Capitolo 30

Amos

Non sapeva né dove fosse né il tempo trascorso dalla luce folgorante del lampo che li aveva scaraventati chissà dove. Si sentiva letteralmente a pezzi e non riusciva ancora a mettere a fuoco ciò che aveva attorno. La cosa che riuscì, però, a vedere bene fu il volto preoccupato di Elijah sopra di sé, il quale lo fece alzare di botto, sbattendo contro la fronte del compagno!

«Ehi, per tutte le schiere celesti, si può sapere perché non avverti, prima d'alzarti tanto violentemente?!» Inveì il povero Elijah, "vittima" dell'impetuosità dell'amico.

«Razza di idiota, ti sembra forse normale stare appollaiati sopra qualcuno, incosciente?! Inoltre, da quand'è che dimostri tutte queste premure nei miei confronti? Qualche secolo fa non sembravi avere tanto a cuore le mie sorti, o sbaglio?!» Proferì Amos, tentando di mettersi in piedi, sentendo un dolore lancinante all'addome.

«Sembra mi sia passata addosso una mandria di belve inferocite. Ora che ci penso, da quant'è che sei sveglio?» Indagò lui, dopo un improvviso lampo di genio!

«Da poco prima di te. Dopo essermi assicurato che fossi ancora in questo mondo, sono andato a perlustrare la zona e indovina un po'?»

Data l'espressione in cagnesco dell'altro, optò per fornirgli subito la risposta!

«Qui non si può volare. Ho provato più volte.»

Come un fulmine a ciel sereno, Amos si accorse che Clara non era là con loro.

«Lascia stare, a questo penseremo più tardi. Quello che voglio sapere ora è se Clara stia bene e dove si trovi.» Affermò agitato, spingendo il biondo contro una parete rocciosa di quella landa desolata.

«Ehi, guarda che non ho pensato ad altro da quando ho aperto gli occhi e l'ho cercata ovunque nel raggio d'azione di questa zona, purtroppo, non è qui con noi. L'onda d'urto deve averla mandata più in là.» Ribatté Elijah, anch'egli preoccupato per le sorti della giovane.

«E che diavolo facciamo ancora qui, immobili come due imbecilli? Presto, andiamo a cercarla; non potrà essere troppo distante da qua.» Tuonò Amos, rilasciando il biondo e spiegando le ali.

«Ti ho appena detto che qua non possiamo volare. Dovremo farcela a piedi.» Ribadì Elijah, incamminandosi lungo la secca e rocciosa via, disseminata solo di rovi distorti e pietre taglienti e acuminate. Questo stesso paesaggio continuava così per tutto il loro raggio visivo.

«Allora, andremo a corsa, non c'è tempo per la tua lentezza.» Dichiarò l'Oscuro, iniziando a correre come Speedy Gonzalez!

Il Dorato non poté far altro che seguirlo a ruota.

«Ma almeno, sai da che parte stiamo andando? Lei potrebbe essere in un'altra zona.» Provò a suggerire lui, salvo venire prontamente fulminato dallo sguardo di Amos.

«Io sono certo sia di qua, perciò piantala di lamentarti come una donnicciola capricciosa e aumenta il passo. Mi sembra che la nebbia si stia facendo ancora più fitta e, se continua così, non riusciremo più a vedere a un palmo dal naso.» Seppur ancora dubbioso sul piano del moro, l'altro lo seguì. Era passata già quasi un'ora, ma della ragazza non v'era ancora traccia, pareva scomparsa nel nulla!

Se Elijah cercava di contenere la sua preoccupazione, l'altro non si preoccupò di far altrettanto, inveendo al cielo e liberando tutta la sua furia. Erano disperati e nonostante gli eoni di vita, non sapevano davvero come fare per aiutare Clara.

Ma proprio quando si erano accasciati sul duro terreno per recuperare le energie, dinanzi a loro, videro stagliarsi una strana nuvoletta colorata mutaforme sul quell'infinito e cupo grigiore.

I due si alzarono in piedi, pronti allo scontro con qualsiasi cosa ne fosse uscita. Quando questi si palesò, Elijah e Amos stentarono a credere ai loro stessi occhi!

Si trattava di un riccio, con grandi occhioni, un piccolo paio di ali, circondato da un alone dorato!

Amos stava già per ridurlo a un cumulo di cenere, salvo essere prontamente interrotto dal biondo.

