8- la Custode dei Segreti

A colazione, quando Martina fa la sua comparsa, nella mensa cala il silenzio. Lei sembra esserci abituata e, tenendo la testa alta, ma le spalle leggermente curve e lo sguardo basso, arriva al loro tavolo e si siede accanto a Cleo.

Talia e Noah la fissano con gli occhi sgranati, ma hanno il buon senso di non dire nulla. Dopo un po' sembrano rendersi conto da soli che non può essere Marta. Non in quel corpo di bambina, non con quello sguardo curioso anche se un po' tormentato.

Il silenzio è seguito da un brusio uniforme che preso cresce di tono, ma non abbastanza per essere scambiato in una normale chiacchiera e tutti gli sgiardi rimangono fissi su Martina. Qualche demone si unisce al loro tavolo per piterla guardare più da vicino.

Cleo lancia loro delle occhiate ammonitrici.

-Oh, non è un problema.- le assicura invece Martina, alzando la testa per piterla guardare in faccia -Sono abituata agli sguardi stupiti e considerando che fino ad ora potevo vedere una decina di persone al massimo, questo mi sembra già un enorme passo avanti.-

Irvan e Mirta si scambiano un'occhiata fugace. Com'è successo la notte prima, quando l'hanno liberata, non possono fare a meno di essere inquieti in presenza di una ragazzina così potente e al momento così allegra.

Meglio allegra che arrabbiata, osserva Irvan.

-Suppongo di sì.- replica Mirta non molto rincuorata.

-Quali sono i programmi di oggi?- chiede Lucy senza nascondere una certa dose di disapprovazione -In quale missione dovremmo rischiare la vita questa volta?-

Nessuno le risponde all'inizio. Si guardano tutti in giro in cerca di Miranda, ma lei non c'è, continua a non farsi vedere. Per quanto a lungo vorrà nascondersi? E perché poi? Non può trattarsi solo di Martina, ha accettato Irina e Marvin, non se l'è presa con la madre e le altre Custodi che l'hanno lasciata rinchiudere in uno specchio, perché dovrebbe essere peggio con Miranda?

-Oh, non credo che un po' di allenamenti ti uccideranno, Lucy.- dice intanto Cleo.

-Allenamenti?- Lucy sbatte le posate sul tavolo e ce le lascia -Non basta tutto quello che passiamo fuori di qui, dobbiamo anche "allenarci"?-

Cleo sembra leggermente turbata dalla sua reazione, ma si sforza di mantenere un tono conciliante. -Non puoi affrontare nessuna missione senza un buon allenamento, non ti si chiede poi così tanto.-

Lucy chiude le mani a pugno.

-Mi si chiede anche troppo.- ribatte con un tono il più calmo possibile, ma con uno sguardo furente -Mi si chiede di combattere una guerra non mia e di affrontare missioni che la maggior parte dei Cercatori qui presenti che hanno lasciato da tempo la Victoria Accademy porterebbero a termine molto più facilmente!-

-Come fai a dire che non è la tua guerra?- replica Noah -È la nostra guerra! Di tutti noi Mezzosangue e di tutte le creature. Se è vero che le Custodi vogliono creare un impero...-

-Creare un impero!- ripete Lucy fulminandolo con lo sguardo -Che paroloni! Chi ci dice che vogliono davvero farlo? Nei fogli che ci ha portato Alya c'è solo scritto che vogliono rivelare agli umani l'esistena del Mondo Nascosto.-

-Per averne il controllo! Ne sarebbero le padrone indiscusse!-

-Più di ora? Se sono davvero le sei persone più potenti al mondo, non lo saranno di più solo perché più gente lo sa. Anzi! Ci saranno più allievi, più persone in grado di padroneggiare gli Elementi.-

Noah annuisce vigorosamente. -E sarà il caos! Credi che gli umani accetteranno tanto facilmente qualcosa che esisteva solo nella loro fantasia, qualcosa che va al di là delle loro leggi fisiche e delle loro convinzioni?-

-Tu parli di guerra Lucy, ma sbagli.- si intromette Cleo -È una causa non una guerra. La guerra è proprio ciò che vogliamo evitare.-

-Allora siete degli illusi.- afferma e tace. Li fissa uno ad uno, con decisione. Irvan si sente rabbrividire. Gli vengono in mente le parole di Amos quando diceva che a volte Lucy fa paura. Dev'essere a questo che si riferiva.

Solo quando Lucy incontra lo sguardo di Talia, e vi legge sostegno, riprende a parlare, guardando Cleo, ma rivolgendosi a tutto.

-Non vogliamo impedire alle Custodi di rivelare il nostro mondo, solo costringerle a rispettare i nostri diritti quando lo faranno, giusto?-

Cleo annuisce, guardinga.

-Vogliamo evitare una guerra tra umani e creature? No. Una tra Custodi e tutti gli altri? No, e sarebbe da stupidi perché le Custodi sono immortali finché tali. Vogliamo evitare una rivolta di Mezzosangue e creature? E perché solo noi? Se le Custodi vorranno passare sopra ai nostri diritti lo faranno comunque, insieme a quelli degli umani! Se invece vorranno rispettarci, lo faranno comunque e il nostro contrubuto serve a poco.-

-Che cosa vuoi dire Lucy?- chiede Cleo -Che mettersi insieme per poter mostrare alle Custodi che siamo importanti nel loro e nostro mondo e che vogliamo pari diritti è inutile solo perché loro sono più potenti e faranno comunque di testa loro? Per anni prima dell'istiuzione dei Portavoce Mezzosangue ci sono stati disordini ed è così che hanno fatto, si sono riuniti e hanno chiesto di essere rappresentati.-

-Non sto dicendo che quello che stiamo facendo sia inutile, ma che io non credo che questo sia il vostro vero scopo.-

-E quale sarebbe?- chiede Noah che per qualche motivo si sente particolarmente coinvolto nella discussione.

