capitolo 10 Rinascere

"non la vita di una Omega."

Sono ormai dieci giorni che questa frase tormenta il sonno di Tristano.
Si, dopo la confessione di Calipso, ogni cosa è tornata alla normalità.
Entrambi fingono che quelle parole non ci sono mai state.
Ma quella frase esiste ed è diventato un chiodo arrugginito nella sua mente.

"Non la vita di una omega."

Tristano sospira, respirando la quiete di una nuova alba.
Il villaggio non si è ancora del tutto svegliato, se non per un gruppo di lupi assegnati alla guardia.
E naturalmente la lupetta, che ha il turno di caccia con qualche lupo e elfo.

In questi giorni il villaggio ha raggiunto una specie di equilibrio.
Ognuno ha il suo compito e lavoro, creando un vero e proprio branco.
Anche se strano e fuori dal normale.

Tristano si lascia coccolare dai primi raggi del sole, per poi muoversi verso l'ospedale.
Dove c'è il suo secondo tormento.

l'Omega che hanno salvato durante l'ultima missione.

"Chi poteva immaginare che sarei stato tormentato da non una, ma ben due omega."

Mentre Calipso si mostra impassibile al suo passato, tornando alla sua quotidianità.
Ester, la omega trovata sotto shock, non da molti segni di voler tornare a una vita normale.

Chiusa nella sua stanza d'ospedale parla con pochissime persone, tra cui non Tristano.
Il vampiro ha provato a creare un dialogo, un contatto.
Ma la ragazza rimane immobile e in silenzio da quando lui arriva a quando se ne va.

"Ei Tristano, ricordati che stasera saremo tutti in piazza grande."

Lo saluta velocemente Scott, senza fermare il suo passo verso le stalle, dove si occupa di coordinare il mantenimento degli animali.
E a Tristano non resta che ricambiare il saluto con un gesto della mano, per poi passarla tra i capelli, aggiungendo ai propri pensieri l'ultima novità.
La riunione che si terrà questa sera.

Il cervello potrebbe esplodergli. La lupa con i suoi segreti, quella omega che lo attrae come una calamita e la sete di giustizia di molti guerrieri nel villaggio.

Non sono abbastanza i prigionieri che hanno salvato, non sono mai abbastanza.
E tutti parlano di voler andare di nuovo in missione, di salvare altri come loro.
Ma il vero problema è la mancanza di informazioni.
Dove attaccare?

"Ti sta per esplodere il cervello amico.
Dovresti rilassarti un po'."

È un voce femminile a risvegliarlo dai troppi pensieri.
Una donna con cui ha conversato spesso ultimamente.

Alza lo sguardo dal terreno, sorpreso di essere arrivato davanti alla stanza di Ester, senza essersene accorto.
Davanti allo sguardo divertito della donna, che tranquilla è posata sullo stipite della porta.

"Qualche trucco bionda?
E per favore che non sia lo stesso dell'altro giorno."

La bionda in questione è Victoria, la vampira che è stata salvata dall'ultima carovana.
Ex guardia del re vampiro dell'ovest, che la venduta alle aste per alto tradimento.
O meglio, per aver cercato di fare scappare la ragazza.

Con la sua chioma bionda, occhi dorati e corpo slanciato, tutto sembra tranne che un soldato.
Ma qualcosa nei suoi occhi, nei suoi movimenti sicuri, ispira guerra e pericolo.

"Sei in astinenza mio caro.
E non parlo di sangue."

Gli fa l'occhiolino, entrando prima di lui nella stanza.

Tra lei e Tristano è nata subito una strana complicità.
Tanto che il vampiro pensava ci stesse provando con lui.

Ma si è dovuto ricredere quando la beccata guardare il sedere di una infermiera.
Specificando il suo orientamento sessuale esprimendo quanto se la sarebbe fatta volentieri.

"È un invito a un incontro a tre?"

La stuzzica raggiungendola vicino al letto stranamente vuoto.
Deve sarà andata Ester?

