Hope

Mi sveglia lo squillo del telefono.

Rispondo con voce assonnata mentre cerco le ciabatte in preda all'affanno e, con sorpresa, mi risponde papà.

"Dovrebbe essere già al lavoro" penso facendo luce e rivelando l'intero casino che era la mia stanza. " Papà" dico con un tono che dà perfettamente voce alle mie considerazioni, " Piccola" risponde e sembra che abbia appena smesso di piangere. " Cos'è successo ?" chiedo sedendomi sul letto sfatto, " Stanotte mamma si è sentita male" dice liberando un profondo singhiozzo. Non dico nulla perchè mi sembra troppo folle, ieri stava bene. È sempre stata bene.

E nel giro di una notte tutto è cambiato.

Come se qualcuno avesse deciso di farmi quel dispetto apposta.

Ma era troppo da sopportare, da credere.

" Cosa ... è successo ?" chiedo cercando di trattenere le prime lacrime, " Ha avuto un collasso, la stanno monitorando adesso. Stai tranquilla, andrà tutto bene." risponde con una voce rotta dal dolore. Quel mostro che, cieco e ignobile, abbatte senza avvertire.

E, proprio mentre tutto sembra andare bene, il mondo ti crolla addosso e ti ritrovi al suolo supplicando pietà, salvezza.

Ma di sicuro non starò qui ad aspettare che qualcuno mi ascolti.

In fretta e furia vado in bagno per darmi una ripulita poi mi vesto in fretta e furia. Prima di andare, però, mi soffermo su una foto di me e mamma, ormai dimenticata sul comodino.

Sembra un passato così lontano, così felice, cancellata dal suono di un telefono che rende il presente incerto e il futuro una chimera da rincorrere prima che scappi.

Perciò non aspetto altro tempo, do un veloce sguardo alla stanza poi apro la porta e la richiudo alle mie spalle.

E proprio in quell'istante ho la netta sensazione che non rivedrò più la mia vecchia vita.

Ormai è già un foto ingiallita come quella che portavo con me.

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