Lucy fa una pausa. Riprende fiato.

-Prendere il potere.- afferma poi.

Gli occhi di Cleo si spalancano. C'è sorpresa, dubbio, riluttanza, indignazione, rifiuto, rabbia, incredulità, paura e molto altro.

-Come puoi dire una cosa del genere?- quello di Noah è quasi un ringhio.

-Come puoi essere così ceco!- esclama Talia all'imrpovviso e lui trasale.

-Non vi rendete conto di chi stiamo radunando?- continua Lucy alzandosi in piedi. Per fortuna nella mensa intorno a loro c'è troppo rumore perché qualcuno possa sentirla. -Se il nostro unico scopo fosse riunire i Portavoce Mezzosangue ed spiegare loro ciò che sappiamo ci sono modi più semplici.- zittisce con lo sguardo Cleo che sta per parlare e continua -Non si fidano di te, Cleo o del tuo hotel? Ci credo, ma esistono comunque altri modi.-

-Io non ti seguo!- protesta Noah.

-Tu non mi segui? Chi è che le Custodi temono più di chiunque altro? Voi! Voi Suspirian. Voi che avete trovato il modo di imprigionare la più potente di loro senza che potessero fare nulla. E lei stessa. Se è così forte e...-

-...pericolosa.- conclude Martina stessa, annuendo e senza mostrarsi offesa.

-...pericolosa, perché liberarla? Perché correre questo rischio? Semplice. Perché poi sarebbe stata dalla nostra parte. E quindi contro di loro.-

-Non hai prove di questo.- replica Noah -Noi agiamo per il meglio. Suppliamo alle mancanze delle Custodi, ma non abbiamo mai voluto prenderne il posto.-

-Certo che non ho le prove! Se non l'hai notato, quelli che potrebbero darmi ragione non sono qui. Juliet, la figlia di Xavier, Portavoce degli illuminatori, non è qui. Dæmon, precedente capo della vostra setta, dalla quale si è distaccato, e sua moglie non sono qui.-

-Tre persone! Io non credo a quello che dici. Non credo che tutti i Cercatori in questa stanza vogliano prendere il potere.-

-Forse no. Ma credi che mia madre non ne sarebbe capace?- guarda Irina e Marvin -Diteglielo voi, è anche vostra madre.-

Irina e Marvin rimangono a lungo in silenzio, ma i loro sguardi sono una risposta più chiara di quanto avrebbero potuto mai essere le parole.

Miranda ne sarebbe capace, è un'immagine di lei che le calza a pennello.

Lucy sorride leggermente e sposta lo sguardo su Cleo.

Lei rimane seduta, dritta ma non rigida, alterata ma non arrabbiata.

-Siediti Lucy.- il suo è un ordine.

Non lo ripete e non sposta lo sguardo di un millimetro. Non sbatte nemmeno le palpebre.

Lucy tentenna, come se un peso più forte la schiacciasse. Alla fine si siede, anche se chiaramente controvoglia.

-Non è giusto! Tu-

-Io mi fido di mia madre. Alya è una Custode, pesi che farebbe parte di un piano per togliere il potere a quelle come lei.-

Lucy sembra intenzionata a ribattere, ma poi si limita a sbuffare.

Irina e Marvin rifiutano immediatamente la proposta degli scontri uno contro uno e Irvan capisce che non vogliono rischiare di far scoprire i loro nuovi poteri.

-Allora potreste allenarvi con le rune.- propone Talia andandosi a sedere sulla trave appoggiata al muro, vicino a Cleo e Martina.

-E come? E poi mi sembra che riescano a tutti.- osserva Lucy, di pessimo umore.

-Non sapete nulla delle rune combinate per esempio.- risponde Talia calma -O della traccia che lasciano.-

Irvan, Mirta, Lucy e Noah si scambiano occhiate curiose. Irina e Marvin invece annuiscono e si fanno da parte.

Marvin si siede a terra a gambe incrociata, anche se Irvan è convinto che non ci rimarrà molto; Irina sale direttamente in piedi sulla trave e comincia a fare avanti e indietro provando salti sempre più difficili.

Loro quattro guardano Talia.

-Posso spiegarlo io? Posso spiegarlo io?- chiede allegramente Martina alzando una mano e agitando il braccio come a scuola. Sembra un po' Marvin. Si è alzata in piedi, ma è così minuta che non fa molta differenza.

Talia esita qualche istante, poi annuisce.

Martina sorride esattamente come avrebbe fatto Marvin.

Fa qualche passo avanti e li guarda incerta per qualche secondo.

-Allora... sapete cosa sono le rune, no?- dice, non sapendo da dove cominciare, e aspettando poi che tutti e quattro annuiscano -A volte posso essere usate insieme, specialmente quella delle anomalie.-

-Per "insieme" intendi "nello momento" o qualcos'altro?- chiede Noah.

-Intendo unendo i loro poteri, non solo nello stesso momento.-

-Per esempio?-

-Il più facile è quello delle anomalie e dei passaggi. Voi venite tutti dalla Victoria Academy, il primo giorno vi hanno riunito nella sala riunioni e, una volta smistati, avete attraversato un corridoio per arrivare negli edifici giusti. Un solo, breve, corridoio per attraversare una città così grande!-

-Non ci avevo mai pensato.- ammette Lucy per prima -Vuoi dire che quei corridoi nemmeno esistono?-

Martina scuote la testa. -La runa dei passaggi ti permette di arrivare dove vuoi, quella delle anomalie di creare altri spazi.-

-E come si fa?- chiede Mirta, pimpante.

-È facile, più o meno, basta disegnare le due rune una sopra all'altra, ma con molta precisione e richiede molta energia e concentrazione.-

-Forte!-

-Quali altre combinazioni si possono fare?- domanda Irvan.

