Capitolo 16

Amos

La corsa tra i cieli proseguiva indefessa e il loro inseguitore non accennava minimamente a rallentare il passo, anche se prima o poi si sarebbero dovuti fermare per forza. Amos conosceva molto bene la furia assassina al loro inseguimento, ma non voleva dirne troppo a Clara, almeno per il momento, dato che per una volta tanto, questo suo odio nei suoi confronti era "del tutto" immotivato. Mentre stava escogitando un piano per seminarlo, Clara gli tirò una ciocca dei lunghi capelli, inveendo contro di lui.

«Si può sapere per quale dannatissimo motivo quel pazzo furioso vuole farti la pelle? Conoscendoti un po', immagino che ne abbia tutte le ragioni, ma, miseria ladra, che diavolo c'entro io nei tuoi dannatissimi casini?!»

«Ehi, giusto per chiarire quel tizio vuole uccidermi per i motivi sbagliati. Mi crede colpevole di qualcosa che non ho fatto!»

«Certo, come no, in fondo sei una tale anima candida, come avrà mai potuto arrivare a dubitare di te?!» Chiese lei, concitata e sarcastica.

«Senti, le spiegazioni lasciamole a quando ci saremo liberati di lui, anche perché, se non lo sapessi, non sei proprio una piuma!» Disse lui, pentendosi amaramente quasi subito!

«Non solo rischio di farmi ammazzare a causa tua, dannato imbecille, ma adesso, mi dai pure della grassa! Questo è veramente troppo, fermati subito, parlerò col tuo vecchio "amico" e sistemerò la faccenda una volta per tutte.»

Nonostante le buone intenzioni della ragazza, il bel biondo furioso non sembrava altrettanto ben disposto a una discussione a tavolino!

«Non penso che sia questo il momento per le buone maniere, ma se proprio vuoi, prego, accomodati pure.» Disse lui, smettendo per un attimo di farle da scudo, permettendole di vedere le saette dorate avvicinarsi a loro sempre più.

«Ok, forse e dico forse, potresti aver ragione. Quindi, qual è il piano b?» Domandò lei, speranzosa.

«Affrontarlo.»

«La mia idea comporterebbe meno spargimento di sangue. Senti, io vorrei fare ancora un sacco di cose e non vorrei finire in questo modo e...» Ormai era andata completamente nel pallone, perciò Amos fece l'unica cosa che gli venne in mente: baciarla.

Clara fu presa letteralmente alla sprovvista, anche perché si sarebbe aspettata di tutto da lui, tranne un bacio tanto appassionato. Quando lui si staccò, provò un dolore quasi fisico e lo stesso fu per Amos, anche se i due finsero spudoratamente.

«Scusami, ma era l'unico modo per fermare un fiume in piena come te o mi avresti certamente fatto saltare i timpani.» Sentenziò lui.

«La prossima volta trovane un altro. Sai com'è? Non sono abituata a baciare gente proveniente da altri mondi o dimensioni. Va bene essere di mentalità aperta, ma a tutto c'è un limite!» Rispose lei, cercando goffamente di celare l'imbarazzo.

«Non è stato un granché neanche per me, figurati. Comunque, non devi preoccuparti per l'altra questione.»

La ragazza lo guardò stranita.

«Intendo che non permetterò che quel tizio ponga fine ai tuoi grandi sogni di gloria, nessuno di noi morirà oggi, te lo assicuro.» Concluse, facendole l'occhiolino.

«Ehi, vuoi uno scontro alla pari? Lo avrai, ma prima dovrai ascoltare tutto ciò che ho da dire e se poi vorrai farlo comunque, accetterò senza repliche. Ho un'unica condizione, però.»

«Io non ho la minima intenzione di ascoltare nessuna delle tue menzogne, sporco bastardo. A causa tua, molti miei compagni e altri innocenti sono morti. Aspetto questo momento da cento anni e niente e nessuno m'impedirà di vendicarli, mandandoti all'Inferno, l'unico posto che meriti.» Vedendo che non c'era possibilità alcuna di trattare, cercò il posto più vicino per atterrare e per mettere Clara al sicuro. Con lei in braccio, era troppo svantaggiato e non avrebbero avuto scampo.

