6- la Prigione degli Specchi
-Quel ragazzo è impossibile!- sbotta Alya infilando in una borsa quello che sembra un registro.
-Chi?- chiede Mirta con fin troppo interesse.
-Drake!- risponde come se fosse scontato, come se non potesse parlare di nessun altro.
-Drake? Perché?-
Alya scuote leggermente la testa.
-Crede di sapere tutto e quello che non sa si rifiuta di impararlo.-
Mirta alza e abbassa le sopracciglia, ammiccando, come a dichiararsi d'accordo con la prima affermazione di Alya. Non sembra voler approfondire, anche se Irvan, dentro di sé, sente chiaramente la curiosità della sorella.
-Cos'è che si rifiuta di imparare?- chiede.
-Tutto ciò che mi riguarda!- esclama Alya contrariata mentre scuote la testa e facendo oscillare il ciuffo di capelli biondissimi, quasi bianchi, che le ricade spesso davanti all'occhio sinistro. Le tre trecce in cui ha legato i capelli invece, rimangono strette nella strana acconciatura che ha sulla testa. -Tutto ciò che riguarda l'Aria e le sue Arti. Finché si tratta di materie teoriche o comunque abbastanza "normali" non ha problemi, quando si arriva alle rune è il primo della classe, ma non c'è verso di fargli praticare le arti. Volevo fargli recuperare gli anni persi in questo poco tempo prima della scuola. Essendo chiaramente molto dotato, credevo non avesse problemi, ma si rifiuta di collaborare. Vorrei sapere chi gli ha messo in testa quelle strane idee sull'apprendere le Arti.-
-Dev'essere stata Devonne.- commenta Irvan, in tono che implica che per lui la questione può finire lì, ma Alya se ne accorge appena.
-Non mi sorprende che lei sia guardinga, ma lui è ottuso! Oggi poi...-
Mirta solleva la testa quasi di scatto, poi distoglie lo sguardo.
-Cos'ha fatto oggi?-
-Niente! È scomparso.-
Mirta e Irvan si voltano immediatamente l'uno verso l'altra.
Alya si zittisce e li guarda.
-Cosa sapete voi che io non so?- li incalza.
-Niente!- esclamano entrambi in coro.
Irina e Marvin, seduti poco più in là, scoppiano a ridere.
Alya non stacca gli occhi da Irvan e Mirta. Improvvisamente diventa più giovane, forse più di loro.
-Cosa sapete di Drake?- chiede di nuovo, questa volta con un tono diverso, come se fosse solo sinceramente curiosa.
Irina si ricompone, ma Marvin sembra irrefrenabile.
-Niente.- ripete Mirta tenendo a propria lo sguardo fisso negli occhi di Alya.
-E dai!- fa invece lei, che ora ha l'aspetto di una bambina di neanche sei anni che deve allungare il collo per guardare sopra al tavolo.
-La bambina non ti è mai venuta bene, Alya, sei tagliata per fare la vecchia.- commenta gelida e sbrigativa la voce di Miranda.
Finalmente anche Marvin si zittisce e tutti si voltano a guardarla.
Alya torna al suo aspetto si sessantenne.
-Voi quattro venite con me.- continua Miranda fissandoli uno per uno e poi uscendo dalla stanza.
Irvan guarda Mirta, ma lei solleva le spalle.
Marvin chiude la fila, le braccia incrociate dietro la testa.
Seguono Miranda fino in una stanza piccola, appartata e illuminata solo da una una luce azzurra che proietta ombre oniriche un po' ovunque.
Irvan si avvicina alla piccola lampada a forma di bolla che è posata su un tavolino.
Marvin invece si lascia cadere pesantemente su una poltrona mentre Irina si appollaia sul bracciolo.
Mirta è accanto a lui, non ha bisogna di voltarsi per percepire la sua presenza.
-Volevi parlarci?- domanda Irina, studiando attentamente la madre.
Miranda si rifugia in un angolo buio, appoggiandosi ad un mobile completamente ingombro di soprammobili impolverati.
-Sì.- si limita a rispondere all'inizio, prendendosi un lungo momento di silenzio prima di continuare -Si tratta di una missione importante che posso affidare solo a voi.- nel suo sguardo c'è un che di velenoso e eccitato che mette paura, come se aspettasse questo momento da molto tempo.
Mirta si sposta alle spalle di Irvan e lui allunga una mano all'indietro cercando quella della sorella che la stringe all'istante.
-Ha a che fare con gli occultatori della setta?- domanda di getto, seguendo l'intuito.
Miranda lo fissa direttamente e lui si costringere a non battere le palpebre e non rabbrividire.
-Sì.- conferma infine.