-La mia preferita è animalia e occhio sinistro.- esclama Marvin -Se ci entri ti trovi dentro un ricordo.-

-Con l'occhio destro e la runa dei passaggi invece ti ritrovi in un altro posto, uno che vuoi spiare magari, solo che sei come un fantasma, non puoi toccare nulla, attraversi le pareti e puoi capovolgerti; però tutti possono vederti.- interviene Irina facendo ogni tanto delle pause per fare delle capriole in aria e riatterrare in perfetto equilibrio sulla trave.

-Ma nemmeno possono farti male- osserva Marvin -perché non sei veramente lì.-

-Questa mi piace.- afferma Noah.

-Certo che ti piace!- replica Marvin -È una delle più utili. Il vantaggio sul normale occhio è che ti puoi nascondere. Io la usavo per spiare nel bagno delle ragazze.-

Irina cade dalla trave.

-Non spiavo te.-

-Immagino.- borbotta lei salendo di nuovo sulla trave.

-Passaggio e occhio sinistro?- chiede Lucy.

-Alleghi al passaggio il ricordo di qualcuno e di qualche posto. Serve per spedire chi vuoi tu dove vuoi tu.- risponde Talia.

-Marta una volta l'ha usata con me, per farmi arrivare nel suo studio.- racconta Mirta -Se ti sposti ti segue, ma se continui a guardarla non si sposta, un po' come gli angeli.-

-Invece se a qualsiasi runa aggiunge quella dei nascondigli rendi le rune invisibili,- continua Martina -a meno che non le individui prima con la coda dell'occhio e poi non distogli lo sguardo.-

-Con la runa del blocco ci sono combinazioni?- domanda Irvan -Insomma, quella già funziona sulle tre.-

-No, combinazioni con altre no, ma con se stessa sì.- risponde Talia -La runa di chiusura è già una combinazione.-

-La traccia invece come funziona?-

Talua fa per parlare, ma Martina la precede.

-Tutte le rune lasciano una traccia, però solo alcune possono essere indicative. La runa delle anomalie, per esempio, la lascia finché è attiva, ma solo lì dove si trova. Se ne apro una sul muro, per esempio, e poi la chiudo, la traccia scompare. Lo stesso vale per quella di blocco, di chiusura e quella da nascondiglio. La lasciano quelle dei passaggi e da spia. E combinazioni. La traccia può essere seguita. Nel caso di un passaggio puoi sapere dove è arrivato chi cerchi, nel caso dell'occhio destro puoi sapere chi è che l'ha usata. La distanza non conta.-

-E come si fa a seguirla?-

-Gli umani non possono farlo. E nemmeno molte creature. Solo segugi e licantropi ne sono capaci. Con la differenza che i licantropi devono inbattersi nella traccia, i segugi percepiscono ciò che cercano anche se sono dall'altra parte del mondo. Per questo le Custodi li tengono con loro.-

Irvan ripensa a quando, a casa di Astrid, si sono precipitati da Jared con un passaggio e subito dopo le Custodi sono arrivate.

-Ma allora- osserva ad un certo punto -quando eravamo nell'area camper con Lisandro e Derek ha usato una runa per portarci a casa sua, perché non ci hanno seguito?-

Si chiede come abbia fatto a non pensarci mai prima, a non pensarci in quel momento.

-Derek è andato per ultimo- spiega Talia, l'unica ad essere rimasta lì e quindi ad averlo visto -prima di saltare ha spostato la runa sulla propria mano, così l'ha portata con sé e nessuno ha potuto rintracciarla, immagino gliel'avesse detto la Cooper. Per questo Dafne è riuscita ad arrivare sul posto, ma non a sapere dove eravamo andati.-

-Geniale.- commenta Marvin -Io non ci avrei mai pensato.-

-E ci devono aver trovati nello stesso modo.- continua Talia -Oscar e Chiara devono essere scappati dalla Victoria Academy usando delle rune.-

Irvan annusce.

-Anche i normali incantesimi lasciano una traccia, vero?-

-Sì, ma solo quelle che persistono sono seguibili.- replica Martina -Se sei del Fuoco e ne accendi uno un segugio potrebbe trovarti, ma non se è lontano e quando lo spegni la traccia sparisce. La traccia di quasi tutti gli incantesimi dura pochi secondi. L'ipnosi dell'Acqua, invece, è rintracciabile per esempio.-

Irvan si sente assalire da una strana vertigine, qualcosa che gli parte dallo stomaco e che, nonostante duri solo pochi secondi, sembra propagarsi per un tempo lunghissimo.

Quando si guarda di nuovo intorno incrocia lo sguardo della sorella. Mirta si tiene una mano sullo stomaco e l'altra sulla testa.

Sposta gli occhi su Irina e Marvin. Hanno entrambi cambiato posizione: Irina si trova in piedi a pochi passi dalla trave e Marvin dalla parte opposta dell'attrezzo rispetto a dov'era pochi secondi fa.

Anche loro si stanno fissando, così intensamente che Irvan non riesce a decifrare i loro sguardi.

-E non c'è qualcosa che possa cancellarla?- chiede Lucy, come se niente fosse.

-No.- risponde Irina appoggiando le mani sulla trave e sollevando lentamente le gambe fino a rimanere perfettamente verticale.

-Sì.- la contraddice Martina. -Io. È un mio potere. Posso annullare incantesimi così come cancellarne solo la traccia.- si rabbuia -Sono la fine, come sempre.-

-Oh, non dire così.- interviene Cleo -Sono sicura che...- si interrompe. Rimane immobile per qualche secondo, poi punta la testa verso il pavimento, concentrata, come in ascolto.

Irina scende dalla verticale senza fare rumore e si acquatta sulla trave per avere la testa allo stesso livello di quella di Cleo, che però sta seduta.

