Che strano... Essere Umana

Che strano... Essere Umana!

Mi ritrovo così tanto spesso

a dover lasciare questo mio corpo,

perché vittima di un' angoscia

che non riesco a controllare.

Fuggo via sempre meno di rado,

tanto da sentirmi molto più

evanescente,

che un essere fatto di carne.

Fuori da quest' involucro

di cui sento solo il

rumore delle ossa,

viene meglio, la carezza

reclamata a gran voce

dalla mia anima irrequieta.

Quel bisogno di urlare

lo percepisco e mi fa disperare;

così torno nel mio corpo

per assovere al mio dovere

di calmare le acque e

la paura di cadere.

Ogni volta è un piano in più

da cui buttar giù

questa carne e queste ossa;

e la sconfitta pesa

a quest' anima indifesa.

Perciò combatto per lei

tenendo dentro la voce,

in modo da non rivelare a nessuno

ciò che torno, ogni volta, a subire.

Ho contato fino a dieci,

poi venti,

poi trenta.

Non so fermarla questa tragedia.

Così attendo in silenzio,

fuori da questo mio essere di carne

e mi fa strano... Essere Umana.

Come il capitano, abbandono questa nave,

per non colare a picco,

in questo mare di tenebre.

Da fuori vedo ancora la fiamma

di una candela accesa.

È una fiamma che batte forte

ma traballa in questa tempesta.

E ancora mi fa strano... Essere Umana.

Mi sento debole, senza più forza.

Affannata e stanca,

cerco disperata, un' altra candela

da accendere in casa,

prima che questa,

troppo flebile e consumata

perda del tutto la sua luce.

Sono creatura del giorno

e al buio non venderò

quest' anima che,

in un involucro di carne ed ossa, dimora.

Che strano... Essere Umana

e dover lasciare questo corpo

per salvare le mie carni

e anche le ossa.

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