-E con qualcosa che hanno fatto l'ultima volta.-
Gli occhi neri si fanno taglienti e per una volta sembrano tutt'altro che vuoti.
-Sì.- sibila ancora.
Irvan non distoglie lo sguardo, ma indietreggia leggermente.
-L'ultima volta hanno rubato qualcosa alle Custodi, qualcosa di così potente e pericolosa che le Custodi stesse hanno avuto timore a rivendicare.-
-Un'arma?- chiede Marvin. Irvan è sicuro che l'amico stia pensando ad un qualche tipo di pistola all'avanguardia.
Miranda non risponde.
-E perché dobbiamo recuperarla se non lo hanno fatto loro per tutto questo tempo?- replica invece Irina, parlando più a se stessa che agli altri. A Irvan non sfugge il fatto che abbia chiesto "perché" e non "come".
-Cos'è?- scatta invece Mirta.
-Lo scoprirete.- taglia corto Miranda.
-Fantastico.- sbotta Marvin, ma non protesta.
Miranda comincia a misurare a grandi passi la stanza.
-Sappiamo almeno dov'è?- domanda Irvan, con più calma.
Miranda si ferma nell'ombra.
-Sappiamo che è un'energia potente, così potente che hanno creato una prigione apposta per lei.-
-Ovvero?- Mirta sta praticamente saltellando sul posto, anche se sta bene attenta a restare dietro al fratello.
-Pensaci. Quale prigione potrebbe progettare la setta per una fonte di energia così potente che persino le Custodi hanno paura a rivendicarla nonostante siano molto più deboli senza?-
-Dipende.- comincia Mirta, quasi per sfida. -È un'energia corporea o incorporea?-
Ma la mente di Irvan lavora ormai spedita.
C'è solo un posto nel quartier sotterraneo della setta, così pericoloso e potente da contenere un'energia così forte. Se davvero esiste, perché potrebbe essere anche un'invenzione di Miranda, o una storpiatura della realtà.
-Silver.- mormora Irvan, ma con chiarezza.
Miranda accenna un sorriso e annuisce.
-No.- protesta invece Irina alzandosi in piedi -Quella... prigione è stata pensata per i Cacciatori, sostitusce le persone con i loro riflessi, non può ingabbiare un'energia simile.-
-Irina,- esirdisce Miranda con molta più pazienza di quanta ne abbia dimostrata con Mirta, ma con ben poco di materno. -i Suspirian hanno scoperto quanto potesse essere potente uno specchio del genere solo dopo averlo creato.-
-Creato?- ripete Marvin -Quegli specchi si creano? Credevo... be'... che esistessero in natura.-
-Si creano esattamente come gli angeli.- gli risponde Irina voltando solo la testa senza dare le spalle alla madre -È un potere della Vita.- c'è qualcosa di strano nella sua voce, come se con la mente fosse altrove, nei suoi ricordi.
-E noi- dice intanto Mirta, sarcastica e contrariata -dovremmo intrufolarci nel quartier generale della setta, entrare nella loro prigione, nonostante loro stessi se ne tengano a distanza, e liberare questa energia potentissima non sapendo neanche cosa sia?-
-Hai omesso il viaggio di ritorno con la suddetta arma.- le fa notare Marvin.
Miranda non fa una piega.
-Lucy e Blake vi accompagneranno.-
-Ah, ora sì che sono tranquillo!- commenta Marvin.
-Molto bene.- dice Miranda, e come al solito vuol dire che la questione è chiusa. -Andrete stanotte, quindi è meglio se vi riposate.- gira sui tacchi e se ne va.
Mirta incrocia le braccia al petto e grugnisce in segno di protesta.
-Non è giusto!- geme Marvin -Oggi davano il film "lo squalo".-
Irina sembra improvvisamente felice di avere altri programmi. È solo un attimo, poi assume l'aria di chi in fondo in fondo, avrebbe preferito il film.
-Il problema è un altro.- osserva invece Irvan, la cui mente sta ancora lavorando freneticamente -Come facciamo a tirare fuori l'energia da lì?-
-Quello non è un problema.- risponde invece Irina tranquillamente, facendo un gesto con la mano come ad allontanare quel pensiero.
-La sai lunga sugli specchi, eh?- fa Marvin -C'è qualcosa che dovremmo sapere?- aggiunge con aria maliziosa.
-Solo che gli allievi della Vita lo studiano.- guarda Irvan -Al quinto anno credo.-
Marvin sbuffa deluso.
-Suppongo sia il caso di andare a dormire davvero.- annuncia Irina andando verso la porta.