-Cosa c'è?- chiede invece Marvin, ad alta voce, scattando in piedi.

Cleo solleva una mano nella sua direzione, zittendolo.

-Sento...- mormora infine -percepisco... un'energia.-

-Con tutti gli Allievi che ci sono qui.- commenta Marvin sedendosi di nuovo per terra.

-No, questa è...- Cleo sembra in trance -...non è possibile...-

-Io non sento niente.- afferma Martina e la sua voce suona acuta, anche se non era sua intenzione.

-Non la sentivo da... anni.-

-Cosa?- chiede Mirta.

Cleo si riscuote. -C'è qualcuno di sotto!- dichiara balzando in piedi e dirigendosi verso l'uscita della parlestra.

Gli altri la seguono.

-Chi?- insiste Mirta cirrendole dietro.

-Qualcuno...- Cleo si affretta a scendere le scale -...che non dovrebbe essere qui!- taglia corto imboccando uno dei corridoi esterni.

La luce di mezzogiorno rende quasi accecanti i corridoi bianchi.

-Dove stai andando?- chiede Irina.

Cleo si ferma, ma il suo sguardo continua ad spostarsi inquieto senza posarsi su nulla, come se volesse vedere oltre le pareti, alla fine dei corridoi curvi e attraverso il pavimento.

-Non lo so.- soffia dopo qualche secondo -Lo sento, è qui! Da qualche parte.- gira su se stessa guardando in ogni direzione. -Dividiamoci: Martina, Lucy, Talia e Noah, voi scendete di sotto, è lì che l'ho sentito prima; Irina, Marvin, Mirta, Irvan, venite con me.-

-Non vi sembrano un po' squilibrate come squadre commenta Noah seguendo Talia che sta già tornando alle scale.

-No.- risponde Martina alle sue spalle.

I cinque rimasti aspettano qualche secondo, finché i passi degli altri non si fanno indistinti.

-Di qua.- dice Cleo accompagnando le parole con un gesto del braccio e precedendo gli altri.

Continuano a percorrere corridoi per un tempo indefinito, ma con ansia crescente.

-Ma quanto è grande questo posto?- ansima Marvin e la voce gli esce molto più bassa del solito.

-Può accogliere gente quanto un piccolo paese, è normale che sia grande!- commenta Irina e anche la sua voce suona molto più flebile del solito.

Cleo si ferma di botto, guardandoli accigliata e poi fermandosi in ascolto.

-Sentite niente?-

-No.- risponde Marvin -Ma di solito dopo questo dicono sempre "appunto" o "il silenzio".-

-È vero.- osserva Irvan cercando di non lasciarsi distrarre dalla propria voce troppo bassa -Com'è possibile?-

Cleo non sembra neanche averlo sentito, ma risponde: -Impedire all'aria di vibrare per produrre suoni è un potere dell'Aria.-

Irvan sente il battito del proprio cuore accelerare.

-si sta muovendo- sussurra Cleo, sembra ipnotizzata. Scuote leggermente la testa e si guarda intorno. -Voi quattro continuate lungo il corridoio e dividetevi ancora alla prima svolta. Irvan, Mirta, voi andate verso il centro di Kalia; Irina Marvin, voi pattugliate il perimetro esterno tenendo d'occhio tutte le scale. Se incontrate qualcuno dite solo che da qualche parte c'è un intruso.-

-E tu?- chiede Mirta.

-Io... continuerò a sentire strane presenze e a seguirle.- il tono deciso in cui lo dice riesce a far suonare più convincente una frase del genere. -Correte!-

Come riscossi da un torpore, tutti e cinque si rianimano e riprendono a correre.

Non incontrano nessuno.

-Prima...- ansima Irina ad un certo punto -...prima che Cleo sentisse... questo intruso... il tempo si è fermato... e non siamo stati noi!-

-È rimasto tutto immobile per un sacco di tempo!- aggiunge Marvin -Anche se non sono sicuro di piterlo dire visto che il tempo era fermo.- osserva poi, rivolto più a se stesso.

Inciociano un corridoio che porta verso l'interno.

Irina e Marvin continuano a correre rasenti alla vetrata, Irvan e Mirta invece lo imboccano.

Vanno sempre dritto e si fermano solo quando si imbattono Jordan, il drago dorato.

-Jordan c'è...- comincia Mirta, ma poi, guardandolo meglio, si interrompe.

È immobile, come congelato nel bel mezzo di un passo. Guarda davanti a sé, proprio dove ora sono loro, con un sopracciglio alzato.

Mirta gli agita la mano davanti alla faccia, ma non succede niente.

-Che gli hanno fatto?-

-Non lo so.- si affretta a dire Irvan -Ma dovrebbe significare che chiunque è arrivato è passati di qui.-

La tira leggermente per un braccio e riprendono a correre, ma leggermente più piano.

-Irvan, quello non è un pitere dell'Aria. Al massimo della Terra. Neanche. Quando Derek ha pietrificato quei draghi, sono diventati grigi.- osserva Mirta fermandosi.

Irvan si limita ad annuire. Non è il mimento per le congetture.

Segue lo sguardo di Jordan.

-Di qua.- indica con la testa la fine del corridoio.

Riprendono a correre e si imbattono in qualche altro Cercatore congelato.

Quando il corridoio finisce, si guardano intorno senza sapere cosa fare.

-Entriamo.- propone Mirta aprendo la porta scorrevole che hanno davanti.

Si trovano in una stanza circolare illumunata dai raggi del sole che filtrano dal soffitto trasparente.

Al centro, immobile e autoritario come sempre, c'è Gabriæl

-Siamo al centro di Kalia, da che parte andiamo ora?- sbotta Mirta guardandosi intorno e fissando, una dopo l'altra le sei porte scorrevoli che danno su sei corridoi diversi.

