Capitolo 13
Clara
E fu così che dopo un volo degno del triplo salto mortale, i due riuscirono finalmente a toccare terra, per la gioia della giovane, infinitamente grata al cielo per essere ancora tutt'intera!
«Hai visto? Non è andata così male, no?» Domandò Amos, salvo venire prontamente folgorato dallo sguardo omicida di Clara. Evidentemente non aveva gradito molto l'atterraggio!
«Mi auguro ne sia valsa la pena. Allora, la tipa strana dov'è?» Chiese Clara, piuttosto scocciata e menomale che erano solo all'inizio!
«Miei cari, eccomi qui. Non vi aspettavo tanto presto, già finita la luna di miele?» Ironizzò la donna, tranquillamente sorseggiando una strana bevanda decisamente troppo "fiorita", almeno per i gusti di Clara. A quanto pare, i due ragazzi non gradirono il suo umorismo, lanciandole un'occhiata fulminante.
«Madre mia, come siamo suscettibili, eh? Vabbè, vorrà dire che passeremo subito al sodo, che dite?»
«Diciamo sì!» Risposero i due all'unisono.
«E poi dicono che non sono anime affini.» Borbottò lei, terminando la strana bevanda.
«Ancora?»
«E va bene, coraggio seguitemi.»
La donna li condusse in una delle molte stanze sotterranee del tempio, dove si trovavano "appesi" una serie di dipinti raffiguranti degli strani oggetti, sembravano delle scintillanti pietre luminose, simili a quella che portava Clara al collo e altre cose come coppe, spade e via dicendo. Pareva quasi che la scia di quadri fosse infinita, estendendosi sempre più.
«Mi scusi, ma per quale motivo ci ha scortati qui? Voleva mostrarci una "magica" galleria d'arte? Bene, mission complete, adesso possiamo andar via.» Esordì Clara, preparandosi a un retrofront, salvo venir prontamente agguantata dall'amico "fedele".
«Ehi, non starai già pensando di svignartela, giusto?» Domandò lui, mantenendola ferma in un punto senza il minimo sforzo. Clara era certa che quel divario di forza lo divertisse più del necessario!
«Dopotutto quello che ho fatto, come puoi anche solo pensare una cosa del genere, eh? Mi stavo semplicemente chiedendo per quale diavolo di motivo dovremmo star ad ammirare una bizzarra mostra d'arte, invece d'iniziare questa fatidica ricerca? Se non ti fossi ancora reso conto, io avrei anche una vita da vivere e gradirei tornare alla normalità il più presto possibile.» Concluse lei.
«E come potrei dimenticarlo, dato che me lo ricordi più o meno ogni piè sospinto?» Tuonò lui a sua volta. Tra questi due non c'è davvero mai un attimo di pace.
«Scusate, non vorrei interrompere questo simpaticissimo siparietto, ma potremmo tornare al motivo di questa visita?» Intervenne Lillybet, la quale non aveva più in mano la strana bevanda. Probabilmente, l'avrà fatta sparire con chissà quale strano incantesimo, pensò la ragazza, anche se, al momento, non era la cosa che le premesse maggiormente!
«Oh, finalmente. Allora, ci vuole edurre o tiriamo a indovinare?» Questa volta fu Amos a prendere la parola.
«È estremamente semplice, dovrete solo recuperare gli oggetti qui raffigurati.» Sentenziò lei, indicando un "gruppetto" (si fa per dire) di quadri. Erano proprio quelli su cui Clara si era soffermata proprio pochi attimi prima. Si chiese se fosse stato un caso, oppure qualcos'altro. Fatto sta che, da quando quest'assurda storia aveva avuto inizio, la ragazza sentiva che qualcosa in lei stava cambiando.
«Questi sono i sacri oggetti dei popoli del cielo e della terra, si può sapere perché mai dovremmo cercarli visto che da quanto ne so giacciono in quelle polverose teche di "brillanzia", sotto lo stretto controllo dei draghi guardiani.» Domandò Amos, pur immaginando già la risposta e, a giudicare dall'espressione che gli si era dipinta in volto, Clara immaginò che la questione fosse davvero più grave del previsto.
«Scusate, cosa sarebbe questo materiale?» Chiese la ragazza, riferendosi alla brillanzia.
A questo rispose Lillybet. Da quanto aveva potuto capire Clara, non le piaceva che le venisse sottratta la scena!
«La brillanzia è il materiale più puro e resistente nel mondo intero ed è con esso che realizziamo tutte le nostre armi per batterci contro le forze del male.» Spiegò, cercando di non soffermare lo sguardo su Amos, il quale, nel frattanto, aveva ben pensato di appoggiarsi contro una parete. Non gli sfuggì l'occhiata direttagli dalla donna e lo sguardo compassionevole di Clara che non era ancora ben cosciente delle dinamiche che avevano portato a questa rottura interna.