-Non riuscirò mai a dormire!- protesta il fratello -In un certo senso mi sono svegliato poco fa!-
-Prova con un'illusione del sonno.- propone Irina mentre cammina lungo il corridoio e gli altri la seguono.
-Non mi riescono più gli incantesimi, nel caso non lo avessi notato.-
Irina alza gli occhi al cielo. Marvin è più tagliente del solito.
Forse ci teneva molto a vedersi "lo squalo".
-Potrebbe farlo Mirta.- risponde invece Irina accondiscendente.
-Non lo ha ancora studiato.- ribatte lui prima che Mirta possa dire qualsiasi cosa.
-Se vuoi ti canto una ninna nanna.- si offre Irvan.
Mirta e Irina ridono. Marvin grugnisce, ma sembra divertito anche lui.
Sulle scale che portano al piano di sipra trovano Lucy e Blake.
Irvan si blocca prima ancora di rendersene conto.
-È ingiusto!- sta dicendo Lucy che non si è ancora accorta di loro. -Perché sempre noi? Alcuni dei tuoi fratelli se ne stanno qui a fare quello che vogliono da mesi, noi...-
-Noi siamo i migliori.- risponde Blake facendo un cenno di saluto a loro quattro.
Mirta guarda Irvan e lui si smuove.
Stavano solo parlando della missione.
Si concentra sulla propria respirazione.
Rimane infondo al gruppo e riesce a sentire le ultime parole dei due demoni.
-Sai che fine ha fatto Amos?- chiede Blake -È da ieri che non lo vedo.-
-Ho sentito Cleo dire che ha riportata quell'illuminatrice, Juliet, in città.-
-Non è pericoloso? Viglio dire, non ha fatto che strepitare tutto il tempo, non andrà a dire in giro quello che sa?-
-Un allievo del Fuoco le ha stravolto la memoria. Cleo non ne sembrava affatto felice, anche se sta bene.-
Le voci si fanno troppo distanti e indistinte per ascoltare.
Hanno allontanato Juliet. Mentre entra in camera e si chiude la porta alle spalle si ricorda che lei era una di quelle persone che rientravano nel loro patto con i Cercatori.
Cosa le avrebbero fatto se non vi fosse rientrata? E sopratutto... perché? Cos'è che non doveva far sapere, se i Cercatori hanno davvero buone intenzioni come affermano?
Mentre si stende sul letto, completamente vestito, pensa ai suoi genitori. Sono ancora lì, da qualche parte, o hanno allontanato anche loro? Perché?
Aiutandosi solo con le punte dei piedi si sfila le converse bianche con la punta nera e le lascia cadere accanto al letto.
Sente soffiare e poco dopo Isidoro salta su e si stende di fianco a lui.
-Irvan?-
-Sì, Marvin?-
-Ti eri offerto di cantare una ninna nanna.-
Il tono di Marvin è così serio che per un attimo Irvan prende davvero in considerazione di mettersi a cantare. Nessuna ninna nanna, però, gli viene in mente.
Si limita ad accarezzare distrattamente Isidoro.
All'improvviso si sente invadere da una forte sonnolenza. Chiude gli occhi.
Sente che c'è lo zampino di Mirta, percepisce l'energia della sorella come fosse la sua.
Qualcuno sbadiglia.
-Sei un cantante nato Irvan.- borbotta Marvin con voce assonnata, girandosi nel letto.
Irvan invece riapre gli occhi.
Dalla vetrata si vede il cielo aperto sotto e sopra di loro. Non c'è nemmeno una nuvola.
Distrattamente si chiede cosa potrebbe rivelare lui se decidesse di cambiare parte e scappare.
Non sa dove si trova il Rifugio, anche se potrebbe dire che si tratta di Kalia, la Città dell'Aria. Che Alya sta dalla loro parte.
Potrebbe fare molti nomi. Avvertire che i Cercatori conoscono i piani delle Custodi e stanno cercando il modo di volgerli a loro favore.
Già, i piani delle Custodi. Non se n'è ancora fatto un'idea chiara.
Cosa vogliono fare? Rivelarsi? Rendere il Mondo Nascosto tutt'altro che nascosto? Spartirsi l'intero mondo conosciuto? Possibile che abbiano tali progetti?
Pensa a Dafne.
Gli sembra impossibile. Ha i suoi difetti. È molto gelosa per esempio. E a volte mette da parte alcuni principi per fare ciò che ritiene giusto, ma fino a questo punto?
I pensieri cominciano a farsi più lenti. I poteri di Mirta stanno facendo effetto.
Rimane immobile per un po', ad ascoltare il proprio respiro e osservare le sagome colorate informi e incorporee che si formano dietro le sue palpebre chiuse.
