Capitolo 28

Amos


E dopo l'infinita trafila di saluti ed aneddoti imbarazzanti, i tre eroi erano finalmente pronti a rimettersi in marcia alla ricerca dei restanti oggetti sacri.

Amos, nonostante non l'avrebbe mai rivelato, neppure se sottoposto alle peggiori torture, perlomeno a sé stesso doveva ammettere di aver riso come mai nella sua lunga vita! Del resto, non è che abbia mai avuto grandi occasioni per farlo nel corso dei millenni, in parte dovuto al fatto di essere cresciuto in un luogo quasi privo di gioia, eccezion fatta per rarissimi momenti, e poi, in guerra non c'è tempo da perdere in certe "baggianate" come risa, amicizia o felicità. C'è spazio solo per il sangue, l'odio e la tristezza. Questo almeno era stato uno dei pilastri della sua esistenza, fino a quando quel tornado dai capelli rossi non aveva fatto irruzione nella sua vita, trascinandolo con sé in folli avventure e viaggi inter dimensionali, parenti e amici alquanto eccentrici annessi!

C'erano ancora una marea di cose che non le aveva ancora svelato e, onestamente, non era sicuro che avrebbe mai avuto il coraggio per farlo, temendo che questo possa allontanarlo da lui definitivamente.

Prima di conoscerla, non aveva mai provato fino infondo cosa fosse la gioia di vivere, il che è paradossale, avendo vissuto per millenni. Non gli importava poi chissà quanto da che parte stare, finché riusciva a badare ai suoi interessi poteva ritenersi più che soddisfatto.

Per quanto tempo ha invidiato gli appartenenti alla stirpe dei Draghi Dorati, un popolo giusto e leale sempre pronto a battersi contro le forze del Male, non importa a quale costo, difendendo anche il popolo di Lyria, normali persone che si opponevano anch'esse con la forza dell'intelletto.

Da piccolo sognava così ardentemente di farne parte, credendo che lotte tra fazioni fossero una cosa stupida e insensata, quando unendo le forze si sarebbe forse potuti giungere alla vittoria. Non ha mai saputo che fine avessero fatto i suoi genitori, né tanto meno cosa avesse potuto indurli a staccarsi dalla stirpe Dorata, per schierarsi con dalla parte degli Oscuri, capitanati da Akam, il fondatore di tutto ciò, il quale già da molto aveva smesso di condividerne gli ideali. Come in ogni ambito, la scintilla della discordia è sempre là pronta ad appiccare un incendio alla prima occasione utile e così avvenne, portando al loro esilio dal regno, per essere poi relegati ai margini della zona proibita, dove già convivevano i peggiori criminali e traditori.

Col tempo le cose non fecero che peggiorare, fino ad arrivare a un punto di non ritorno con la Grande Battaglia che vide protagonisti sia Amos che Elijah, anche se il primo si trovò coinvolto suo malgrado e dovette anche pagare un prezzo salatissimo, la sua libertà! Ripensandoci, se non fosse accaduto tutto ciò e non fosse stato condannato a marcire in quel buco lurido e umido per circa un secolo, probabilmente non avrebbe mai incontrato Clara e non avrebbe preso in considerazione l'idea di cambiare, questa volta in meglio.

«Ehi, ho capito che il coniglio porchettato può essere decisamente indigesto, specie per cena e se non sei solito mangiarlo, ma non credevo potesse metterti così fuorigioco, altrimenti l'avrei usato il giorno stesso in cui ci siamo conosciuti!» Esordì la ragazza, distraendolo dai suoi pensieri e riportandolo alla realtà.

«Ti dirò mia cara Clara, non penso siano le prelibatezze culinarie delle esperte mani di tua madre a preoccuparlo tanto. Se non siamo di compagnia, possiamo sempre continuare da soli fino al tempio di Lillibet. Sarei lieto di portare Clara in volo sulla schiena...» Intervenne Elijah, scansando con agilità felina il colpo in arrivo dall'Oscuro!

«Non temere Pennuto, nessuno ti ha interpellato, perciò tornatene pure ai tuoi prati fioriti e ai tuoi nauseanti idealismi, del resto, lascia che se ne occupino gli adulti.» Lo rimbeccò lui, facendo ridere gli altri due.

«Bene, perlomeno è tornato in sé. Già temevo di dover riusare il portale per prendergli un digestivo, dato che non credo che le drogherie di questo mondo ne siano fornite.» Rifletté lei ad alta voce, lasciandoli come sempre perplessi per queste sue "bizzarre" uscite. Evidentemente, la giovane doveva essersi accorta di ciò, avendo preferito cambiare argomento, piuttosto che optare per spiegar loro il significato di digestivo!

Tra un battibecco e l'altro, i tre prodi erano finalmente riusciti a giungere a destinazione, trovando delle graziose e leggiadre fanciulle pronte a scortarli al salone dov'erano soliti discutere le nuove mosse.

«Queste due ragazze devono essere delle novelline, non le ho mai viste da queste parti. Tu che ne pensi?» Domandò Clara.

«Già, infondo dopo secoli di assidua frequentazione del sacro tempio, è inammissibile che tu non ne conosca tutti i membri.» Replicò sarcastico come suo solito Amos, riflettendo su quale assurda missione avrebbe affidato loro questa volta quella sacerdotessa squinternata!

«Eccovi qua miei cari amici.» Esordì lei, questa volta esibendo i suoi lunghi e voluminosi capelli bianchi in un elegante chignon, che non faceva altro che aumentarne l'aplomb.

«Avevo detto a questi due caproni che non era certo necessario scomodarti così presto, ma purtroppo devo averglielo sussurrato all'orecchio sbagliato, dato che si sono subito precipitati da te.» Spiegò la donna, accendendo una specie di pipa dall'odore particolarmente acre. A Clara, la scena non poté non ricordarle l'incontro di Alice nel Paese delle Meraviglie col Brucaliffo!

Le parole della donna scatenarono il rossore sulle guance della ragazza, la quale si sentiva fin troppo al centro dell'attenzione per i suoi gusti.

«Fantastico, adesso che ci hai deliziati con una delle tue solite battutine mordaci, che dici di donarci qualche dettagliuccio in più su quali rischi mortali correremo questa volta, o meglio correranno?»

Clara lo fulminò con lo sguardo considerando che l'ultima volta era stata lei a salvargli le penne, ma a quanto pare il drago sembra avere la memoria corta!

«Oh suvvia, prima di saltarvi al collo come leoni attendete al meno di essere fuori da queste mura. Ebbene, questa volta il vostro obiettivo sarà la statuetta di Ava, la prima sacerdotessa ad aver sconfitto da sola un intero esercito di mostri inferociti.»

«Wow, che donna. Non sembra tanto difficile, no? Sappiamo già dove trovarla?» Chiese la ragazza.

«Chissà perché credo che la cosa non mi piacerà, giusto?» Questa volta fu Amos a intervenire, centrando in pieno il punto.

«La vostra meta è il Labirinto dei ricordi.» Confessò la donna tutto d'un fiato, forse sperando che nessuno la sentisse.

Clara non capiva, ma osservando le espressioni esterrefatte sui volti dei compagni, comprese che non fosse un posto ideale per le vacanze!


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