Un inizio inaspettato

Mancava ancora una settimana al mio nuovo lavoro, ma prima dovevo finire l'impegno che avevo preso con Margaret.
In queste settimane che avevo trascorso da lei, eravamo diventate ancora più amiche e  confidenti,ormai la signorina Lorê mi aveva obbligata a chiamarla per nome.


Mi rendo conto che a volte nella nostra vita capitano senza un reale preavviso delle persone che hanno affinità simili alle nostre,che comprendono i nostri reali bisogni prima che noi stessi ne  percepiamo la necessità.


Margaret è la mia affinità,il mio porto sicuro durante la tempesta.
Ormai la biblioteca è davvero in ordine ma questo non è niente in confronto a ciò che ha fatto per me.
Mi ha accolta con la mia fragilità, ma non si è mai frapposta tra me e miei desideri,anzi ha avuto solo parole di' incoraggiamento e sprono per farmi diventare protagonista dei miei sogni e non spettatrice insoddisfatta.


Inoltre una cosa che ho subito apprezzato di lei e che non ha mai giudicato i miei genitori, nonostante lei non avesse una visione così conservatrice continuava a rammentarmi che senza radici profonde non sarei andata lontano, e che dovevo perdonare i miei genitori.


Ma in questo momento non avevo voglia di rivederli anche se sotto suo consiglio  avevo chiamato per dire dove mi trovavo.
Dopo tutto era giusto farglielo sapere,mi avevano messo al mondo e si erano impegnati per non farmi mancare nulla,il loro unico problema è che non riuscivano a spezzare quella corda che mi faceva sentire in trappola.
Quando da piccola papà mi raccontava la storia di Pinocchio lo immaginavo come un burattino felice che  danzava tra le braccia di Geppetto,ma poi la fatina Turchese gli spezzo quei legami facendolo diventare un bimbo vero che avrebbe dovuto affrontare sfide e pericoli per diventare saggio.
Purtroppo la mia fatina non mi ha ancora trovata , quindi mi sono dovuta arrangiare come meglio potevo e ho strappato con  goffaggine quei fili che mi tenevano legata ai loro desideri.


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Prima di intraprendere questo nuovo lavoro faccio qualche ricerca per documentarmi sulla situazione della signorina Viola.
Non ho mai lavorato con ragazze che hanno handicap  così invasivi,e la cosa mi agita non poco, perché non voglio commettere errori.
Inoltre sono una nota famiglia aristocratica e nonostante io abbia un diploma preso a pieno titolo di Scienze Sociali non mi sento alla loro altezza.

 Probabilmente questo complesso di Edipo e  dovuto al fatto che  nei miei sogni ad occhi aperti mi vedevo come una principessa e non una badante,quindi credo che  non sarà facile abituarsi all'aristocrazia,ma il fine è più importante,quindi m'impegnerò al massimo per dare il mio meglio.
Ma c'è  anche qualcos'altro che mi preoccupa, ho saputo da Margheret  che in tutti questi anni sono stati a Londra quindi spero che non abbiano dimenticato l'italiano perché io e l'inglese siamo nemici dalle elementari.

Nonostante ciò cerco di scacciare questi demoni che mi rendono così insicura e mi focalizzo sugli aspetti positivi.
Potrò frequentare il corso di fotografia e finalmente con questo attestato sarò a tutti gli effetti una fotografa professionista.
Magari tra qualche anno verrò scelta da marchi importanti che mi vorranno come loro fotografa personale.
Avrò abbastanza soldi per comprarmi una casa,viaggiare ed essere autonoma.
Ci risiamo sono di nuovo a sognare ad occhi aperti,invece di concentrarmi sulle cose importanti,come quella di trovarmi l'uniforme che mi hanno detto d' indossare in quella casa.