"Mi dispiace, ma non condivido con nessuno i miei piaceri."

Lo scambio di battute è normale tra i due.
Ma l'assenza della ragazza che interessa ad entrambe, abbassa di molto l'umore di entrambi.

"Ester arriverà tra poco.
Ieri sera mi ha detto che ha deciso di partecipare ai gruppi di aiuto per omega.
Ed io spero l'aiutino davvero a riprendere la sua vita in mano."

Mentre con Tristano, Ester non ha un minimo di dialogo, se non un sospiro.
Victoria è la sua migliore amica amica e confidente.

O almeno è questo ciò che vuole vedere Tristano, cieco sugli occhi della vampira che si illuminano ogni volta che è insieme alla ragazza.

Insomma l'Omega non lo sa, ma è finita in un triangolo amoroso.
E il fatto che Ester riesca appena a gestire se stessa, complica di molto le cose.

"Un gruppo di sostegno?"

È la prima parola che sente a riguardo ed è davvero curioso.
Si siede comodo sulla sedia vicina alla finestra, sbirciando sul panorama del villaggio che inizia la sua giornata.

"Si, li aiuta a superare i trauma e a riprendere una vita sana.
Persone come Ester che si aiutano tra loro e mi sembra perfetto.
Solo chi c'è passato può capire l'altro."

È una idea fantastica, è ciò di cui hanno bisogno.
Una mano a superare il passato, prima di affrontare il futuro.

Le labbra di Tristano si aprono in un sorriso, che si illumina fino agli occhi.
Se questa terapia funziona, finalmente potrà almeno conversare con Ester.

E potrebbe sembrare una cazzata, ma è un inizio.
Una po' alla volta, una piccola pietra alla volta.

"Si sa di chi è stata l'idea?"

Victoria si siede su una poltrona vicino al letto.
Incrociando le gambe, messe in risalto dalla stoffa stretta del pantalone che le fanno da seconda pelle.

Con la sua solita espressione sfacciata e annoiata.

"Ufficialmente è stata quella strega strana con i capelli rossi, hai presente quella tizia che gira felice da una parte all'altra?"

Tristano scoppia a ridere, capendo palesemente che si tratta di Deb.

Da quando il villaggio è cresciuto, non l'ha mai vista ferma.
Tutto il giorno impegnata tra un compito e l'altro.

Perché è una persona altruista e piena di vita.
Ma Tristano sa che è anche per non pensare al suo compagno che la evita come la peste.

Il vampiro ha provato più volte a parlare con Elia.
Ma ogni volta che la strega viene nominata, fugge con qualsiasi scusa possibile.

"Invece fonti più pettegole dicono che sia l'idea di una lupa.
Una tipa strana e solitaria che si vede ben poco in giro, poiché preferisce i turni di notte per la guardia o di caccia.
Se non sbaglio ha un nome strano, Caligola o Calippo, non mi ricordo.
Ma chi la vista, dice che è una tizia tosta."

Calipso, anche questa volta Tristano non ha dubbi.
Quella lupa ne sa una più del diavolo, nonostante cerche di fingersi indifferente.

"Si chiama Calipso è ciò che si dice in giro è vero."

All'improvviso ha la piena attenzione della vampira.
Che ne ha sentite tante riguardo a quella lupa, chiedendosi cosa sia vero e cosa no.

"Cioè che è una guerriera nonostante la sua natura?"

Tristano non ha mai visto Vic così curiosa.
In genere è sempre annoiata se non si tratta di Ester.
Invece ora i suoi occhi brillano di interesse ed eccitazione.

"Si.
Ma anche che è una stronza acida, innamorata persa di me."

Come sempre ironizza con una prepotenza palpabile.
Facendo sorridere la vampira, ma anche incuriosendola ancora di più.

Poiché negli occhi di lui vede una scintilla, un legame con quella misteriosa lupa.
Un senso di protezione verso ciò che sa di lei.

"No, da come ne parlano in giro, sono sicura che sia più interessata a me che a te."