-Andando a caso perderemo solo tempo!-

Irvan la ascolta solo in parte.

Sta guardando Gabriæl, rapito.

Ha la netta impressione che l'angelo lo stia guardando, anche se sa bene che è un dormiente.

L'ultima volta che lo ha visto così da vicino aveva ancora Marvin in corpo. E il sui cadavere accanto.

Dei flash si susseguono nella sua testa.

-L'infermeria.-

-Cosa?- fa Mirta.

-L'infermeria. È lì che dobbiamo andare.- siega sbrigativamente uscendo dalla porta difronte all'angelo e percorrendo a passi rapidi il corridoio.

-Perché in infermeria?- insiste Mirta.

-Perché è lì che...-

Non conclude la frase.

Qualcosa lo colpisce in pieno petto facendolo cadere a terra con il fiato mozzo.

Ansiamando, si volta su un fianco per poter vedere il suo aggressore.

A metà del corridoio c'è un ragazzo accucciato, con le mani a terra. Il cappuccio delle tuta marrone gli copre il viso.

Tutti e tre restano immobili per qualche secondo. Il ragazzo solleva leggermente la testa per poterli vede, ma il suo volto rimane in ombra.

Porta i guanti. Che sia un'Ombra? Oscar? No, da escludere.

Con movimenti lenti Irvan si rimette in piedi.

Il ragazzo traccia due cerchi per terra, poi li spinge in avanti. Le runa scivolano sul pavimento ad una velocità sorprendente.

Irvan ha la prontezza di spostarsi di lato e afferrare Mirta strattonandola verso di sé, in modo che la runa non la imprigioni.

Il ragazzo intanto traccia dei cerchi per aria.

Questa volta le due rune rimangono sopese davanti a lui che le afferra come fossero piccoli hula hoop.

Mirta, tu trattienilo, io cerco di passare oltre.

-Come?- la sorella sembra stordita.

È soltanto un diversivo, non può essere solo.

-Io...-

Mirta che ti prende?

Il cantatto si interrompe.

Il ragazzo lancia contro di loro una delle rune.

Irvan incrocia le braccia davanti a sé creando uno scudo.

La runa rimbalza e torna indietro.

Il ragazzo lancia l'altra prima ancora di recuperare la prima.

La seconda colpisce di nuovo lo scudo e schizza verso l'alto, alle loro spalle, e subito torna indietro per colpirli alla schiena.

Irvan mantiene il primo scudo con una mano sola e si sposta di profilo per crearne uno nuovo con l'altra.

Il ragazzo intanto ha creato altre rune e continua a lanciarle e a riprenderle con la maestria di un giocoliere.

Gli scudi di Irvan reggono, ma cominciano a creparsi.

Lui si inginocchia a terra per potersi coprire meglio.

È schiena contro schiena con Mirta.

-Vuoi fare qualcosa?-

-Ci sto provando! Posso solo creare illusioni e quelle non gli fanno nulla!-

-Accidenti!-

Irvan sente le proprie braccia cominciare a perdere sensibilità.

Uno degli scudi si infrange come vetro e le schegge spariscono con degli scintillii.

Ne crea un altro, più grande ma più sottile.

I copi si interrompono.

Irvan spinge lo sguardo oltre la luce ondeggiante dei propri scudi.

Il ragazzo ha posato le rune a terra e ora le spinge con forza.

Quelle scorrono sul pavimento e si posizionano in cerchio intorno a loro.

Seguono lunghi istanti di inattività.

Irvan si alza con circospezione, ma non abbassa gli scudi.

Va verso il cerchio di rune di blocco, ma scopre di non poterlo attraversare. Ad ogni runa cprrisponde una sbarra invisibile grossa quanto una colonna.

Se non vi fosse chiuso dentro, Irvan potrebbe anche apprezzare l'idea.

-Io cerco di fargli credere che ci siamo liberati e lo stiamo attaccando e l'illusione funziona, ma lui non reagisce!-

Ve bene, lascia perdere.

Riassorbe gli scudi per risparmiare le energie.

Lo spazio tra le rune è troppo stretto per poterci passare in mezzo. Se al loro posto ci fosse il ragazzo potrebbe farci passare delle rune, ma lui è abbastanza sicuro di non saperne creare di così potenti.

Solleva davanti a sé una mano a coppa, le dita separate e rivolte verso l'alto.

Dai polpastrelli partono delle.scontille che si congiungono a qualche centimetro dal palmo formando una piccola luce.

È energia, forse può usarla come arma.

Porta il braccio indietro, poi lancia la piccola stella.

Quella sfreccia fino al ragazzo, ad una velocità tale da risultare a mala pena visibile.

Lo colpisce in pieno petto, ma lui non si muove. Il suo torace sembra assorbirla.

Irvan spalanca gli occhi.

Sente ancora che la luce c'è, percepisce chiaramente l'energia che sta usando per mantenerla.

La richiama a sé. La piccola stella riemerge dal petto del ragazzo come da un laghetto dall'acqua torbida e torna a posarsi sul palmo della sua mano.

Irvan si concentra.

Irina, Marvin, potete sentirmi?

-Sì fratello!-

-Irvan, tutto bene?-

No Irina, siamo bloccati poco fuori dalla stanza di Gabriel, nel corridoio per arrivare all'infermeria.

-Okay, prendete tempo, stiamo arrivando con i rinforzi.-

Scioglie il contatto con Irina e Marvin.

Mirta, hai sentito?

Lei annuisce leggermente.

Porta una mano dietro la schiena, chiusa a pugno.

-Perché lo stai facendo?- chiede poi fissando il ragazzo come se potesse vedere oltre il cappuccio.

Irvan intanto torna a concentrarsi per tentare di capire dove sono di preciso Irina e Marvin.