Quando le risoleva sembrano passati pochi minuti, ma il cielo fuori dalla vetrata si è fatto molto più scuro e anche se c'è ancora luce il sole è già tramontato.
Si mette a sedere. con uno slancio che il gatto-angelo che stava accoccolato sulla sua pancia non gradisce affatto. Quando salta di nuovo sul letto, Isidoro si tiene a distanza e comincia a leccarsi le zampe lisce come se vi fosse vero pelo.
Irvan si stiravvhia distrattamente.
Anche gli altri si stanno svegliando.
-Dormito bene?- chiede Mirta nella sua testa.
Abbastanza, era tutto una tua illusione?
-Più o meno, poi mi sono addormentata anch'io, quindi non saprei.-
Irvan sorride e si alza.
Ritrova le scarpe.
-Che ore sono?- chiede intanto Marvin.
-Circa le otto.- risponde Irina -Lo vedo dalla luce del sole.- aggiunge poi, in rimando all'occhiata del fratello -Se fosse notte lo capirei dalle costellazioni. Dovresti saperlo fare anche tu.-
-Diciamo che sono più un tipo di città.- replica tranquillamente lui -Dove c'è troppa luce per vedere le stelle ed esistono gli orologi da polso.-
Mirta ridacchia.
Lei e Marvin sono piuttosto allegri. Naturale. Sono fatti per l'avventura.
Irvan fissa Isidoro che se ne sta acciambellato ai piedi del letto, gli occhi chiusi, ma le orecchie tese e in ascolto.
Irvan non sa bene cosa pensare. Forse è meglio non pensare affatto, svuotare la mente.
Scuote leggermente la testa. Dafne avrebbe detto esattamente il contrario.
Alza lo sguardo dai lacci neri, in cerca di Irina, dell'unica nella stanza che abbia ricevuto un'educazione simile alla sua.
Ma lei è assente. Se ne sta seduta sul bordo del suo letto, le mani giunte e posate in grembo, lo sguardo vitreo e fisso nel vuoto.
Si alza in piedi.
-Vado a cercare Lucy e Blake.- annuncia -Voi intanto dite a Miranda che siamo pronti.-
Si dirige prima all'ultimo piano, ma la palestra è praticamente deserta, così si avvia verso la mensa, anche se ancora manca mezz'ora per la cena.
Uno dei tavoli più lunghi è interamente occupato.
Stanno giocando le carte francesi e, per farle bastare, giocano in coppia.
Lisandro e Scarlet sono i più affiatati, ma non si stanno concentrando molto sul gioco. Scarlet tiene le carte ed è seduta in braccio al marito che la tiene stretta come se potesse scomparire da un momento all'altro.
Accanto a loro ci sono Noah e Talia. Quest'ultima, con evidente gioia del primo, sembra essersi momentaneamente scordata che si trova nel Rifugio dei Cacciatori.
Le altre coppia non sono altrettanto romantiche.
Lucy sta giocando praticamente da sola viato che Blake preferisce starsene seduto sul tavolo a cercare di sbirciare le carte degli altri; Michæl e Iulia sono particolarmente concentrati, ma non sembrano bravi come a scacchi; Amber e Sam litigano su chi deve tenere in mano le carte e intanto le mostrano a tutti gli altri.
Cleo e Amos non ci sono.
Per un po' Irvan rimane sulla soglia, ad osservate il gruppo assortito.
Sarebbe bello se il mondo si fermasse in questo istante, con i Cercatori che mettono i bastoni tra le ruote alle Custodi, ma senza affrontarle direttamente e loro che alternano missioni a tranquille partite a carte.
Non è questo l'equilibrio, l'unica cosa che può mantenere unito il loro mondo? Né guerra né pace, dubbi nella sua testa e piccoli puzzle che si ricompongono.
Sospira e se un attimo fa la scena dai suoi amici che giocano a carte gli appariva tranquilla e quasi perfetta, ora la trova dolorosamente incompleta. Vede tutte le persone che mancano e tutte insieme.
Gli sembra di avere davanti agli occhi Drake e Hope, con le loro carte; Grace e Oscar; Astrid, Derek e Jared; persino Adrian e Edgar. Ma sopratutto i suoi genitori, Angie e Dæmon, che sono qui, da qualche parte.
Lucy si volta, come se qualcuno l'avesse chiamata, e incrocia il suo sguarso.
Gli sorride e subito posa le carte e si alza.
I capelli neri sono raccolti in una treccia morbida che le arriva alla vita, la ciocca verde flu che fa capolino qua e là. Dice qualcosa a Blake e anche lui alza lo sguardo su Irvan e scende dal tavolo.
