Capitolo 2
Clara
"E anche questa è andata e il cammino verso la laurea si fa sempre più breve!" Pensò tutta allegra Clara, dopo aver ottenuto un bel venticinque a letteratura greca, la "bestia" nera per la maggior parte degli studenti!
Il professore era stato un vero "signore", a partire dal momento in cui aveva richiesto il libretto prima della fine dell'esame per poi analizzarlo neanche ci fosse stato scritto il segreto per l'elisir di lunga vita! Ma ora che l'Odissea aveva finalmente avuto fine, era tempo di festeggiare.
«Mi chiedo cosa ci sia di meglio che un bel bicchiere d'aranciata, un pacchetto di patatine, un magnifico letto morbido e un infinito archivio di serie tv super romantiche? Questa sì che è l'apoteosi dei sensi.» Esclamò la ragazza tra sé, pregustando il momento in cui avrebbe potuto mettere in atto il piano!
Era originaria di Modena e aveva sempre vissuto lì, anche se viveva da pendolare tra la sua città e Bologna, dove frequentava l'università. Le piaceva recarsi alla stazione e incontrare tipi di persone diverse ogni volta, sempre con borse e valigie varie diretti chissà dove. Trovava davvero intrigante immaginare le differenti avventure che sarebbero potute capitare loro. Inoltre, amava passeggiare per i vicoletti della città in cerca di qualche nuova chicca da scoprire, che sia un piccolo e pittoresco bistrot o i profumi dei piatti orientali o delle piante sui balconi. Insomma, adorava la vita in ogni suo aspetto.
Per quanto riguarda la sua famiglia, ce n'era davvero per tutti i gusti. Sua madre, Lara, è un'artista un po' sui generis, come tutti in quell'ambito, con una grande passione per i fiori; difatti, entrando in casa, pare di immergersi nei verdeggianti giardini di Boboli!
Suo padre Flavio è un musicista con il pallino per la cucina (Ogni giorno, i genitori si esibiscono in gare all'ultimo sangue per stabilire il piatto migliore ma, purtroppo per loro, concludono sempre in parità). L'uomo è un formidabile pianista e trombettista, ma non disdegna anche altri strumenti e, inoltre, non manca mai di fare smielate serenate alla moglie.
A seguire, c'è il fratello Cristiano, un ragazzo dolce, bello e gentile che sembra uscito da una fiaba. Ama portare i lunghi capelli scuri in una morbida coda e non si separa mai dal suo flauto. Clara era convinta che non si sarebbe tagliato i capelli neanche se l'avessero minacciato con una pistola alla tempia ma, in fondo, erano parte integrante del suo stile da "principe azzurro"! Anche lui studia a Bologna, ma alla facoltà di Filosofia. Era l'animo più poetico della famiglia! O meglio, era lei a sembrare la "pecora nera", dato che tutti i membri parevano vivere in un mondo a parte, quasi niente potesse turbarli, salvo casi eccezionali, durante i quali davano spazio al loro lato "oscuro".
A concludere il bel quadretto familiare, non si può non parlare del caro Fido, un gatto soriano al quale erano tutti particolarmente affezionati e lui non pareva disdegnare una tale abbondanza di coccole e di pranzi "imperiali".
Una volta a casa, puntò diretta alla sua stanza per rifugiarsi nel suo piccolo e confortevole mondo, ma ovviamente quando mai è possibile?
«Clara tesoro, sei tornata presto. Allora hai spaccato a letteratura?» Esordì sua madre, indecisa sul tono da assumere quando si tirava in mezzo l'argomento "esami"!
«Tranquilla, puoi evitare di camminare sui carboni ardenti. Questa volta siamo riusciti a spuntarla.» Rispose la ragazza, decisamente soddisfatta del risultato, dato l'elemento con cui aveva dovuto avere a che fare.
«Sapevo che ce l'avresti fatta, infatti ho preparato il fritto di mare e, per dessert, un bel tiramisù.»
«Ma il tiramisù non lo fai quando sono un po' giù di morale, solitamente?» Indagò la figlia, certa della risposta della madre.
«Tesoro mio, nel caso il professore si fosse svegliato con la luna storta, mi ero prevenuta con due chili di tiramisù di consolazione per la campionessa.» Rispose Lara iniziando a ridere.
«Comunque, ce lo mangiamo uguale eh, anche perché mi è venuto davvero una bontà.» Aggiunse fiera la donna, ritirandosi poi in cucina a terminare l'opera!
E finalmente, dopo aver salutato tutta la felice compagnia, la ragazza riuscì, infine, a raggiungere il suo "regno".
Dall'esterno, appariva una normale camera da letto, ma per lei quello era il suo mondo, il posto in cui poteva essere sé stessa, dove poteva ballare e immaginare di vivere grandi avventure.
Posato lo zaino e depositato il gatto sul letto, si stese sul tappeto blu cobalto che tanto amava e si mise a pensare a una storia per un nuovo libro. Eh già, uno dei suoi sogni nel cassetto era di passare la vita a scrivere in una bella baita in riva al mare con accanto solo il suo taccuino per gli appunti e un bicchiere di succo di frutta a portata di mano. Nel frattanto, però, si portava avanti scrivendo ogni giorno e giocando con la fantasia.
Tutt'a un tratto, tuttavia, visualizzò un'immagine dal nulla. Fu come una visione. Era un luogo bellissimo, quasi fiabesco con paesaggi verdeggianti e creature fatate ad ogni angolo. Non aveva mai visto nulla del genere. La visione durò pochissimo e, una volta terminata, si sentì precipitare, come se fosse stata risucchiata da una voragine. Il tutto fu talmente rapido che non ebbe neppure il tempo di urlare per lo sgomento. Quando quella specie di portale si riaprì, cadde su qualcosa, o meglio, su qualcuno! Certamente, non si trovava più a casa sua e un altro fatto altrettanto sicuro era che avrebbe dovuto capire cosa fosse successo e, soprattutto, come tornare indietro!
Il "colpito" non aveva un'espressione molto lieta sul volto, anche se era un peccato, data la sua incantevole bellezza!
"Ma insomma che diavolo vado a pensare? Mi trovo qui, chissà dove e con chi e non riesco a far niente di meglio che ammirare questo tizio come una cretina!? Mio Dio, sarà bene che mi dia una svegliata, prima che finisca ancora peggio!" Rifletté lei, col cuore che le batteva all'impazzata in petto e con una strana sensazione a ridestarle i sensi.
"Un momento, ma questa sembra una cella? O per l'amor di Dio, ma dove sono finita?" Pensò terrorizzata la giovane, vedendo il "bellone" avvicinarsi sempre più e senza una via di fuga, se non una porta sbarrata. Il tipo non pareva molto ben intenzionato e la situazione sembrava andar solo a peggiorare. Quanto peggio potrà andare?
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