Tiene il gioco, mettendoci un pizzico di malizia.
Che però non fa ridere Tristano, ma riflettere.

Questa ipotesi non è poi così sbagliata.
Dopo quello che ha passato è normale che la lupa preferisca la compagnia femminile.
E il fatto che non si avvicina a quasi nessun uomo aumenta questa possibilità.

Ma questi pensieri invece di dare vita a chissà quale peccaminosa immagine, ne crea una macabra e contorta.

La storia che la lupa gli ha raccontato torna a oscurare la sua mente.
Cercando di dare forma alle informazioni che lei non gli ha dato.

Cosa ha subito?
Quali sono le torture di cui ha parlato?
Cosa la spinta a credere che la sua vita da omega non vale essere vissuta?

Un frastuono improvviso nel corridoio spegne qualsiasi pensiero dei due.

"Lasciatemi.
Lasciatemi."

Una voce maschile che più che urlare, ringhia con forza.
Richiama più infermiere che ora corrono verso la stanza poco lontano da loro.

"Deve essere quell'alfa che era nella mia stessa carovana.
Deve essersi finalmente svegliato."

Sussurra Vic, in piedi vicino alla porta, pronta a intervenire se servirà.

L'uomo di cui parla è un alfa.
Vic ha riferito che anche durante il viaggio era dormiente, sicuramente messo in come da qualche incantesimo, come era successo a Elia.

Infatti per Deb non è stato difficile trovare l'antidoto.
Che sul lupo ha avuto bisogno di più tempo d'azione.

Le urla continuano e nessuno lo biasima.
Chissà cosa ha passato, da quando era in stato di come e come si sente a svegliarsi in un luogo strano come questo.

Sembra che la situazione si sia calma ma è solo una bugia.
Poiché in pochi secondi gli infermieri, quasi tutti elfi guaritori, vengono lanciati nel corridoio.
Davanti allo sguardo dei due, che subito si dirigono nella stanza.

L'uomo è tenuto fermo da quattro elfi, che faticano molto e sono vicini a finire anche loro nei corridoi.

I due vampiri si lanciano su di lui, tenendolo fermo a letto in attesa che venga sedato.
Ma...

"Non possiamo dargli nulla.
È ancora sensibile all'incantesimo, rischia di tornare in coma."

I due vampiri sbuffano, resistendo come possono alla forza disumana dell'uomo.
Un alfa è già forte per natura, ma un alfa che cerca di sopravvivere è impossibile da fermare.

"Se si trasforma siamo fottuti."

Urla Vic, cercando di tenerlo giù dalle spalle.
Spingendo persino con gli artigli per incrementare la presa.

"Vi provo io."

L'avvisa Tristano, facendole segno di scambiarsi di posto.
Un respiro profondo e in meno di un secondo la vampira si trova a tenere le caviglia mentre Tristano è seduto sul busto dell'uomo.

"Non sei più in pericolo, hai capito?
Siamo qui per aiutarti."

Ma l'uomo non osa ascoltarlo e i suoi occhi rossi indicano che è vicino alla trasformazione.

"Io sono Tristano, un vampiro.
E le infermiere sono degli elfi.
Vedi che non è un posto normale."

Ci riprova, tenendolo fermo mentre un pelo grigio tendente al nero inizia al crescere sul petto.

Tristano decide di giocarsela come può.
Afferrandogli il viso, costringendolo a un contatto visivo.

"Noi siamo il branco degli emarginati.
Ti abbiamo salvato da una carovana di schiavi.
Se avessi la decenza di calmarti, ti spiegherei ogni cosa."

Nessuno nella stanza capisce cosa stia accadendo.
Ma il lupo stranamente si calma, senza mai lasciare gli occhi del vampiro.

Aspira più che può l'aria, riempiendosi i polmoni e la mente.
Sente odore vampiro, elfo, lupo e persino di strega.
Ma non sente altro.

" Io sono Caleb.
Perché non sento le classi sociali?
Sento solo la vostra natura di nascita."

Parla tra i denti, con un espressione confusa che so scontra contro il sorriso del vampiro.
Ma è Vic ha rispondere.