-Non ti riguarda.- risponde lui dopo qualche secondo, con voce chiaramente alterata.

-Sì, invece! Stai solo complicando tutto! Chi ti ha detto dove eravamo?-

-Non ti riguarda.- ripete lui.

-Stai sbagliando. State sbagliando. Nessuno farà del male a Hope, Drake!-

Il ragazzo si irrigidisce.

-Come...-

-Te l'avevo detto, la nostra collaborazione in cambio della vostra incolumità. E ora avete trovato il Rifugio, non vi permetteranno di andare via.-

Il pugno che Mirta tiene dietro la schiena scintilla leggermente. Una minuscola luce scivola tra le sue dita fino a terra, striscia sul pavimento.

-Tu non capisci!- esplode Drake e ora che la sua voce non è più contraffatta dal suo potere è perfettamente riconoscibile -Hope è mia sorella! Tu parli di incolumità mentre lei è ancora in infermeria?-

-Come fai a saperlo?- non riesce a trattenersi dal chiedere Irvan, ma Drake lo ignora. Lui e Mirta continuano a fissarsi.

La piccola luce di Mirta è arrivata oltre le rune di blocco che formano la loro gabbia; si fa improvvisamente scusa e oleosa e comincia a strisciare lasciando una scia scura intorno alle colonne invisibili.

Irvan deve trattenere un sorriso.

-Non dipende da noi!- replica intanto Mirta -Lei non si è ripresa, non possono curarla. Sta facendo tutto da sola.-

-Non mi interessa, sono mesi che è chiusa qui dentro!- ringhia lui -Tu faresti lo stesso se si trattasse di Irvan.-

Mirta apre leggermente la bocca, ma non sa cosa rispondere.

Irvan vede emozioni potenti agitarsi nella sua aura e ne sente i sapori in bocca. Sente di conoscerle, ma di non poter dare loro un nome.

Sente Irina e Marvin avvicinarsi, ormai li separano pochi corridoi.

-Lei è al sicuro.- la luce scura e oleosa ha quasi finito il giro. -Vattene finché sei in tempo Drake!-

-NO!-

Il cerchio nero tracciato intorno alle rune di blocco si completa e quelle si annullano.

Mirta scatta in avanti, verso Drake.

Lui scarta di lato e imbocca il primo corridoio sulla destra.

Irvan si riscuote e corre dietro ai due.

Si rende conto di dove stanno andando quando ormai sono troppo vicini.

Davanti alla porta spalancata dell'infermeria ci sono Cleo e una donna incappucciata.

Deve essere Devonne.

Ai piedi della porta c'è un medico svenuto. Drake passa tra la madre e Cleo, scavalca l'uomo ed entra nell'infermeria.

Devonne si difende da Cleo usando le rune con la stessa maestria del figlio, se non superiore.

-Irvan, Mirta!- esclama vedendoli e tanto basta a farla distrarre. Una runa scivola sul pavimento e la imprigiona. Lei ansima e cerca di usare i propri poteri per liberarsi, ma è troppo stanca.

Drake ricompare sulla soglia, il cappuccio ancora calato sul viso, e Hope tra le braccia.

-Presto andiamo.- dice alla madre, la voce di nuovo distorta.

-No!- esclama Irvan. Si concentra sul pavimento e fa in modo che si sollevi fino a creare delle barriere in mezzo ai corridoi.

Una forza si oppone però alla sua.

Si volta verso Mirta fissandola con gli occhi sgranati.

-Lasciali andare.- lo supplica.

Devonne intanto arriva accanto al figlio e gli posa una mano sulla spalla.

Irvan sente di nuovo una strana vertigine.

Sbatte violentemente le palpebre.

Un attimo prima Devonne e Drake sono sulla porta dell'infermeria, quello dopo a qualche metro dietro di loro. Marvin sta lottando in un corpo a corpo con Drake, Irina intenta a trattenere Devonne e a tenerla lontana dal figlio, Hope stesa a terra.

Da lontano si sentono dei passi risuonare nel corridoio. I rinforzi stanno arrivando.

-Lasciateli andare!- strilla Mirta scattando verso di loro.

Irvan l'afferra per le braccia e la trattiene.

-Irina! Marvin! Lasciateli! Andate via!-

-Non mi muovo senza Hope.- ringhia Drake scrollandosi Marvin di dosso e andando verso la sorella. L'attimo dopo però Marvin gli è di nuovo addosso.

I passi si avvicinano.

Hope sussulta respirando all'improvviso come se avesse trattenuto il fiato per minuti interi, spalanca gli occhi e scatta a sedere.

-Hope!-

Lei si guarda intorno, poi scuote la testa.

-No, andatevene! Non pensate a me!- ordina al fratello e alla madre.

-No!- urla Drake.

Lei si rivolge alla madre.

-Vi prego, andate!- insiste, poi sparisce.

Tutti rimangono immobili per qualche secondo, ma è più che sufficiente.

Un battito di ciglia. E Drake e Devonne non ci sono più.

L'attimo dopo nel corridoio si riversano una ventina di Cercatori.

Qualcuno libera Cleo.

-Che succede qui?- la voce di Miranda sovrasta le altre e tutti tacciono. Lei si fa avanti e fulmina con lo sguardo prima i figli, poi Irvan e Mirta.

-Lascia stare loro.- dice Cleo mettendosi davanti ai quattro, faccia a faccia con la zia.

-Ma...- comincia Irvan.

-Zitto. Andate in camera vostra. Tutti e quattro.- ordina -Ora.- aggiunge non vedendoli muoversi.

Tutti e quattro si scambiano rapide occhiate, poi si fanno largo tra i Cercatori per tornare alle loro stanze.

Nella testa di tutti e quattro frullano così tante domande che mettere ordine è impossibile e nessuno parla.

Quando arrivano nella loro camera non trovano nessuno, nemmeno Isidoro.