Nonostante io faccia l'accompagnatrice dovrò indossare tailleur neri e camicetta rigorosamente bianca.
Praticamente sembrerò un hostess,e anche se non sono dispiaciuta di indossare abiti neri visto che è il mio colore preferito, quello che mi da fastidio e l'omologazione.
La signorina Viola non mi potrà nemmeno vedere, ma pretende che devo vestire in un certo modo, per distinguere la padrona dalla servitù,la ricchezza a volte davvero da alla testa.
Comunque caccio questi pensieri negativi e corro a trovare ciò che mi occorre.
Per la camicetta bianca non ho problemi la trovo senza problemi ma tailleur neri faccio davvero fatica a trovarne.
Se non stessi a lite con mia madre potrebbe farmeli lei,ma è un pensiero che scaccio subito,non gli darò la soddisfazione di sapere che alla fine sto facendo quello che voleva.
Purtroppo il mio giro di shopping a Capodimonte non ha esiti positivi non mi rimane che tornare a casa da Margaret e chiedergli se mi accompagna in una città qui vicino con la macchina.
Con mia sorpresa quando gli espongo il problema mi chiede di aspettarla un attimo e poi la vedo andare in un grande armadio a muro che ha nell'entrata.
Le sue braccia piccoline sorreggono uno scatolone enorme chiuso con scoch di carta.
Lo poggia sul tavolo e mi fa cenno di aprire.
La mia curiosità ha il sopravvento e non aspetto nemmeno che oda una parola di conferma.
Non ci posso credere sono tantissimi completi neri della mia taglia.

" Come li hai ?"

Chiedo incuriosita

 
Ma lei vagamente mi dice che sono vecchi abiti e che se mi vanno posso tranquillamente tenerli,tanto a lei non servono più.

 
Come  al solito Margaret non da risposte ma ha soluzioni alle mie domande.
Gli abiti mi vanno benissimo anche se  più aderenti rispetto  a come potrebbe indossarli il bellissimo corpo di Margaret ,ma me li farò andare benelo stesso.


Li indosso per rendermi conto di come mi stanno, sono per lo più gonne e giacche, perché tailleur a pantaloni ne vedo solo due,ma non importa io con le gonne ci sto bene e mi trovo a mio agio.
Ora non mi rimane che comprare scarpe adeguate quelle che ha Margaret nella scatola hanno tacchi troppo alti e a prescindere che non so portare i tacchi,non voglio rischiare di stancarmi se solo faccio due passi.
Il palazzo è davvero enorme e se penso che tra qualche giorno dovrò farlo su e giù mi viene un certo rimorso,ma ormai è tutto pronto,naturalmente tranne le scarpe.
Chiedo a Margaret  di nuovo se vuole accompagnarmi e come sempre non delude le mie aspettative dicendomi si.

Forse è preoccupata che invece di eleganti décolleté potrei comprare delle sneakers .

Il nostro shopping alla fine finisce con un giusto accordo compro dei mocassini molto comodi.
Ora è davvero tutto pronto, quindi devo rilassarmi e andare dritta per la mia strada,non posso farmi intimorire,io devo lavorare per diventare una fotografa professionista.


Con questo sogno nel cuore mi addormento visto che si è fatto molto tardi e domani devo andare a palazzo per farmi spiegare le ultime cose.


La sveglia suona alle 5:00 di solito non sono abituata a svegliarmi così presto,ma stamattina sono di buon umore e mi vesto in un lampo,tanto so già che mettere tailleur e camicia bianca.
Decido visto che è molto presto, di andare sul lago e scattare qualche foto,i lettori del mio blog saranno felici di vedere un Alba invece che i soliti tramonti.