"Perché qui non esistono.
Qui c'è la libertà di essere ciò che si vuole.
Qui non esistono le catene delle etichette."

Tristano sposta subito lo sguardo su di lei, sconvolto dalle parole serie della vampira.
Poiché fino ad ora mai la sentita dire pensiero tanto sincero e amorevole.

Il lamento del lupo richiama lo sguardo dei due.
Facendo capire a Tristano che averlo sullo stomaco non è molto comodo.

"Io mi tolgo ma tu la smetti di terrorizzare le infermiere."

Il lupo sposta lo sguardo sulla porta, dove delle elfe tremano terrorizzate dallo spettacolo che ha messo in scena l'alfa.

"Ok.
Ora sono calmo."

Gli occhi tornano bruni, e il pelo si ritira sotto pelle.
A dimostrare che finalmente l'alfa è  sotto controllo.

"Bene, ora che hai finito di fare la tua sceneggiata me ne torno in camera.
Veditela tu vampiretto."

Victoria se ne lava subito le mani, mostrandosi indifferente e annoiata.
Quando in realtà sa di non essere brava in queste cose.
E che Tristano è più bravo di lei in queste cose.

Così torna in camera di Ester, cosciente del sorriso di compressione del vampiro.

Li sente iniziare a parlare, di che non si chiude la porta della camera di Ester alle spalle.
Facendo un lungo respiro.

Di nuovo sola nel silenzio di una stanza vuota si avvicina alla finestra.
Stringendosi tra le braccia si lascia cullare dal panorama, abbandonando la maschera che ama indossare.

Sa perfettamente che chi la conosciuta la sempre definita una stronza arida.
Perché infondo è ciò che lei vuole mostrare, nascondendo quanto in realtà si senta fragile.

Nei suoi cento anni di vita, non ha mai avuto una identità.
Nata umana, trasformata dal re vampiro in persona in una notte si passione.
Molto prima di capire il proprio orientamento sessuale.

Nonostante la relazione con il re si sia limitata a quella notte, la sua vita è cambiata totalmente.
Non è solo diventata una vampira, ma il sangue del re che scorre nelle sue vene l'hanno resa una specie di nobile.
Ciò ha spinto il re a tenerla vicino a se, come capo delle guardie reali.

Ma anche coprire un tale compito non è stato facile.
Agli occhi di tutti era la bastarda, nobile per sbaglio.

Lo sbaglio del re, dicevano quelli più gentili, mentre i più espliciti l'hanno definita la puttana ladra di nobiltà.

All'inizio queste parole erano spade nel petto di Victoria.
Può ancora ricordare quante notti passate in lacrime, nonostante sia passato un secolo.

Ma sono durate poco quelle prepotenze, perché la vampira ha imparato a essere ciò che è.
Una vampira senza cuore.

La magliore tra le guerriere, la più temuta e pericolosa.
Capace di distruggere un uomo non solo fisicamente ma anche mentalmente.
L'arma perfetta.

Fino a quella notte, fino all'arrivo di Ester nella dimora del re un anno fa circa.

"Non so se benedire quella notte o maledirla."

Sussurra tornando a ricordare.
Ripensando a quella povera ragazza vestita di stracci e lividi.
Immersa nel suo odore di tulipani e paura, un contrasto da irritare qualsiasi olfatto.
Ma non quello di Victoria che ne è rimasto ipnotizzato dal primo respiro.

Ha ringraziato la dea Ares di essere stata assegnata come guardia della ragazza.
Trovando subito un legame come la piccola, un sentimento a doppia lama.

Perché amava passare del tempo con lei nella sua camera, trascorrendolo a parlare o coccolarla.
Come quando le pettinava i lunghi capelli bruni, o le insegnava a leggere a scrivere.

Ma odiava rimanere ferma nel corridoio, mentre il re la possedeva con violenza, sapendo quante lacrime la piccola versava e quante urla tratteneva.

"Ci sono abituata.
È giusto così.
Sono una omega."