Lui e Lucy ono così diversi che non si direbbe affatto che sono parenti.
Quasi senza accorgersene Irvan studia l'aria trasandata e costantemente irrequieta del ragazzo demone. Ha i capelli arancioni così pieni di gel che sembra che abbia in testa dell'erba dipinta. Gli occhi sono di un blu così intenso che sembrano finti. Cammina in modo strano, dà l'impressione di uno che preferirebbe stare sulle quattro zampe. Per certi versi sembra un bambino.
A differenza di Lucy, si vede lontano un miglio che non è umano.
-Siete pronti?- chiede senza tante cerimonie quando gli sono vicini.
Entrambi annuiscono con decisione, Blake in modo un po' animale come se fosse un gesto innaturale per lui.
Raggiungono Mirta, Marvin, Irina e Miranda al primo piano.
-Ah, eccovi.- è l'unico saluto che rivolge loro quest'ultima, passando in rassegna con lo sguardo la figlia e il nipote. -Cleo vi sta aspettando.- dice solo.
Lucy e Blake annuiscono.
-Cleo?- ripete Irvan, ma Miranda non sembra intenzionata a riapondergli.
-Molto bene.- conclude la donna prima di andarsene.
-Allora- esordisce Blake sfregandosi le mani -io chi porto?-
Lucy vola in modo turbolento, ma per qualche motivo Irvan non si sente abbastanza bendisposto per sopportare Blake.
-Io e Mirta andiamo con Lucy.-
Blake lo guarda male mentre le sue pupille si fanno affilate.
Per affrontare il viaggio Irvan ricorre al suo solito trucchetto di immaginare di essere in barca e arrivano a destinazione abbastanza presto.
Non c'è più luce in cielo, ma in città non è un problema.
Dei fuochi d'artificio forse sparati apposta da Cleo fanno passare inosservate le sfers di energia luminosa in cui viaggiano.
La figlia dell'Aria li aspetta sul tetto del suo hotel.
-Siete in anticipo.- commenta entusiasta. -Venite.-
Li guida al piano in cui hanno dormito quando sono stati qui.
In mezzo al corridoio, davanti alla porta aperta di una stanza, ci sono una donna bionda dall'aria familiare e due bambini che devono essere figli suoi.
-Lei è Darlene, dovreste averla conosciuta, è la moglie di Arian, il figlio di Ivan.-
-Ho capito tutto.- commenta Marvin sarcastico.
Irina sorride, improvvisamente ha abbandonato l'aria assente.
-Ivan è il Portavoce dei licantropi. Darlene è la... nuora.-
Cleo annuisce. -Arian sta cercando di rintracciare dei segugi in libertà e ha fatto tappa qui.-
Mirta be approfitta per chiedere: -E noi perché abbiamo fatto tappa qui?-
Cleo si ferma davanti allo specchio defirmante che ricopre mezza parete.
-Vi ricordate di Silver?-
-Sì.- risponde subito Irvan, precedendo gli altri, ansioso di avere delle risposte. -Si è formato da una scheggia del Silver originario, quello che forma la prigione degli specchi dei Suspirian.-
Cleo annuisce sorridendo.
-Essendo parte dello stesso specchio, formano un passaggio. Potrete entrare da qui per ritrovarvi direttamente lì.-
-Forte!- esclama Marvin -E come facciamo a...- prima che possa dire la parola "entrare", Irina si muove. Si mette davanti allo specchio e vi appoggia una mano.
La superficie cambia consistenza, si fa più liscia e più fluida; l'immagine riflessa, di solito distorta, si appiana e si schiarisce, si fa quasi trasparente, come un vetro.
L'immagine del loro riflesso si sovrappone a quella di una stanza quadrata e infondo, più piccolo, c'è di nuovo il loro riflesso.
-Wow- commenta Marvin.
-Non dobbiamo attraversarlo del tutto- si affretta a dire Irina -dobbiamo rimanere nel limbo.- poi, vedendo che nessuno si muove, aggiunge: -Irvan, prima tu.-
Irvan si riscuote e si avvicina.
Guarda Irina e lei lo incita con un cenno a proseguire.
Allunga una mano e la poggia sulla superficie dello specchio.
Un brivido, né caldo né freddo, come una piacevole, lieve, scossa elettrica lo attraversa dalle punte delle dita, al palmo della mano, al polso, al braccio.
Ritira la mano all'istante, poi la riavvicina.
Scossa di energia a parte, sembra di toccare dell'acqua particolarmente densa.
Affonda la mano. E subito dopo il resto del braccio.
Volta leggermente la testa.
Irina lo fissa intensamente. Sorride e annuisce.
