Capitolo 47

Clara

La ragazza non ebbe il coraggio di aprire gli occhi per un po' anche dopo l'apparente fermata di razzo interamente bio ed eco - friendly improvvisato. Temeva che una volta aperti avrebbe realizzato di essere finita al Creatore. Tuttavia, sembrava non essere ancora giunto il momento. Ancora abbarbicata a quella specie di sedile, venne scossa dalla mano di qualcuno. Sfortunatamente riconobbe all'istante il tocco di quell'odiosa e seducente donna albero!

«Ehi, guarda che siamo arrivati, perciò puoi anche mollare la presa. So che apprezzi l'incredibile opera del mio genio dato che tu non potresti mai arrivare a tanto, ma non temere non sono cose alla portata di tutti.» La provocò lei, con successo!

«Ma sentitela, per una volta che metti in moto quelle tre rotelle che ti ritrovi nel cervello. Ormai il criceto sulla rotella sarà già bello che morto da un pezzo. E poi, è forse un caso che il mio lato di questa schifezza di razzo biologico fosse il più sgangherato, mentre la vostra parte era morbida e confortevole con tanto di peonie decorative?!» Ribatté la ragazza, imbestialita per il trattamento che aveva dovuto subire.

«Oh per tutti i draghi, non conosco nessuno egocentrico come te. Ti pare che una donna della mia classe si abbasserebbe a usare simili mezzucci. Ho fatto in modo di farti viaggiare altrettanto comodamente, ma purtroppo ho a che fare con una ragazzina ingrata che non conosce il significato della parola "educazione". Che tristezza.» Continuò l'altra con questo divertente siparietto, per il quale Clara stava già preparando la prossima battuta, salvo venire interrotti da Amos. Forse, le due donne obliavano il fatto che un intero esercito di draghi alati, armati e battaglieri erano sulle loro tracce. Ebbene sì, nonostante non avessero fatto nulla di male, i quattro eroi erano ufficialmente diventati ricercati e sarebbe stato meglio togliere le tende il prima possibile se non volevano tornare a tenere compagnia topacci vari e ragni disgustosi.

«Tutto questo è colpa di quel maledetto bastardo, ah, ma deve solo pregare che non mi capiti tra le mani, perché, nel qual caso, sarei ben lieto di restituirgli la freccia con tanto di interessi.» Inveì Amos.

Del resto, come non capirlo, a causa di quel miserabile si era dovuto fare un secolo di carcere. Nessuno di loro poteva davvero affermare di comprendere il suo stato d'animo, però, potevano comunque sostenerlo e combattere questa guerra al suo fianco. Quel tipo meritava proprio una punizione esemplare.

Purtroppo però, prima di lui c'era ancora una lunga lista di problemi a cui trovare una soluzione. La lista era piuttosto fitta: Bisognava evitare che il capo degli Oscuri iniziasse una guerra col solo fine di distruggere tutto, per rifondare un unico regno fondato sul terrore, sottomettendo tutti i popoli alla sua volontà; Trovare il modo di tirare fuori da ovunque fossero imprigionati i genitori dei due draghi; Tornare a parlare con Lillybeth per capire come regolarsi con il primo punto e magari anche col secondo. Quella donna sembra saperne molto di tutto, vai a sapere che magari non conosca il modo per farli uscire da lì. Doveva per forza trattarsi di una specie di breccia dimensionale in cui il tempo non scorreva. Magari questo poteva essere utile per rintracciarli, cioè, perlomeno lo sperava. Sulla Terra, per quanto ne sappia, la gente non viene imprigionata in spazi dimensionali per più o meno cento anni! Nel caso, potevano provare a rivolgersi anche ai saggi del tempio, infondo, ci sarà un motivo se li chiamano così!

Nel mentre il cervello della ragazza continuava ad essere una fucina di possibili piani per risolvere la marea di casini in cui erano invischiati, il bel moro la tirò giù con sé con la grazia di un ippopotamo.

"Ci fosse mai una volta che fosse un minimo più delicato con me." Pensò un po' stizzita, anche se ciò non gli impediva di godere della vicinanza di lui e del fatto che quell'altra barbie biologica stesse morendo di gelosia. Forse questo motivo era da primo posto!

Infatti, per godersi a pieno la scena si voltò verso la direzione dell'avversaria, ma con suo immenso stupore si rese conto che non sembrava troppo scontenta della vicinanza del bel biondo dall'armatura scintillante! Non era sicura che Elijah apprezzasse altrettanto, ma era curiosa di scoprirlo. Forse però, se ne sarebbe dovuta occupare in separata sede.

«Ehi, ma si può sapere perché ci avete buttate nell'erba manco fossimo sacchi di patate. Non fraintendermi, con lei fate bene a farlo, ma io gradirei un minimo di galanteria in più, razza di animale.» Replicò la ragazza, tentando di non mangiare i fili d'erba nel mezzo del discorso.