 
Mancano 20 minuti all'incontro e mi avvio verso il castello arrivando in perfetto orario.
Ad aspettarmi non ci sono Roberto e Maria gli amici dei miei genitori,ma un distinto signore anziano con marcato accento britannico che mi da il benvenuto :


" Good morning miss Samira "

 
La mia testa rimane per un secondo impietrita, non capisco l'inglese ma per fortuna la mia razionalità prende il sopravvento e mi rendo conto che conosco le parole che mi ha detto e che se volevo gli potevo rispondere anche in inglese.
Ma il mio coraggio non mi ha fatto agire d'impulso e mi limito a dire :

"Buongiorno sono Samira la badante della signorina Viola"


"Venga si accomodi"


Si gira di scatto come se sotto i suoi piedi ci fosse una molla a pressione che lo facesse roteare su stesso, e solo notando le sue piccole spalle mi viene in mente la sua buffa faccia ,ha il viso molto magro con dei pronunciati occhi castani che coprono il resto del volto al quanto anonimo se non fosse per un naso enorme con una leggera gobba.

Un tipo davvero buffo sembra uscito da un mio sogno,ma ora meglio concentrarmi perché se continuo a fantasticare mi perderò dei dettagli.
Camminiamo in un lungo corridoio sulle nostre teste ci sono degli archi con dei dipinti, non riesco a capire cosa raffigurano ma vedo degli angeli quindi capisco che rappresenta qualche scena religiosa.
Il maggiordomo o almeno chi credo che sia visto che non si è mai presentato continua a camminare dritto senza proferire parola e nemmeno accertandosi che io ci sia ancora.
Quasi mi viene voglia di nascondermi dietro le colonne che seguono ai lati del percorso e fallo spaventare una volta arrivato a destinazione senza di me.
Ma poi mi rendo conto che è il mio primo giorno di lavoro e non posso fare stupidaggini,magari tra qualche anno Ambrogio (nome fantasioso dato al maggiordomo)potrebbe essermi utile meglio non farlo arrabbiare.


Finalmente arriviamo davanti ad una porta di legno intarsiato, lui bussa con un tocco deciso e una voce sicura risponde: 

"Entra pure Marc "

(Peccato non è Ambrogio pensa la mia testolina)


Lo Seguo come se fosse il mio migliore amico e alzo lo sguardo dai suoi tacchi solo quando una voce di donna fa un colpo di tosse .


"Tu devi essere Samira"


Ma non ho nemmeno il tempo di rispondere che continua :

"Spero che le raccomandazioni che ti sei fatta fare abbiano almeno un briciolo di verità,anche se dubito che una paesana possa andare bene per le esigenze di mia nipote."


Mi ha chiamato raccomandata e paesana e anche se lo sono entrambe il suo tono di voce era per offendermi,quindi anche se saprei esattamente cosa dirle non risponderò in male modo forse vuole solo mettermi alla prova.

Quindi in maniera garbata rispondo:


"Spero di non deluderla"


Risponde seccamente con uno:

 "Lo spero anche io,altrimenti te ne torni alla tua vita anonima."


Dopo questa conversazione se così può chiamarsi fa cenno a Marc di istruirmi su alcune cose essenziali.
Ancora una volta la molla immaginaria  che ha sotto i piedi lo fa scattare ed esce dalla porta;con me alle sue spalle che lo seguo come il più fidato segugio.
Usciti dalla stanza Marc mi porta a conoscere i dipendenti che lavoreranno con me.
La prima persona che mi presenta è  Giovanna,  la cuoca una signora da un sorriso contagioso, sarà alta 1,50 ma è davvero molto bella anche se ora avrà una sessantina d'anni.

Gli allungo la mano ma lei mi abbraccia come se fossimo vecchie amiche,mettendomi completamente a mio agio.
Marc ci guarda con disappunto ma non dice nulla anzi continua con le presentazioni:

 "Lei è Luna, la nostra governante che  dirige le ragazze che si occupano della casa.
Ed infine c'è Claudio l'autista che ti verrà a prendere tutte le mattine.

" Un attimo"

 Rispondo

 "Ho l'autista ?"