Irvan ispira profondamente e si spinge avanti.
Si sente improvvisamente leggero, come se fosse sott'acqua.
Apre gli occhi.
Si guarda intorno. C'è una luce fioca e dorata che illumina un po' tutto, ma che sembra non avere una fonte. Davanti e lui e dietro di lui ci sono quelle che sembrano due specchi d'acqua.
Da quella alle sue spalle, poco dopo, emergono prima Mirta e poi Marvin.
Irina compare per ultima e appena allontana la mano, le superficie fluide che stanno davanti e dietro di loro si increspano fino a sembrare l'acqua di una cascata. Quella dietro di loro si fa sempre più trasparente, fino quasi a sparire e a rivelare uno spazio all'apparenza sconfinato.
I quattro si guardano intorno, come storditi.
-Credevo...- formula Marvin, interrompendosi un attimo per ascoltare la sua voce ampliata, ma attutita -credevo che fosse pieno di gente qui.-
-Lo è.-
Irvan si volta verso Mirta. Tiene gli occhi chiusi, ma gira su stessa come per guardarsi intorno.
Irvan si concentra.
Si affida alla visione del calore.
Chiude gli occhi a propria volta per potersi concentrare meglio.
È come se fossero in una piazza piena di gente o in mezzo ad una strada.
Vede sagome calde e umanoidi, anche se un po' sfocate, aggirarsi intorno a loro, circondarli, ma senza cattive intenzioni. Come semplici curiosi.
Irvan riapre gli occhi.
All'inizio non vede nulla, proprio come prima. Poi comincia a notare delle sagome, come se certi punti nello spazio riflettessero la poca luce dorata in modo diverso da quello circostante.
Anche Irina e Marvin, lentamente, le cominciano a notare.
-Cosa sono?- chiede Mirta con la stessa aria sognante di poco prima e con il fiato sospeso.
-Spettri.- sussurra Irina con tono solenne, ma fioco -Spettri di luce.- la sua voce si sente meglio di quelle degli altri -Riflessi di persone esistenti.- mentre parla le sue parole acquistano un tono contrariato, accusatorio e in qualche modo colpevole -Ciò che resta di anime stravolte, rese impotenti e... dimenticate.- aggiunge con dolore.
Marvin la guarda torvo, aggrottando le sopracciglia.
-Allora- dice poi -qui dovrebbe esserci un'arma?-
-Non un'arma.- lo corregge Irvan mentre un brivido freddo gli attraversa la schiena e ricorda. Ricorda cosa ha sentito l'ultima volta che è stato qui: un'energia potente, capace di arrivare a lui nonostante fosse chiaramente prigioniera, che gli ha fatto sentire quelle voci, voci che prima d'ora aveva sentito solo ad un passo dalla morte.
Marvin sbuffa.
Mirta guarda Irina, ma questa scuote leggermente la testa. -Sapevo come.entrare,- spiega -e so come muovermi, ma non ho idea di come fare per trivare un'energia nascosta qui dentro.-
A queste parole gli spettri cominciano a muoversi freneticamente. Si spostano con estrema rapidità proiettando lampi di luce su di loro.
Tutti e quattro si tendono e si chinano leggermente in avanti, pronti a scattare. Si dispongono in cerchio in modo da darsi le spalle a vicenda.
-Sono solo degli spettri- riflette velocemente Mirta, ad alta voce, -cosa possono farci?-
Irvan priva a formulare una risposta, ma i pensieri gli sfuggono. Sente il battito dei suo cuore accelerare mentre in bocca il sapore della paura e la frenesia altrui si mischia alla sua confusione.
Tiene gli occhi spalancati e le immagini si sovrappongono alla visione del calore, al momento molto più utile.
Alle sagome calde se ne aggiungono altre, gelide, che non hanno nessun riflesso.
-Nulla.- risponde intanto Irina, anche se non sembra molto convinta -Fisicamente nulla, sono solo anime, non possono neanche toccarci.-
-E mentalmente?- la voce di Marvin è un ringhio.
-Perché alcune sono fredde e non si vedono?- chiede invece Mirta.
Gli occhi di Irvan saettano da una sagoma all'altra.
-Quelle fredde sono ciò che rimane di persone il cui riflesso è morto nella vita reale. Loro non possono davvero farci nulla. Neanche parlarci.-
-Le altre sì?- Marvin sta saltellando sul posto così freneticamente che sembra tremare.
Irvan invece si sente freddo e immobile come un pezzo di ghiaccio. Senza accorgersene, comincia a battere i denti.
-Irina.- chiama Marvin e finalmente la sorella smette di guardarsi intorno estasiata. -Cosa possono farci le altre?-
Irina rimane in silenzio per qualche secondo.
