Capitolo 39
Clara
Nel mentre ognuno era alle prese con le proprie imprese da affrontare, anche Clara si ritrovò ad essere separata dal resto dei compagni.
Una volta risvegliatasi, la giovane donna, guardandosi attorno, si accorse di essere distesa nel bel mezzo di ciò che pareva essere un vero e proprio campo di battaglia! Colpi infuocati, di spada, di lancia o di luce piovevano dal cielo con una potenza irrefrenabile.
Attorno a sé, poteva scorgere corpi dilaniati, il cui sangue bagnava la terra su cui stava avendo luogo lo scontro. Era una scena atroce, la peggiore a cui avesse mai assistito, difatti non sapeva neppure lei come fosse possibile che non avesse ancora perso i sensi. Del resto, in un contesto del genere, è decisamente raccomandabile che non ceda alla tentazione, altrimenti potrebbe raggiungere il mucchio di cadaveri sempre più numeroso!
Pensando che rimanere nel mezzo del campo a fare da tiro a segno in attesa di qualcuno che decidesse di farci un gustoso spiedino non fosse il massimo, la ragazza decise che sarebbe stato meglio trovare rifugio dietro una qualsiasi superficie disponibile, fosse anche un iceberg o una pianta carnivora gigante, tanto in questo mondo, la fisica e le regole comuni sono belle che andate già da un bel po', da quanto aveva avuto modo di sperimentare.
A quanto pare, anche altri "cuor di leone" che pensavano che di pelle ce ne sia solo una e che sia bene perciò tenersela ben stretta, si fecero scudo dietro una specie di piccola muraglia di roccia. Considerando quanto parevano terrorizzati, Clara credette di non doversi preoccupare più di quanto già non fosse, comunque, era sicuramente meglio non abbassare la guardia.
Nonostante avesse fatto un casino pari solo a quello che avrebbe potuto fare una mandria inferocita di bufali, i due individui parvero non essersi minimamente accorti della sua presenza. Dunque, le ipotesi erano due: o erano troppo impauriti e per paura di rimetterci le penne non staccavano gli occhi dallo scontro che stava avendo luogo in cielo, oppure non la vedevano proprio.
In un attimo di momentanea follia, la giovane decise di dover capire se la stessero deliberatamente ignorando o se, effettivamente, non la vedessero; perché, nel secondo caso, la situazione si sarebbe ulteriormente complicata! Avvicinandosi ulteriormente ai due esseri - due tizi con ali nere piuttosto spennacchiate, dei nasi su cui potercisi sedere, degli occhi non molto attraenti e un'altezza decisamente non imponente – Clara toccò la spalla a quello più vicino a lei, il tutto con il cuore sul punto di scoppiarle.
Confermando i suoi sospetti, la sua mossa non sortì il minimo effetto e la cosa la terrorizzò non poco. Era stata trasportata nuovamente chissà dove, era sola e non aveva la più pallida idea di come uscire da quella battaglia infernale senza rimetterci qualche arto o la vita stessa. Almeno, la prima volta che le era capitata una cosa del genere, aveva incontrato Amos, certo, dopo è stato tutto un enorme susseguirsi di "turbolenze", ma almeno non era completamente sola!
Constatata la situazione attuale, fece l'unica cosa che le venne in mente in quell'istante, urlare come mai prima d'ora, a squarciagola, nella vana speranza che qualcuno riuscisse a sentirla, ma, soprattutto, per scaricare un po' di tensione accumulata!
«Bene, adesso va decisamente meglio!» Esordì lei, evitando, per un pelo, di diventare una costina di maiale alla griglia!
"Anzitutto devo capire come svignarmela e ritrovare gli altri. Amos, Elijah, persino quell'idiota della donna pianta, dove diavolo sono finiti tutti?" Pensava, correndo con tutto il fiato di cui disponeva, ma per quanto poteva mai andare avanti?!
Trovata un'altra specie di riparo arrangiato, la ragazza vi si nascose, ma proprio da lì osservò una scena a cui non poté credere. Poco più avanti, due guerrieri stavano lottando strenuamente, ma nessuno dei due pareva intenzionato a cedere finché l'avversario non avesse esalato l'ultimo respiro. Ebbene, i due protagonisti dello scontro erano proprio Amos ed Elijah. Era addirittura diverso dalla prima volta in cui li aveva visti battersi, lì la ferocia non era tale e, all'epoca, Clara credeva che non fosse possibile essere più furiosi di quanto Elijah già non fosse.
I due avevano le ali completamente spiegate, gli occhi accecati dalla furia e le rispettive spade sguainate, pronte a fendere e a farsi vicendevolmente a brandelli. Era abbastanza vicina per guardare spaventata e impotente, ma troppo lontana per sentire cose si stessero dicendo. Erano entrambi stanchi e feriti, ma nessuno era intenzionato a cedere.
Visto e considerato il posto in cui si trovavano e rifacendosi ai racconti della furba sacerdotessa, Clara capì di essere stata teletrasportata all'epoca della Grande Guerra, vale a dire, circa un secolo prima degli eventi attuali.
Nel mentre lei realizzava tutto ciò, Elijah, utilizzando le ultime energie residue, accompagnato da altri guerrieri dorati, si fiondò su Amos, colpendolo insieme a loro, non dandogli scampo, considerato il pessimo stato in cui versava.
Questa visione divenne troppo da sopportare per la ragazza, non poteva rimanere una spettatrice impassibile di uno spettacolo talmente atroce e, a sprezzo del pericolo e dello stesso buon senso, uscì dal rifugio e, concentrando tutte le sue energie sulla scena dinanzi a sé, un arco, con tanto di frecce e faretra, prese forma tra le sue mani.
Considerato tutto ciò che era avvenuto sino a quel momento e quanto fosse concentrata a voler salvare Amos e a fermare Elijah, non si pose alcuna domanda e, senza aver mai scagliato una freccia in vita sua, ne scagliò una con tutta la sua forza e la sua speranza, implorando la misericordia divina di aiutare la sua mira. Fortunatamente, le sue preghiere furono ascoltate; difatti, una calda luce blu si diffuse sul luogo dello scontro, ma proprio quando pensava di essere riuscita nell'impresa, l'ambiente intorno a sé si dissolse improvvisamente, venendo prontamente sostituito da quello che sembrava essere un enorme tempio!
«Non è possibile, che diavolo è successo ora?!» Commentò al limite tra il pianto e il terrore. Sembrava di trovarsi in una specie di tempio greco, solo che questo aveva il tetto più alto che avesse mai visto. Era maestoso, imponente, davvero mozzafiato. Al di là di esso, sembrava di essere nello spazio, circondata solo da silenzio e costellazioni. L'interno era elegantemente decorato con una scia di candele che conducevano a quella che sembrava essere la sala del trono.
Quando fece per avvicinarsi, tre voci dietro di lei si manifestarono, dicendo: «Benvenuta cara. Complimenti, sei degna di accedere a questo sacro spazio. Lascia che ti spieghiamo meglio.»
Evidentemente troppo scioccata per tutto ciò che era avvenuto, la ragazza non resse più la pressione e cadde a terra priva di sensi, sperando che le tre figure dietro di sé non fossero dalla parte dei malvagi!
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