Marvin si va a sedere imbronciato sul divano e Irina gli si sistema accanto, con le gambe lunghe e la testa appoggiata alla spalla del fratello.

Irvan si lascia cadere sul proprio letto e dopo un po' sente Mirta accucciarglisi accanto.

Nessuno dice nulla.

Il silenzio è quasi peggiore della confusione di pochi secondi prima.

Irvan si sente la testa scoppiare.

Qualcosa di non suo si fa strada tra gli altri pensiero portando una calma forzata nella sua mente.

Le palpebre gli si chiudono e lui si ritrova altrove.

Ci mette qualche secondo a riconoscere la casa di Drake.

Lui e la madre appaiono praticamente dal nulla. Devonne tiene stretto un braccio del figlio che subito si libera dalla sua presa e sferra un calcio al divano.

–Perché?– grida –Ce l'avevamo quasi fatta! Perché ci hai portati via?–

–Non ce l'avevamo quasi fatta Drake! Hope è sparita, e se anche non l'avesse fatto Irina e Marvin ci avrebbero fermato.–

–Non può essere sparita! Non può neanche essersi resa invisibile, lei non è un'allieva dell'Aria. Chissà cosa le hanno fatto!–

–Oh, Drake, lo ha scelto lei.–

–Non mi importa. Hope è altruista, è normale che abbia scelto di farsi da parte per lasciare che ci salvassimo. Di nuovo! Ce la potevamo...–

–No. Drake, come devo dirtelo, non puoi cambiare il futuro.–

–Perché? Perché non posso?–

Uno strano sorriso si dipinge sul volto di Devonne e i suoi occhi si riempono di lacrime. –Non puoi cambiare il futuro perché è già scritto che proverai a farlo.–

Drake emette un verso rabbioso e sferra un pugno contro il muro. –Questo è quello che dice Seth.–

–Dovresti imparare ad ascoltarlo!–

–Perché dovrei dare ascolto ad un uomo che pretende che lo consideri un padre quando non lo è?–

–Questo... questo non c'era niente! È importante per lui, è normale che desideri farvi da padre visto che non ne avete mai avuto uno.–

–Nostro padre è morto in guerra, c'è un buon motivo per cui non è qui.–

Devonne stringe le mani a pugno con un gesto spasmodico. –Non parlare di cose che non sai e non cambiare discorso!–

–Io non mi sono mai fidato di Seth, e lo sai! Ma non ho mai detto nulla perché sapevo che lui ti rendeva felice!–

–Non parlarmi in questo tono!– lo rimprovera lei, alterata –Sono tua madre!–

–Se state insieme mi sta bene, ma non chiedermi di dargli ascolto!–

Il volto di Devonne si riga di lacrime grosse e calde che lei non fa nulla per fermarle. Questo sembra smuovere Drake. Abbassa lo sguardo con aria colpevole.

–Scusami. È solo che...–

Ma Devonne sparisce. Come se fosse stata cancellata da un momento all'altro. Drake non sembra stupirsi. Si lascia cadere sul divano.

La visione segue Devonne altrove, sicuramente molto distante da casa sua.

Irvan si guarda intorno.

Si trova nella biblioteca più bella e più antica che abbia mai visto. Le pareti sono alte, come quelle dell'edificio della Morte della Victoria Academy da quello che ha visto nei ricordi di Mirta, ma qualcosa gli dice che non si trova affatto a Victoria. Gli scaffali sono moltissimi, in legno scuro con venature dorate, chiusi da vetri scorrevoli sui quali sono disegnati arabeschi dorati. Sulla parte più alta ci sono degli animali scolpiti nel legno stesso e che probabilmente contraddistinguono i corridoi. Il tetto è una cupola di vetro colorato. Irvan intuisce che vi sia rappresentato qualcosa, ma lo spicchio che vede è troppo ridotto per poter capire cosa.

Devonne si è appena lasciata alle spalle un grosso portone e si dirige verso il lungo bancone. Dietro, una ragazza è protesta verso un portatile.

Alza immediatamente lo sguardo quando sente qualcuno avvicinarsi.

Gli occhi di due colori diversi si fermano su Devonne e si stringono per metterla a fuoco.

–Buongiorno Devonne.–

Lei si sforza di sorridere e attraversa la stanza in modo da dare le spalle alla ragazza e asciugarsi le lacrime senza essere vista. Non può fare niente, però, per nascondere gli occhi rossi.

–Buongiorno Ilaria. Mi... mi chiedevo se avevi bisogno di aiuto.–

La ragazza sbuffa una risata e si raddrizza. –Quando vieni qui sei sempre tu ad avere bisogno di aiuto.– replica tranquilla mentre si stropiccia gli occhi.

Devonne si gira dandole le spalle e tenendo gli occhi bassi.

Ilaria le fa cenno di venire dietro al bancone con lei.

–Siediti.– le dice dolcemente.Devonne obbedisce silenziosamente tenendosi sul bordo di una sedia.

–Allora, che cosa ti tormenta?– chiede Ilaria appoggiandosi al bancone.

–Io...– comincia Devonne, ma la voce le si incrina e si infrange in un singhiozzo. China ancora di più la testa e i capelli neri le ricadono in avanti coprendole il viso.

La ragazza le porge un fazzoletto.

Irvan la guarda meglio.

Ha un'aria familiare, ma così vagamente che non saprebbe proprio inquadrarla. I capelli sono di rosso fuoco molto scuro, non riesce a capire se è naturale o una tinta.

–Si tratta dei tuoi figli vero?–Devonne annuisce con gli occhi chiusi.

–Come...–

–Come lo so?–

Devonne annuisce di nuovo.