Una voce roca e sicura dice:

"Ai suoi servigi signorina Samira"


Alzo  lo sguardo ancora stupita e vedo un ragazzo bellissimo con carnagione scura e occhi neri profondi, sembra  una visione o uno di quei ragazzi immaginari che spesso occupano le mie fantasie, ha il portamento di un modello è altissimo e ha il fisico da atleta.


Imbarazzata gli stringo la mano e lo ringrazio senza nemmeno guardarlo negli occhi,ma il mio corpo reagisce facendomi diventare rossa come un peperone.


"Se solo avessi messo i tacchi"

Mi maledico da sola,mentre la mia voce interiore fa il resto facendomi sentire inopportuna.


Per evitare l'imbarazzo evidente Marc il maggiordomo cerca di spiegarmi alcune regole fondamentali.
Lo ascolto ma la carica elettrica che ho preso qualche secondo fa stringendo quella mano non mi aiuta a concentrarmi.


Giovanna rendendosi conto di quanto fossi spaesata per tutte quelle regole mi sorride e mi dice:

 "Tranquilla cara piano piano imparerai ci saremo noi con te."


A quelle parole alzo lo sguardo verso Claudio e lo sorprendo a fissarmi,ma il furbacchione distoglie  lo sguardo e sorridendo dice a bassa voce,in modo che lo sentissi solo io :

"Credo che non durerai molto qui dentro"


"Grazie per la fiducia"

Gli dico di rimando.


"Non c'è di che principessa "

Sospira sempre tra le labbra per non farsi sentire.


Prima che potessi dirgli di non chiamarmi con quel nome vedo che va via facendo segno a Marc .


Che uomo antipatico, la sua bellezza non è nulla vicino alla sua arroganza,dovrò stare molto attenta,questi tipi li conosco sono molto pericolosi il loro scopo e far dannare il genere femminile.

"Signorina Samira tutto bene?"


"Si mi scusi signora Giovanna"


"Tesoro non scusarti fa a tutti lo stesso effetto il nostro bel autista"


"No signora non è come pensa,ero solo in sovrappensiero chi sa se ricorderò tutto"


"Certo certo cara. "

Mi fa un sorriso malizioso e si dirige ai fornelli.


Imbarazzata torno a casa ma il tragitto non sembra così lungo;Forse il ricordare i dettagli di quel giorno e di tutte quelle persone compreso l'affascinante autista mi ha aiutato a camminare per oltre 3 km senza affaticarmi.
Rientrando in casa trovo una scena strana,Margaret e seduta a tavola bevendo una tisana rilassante a base di vaniglia almeno credo dall'odore e mi bombarda letteralmente di domande.


"Hai conosciuto la signorina Viola e suo fratello Manuel  ?"

"Come stanno?
E hai conosciuto Claudio?
Ti hanno trattato bene ?"

"Ferma ferma Margaret..Non erano ancora arrivati e poi chi è Manuel?"


-"E il figlio maggiore del Duca"


-" Non sapevo che avesse un altro figlio comunque non me ne dovrò occupare io quindi non è un mio problema."


"Aspetta un attimo ma come mai tutte queste domande e come fai a sapere tutte queste cose cara Margaret?"


Dopo qualche tentennamento, mi risponde dicendo che il paese è piccolino e la gente mormora molto.
Comunque sono così emozionata per questa situazione che non approfondisco il discorso è inizio a raccontare in maniera dettagliata tutto ciò che mi era capitato, chi avevo conosciuto e le sensazioni che avevo provato.
La serata passo molto velocemente e non volendo fare tardi il giorno dopo vado presto in camera.
Mi rilasso facendo un bel bagno caldo,ma proprio mentre mi stavo godendo i benefici degli oli essenziali, mi viene in mente che l'affascinante autista non ha il mio indirizzo ..
Accipicchia domani dovrò svegliarmi presto non indossare di nuovo i tacchi e farmela a piedi.
Mi asciugo velocemente indosso il mio pigiama ad unicorno e vado a letto.

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