«Ma se è così resistente e inviolabile, come mai questi oggetti sono stati rubati?» Domandò giustamente lei, sia per cercare di capirne qualcosa in più ma, soprattutto, per interrompere la guerra fredda che quei due stavano intrattenendo. Forse non conosceva Amos da molto, anzi praticamente non lo conosceva affatto, ma faceva davvero fatica a immaginarselo dalla parte dei cattivi. È vero che ha un pessimo caratteraccio e che lo prenderebbe a schiaffi più spesso di quanto vorrebbe ammettere, ma potrebbe scommettere sulla sua bontà, perché, se davvero avesse voluto, avrebbe impiegato meno di un battito di ciglia a sbarazzarsi di lei.
"Sono convinta che ci sia molto di più dietro a quelle poche informazioni che sono riuscita a racimolare e se voglio riuscire ad aiutarlo, o meglio, aiutarli, devo assolutamente fare in modo di saperne di più. Inoltre, non so ancora se fidarmi completamente di questa tizia o meno. Dietro i suoi modi affabili, potrebbe nascondersi qualcosa di oscuro e indecifrabile e chissà se questa non sia tutta una trappola per sbarazzarsi di noi, una volta venuti in possesso di questi fantomatici oggetti. Beh, anche se a dire il vero, in questa storia non è che abbia molti elementi per fidarmi di nessuno di queste nuove conoscenze, l'unica cosa che possa fare, almeno per il momento, è affidarmi all'istinto e sperare in bene, magari la mia buona stella non ha ancora esaurito tutta la fortuna nell'ultimo esame fatto!" Pensò Clara, attendendo che la gara di sguardi tra quei due volgesse a termine. Fu Amos a decidere d'interromperla, esordendo "educatamente" come suo solito!
«Allora, a quanto pare i materiali non sono più come una volta, eh? La manovalanza è decisamente peggiorata in questi ultimi cento anni a quanto posso constatare.» Disse fintamente amareggiato lui.
«Fortunatamente per te, stavi già soggiornando in una confortevole cella all'epoca dei fatti, perciò non ti si può accusare di aver aiutato il tuo caro popolo.» Rispose sarcasticamente la donna.
"Mi chiedo se questi due riusciranno mai ad andare d'accordo." Pensò mestamente la ragazza alla prospettiva che sarebbe stata una lotta continua con lei a fare da arbitro. Le mancavano solo berretto e fischietto e poi sarebbe stata pronta!
«Fatto sta che "qualcuno" di cui non serve faccia il nome è riuscito, ancora non so come, a superare le barriere e a impossessarsene. Adesso sono custoditi in diversi luoghi , quando verrà il momento, saranno riuniti tutti per dar inizio a una sanguinosa e violenta guerra che mieterà più vittime di quante se ne potranno contare.» Spiegò furiosamente la donna, con una ferocia a illuminare il suo sguardo battagliero.
«Ma visto che loro ne sono già in possesso, noi cosa possiamo fare per impedire che questa guerra abbia luogo?» Domandò Clara, sempre più confusa. Anche Amos, sembrava chiedersi la medesima cosa, ma non proferì parola.
«Perché hanno bisogno del potere spirituale per attivarli e il popolo dei Draghi Oscuri lo ha perduto quando ha scelto di votarsi al male, fondando un impero di sangue e violenza. Hanno bisogno del potere di un Drago Dorato o di una sacerdotessa o di un sacerdote, solo così gli oggetti si attiveranno. Tutti noi stiamo facendo del nostro meglio per non cedere ma, purtroppo, le forze scarseggiano e prima o poi potremo venirne sopraffatti, per questo dovete riuscire a rientrarne in possesso, sia di quelli rubati, che di quelli andati perduti.»
«Morale della favola, il mondo è sulle nostre spalle e, nel caso ci lasciassimo le penne, l'avremmo fatto per la gloria, corretto?» Chiese Clara, sotto lo sguardo sbigottito di Amos, che, non si sa bene per quale motivo, se la fosse già caricata in spalla a mo' di sacco di patate.
«Bene, visto che il tempo stringe, dicci subito da dove iniziare.» Esordì lui, ricevendo una carrellata di pugni dal "sacco ambulante", a quanto pare, non molto soddisfatta della sistemazione!
«D'accordo. Seguitemi, vi riporto in superficie.»
E così, la vera ricerca stava finalmente per avere inizio!
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