Queste sono le uniche parole di Ester quando Victoria tentava di consolarla.
Come se fosse l'Omega a consolare lei.

Un anno di veleno ingoiato, ingerito sentendolo crescere in un pensiero che ormai le rubava il sonno.

Salvarla, portarla via.
E così ha fatto.

Una notte la travestita, la portata via, arrivando persino a superare le mura del castello.
Sorridenti ignare di essere state tradite da un'altra serva sessuale del re.

La fine della storia la si conosce già.
Sono finite in prigione, a dormire in mura separate per un mese.
Un mese senza vedersi ne sentirsi.

Fino a ritrovarsi su quel carro, ma il sorriso di rivederla è diventato un lacrime di dolore.

Qualsiasi cosa avesse subito Ester in quel mese, la vampira non ha mai visto il suo sguardo tanto vuoto e ferito.

Non una parola, non uno sguardo, fino a una settimana fa.

Questo luogo, questo strano branco le ha liberate davvero.
Lo vede negli occhi di Ester che torna più sereno ogni giorno che passa.
Ma c'è ancora qualcosa che la tormenta, qualcosa che stringe anche il cuore di Victoria.

La vampira le è sempre stata vicina come amica, nonostante nascondi sentimenti molti più profondi.
Ma a Vic basta questo, basta starle vicino.
Ma sapere che c'è qualcosa che Ester non le dice, la sta facendo uscire fuori di testa.

"Vic."

Si gira di colpo verso la porta, dove una brunetta sorridente tintenna sui talloni.
Piccola e minuta, ma bellissima.
Soprattutto ora che è così sorridente e serena.

Subito spalanca le braccia, accogliendo la più piccola nel calore del suo affetto.
E va sempre a finire così.

Ore ad aver cattivi pensieri, poi basta averla vicina per non pensare più a nulla.

La stringe forte a se, portando lo sguardo fuori dalla finestra.
E si, questo posto è davvero libertà.
E davvero il posto benedetto dagli dei per ricominciare a vivere.
( ̄ヘ ̄;)( ̄ヘ ̄;)( ̄ヘ ̄;)

Passano ore abbracciate vicino alla finestra.
Victoria si limita al silenzio mentre Ester le racconte del gruppo.
Di quante ragazze come lei ci siano e di come vivere sia davvero possibile.

Mostra ancora un po' di turbamento e paura.
Ma c'è un piccola scintilla di speranza.
Piccola, ma c'è.

Un improvviso movimento in piazza, richiama le due ragazze ad affacciarsi.

"Cosa succede?"

Chiede la più piccola, osservando molti uomini entrare in un grande palazzo.
Simile a una casa branco.

"Stanno cercando un modo per salvare altri prigionieri.
Ma purtroppo non sanno dove colpire."

Le spiega Victoria, rimanendo alle sue spalle.
Ha sentito parlare molto di questa riunione speciale, ma non ha sentito il bisogno di partecipare.

La sua vita di guerriera è finita la notte della loro fuga.

"Avrebbero bisogno di un posto grosso vero?
Una grande asta."

La voce di Ester è appena un sussurro, mentre le mani tremanti su stringono in due pugni.

Victoria la gira verso di se, sprofondando nel blu elettrico dei suoi occhi.

"Sai qualcosa che potrebbe essergli utile?"

Le mani ormai senza controllo, gli occhi che diventano abissi.
Tutti nella piccola grida segreto.

Victoria gli prende il viso tra le mani, accarezzandole gli zigomi con i pollici, raccogliendo una lacrima che piano scivola.

"Lo so che hai paura e no vorrei costringerti a parlare.
Ma c'è la possibilità di salvare molti altri come noi.
Come te."

Ed Ester si morde il labbro, pensando alla vita riservata agli omega.
A quella vita meschina lontana da quella che si vive qui.
A l'egoismo a non voler condividere con altri questa pace.

Al suo segreto.

"Forse so dove andare."

Sussurra appena, pregando la dea che sia la cosa giusta da fare.

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