Capitolo 8
Clara
"Sono ancora straconvinta che non ci si possa fidare di questa tizia spuntata fuori da chissà dove, ma è l'unica possibilità che ho per poter far ritorno a casa. Dovrò stringere i denti e sperare di non lasciarci le penne nel frattempo!" Rifletté furiosa e impaurita, nell'attesa di ulteriori informazioni riguardo la "missione".
«A cosa dobbiamo quest'improvviso silenzio? Hai finalmente deciso di risparmiare le nostre orecchie dalle tue continue chiacchiere? O forse hai capito di esserti cacciata in un mare di guai e non hai idea di come uscirne.» Ipotizzò Amos, stranamente divertito dalla situazione.
«Non ho cambiato su un bel niente, pennuto. Pensa per te, piuttosto. Da quanto mi è parso di capire, la nostra simpatica "guida" non sembra gradire particolarmente la tua presenza, ma questa è solo la mia modestissima opinione.» Sentenziò orgogliosa la giovane.
"Colpito e affondato. Ora starà zitto per un po'." Pensò lei.
«Diciamo che gli umani e i draghi oscuri non vanno molto d'accordo. Sai com'è? Divergenze d'opinioni, diabolici piani di conquista e distruzione, solite cose.» Spiegò lui con nonchalance.
«Per carità, cara signora, lungi da me metterle fretta, ma vorrei mettermi in cerca di questa "pietra filosofale" il prima possibile, così potrò finalmente alzare i tacchi, quindi vuole essere così gentile da dirci dove e come trovare questa roba?» Domandò Clara alla loro "rapitrice"!
«Quanta fretta mia giovane amica, non gradiresti prima qualcosa da bere dopo tutto questo camminare?»
«Io non sono amica sua e adesso mi dica ciò che deve e facciamola finita.» Rispose Clara.
«Concordo. Ma cosa sarebbe questa "pietra filosofale"? Non l'ho mai sentita nominare.» Intervenne Amos che, nel frattanto si era accomodato sui morbidi cuscini dalle fantasie orientaleggianti sparsi sul pavimento e, come se non bastasse, si stava gustando dei saporiti e succosi chicchi d'uva o qualcosa di simile come nulla fosse!
«Già, suppongo che da queste parti non conosciate la Rowling o guardiate la tv... beh, lasciamo perdere, non mi sembra la cosa più pressante al momento.» Disse la ragazza rassegnata, prendendo posto sui cuscini accanto a lui. Clara sentiva le lacrime pungerle gli occhi, ma non era intenzionata a cedere, non avrebbe dato loro quest'ulteriore soddisfazione.
Amos se ne accorse e si rivolse alla donna.
«Senti, tanto lo so che il vostro obiettivo sono io, riportandomi alla guardia, sarete ricoperti di elogi e onori, la pace sarà ristabilita e bla, bla, ma lei non c'entra niente con i nostri affari né con il nostro mondo, quindi perché non la rimandi semplicemente da dove è venuta, anche perché sarebbe solo un peso da portarmi dietro e, sinceramente, ne faccio volentieri a meno.»
Magari quest'intervento avrebbe anche potuto sortire effetto, ma le parole usate erano state un pugno nello stomaco per Clara. In fondo, seppur involontariamente, era grazie a lei se adesso era finalmente libero dopo così tanto tempo e questo era il ringraziamento?!
"Ora mi sente. Nessuno può definirmi un peso."
«Ehi tu, ma come diavolo ti permetti? Ti ricordo che è grazie alla sottoscritta se non sei più legato come un salame in un'umida e maleodorante cella, quindi modera i termini, ciccio.» Concluse lei, puntandogli un dito contro.
"Accidenti a me, ma quand'è che imparerò a mordermi la lingua, magari se mi fossi risparmiata questo simpatico siparietto, la tipa mi avrebbe rispedita a casa in un bel pacco con su scritto "non restituire al mittente"!" Meditò lei, cercando di non fissare Amos che intanto si era rimesso seduto e imperava dinanzi a lei col suo fisico scultoreo.