«Si può sapere per quale diavolo di motivo mi hai fermato? Non importa quanto possano ingannare le sue fattezze, potrebbe essere il nemico stesso sotto mentite spoglie, non ci avevi pensato?!» Gli inveì contro il moro.

«Guardalo attentamente, ti sembra davvero possibile?!» Contestò l'amico, osservando la reazione del piccoletto di fronte a loro! Sembrava gli stesse per venire un infarto da un momento all'altro e le spine gli si erano rizzate talmente tanto che, piuttosto di un riccio, pareva un pesce palla!

All'osservare una tale scena, persino Amos e le sue bellicose intenzioni furono costretti ad alzare bandiera bianca!

Momentaneamente sotterrata l'ascia di guerra, l'Oscuro si avventò sul piccolo riccetto, strizzandolo come un cornetto ripieno, con terrore di quest'ultimo!

«Allora, piccolo miserabile, ti conviene dirmi chi sei, da dove vieni, come uscire da qui e come trovare la nostra compagna, poi, forse, se sarò particolarmente misericordioso, eviterò di affilare i miei artigli su di te. Dimmi, dunque, qualche aspetto non ti è chiaro?» Domandò tanto cordialmente Mr Sexy Occhi Viola!

A quanto pare, Amos non aveva tutti i torti a sospettare dell'innocuo aspetto della loro nuova conoscenza, visto che, con una scossa che attraversò il braccio del suo avversario, il riccio riuscì facilmente a liberarsi, emanando nuovamente una fortissima luce, forse ancora di più della precedente. Non era, però, animato da cattive intenzioni, anzi tutt'altro, essendo, invece, accorso in loro aiuto!

«Fermatevi, per carità. Io sono giunto qui per aiutarvi a ritrovare la fanciulla che era insieme a voi. Se lo faccio, però, chiedo a voi di fare lo stesso con me.» Proferì l'essere, per il momento, ancora senza nome.

Il braccio di Amos era ancora dolente e, in più, non sembrava affatto intenzionato ad accettare l'aiuto di un insulso animaletto, che aveva addirittura osato rivoltarglisi contro!

Elijah, invece, era come sempre, di tutt'altro parere, chiedendogli cosa volesse da loro in cambio.

«Vorrei che mi aiutaste a scacciare il demone che ha preso possesso di questa zona. Vedete, voi siete finiti nell'anticamera del "Labirinto della Memoria" e senza una guida, è impossibile che riusciate a raggiungere l'entrata e tornare indietro... vivi.» Spiegò il riccio.

I due continuarono a tacere in attesa di altre delucidazioni.

«La giovane dai capelli rossi che era con voi, invece, è finita ai margini del Labirinto e, senza aiuto, dubito che riuscirà mai a uscirne. È un luogo davvero pericoloso e impervio, di certo, non adatto a qualcuno alle prime armi.»

«E tu come fai a sapere tutte queste cose?» Chiesero i due.

«Perché io e il mio popolo abitiamo il territorio situato sopra questa coltre nube. Il punto è che essa non avrebbe motivo di esistere se non fosse stato per l'arrivo di questo mostro che assalta i nostri villaggi e rende invivibili sempre più zone. Se non lo fermiamo, arriverà sino al Tempio della Statua di Ava, uno degli oggetti sacri. Se finisse nelle mani di una creatura del genere, il mondo intero sarebbe vittima della furia di sempre più demoni!» Disse concitatamente lui, svolazzando attorno ai due.

«Bene, è il tuo giorno fortunato, perché noi ci siamo spinti fino ai confini di questo maledetto posto per recuperare questa statuetta e non ce ne andremo senza quella e... Clara. Perciò, piccolo essere insignificante, aiuteremo te e la tua gente, ma prima portaci da lei, o ti assicuro che metterò in pratica la minaccia di prima, intesi?» Intervenne Amos, seguito tuoni e fulmini!

«D'accordo, abbiamo un patto. Seguitemi, vi condurrò fin dove potrò, ma, al resto, dovrete pensarci voi. Io, comunque, mi chiamo Twinky e gradirei essere chiamato col mio nome.»

«Preoccupati di portarci dove ti è dato e io mi premunirò di non mandarti al Creatore prima del tempo.» Ribatté Amos, dandogli un'altra strizzata, neanche fosse una pallina anti-stress.

Dopo ciò, i tre si avviarono al salvataggio della giovane!



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