Marvin fa per richimare la sua attenzione, ma lei solleva una mano per zittirlo.
Chiude gli occhi in ascolto.
Irvan è il primo ad imitarla.
All'inizio non sente altro che i propri denti che svattono gli uni contro gli altri. Serra la mascella per fermarli.
Sente qualcos'altro. Sembra vento. E pioggia. E lo scoppiettio di un fuoco. E lo spezzarsi di foglie secche sotto passi leggeri.
È vagamente consapevole del proprio corpo che si fa sempre più pesante.
Sagome calde e fredde si fanno sempre più vicine mentre altre restano indietro.
Imrpovvisamente, come in un flash, qualcosa scatta dentro di lui. Il suo modo di vedere la scena cambia.
Gli spettri non li stanno attaccando. Li stanno proteggendo.
Da cosa, non sa dirlo. Sa che la sente. Percepisce la sua aura fredda e addormentata, ma potente e distruttiva. La sente nei muscoli che si tendono in allarme e ai nervi che quasi tremano per riuscire a smuoversi.
Si costringe a sollevare le palpebre estremamente pesanti.
Sono tutti accasciati a terra. Tranne Irina. Lei è in ginocchio, ma sembra meno stordita di loro.
I suoi occhi dorati brillano come due fari.
-Cosa nascondete?- sussurra e la sua voce suona come se a parlare fossero state almeno tre di lei e da molto lontano.
Ciò che voi cercate.
La risposta è simile alla voce di un'Ombra, si confonde con i pensieri anche se differisce per chiarezza e tono. A parlare sembrano essere state migliaia di voci, con il trasporto di un attore che sta ripetendo frasi imparate a memoria, ma che le sente più sue delle proprie.
Le voci sono tante e così varie da risultare tutte uguali e rimbimbano nella testa di Irvan provocando un'eco appena un'udibile.
-Perché?- la voce di Irina, così reale, isolata e chiara, in confronto alle altre, sembra ancora più decisa e autorevole di quanto non sia.
La risposta tarda ad arrivare. Qua e là riescheggiano spezzoni di frasi, sussurri indecifrabili.
Irvan sente una forza estranea fare pressione su tutto il suo corpo, come per costringerlo a calmarsi, ma ottenendo l'effetto cintrario.
Si costringe a tirarsi su, ma i muscoli rispondono appena.
Perché, si sente sussurrare infine, una prigione appartiene al suo padrone, ma i prigionieri al più forte tra loro.
Irvan guarda Irina. Si sente troppo stordito per pensare.
-Dobbiamo uscire di qui!- esclama la figlia del Tempo con rinnovato vigore.
Mirta e Marvin riescono a rialzarsi, Irvan deve aggrapparsi a loro per tirarsi su.
Irina è la prima a muoversi. Ha resistito più di loro alla strana energia che cerca di fermarli, ma ora è quella che ha l'equilibrio peggiore.
Arriva alla cascata di luce non distante da loro e vi si aggrappa.
La superficie si fa più liscia fino a divenire quella di uno specchio e poi sempre più trasparente fino ad essere un vetro.
Dall'altra parte, si vede la sala degli specchi della setta.
-Forza andate!- ansima.
-Non possiamo!- protesta Marvin con il fiato corto -Se andiamo lì verremo sostituiti dal nostro riflesso e finiremo come tutte queste anime.-
Le gambe di Irina tremano violentemente e le ginocchia le si piegano, ma la sua presa sul confine luminoso non vacilla.
-occultatori- mormora tra sé e sé costringendosi a riflettere -Sono occultatori.-
-Cosa?- fa Marvin.
Irina lo ignora. -Mirta, Irvan,- chiama -dovete usare i vostri poteri e occultare la nostra immagine in modo che lo specchio non possa imprigionarci.-
I due gemelli si guardano, poi annuiscono leggermente.
Irvan raccoglie tutte le energie che gli sono rimaste e si concentra.
Il suo corpo si fa argentato, poi si scurisce fino a prendere forma.di occultatore. Mirta fa lo stesso.
-Andate!-
Irvan fa di corsa i pochi passi che lo separano dal confine, poi vi salta attraverso.
La leggera scossa che lo attraversa lo risveglia quanto basta e appena sente la gravità ricquistare la sua forza normale estenda la sua energia. Creare il buco nero di immagine è quasi istintivo e vi impiega pochi secondi.
Quando prima le punte dei suoi piedi e poi le sue mani toccano terra, si sente pieno di energia come lo era prima di entrare in quello strano limbo.
Mirta è accanto a lui.
Si voltano.
