Il Senso Del Niente
Dicono che per alcune cose
sia meglio lasciar correre
e che per altre
occorra impegno e dedizione.
Fin dal nascere
ci sentiamo legati
a questa condizione.
Tutto, intorno a noi, accade
per insegnarci qualcosa
e permetterci di imparare;
resta il fatto che, nell'attesa,
avviene spesso contesa
tra mente e cuore
investiti dalla sorpresa.
Le cose accadono
e nel mentre lo fanno,
alle volte siamo fermi,
in balia degli eventi,
altre volte ci battiamo
ideando infiniti progetti,
dando forma alla via
sulla quale proseguire
per tutta la vita.
E mentre camminiamo
siamo certi di
non poter inciampare,
sicuri di aver ben livellato
il sentiero dissestato.
Teniamo stretti tra i pugni
desideri da far avverare
e sogni da far decollare.
La nostra mente li genera,
il nostro cuore li coccola.
Con cura e dedizione
li facciamo crescere,
mentre immaginiamo per bene
la parte di mondo scelta
da fargli conquistare.
Speriamo in un volo
sicuro, senza turbolenze,
non consideriamo la tremenda
forza della corrente.
Non è facile vincere
contro di essa,
che spazza via, così,
un corpo esile che
non conosce senso d'allerta.
All'oscuro della forza
che possiede,
il soffio di vento
lo spazza via, anche se lieve.
S'abbandona all'insuccesso,
la prova fallita
diviene smarrimento.
Sperimenta allora
il senso del niente
che diventa d'un tratto
nuovo sapore al palato:
in quel gusto che
alla bocca gli si propina
si disperde tutto il bello
di ciò che aveva immaginato.
Tutto scorre e scompare,
s'alza la nebbia e
non è più facile
navigare nel mare.
Il capitan divien mozzo
e si ricomincia da capo.
Si guardano le proprie mani
nella speranza che siano in grado
di accarezzare ancora la vita,
quella che in quell'istante,
stretta tra le dita,
pare sfugga e si dimeni,
tentando di liberarsi dalla presa.
Si congiungono, le mani,
ci si rivolge a Dio,
pregando di poter avere
ancora un altro attimo,
di provar la gioia del respiro,
anche se ultimo e faticoso.
Nulla ha più senso, tranne
il dono della vita stessa.
E medico, avvocato,
operaio o contadino.
Sovrano o schiavo,
preda o cacciatore,
tutti siamo uguali
dinnanzi al crudo destino
che della morte ci porta al cospetto.
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