Una volta atterrati, le disse di andare a nascondersi tra gli alberi, ma lei non accettò il consiglio.

«Scordatelo, io sono il tuo asso nella manica. Per quanto possa essere furioso, non penso che ucciderebbe una ragazza indifesa.»

«Di' un po', ma ti sei scordata che è lo stesso tizio che pochi attimi fa ha detto di volerti far fuori solo per il fatto che ti accompagni a me?» Chiese Amos, a dir poco allibito dalla spregiudicatezza della giovane.

«Non riesco a spiegarti perché, ma sento che non mi farebbe del male. Lasciami tentare.» Il drago non fece neppure a tempo a rispondere che la ragazza si era già avventurata nelle "fauci del lupo".

«Clara, dannazione torna subito indietro.» Basta, ormai erano troppo alle strette. Se fosse stato solo, avrebbe evitato, ma non era più responsabile solo di sé stesso. Era tempo di trasformarsi in drago! Stava per farlo, quando la ragazza andò diretta verso l'avversario.

«Di pazzi ne ho conosciuti tanti, ma come te, mai. Fermati idiota, non è un problema tuo. Ti farai soltanto ammazzare.»

«Ehi tu, ne ho veramente abbastanza di te. Non solo mi hai svegliato nel bel mezzo della notte, minacciando di ucciderci nel peggiore dei modi, ma ti rifiuti anche di dare il beneficio del dubbio a me. Per Dio, neppure mi conosci e mi faresti fuori in nome di quella che tu definisci giustizia. I tuoi compagni non penso siano felici nel vederti far fuori innocenti. E, per la cronaca, non hai prove che questo qua sia il colpevole. Ok, non sarà uno stinco di santo e penso che su questo possiamo definirci tutti d'accordo, ma sono più che certa che non sia lui il "mostro sanguinario" che cerchi. Ha pagato per un crimine non commesso da lui.» Dichiarò lei, tutto d'un fiato.

Elijah, il biondo, era senza parole, tanto che la spada dorata gli cadde di mano, depositandosi sul fresco terreno. L'aria frizzante della notte era l'unico rumore che si udiva. Amos era altrettanto scioccato.

Clara decise che era il momento di agire, andando a trascinare il compagno d'avventure verso la nuova conoscenza. Al toccargli la mano, la sua mente fu, però, attraversata da una sorta di visione. Vedeva degli splendidi esseri alati battersi e una gran concitazione. Era tutto molto confuso, ma una cosa riuscì a vederla: Amos provò a fermare la battaglia! Dopo di ciò, la visione scomparve seduta stante, lasciando la ragazza frastornata.

«Bene, non so come, ma posso provarti la sua innocenza, almeno per questo!» Tenne a puntualizzare la giovane.

«Forza, dammi la mano, voglio mostrarti ciò che è accaduto davvero. Magari tu ci capirai qualcosa in più di me!» Non riuscì a comprendere come, ma concentrandosi trasmise la visione anche a lui.

«È impossibile.» Fu l'unica cosa che riuscì a dire.

«Già, pensa te. Sono da pochissimo a conoscenza di questo pazzo mondo e ho scoperto di essere capace di rompere catene con dei fasci dorati e di avere delle visioni. Pazzesco, vero?»

«Questa potrebbe essere tutta una montatura, come posso crederti?»

«Unisciti a noi.» Suggerì la ragazza, come fosse la cosa più naturale del mondo.

«Come?» Chiesero il biondo e il moro al contempo.

«Abbiamo un'importante missione da compiere e visto che ti sei autoproclamato a giustiziere, non penso che ti dispiacerà aiutarci a salvare il vostro mondo. Ti faremo capire che non stiamo mentendo.»

«D'accordo, ma sappi che, nel caso le tue parole non fossero veritiere, riuscirò certamente a smascherare il vostro inganno, te lo posso assicurare.»

"Bene, la cosa si sta facendo sempre più interessante!" Pensò la ragazza tristemente, con ormai due galli nel pollaio!

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