All'inizio, a causa dei loro poteri, è difficile tenere lo sguardo fisso lì dove dovrebbe esserci il loro riflesso.
Intravedono le immagini sfocate di Irina e Marvin dall'altra parte.
Si avvicinano. E quando prima Marvin e poi Irina attraversano lo specchio li avvolgono nella loro energia occultante.
-E ora?- chiede Mirta respirando velocemente.
-Portatevi- ansima Irina -al centro della stanza.-
Muovendosi lentamente, i quattro camminano verso il centro, Irvan e Mirta si tengono ai lati, il più distanti possibile per poter nascondere più spazio.
-E ora?- chiede questa volta Irvan.
-E ora lasciate fare a me.-
Irina chiude gli occhi e si concentra.
Irvan sente chiaramente la sua energia irradiarsi da ogni singola cellula del suo corpo e impadronirsi di tutta la stanza. Conosce questa forza, quando Marvin era dentro di lui, ha potuto sperimentarne la potenza.
La stanza buia si riempe di bagliori dorati, come se fossero tornati nel limbo.
Dopo qualche istante di immobilità, lo specchio che ricopre le pareti comincia a muoversi, a deformarsi.
Si stacca dagli angoli e arrotonda ogni spigolo. Sotto di loro si crea una conca e li stessi vale per il soffitto.
Nel giro di pochi istanti, si ritrovano all'interno di una sfera perfetta.
Nessuno fiata. Tutti si guardano intorno.
Irina ritrae leggermente la sua energia.
Il freddo così intenso da bruciare si impadrona dello spazio all'interno della sfera di specchi e tutto diventa ancora più buio.
Il tenue bagliore argenteo emanato dallo specchio viene inghiottito da un'oscurità viva e pulsante.
Irvan alza la testa e guarda in alto.
Nel centro esatto della sfera c'è una specie di stella buia. Invece di irradiare luce, diffonde oscurità.
Mentre la guarda si fa più lunga e lentamente assume una forma umanoide. Intravede la sagoma di un ragazzo, o una ragazza, tra le tenebre.
L'energia di Irina scompare del tutto.
Tutto trema e in pochi istanti Silver torna ad aderire perfettamente alle pareti, al pavimento e al soffitto della stanza.
La figura di tenebre cade in mezzo a loro, priva di sensi.
Da fuori sentono dei passi e delle voci.
-I Suspirian.- impreca Marvin -Stanno arrivando.-
-Dobbiamo andarcene!- soffia Mirta.
Irina ha l'aria stremata, ma si riscuote e annuisce.
Marvin prende in braccio la ragazza avvolta dalle tenebre e sul volto gli si dipinge una strana smorfia.
Irvan e Mirta si assicurano che il loro potere di occultatori copra tutti mentre si riavvicinano al lato dello specchio da cui sono venuti.
Irina vi appoggia la mano e lo attraversano.
Si ritrovano nel limbo.
Non hanno il tempo di prestare attenzione a nulla, nemmeno agli spettri.
Irina si porta davanti al gruppo. Tende avanti la mano sinistra e dal nulla appare lo specchio di luce che porta da Cleo. Intravedono la donna dall'altra parte.
Mirta e Irvan passano per primi, seguiti da Marvin.
Quando Irina arriva nel corridoio dell'hotel di Cleo lo specchio alle sue spalle ritorna ad essere uno specchio deformante.
Marvin stende a terra la ragazza.
-E questa dovrebbe essere un'arma?- sbotta.
Cleo le sposta i lunghi capelli dal viso.
Nello stesso istante la ragazza si sveglia di botto.
Le tenebre che la avvolgono si fanno più sottili fino a divenire una tunica nera.
Mirta sussulta.
Irvan impiega diversi minuti a capire perché.
La ragazza è identica a Marta.
Stessi capelli nerissimi, anche se molto più lunghi, stessi occhi scuri come l'inchiostro, anche se non truccati, stesso viso dai tratti decisi, stesso fisico atletico.
-Tranquilla.- le sta dicendo Cleo, in risposta al suo sguardo smarrito -Chi sei?-
La ragazza si solleva sui gomiti.
-Il mio nome è Martina.- annuncia -Figlia della Vita e del Tempo, Custode della Morte.-
______________________
spazio meeeee
ve l'ho fatta eh? Non sapete da quanto tempo volevo scrivere questo capitolo!
Mi scuso per l'orario, ma avevo problemi con la connessione ad internet e dovevo rifinire l'immagine. Stessa prestavolto di Marta, così non potrebbero essere più uguali. Gli occhi mi sono venuti male, sembrano vuoti, ma amen!
Votate e commentate
A domenica prossima,
Artemide
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top