"L'animale più sexy che avesse mai visto ma pur sempre un animale!" Meditò lei, in attesa di ricevere una risposta alla sua legittima domanda.

«Per avere il piacere della tua vicinanza e per sentire i tuoi adorabili rimproveri.» Le rispose lui con un'espressione così pacata che Clara pensò essere vera. Beh, sbagliava.

«Ti vorrei ricordare che siamo braccati a vista e stanno già iniziando a sorvolare la zona. Dobbiamo andare via di qui il prima possibile. Pensi di poter aprire un portale?» Domandò lui, guardandola dritta negli occhi. Ogni volta che la guardava in quel modo Clara temeva di sciogliersi come un gelato sotto il cocente Sole d'agosto.

«C-Cer-Certamente, ma non hai detto tu che possono percepire quando vengono aperti portali vicino al confine? Non corriamo il rischio di venire scoperti e bloccati?»

«È esattamente ciò che ho detto, ma dobbiamo tentare o questa volta non basterà un volo da una finestra o una pianta rampicante. Sei la nostra speranza.» Confessò lui.

A quanto pare, non vi era altra soluzione e c'era solo una persona da cui poter andare.

«Va bene, facciamolo. Aprirò il portale e lo richiuderò il più velocemente possibile, perciò tenetevi pronti.» E senza tergiversare oltre, lo aprì e nel giro di pochi istanti si ritrovarono tutti al tempio di Lillybeth, anche se mai si sarebbero aspettati di trovarsi dinanzi una scena del genere.

Le persone nel tempio versavano in condizioni critiche. Il pavimento era coperto di graffi e sangue. L'acqua alle pareti scorreva in maniera irregolare e tutto il resto era stato pesantemente danneggiato. Clara corse subito vicino al corpo di Lillybeth, seguita da Amos, mentre gli altri due si occuparono degli altri presenti. Erano tutti feriti, però stavano iniziando a riacquistare i sensi, al contrario dell'anziana sacerdotessa. I quattro erano preda della confusione, non capendo cosa fosse accaduto.

Fortunatamente, Elon, uno dei sacerdoti, nonché compagno della donna, con le poche forze rimaste chiarì loro le idee. A quanto pare, qualcuno era entrato nel tempio assumendo le sembianze di Clara, così da non destare sospetti. Lillybeth l'aveva accolta come suo solito e l'aveva portata nella sala dov'erano custoditi gli oggetti magici che avevano recuperato durante i loro viaggi. Ebbene, lì il mostro mostrò il suo vero volto, spogliandosi delle vestigia di Clara e attaccando la sacerdotessa. Al sentire il combattimento in atto, i presenti intervennero prontamente, ma pur evitando il peggio e riuscendo a ferirlo a loro volta, costringendolo alla fuga, molti erano rimasti gravemente feriti.

Dai racconti di Elon, quest'essere sembrò essere proprio il capo degli Oscuri. Aveva deciso di compiere la prima mossa.

«Come possiamo aiutarla? Sta perdendo troppo sangue. C'è un medico qui? Ovviamente, anche tutti voi avete bisogno di cure.» Domandò la ragazza, continuando a fare pressione sulla ferita della donna e cercando di usare i suoi poteri curativi per cercare di guadagnare tempo, ma la situazione era davvero critica.

«Sì, c'è un curatore, si occuperà lui di noi, ma ti prego, porta lei in un posto sicuro.» Disse l'uomo con uno sguardo pieno d'amore verso la compagna di una vita.

A quanto pare quel maledetto infame era a conoscenza di molte più cose di quante credessero, tra cui i loro aspetti, ma se ne sarebbero dovuti occupare poi. Ora, la priorità era Lillybeth.

«Nonostante i nostri sforzi, è riuscito a impossessarsi degli oggetti da voi recuperati.» Confessò lui, contrito dalla rabbia e dalla frustrazione.

«Non tutti a quanto sembra.» Questa volta fu Amos ad intervenire, notando la testa della statuetta sporgere dalla veste della sacerdotessa.

«Questa vecchia volpe è troppo in gamba per non avere un asso nella manica.» Disse Amos sarcastico. Cercava di allentare la tensione a modo suo.

«Non tema, non permetteremo che succeda niente a sua moglie. So già dove portarla. Siete sicuri che voi sarete al sicuro?» L'uomo asserì.

«Amos, per favore, sollevala delicatamente.» Lui fece quanto richiesto.

«Ma si può sapere che diavolo hai in mente?» Domandò Eliza, esprimendo a parole il dubbio di tutti i presenti.

«Per una volta, fidatevi e basta.» Una volta detto ciò, aprì il portale. I quattro scelsero di fidarsi della giovane senza indugio e, così, lo attraversarono.



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