera, dove c'ero anche io."
Non racconta perché lei era li, cosa è successo tra quelle quattro mura grigie.
Ma una cosa è d'obbligo dirla.
"Io ero io, a pregarlo di salvarmi.
Di aver pieta di me.
Ma lui chiuse gli occhi, mi diede le spalle e se ne andò."
E quello sguardo non potrà mai dimenticarlo.
In quei pochi istanti aveva visto una scintilla negli occhi del figlio, una speranza che l'avrebbe salvato.
Poi però lui aveva chiuso gli occhi ed era andato via e con lui il suo sogno tanto agoniato.
"Due sere dopo sono fuggita.
Forse è stata proprio quella notte a spingermi a scappare.
La consapevolezza che nessuno ci avrebbe salvata."
Il silenzio incombe violento sulle due donne, poiché nessun pensiero può essere udito ora.
Entrambe nei loro vecchi ricordi.
Quelle notti crudeli che mai potranno essere dimenticate.
"Mi dispiace Calipso."
La voce che pronuncia queste parole non è di Deb.
Ma è una voce maschile, che rischia di riaccedere l'ira della lupa.
Calipso scatta in piedi, con Deb tra lei e il suo nemico.
Caleb.
Perché la seguita fino a qui?
Cosa non gli è stato chiaro?
Sta già mostrando i denti mentre Caleb alza le mani in segno di pace.
Per quanto possa funzionare contro una lupa inferocita.
"Mi dispiace davvero Calipso.
So di aver sbagliato, di essere stato un codardo.
Ma ero sconvolto, poiché quella stessa notte avevo perso la mia compagna."
Calipso legge la sincerità nei suoi occhi e solo questo le fa ritirare denti e artigli.
Ma rimane comunque immobile, in posa di attacco.
"Quando quel pomeriggio sono tornato a casa era troppo tardi, è morta tra le mie braccia.
Dissanguata.
Sconvolto ero corso corso da mio padre per chiedergli aiuto."
E potrebbe essere comprensibile la sua reazione.
Giustificata.
Ma non perdonata.
"Vedere mio padre in quella situazione.
Mentre ti..."
Ma la lupa ringhia con forza, non volendo sentire parole tanto velenose all'udito.
E Caleb lo capisce, capisce il dolore che la sua presenza le sta provocando.
"Non ho saputo reagire, troppo il dolore che ho letto nei tuoi occhi, come se fosse il mio.
Sono scappato via, non ho potuto fare diversamente."
Poteva invece fare diversamente.
Poteva salvarla e portarla via da quell'inferno.
"E mentre quella notte piangevo sul sepolcro della mia compagna, ho capito la vera natura di mio padre.
Decidendo di raggruppare una decina di alfa che la pensavano come me, per salvarvi.
Ma quando siamo arrivati, tu non c'eri più."
Cazzate.
Calipso non crede a una parola.
E il ringhio che sprigiona accompagna gli artigli che si affilano.
Sta per attaccarlo, quando l'alfa fa un nome.
"Mary mi ha parlato di te."
Ed è pronta a perdere di nuovo il controllo.
In pochi passi è davanti e il suo pugno si vendica sul suo zigomo, facendogli girare il viso senza che però l'alfa reagisca.
"BUGIARDO.
LEI È MORTA."
Urla Calipso in onore di quella amica che è morta per farla fuggire.
Continua a colpirlo, senza vedere segni di difesa in lui.
Senza vedere nulla a causa della furia che gli annebbia la vista.
"Te lo giuro sulla dea.
L'abbiamo trovata in fin di vita in una cella.
Ma è riuscita a sopravvivere."
No, non è possibile.
Gregory non l'avrebbe risparmiata.
Non l'avrebbe mai fatto.
E continua a colpirlo, facendolo finire a terra con lei a cavalcioni.
"L'abbiamo salvata e lei mi ha raccontato della tua fuga."
Bugie, menzogne, quanto può essere infame a inferire così.
Quanto può essere crudele a raccontare tale favola.
Caleb non sa più cosa dirle per calmarla.
Di questo passo la lupa lo uccidere.
Ed è sorprendente quanta forza abbia questa omega.
In un colpo di reni ribalta la situazione, intrappolando la lupa sotto di sé.
Non è facile mantenerla ferma, sembra una furia senza controllo.
Tutto sotto lo sguardo di controllo di Deb.