"Però non vale, eh! C'è un massimo a quello che una donna possa sopportare e questo lo supera abbondantemente."
«Guarda che io stavo solo cercando il modo più semplice per aiutarti, ma evidentemente è troppo da concepire per una persona "semplice" come te.» Ribatté Amos, sostenendo lo sguardo della compagna di "disavventure".
Clara stava per ribattere, ma venne prontamente interrotta da lui, il quale non aveva evidentemente ancora finito la sua filippica!
«Da quando ti conosco mi hai portato nient'altro che guai e adesso mi ritrovo a dover badare a un'umana incapace come te e a dover sottostare agli ordini di quella vecchia megera che si crede chissà chi. Perciò, mia cara, quella che dovrebbe ringraziare sei tu, non certo io!» Tuonò Amos.
«Brutto cafone irriconoscente che non sei altro. Spero proprio che ti risbattano da dove ti ho tirato fuori e non ti facciano più vedere la luce del giorno.» Continuava imperterrita Clara, fin quando non venne interrotta dall'intervento della donna e di altre persone.
«Ma insomma, volete essere così cortese da lasciarci scannare in pace? Non vi hanno insegnato che intromettersi nelle conversazioni altrui è maleducazione?» Esordì Clara, dinanzi a un rassegnato Amos.
«Ci dispiace molto, non volevamo interrompervi, ma ho pensato che ciò che volessi sapere fosse più importante, ma forse sbaglio, magari preferisci continuare la tua interessante conversazione col nostro amico.» Disse Lillybet, continuando ad assistere alla scena divertita.
«Per vostra conoscenza, noi non gradiamo spettatori, perciò di' ciò che devi e in fretta, perché la mia pazienza si sta decisamente esaurendo e non sono conosciuto per essa.» Proferì il drago, stringendo i pugni con ferocia. I suoi occhi erano come infuocati e Clara, in quell'esatto momento, era sicura di non aver mai visto creatura più bella.
«Puoi calmare i tuoi bollenti spiriti, drago, perché ho deciso di rimandare indietro la ragazza, tanto sapremo sempre dove andarla a cercare e al momento giusto, lei ci verrà in aiuto. Allora Clara, abbiamo un patto?» Domandò questa volta un signore canuto dalla lunga barba bianca, con indosso una finemente decorata tonaca bianca, che lo faceva apparire un saggio della cultura greca.
«Come faccio a sapere che non mi spedirete chissà dove?»
«Perché abbiamo bisogno di te e di... lui, siete indispensabili per la salvezza di questo mondo. Tu sei stata prescelta, le scritture parlavano del tuo arrivo già da secoli.»
«Vi state sbagliando, io sono solo una normale studentessa di lettere con un altrettanto normale vita, perlomeno, fino a poco tempo fa.»
«A tempo debito, capirai e adesso goditi il rientro a casa, per il resto ci sarà tempo. Dopotutto, ci servi in forze.» E detto ciò, Lillybet lanciò una piccola biglia sul pavimento che creò un passaggio simile a quello che l'aveva trascinata là.
"Perlomeno, potrò tornare e spiegare, poi, il resto si vedrà." Pensò Clara, lanciando un'ultima occhiata ad Amos, appoggiato a una colonna del tempio.
«So che non riesci a togliermi gli occhi di dosso, ma non temere, visto che, a quanto pare, avremo occasione di rivederci, addirittura prima di quanto immagini.» La "rassicurò" lui.
«Spero il più tardi possibile. Casa, aspettami, sto arrivando.» E dopo di ciò, armandosi di coraggio, saltò nel portale sotto lo sguardo di Amos.
Clara, in cuor suo, sapeva che sarebbe stata fortunata di passare questa notte nel suo letto, prima che questa nuova avventura venisse a bussare alla sua porta e anche se non lo ammetterebbe mai, a una infinitesimale parte di sé l'idea piaceva eccome!
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