Capitolo 46

Amos

Stufo di tergiversare, il bello e tenebroso decise che fosse giunta l'ora di fare un po' di casino e con un solidale e rapido scambio di sguardi, concepibili probabilmente solo dalla popolazione maschile di qualsiasi mondo, si due diressero imbufaliti come rinoceronti verso la spessa porta di ciliegio, ovviamente abbattendola!

I due, ancora con la ragazza nel sacco come nulla fosse, forse erano convinti di compiere un'impresa eroica, si insomma, il salvataggio di una fanciulla indifesa quando mai non lo è?! Sfortunatamente per i rispettivi ego, il piano non andò in porto dato che una volta disarcionato il pesante portone videro che non c'era più nessuno a cui dare una lezione di "bon ton", visto che Eliza aveva già pensato a tutto a quanto pareva!

<<Ma guarda, allora siete vivi. Ho pensato di metterli a nanna per un po' nel mentre attendevo il vostro arrivo, così per passare il tempo. Devo però tristemente constatare che l'esercito qua presente si sia davvero rammollito. Una volta era più divertente.>> Disse compiaciuta lei, aggiustandosi la folta chioma fluente, manco fossero nel bel mezzo di set fotografico!

Se si fossero trovati in un cartone animato, probabilmente la loro mandibola sarebbe rovinosamente caduta a terra per lo sgomento.

In tutto ciò, Amos, come probabilmente il resto della cricca, si era completamente dimenticato di quella ragazza che faceva letteralmente i salti di gioia di giacere rinchiusa di un grezzo sacco!

<<Per tutti Cieli, ho capito, ti metto giù. Comunque sappi che non sei per niente collaborativa, dunque la prossima volta nel sacco mi ci metto io, mentre tu mi porterai in spalla.>>

Una volta fuori, piena di fili di paglia tra i capelli, Clara lo fulminò col solo sguardo, pur volendo in realtà strozzarlo!

<<Bravo, proprio una bella battuta, adesso possiamo tutti andare incontro alla morte molto più serenamente! E tu, da quel vedo mi sembri piuttosto in forma, perciò se non vogliamo lasciarci le penne (il commento non era diretto ai due armadi pennuti, però, pensandoci in un secondo momento le venne da ridere).>>

<<Ma sentitela, allora dimmi, chi ti avrebbe eletta capo banda? Perché, tra i presenti, cara la mia piccola peonia appassita, mi sembri la meno adatta, considerando che non sei neppure di questo mondo.>> Osò ribattere la donna, dopo tutta l'opera di convincimento da lei portata avanti per evitare di abbandonarla al suo destino. L'opinione di Clara su di lei non accennava a migliorare, non solo per la questione aperta di Amos, ma anche proprio per una questione di antipatia a pelle e la cosa era reciproca, tutti in quella stanza ne erano pienamente consapevoli. Amos, usando le parole di Clara, ammise che il rapporto con Eliza è come quello con i parenti antipatici ma che, alla fine, in un modo o in un altro, ti ritrovi sempre alle feste di famiglia e nelle occasioni importanti. Almeno, queste erano le conclusioni tratte dal povero drago, alle volte confuso e preso alla sprovvista dalle improvvise dichiarazioni della giovane!

In ogni caso, i due draghi compresero che non era né il luogo né il momento adatto per i battibecchi tra le due, avrebbero tranquillamente potuto continuare a farlo una volta al sicuro. E un incentivo avrebbe potuto essere l'incedere di passi sempre più numerosi diretti nella loro direzione. Ormai era questione di pochi minuti e neppure loro, specie con Amos in quelle condizioni, sarebbero stati capaci di fronteggiare un'intera schiera celeste!

<<Bene, presumo che potremmo temporaneamente lasciare da parte le nostre divergenze e concentrarci sul tenerci strette le nostre vite.>> Proferì Clara, trovandosi finalmente d'accordo su qualcosa con la sua avversaria.

<<Sì, ritengo si possa fare. Allora miei prodi e valorosi guerrieri che proponete per levarci d'impiccio da questa scomoda situazione.>>

<<Non credo che Amos sia certamente in condizioni di volare con quella ferita e io non riesco a portare via tutti in volo. Purtroppo questa barriera annulla la mia capacità di trasformazione, altrimenti vi avrei caricati tutti in spalla e avrei spiegato le ali verso la libertà.>> Concluse Elijah con una certa licenza poetica, prendendosi un cazzotto ben piazzato dall'amorevole fratello.

<<Razza di idiota, ti sembra forse questo il momento giusto per le tue sdolcinate elucubrazioni poetiche. Dovresti portare sempre con te una lira, così l'atmosfera sarebbe perfetta.>>

Nel mentre i battibecchi continuavano senza giungere ad una soluzione, l'orologio non rallentava certo la sua corsa e i numerosi passi si facevano sempre più forti e più vicini! L'ombra della morte stava già affilando gli artigli, ma loro non si sarebbero certo arresi tanto facilmente, o perlomeno, l'intenzione era questa.

Difatti, è proprio quando tutto sembra perduto che ti si accende la lampadina "salvavita", così ribattezzata da Amos, dopo averne sentito parlare da lei un numero inqualificabile di volte!

Ricapitolando, Amos era fuori dai giochi, ormai era fin troppo provato e necessitava al più presto di riposo se non voleva correre il rischio di collassare e di farsi portare in spalla da Clara come da lui pattuito, anche se era leggermente dubbioso sulla fattibilità della cosa. Elijah non poteva trasformarsi in drago per via del blocco della barriera, Clara non poteva utilizzare la pietra per teletrasportare tutti il più possibile lontano da quella copia di Alcatraz. Però, c'era ancora un membro che avrebbe forse potuto risolvere la situazione!

<<Eliza, abbatti subito quel muro con la potenza dei tuoi rampicanti e portaci via da qui con ancora tutti gli arti. Sei la nostra speranza, contiamo tutti su di te.>>

Per questa volta Clara si risparmiò dallo sperare che i suoi poteri non funzionassero, facendole fare una figura da cioccolataia, perché erano in gioco le loro vite. Dunque, decise di "incitarla" anche lei.

<<Per una volta tanto che puoi renderti utile, vedi di farlo, dato che non ho la minima voglia di morire perché tu non vuoi rovinarti la messa in piega.>> Un incitamento un po' bizzarro, ma senz'altro di grande effetto.

Attingendo a tutte le sue energie residue e alla sua concentrazione, la donna avvolse tutti e quattro nei suoi rampicanti, per evitare che volassero via durante il tragitto e, come se avesse acceso una specie di razzo, i quattro riuscirono a scampare alla morte a super velocità su una sorta di montagne russe super soniche di piante! Ed ora via, pronti alla prossima avventura, il nemico era ancora in agguato pronto all'attacco e loro avrebbero dovuto trovare il modo di batterlo sul tempo!


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