–Non ho figli, ma vedo la tua aura. E ormai conosco per quel sentimento.–

Devonne si alza in piedi, si avvicina al bancone e vi appoggia le mani. Accende una lampada da scrivania e la luce la colpisce in pieno viso accentuandone il pallore. Ilaria invece quasi brilla.

–Seth... li ha visti. Li ha visti...– prende fiato –morire.–

Ilaria spalanca per un momento gli occhi.

–Oh no.– mormora –Quando?–

–Lui lo sa da parecchio credo, ma me l'ha detto solo di recente.–

–Mi...– sta per dire "mi dispiace", ma si ferma. Al momento sembra la cosa più sbagliata e inutile da dire. –Vorrei dirti che capisco, ma non posso.– ammette. Devonne spegne la lampada.

–I genitori non dovrebbero sopravvivere ai figli.–

–Sei un'immortale. È una condanna che hai firmato molto tempo fa. Sopravvivere a chiunque tu possa amare. Non vale solo per i figli, anche se loro sono la perdita più dolorosa.–

–Io... non so cosa fare. Più sono protettiva e più mi sfuggono. Più ho paura di perderli e più si allontanano. Voglio tenerli al sicuro anche se so che qualunque cosa faccio sarà quella che li porterà alla morte. Non importa cosa decido, sarà sempre sbagliato, perché è già scritto che sarà così.–

–Questa è una legge che fa sentire spesso in trappola. Per questo il dono di conoscere il futuro è dato a pochi. E per questo per quei pochi è un peso troppo grande da portare da soli.–

Devonne si volta.

–Che cosa vuoi dire?–

–Molto. E nulla. Molte cose stanno per accadere. E molte altre per non accadere mai.–

Devonne alza gli occhi al cielo, frustrata. –Ti prego non parlare per enigmi!–

–Non posso farne a meno. Il futuro è troppo nascosto per essere chiaro. E il passato è troppo chiaro per essere nascosto. Ricordalo, mentre vivi il presente.–

–Tu parli del Tempo! Ho già sentito queste parole.–

–Ci sono molte cose che tutti noi abbiamo già sentito, ma che o non ricordiamo o lo facciamo troppo tardi. Anche io. Non ho mai avuto buona memoria, ma è utile quando vuoi che certe cose rimangano segrete, perché se non puoi accedere a certe parti della tua mente, non ne sono in grado neanche gli altri, possono solo tentare di farti ricordare.–

Devonne le rivolge uno strano sorriso, per un attimo a disagio. Poi si avvicina ancora di più ad Ilaria. –Ti prego, aiutami. Aiutami a salvarli.–

Ilaria sospira pazientemente. –Non c'è nulla che io possa fare. Sono impotente quanto te difronte al futuro. Nessuno può cambiarlo. Conoscerlo è solo un'informazione che bisogna sapere sfruttare.–

–Non è vero! Lui ne è capace. Può cambiare il futuro!–

–Per questo che è essenziale che resti neutrale difronte a qualsiasi evento. Il suo intervento potrebbe stravolgere la Storia e con essa il mondo come lo conosciamo, o meglio, come lo conosceremo.–

–Cosa può esserci di male nel cambiare ciò che deve ancora accadere? Se ha questo potere, questa possibilità, perché non lo sfrutta? Potrebbe salvare tante vite e impedire guerre e...–

–Avrebbe potuto cambiare anche il passato se è per questo. E riesci ad immaginare cosa sarebbe successo? Potremmo non essere mai nati, nessuno di noi. Io e te potremmo non essere qui a parlare. E i due ragazzi per cui ora soffri tanto potrebbero non essere mai esistiti.–

–Ma il futuro...–

–Devonne... tu parli così perché puoi vivere solo nel presente. Ma lui... lui è il passato, il presente e il futuro. Vive tutti e tre contemporaneamente. Il suo modo di vederli è diverso dal nostro. Noi non possiamo comprenderlo. Ciò che tu chiami futuro, nella sua mente è già successo, è già consolidato. Ai tuoi occhi il futuro non è ancora reale, ma, se ci pensi, non è più concentro del passato.–

Devonne scuote la testa, incapace di comprendere, incapace di accettare ciò che le viene detto.

–Lui conosce già chi verrà dopo di noi Devonne, intervenire sul corso della Storia, vorrebbe dire scegliere tra chi c'è oggi e chi ci sarà. Quelli che moriranno, avranno comunque avuto la loro possibilità di vivere. Vuoi forse privare qualcun altro, seppur futuro, di fare lo stesso?–

Devonne si alza di nuovo in piedi. Si copre il viso con una mano.Ilaria le offre un pacchetto di fazzoletti, ma lei lo ignora, abbassando la mano.

–Come faccio... come faccio ad essere imparziale quando si tratta dei miei figli? Come faccio, quando so che esiste il modo di salvarli?–

Ilaria fa per parlare di nuovo, ma Devonne non le lascia tempo. –Tutto ciò che hai detto... credi che non lo sappia? Lo sento gravare su di me ogni giorno. Percepisco tutto ciò di cui tu parli e, credimi, è molto più complicato di come lo racconti.–

–A volte sentirsi ripetere certe cose aiuta.–Un singulto scuote Devonne.–Tu hai molta più influenza su di lui di quanto ne abbia mai avuta io.– continua Ilaria.

–Lo so.– sussurra –Lo so!– ripete, questa volta gridando –E lo sa anche lui. Sa che potrei farlo io. Potrei salvarli io. Ma me lo impedisce!–

–Lui sa meglio di tutti cosa è giusto.–

Devonne si lascia cadere a terra, di nuovo.Ilaria punta le mani sui braccioli per alzarsi, ma Devonne scuote la testa e lei si ferma.

–Io non capisco.– geme.

–Forse io parlo per enigmi,–

–Tu lo conosci meglio di me, che cosa ha in mente?–

–Forse io parlo per enigmi,– ripete Ilaria –ma lui è un enigma.–

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