Che non interviene solo perché ha capito che c'è qualcosa che i due devono risolvere.
Calipso ringhia e mostra i denti, pronta a trasformarsi.
Volendo solo lasciare alla sua lupa la possibilità di vendicarsi.
"La riva del canto delle sirene."
Dice con fatica, lottando contro la furia della donna.
Ripente il nome del luogo forse dieci volte prima che la lupa si fermi.
Pietrificata.
E capendo la situazione ora pacifica, Deb decide allontanarsi.
Sicura che i due debbano parlare da soli.
Calipso non si rende nemmeno conto che l'amica sia andata via, impegnata a respirare a fatica sotto il peso dell'uomo, anche lui affaticato ma speranzoso che finalmente la lupa abbia capito che dice il vero.
"Mary."
Sussurra in lacrime, mentre l'alfa rallenta la presa su di lei
Ma avvolte le prospettive ingannano.
E lacrime di speranza possono essere confise in lacrime di terrore.
E Tristano sente il sapore amaro di quelle lacrime.
Da lontano la vede sotto il corpo di quell'alfa, in lacrime.
Mentre lui sorride nonostante i segni della difesa di lei.
Insomma ai suoi occhi la sua amica sta subendo l'aggressione dell'Alfa.
Così si lancia in suo soccorso.
Afferra dalle spalle Caleb, sbattendolo contro una quercia che trema per l'impatto.
Il lupo non ha il tempo di capire cosa stia accadendo, che si trova una mano sul collo che stringe e lo solleva da terra.
"Tu, figlio di puttana."
Tristano è furioso e pensare che proprio lui gli aveva consigliato di parlare in privato con la lupetta.
Senza mai pensare che sarebbe andata a finire così, questa volta il suo istinto lo ha tradito.
Stringe la presa sulla giugulare dell'uomo, pronto a sentire le ossa rompersi e il respiro abbandonarlo.
"No, Tristano."
Urla disperata Calipso, aggrappandosi al braccio teso dell'amico.
Che la guarda confuso, chiedendole spiegazione.
" Lui sa dove Mary.
La ragazza che è fuggita con me.
Lascialo ti prego."
La disperazione negli occhi di Calipso ammorbidisce i suoi muscoli, lasciando che la presa sul collo del lupo si sciolga.
Si allontana di pochi passi, osservando la lupetta inginocchiarsi e soccorrere il lupo.
Mentre la mente del vampiro potrebbe esplodere da un momento all'altro.
Se non ricorda male Mary è la ragazza con cui era fuggita.
Ma sapeva che era morta per agevolare la fuga della lupetta.
Invece ora scopre che è viva e che Caleb c'entra qualcosa.
"Ti prego, dimmi dove si trova."
Lo scongiura Calipso, mostrando un lato fragile di sé che a nessuno a mai mostrato.
"Mi ha detto che sarebbe andata lì, sulla riva del canto delle sirene."
Calipso conosce bene quel luogo, o meglio la favola che racconta di quel luogo.
La notte quando le due ragazze non riuscivano a prendere sonno, fantasticavano su quel luogo misterioso, dove si narra che le sirene vadano a cantare.
Un luogo senza coordinate o mappa.
Ma le due erano convinte di trovare quel luogo e viverci in pace.
Ecco perché Calipso crede a Caleb, poiché solo lei e Mery conoscevano questa storia.
Il sogno di raggiungere quel luogo.
La mente di Calipso si ferma per un secondo.
Ritorna in piedi, dritta e fiera com'è solita mostrarsi.
Ma con uno sguardo diverso, quasi speranzoso.
"Dobbiamo organizzare ogni cosa e in fretta.
Si parte il prima possibile."
Ora più che mai è pronta a partire.
E non solo per salvare altre come lei, ma soprattutto per ritrovare quella cara amica.
E ringraziarla di averle donato la sua nuova vita.
Mentre a Tristano non resta che sorridere nel rivedere la lupetta guerriera.
Ma con la coda dell'occhio osserva Caleb.
Qualcosa gli fa prudere la nuca.
Forse gelosia poiché l'alfa ha conquistato la fiducia della lupetta senza sforzo.
O forse è semplicemente istinto che gli urla di tenerlo d'occhio.
Qualsiasi pensieri toccano i presenti, uno è unico e sicuro.
Sono pronti a partire per questa folle e misteriosa avventura.
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